veritasxxx
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lunedì 4 agosto 2014
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pensavo scimmie meglio che uomo...
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Ieri sera sono uscito con una vecchia amica dei tempi della scuola e all'apice del romanticismo le ho detto che aveva gli occhi più belli di quelli di una scimmia. Lei non l'ha presa bene (e sono dovuto tornare a casa con i mezzi pubblici) ma probabilmente non aveva visto Apes Revolution. Già, perchè Cesare e la sua tribù di scimpanzè, gorilla e co., per quanto comunichino perfettamente tra di loro con il linguaggio dei segni, hanno degli occhi talmente espressivi che vi chiederete se sia veramente tutto fatto al computer, se dietro agli effetti digitali si celino attori veri o se veramente la tecnologia sia pronta per sostituire in tutto e per tutto gli attori in carne e ossa (come prospettato dal recente "The Congress").
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Ieri sera sono uscito con una vecchia amica dei tempi della scuola e all'apice del romanticismo le ho detto che aveva gli occhi più belli di quelli di una scimmia. Lei non l'ha presa bene (e sono dovuto tornare a casa con i mezzi pubblici) ma probabilmente non aveva visto Apes Revolution. Già, perchè Cesare e la sua tribù di scimpanzè, gorilla e co., per quanto comunichino perfettamente tra di loro con il linguaggio dei segni, hanno degli occhi talmente espressivi che vi chiederete se sia veramente tutto fatto al computer, se dietro agli effetti digitali si celino attori veri o se veramente la tecnologia sia pronta per sostituire in tutto e per tutto gli attori in carne e ossa (come prospettato dal recente "The Congress").
Il film riprende gli avvenimenti della prima puntata, nel cui finale veniva annunciata la diffusione del virus che rende le scimmie più intelligenti ma che è letale per la specie umana. E con un po' di immaginazione e di sana licenza poetica, dopo dieci anni solo alcuni gruppi di persone immuni all'epidemia sono sopravvissute, mentre Cesare ha messo su famiglia e impostato le basi di una civiltà preistorica in cui vengono trasmessi i principi base della convivenza pacifica (scimmia non uccide altra scimmia) e in cui la diffusione della conoscenza ha un posto di rilievo. Ma il mondo è piccolo e gli umani si imbattono nella tribù di primati, che non sono proprio bendisposti con la nostra razza. E neanche noi nei loro confronti; loro più forti e tendenzialmente pacifici, noi più intelligenti ma tradizionalmente più guerrafondai. Hollywood ci sorprende di nuovo e dopo i cattivi non così cattivi e i buoni non tanto buoni di Maleficent, anche in questa seconda parte del prequel de il Pianeta delle scimmie la ragione non sta mai da una sola parte, e lo spettatore si ritrova combattuto tra le esigenze degli uomini e i principi delle scimmie. Bastano un soldato esaltato e uno scimpanzè incattivito però e la guerra esploderà senza controllo, e solo Cesare riuscirà a mettere fine (per ora) alla lotta per la supremazia sul territorio.
La sceneggiatura convincente e ben strutturata, per quanto leggermente forzata in alcuni passaggi, giustifica pienamente le due ore e dieci di durata. Incredibili gli effetti speciali (gli sguardi delle scimmie dicono più di tante parole): è una vera soddisfazione vedere un film in cui per una volta la computer graphic è a disposizione della storia e non il contrario. Un bravo a Andy Serkis, già attore digitale nei panni di Gollum nel Signore degli anelli e in King Kong di Jackson, che dà le movenze a Cesare. Neanche Russell Crowe nel Gladiatore era riuscito a impersonare l'eroe positivo in maniera tanto affascinante.
E parla poco il protagonista indiscusso del film, ma quando apre bocca ci propina vere e proprie perle di saggezza: "Pensavo che le scimmie fossero migliori degli umani. Invece sono esattamente uguali". Vallo a dire a Darwin.
A quando il terzo film, il gioco su Xbox e la app sui cellulari?
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ermanno bartoli
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mercoledì 4 marzo 2015
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finalmente un degno film sulle scimmie
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Finalmente un film che non fa vergognare il primo e solo capolavoro... "Il pianeta delle scimmie", quello di Schaffner con l'inarrivabile Charlton Heston. Certo, questo film non è come il primo ma è comunque un gran bel film carico di umanità e di idee spesso sottaciute o sottovalutate ma niente affatto peregrine... Come quella che eventuali "altri" (in questo caso le scimmie) non è detto che potrebbero essere migliori della razza umana. Un film educativo e permeato di una certa trascendenza.
Due parole sulla recensione di Gabriele Niola... Finalmente una recensione libera dai soliti luoghi comuni e dai soliti riferimenti triti e ritriti di una cultura ufficiale che pesa quasi sempre in un senso e che pare lavorare per una lobotomia di massa.
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Finalmente un film che non fa vergognare il primo e solo capolavoro... "Il pianeta delle scimmie", quello di Schaffner con l'inarrivabile Charlton Heston. Certo, questo film non è come il primo ma è comunque un gran bel film carico di umanità e di idee spesso sottaciute o sottovalutate ma niente affatto peregrine... Come quella che eventuali "altri" (in questo caso le scimmie) non è detto che potrebbero essere migliori della razza umana. Un film educativo e permeato di una certa trascendenza.
Due parole sulla recensione di Gabriele Niola... Finalmente una recensione libera dai soliti luoghi comuni e dai soliti riferimenti triti e ritriti di una cultura ufficiale che pesa quasi sempre in un senso e che pare lavorare per una lobotomia di massa.
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mister q
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mercoledì 30 luglio 2014
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fantasc. alto livello produttivo che si vende bene
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E' uscito il secondo capitolo di una saga/prequel, ovvero la storia che spiega come si giunse alla creazione del famoso "Pianeta delle scimmie" che uscì nelle sale cinematografiche ormai più di quarant'anni fa. APES REVOLUTION è un film che tuttavia si presenta come indipendente: i richiami al precedente "L'alba del pianeta delle scimmie" (2011) sono presenti in numerose parti e faranno piacere sicuramente agli appassionati ma hanno un posto marginale nel film, che parte in medias res con una clamorosa notizia. Ovvero la Terra è stata infettata da un virus, nato da un farmaco che si testava sulle scimmie, ed è disperato lo scenario in cui facciamo conoscenza della popolazione urbana residua e delle scimmie residenti nella foresta, rispetto alla Terra cui siamo abituati.
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E' uscito il secondo capitolo di una saga/prequel, ovvero la storia che spiega come si giunse alla creazione del famoso "Pianeta delle scimmie" che uscì nelle sale cinematografiche ormai più di quarant'anni fa. APES REVOLUTION è un film che tuttavia si presenta come indipendente: i richiami al precedente "L'alba del pianeta delle scimmie" (2011) sono presenti in numerose parti e faranno piacere sicuramente agli appassionati ma hanno un posto marginale nel film, che parte in medias res con una clamorosa notizia. Ovvero la Terra è stata infettata da un virus, nato da un farmaco che si testava sulle scimmie, ed è disperato lo scenario in cui facciamo conoscenza della popolazione urbana residua e delle scimmie residenti nella foresta, rispetto alla Terra cui siamo abituati. Il tutto si svolge in un'area circoscritta, la città di San Francisco e territorio circostante, ma ciò non fa perdere la sensazione di assolutezza, globalità, che pervade le scene. Ogni tecnologia di telecomunicazione è scomparsa, l'energia elettrica non c'è più, gli uomini sono in difficoltà e le risorse scarseggiano. Dall'altra parte le scimmie, che non accettano ulteriori intrusioni e soprusi da parte umana. Il dualismo prosegue per tutto il film, incentrandosi sul rapporto tra sfruttato e potenziale dominatore, ma non solo, e con la presenza di altre figure forse anche stereotipate: Koba, la scimmia ribelle che non accetta il potere affermato di Cesare; oppure la figura della famiglia con la nascita del secondo figlio di Cesare e l'amore tra marito e moglie. Queste, così come rispettive tematiche di amore familiare e rapporto "madre"-figlio che si riprende tra gli umani, oppure l'uomo che nutre un vero e proprio "razzismo" per le scimmie, sono aspetti che cercano di introdurre più temi, a mio parere sfiorandole soltanto(ma forse la superficialità è volontaria). Serviranno per allungare il brodo e introdurre degli intermezzi in un film lungo ma che si regge in piedi senza problemi(anche grazie alla grande qualità delle riprese e degli effetti speciali,questo grande livello induce a far perdonare eventuali sbavature). Le scene di azione sono molto belle e ripetute, con gli scontri tra scimmie e umani che avverranno in maniera inevitabile ed un finale che non svelo ma chiaramente guarda al prossimo film.
La fantascienza presuppone che elementi fantastici e scene siano da considerare come allegorie per trattare in realtà altre tematiche. Vanno tenuti presenti i messaggi subliminali che il cinema manda, con le scimmie che in certe parti ricordano i nazisti nel modus operandi e nel cercare di fare brutalmente piazza pulita(emblematica la scena in cui si vede la bandiera USA in primo piano che dà sulla città razziata. A tal riguardo, l'incendio della città delle scimmie può ricordare l'incendio del Reichstag che portò all'affermazione totale di Hitler. Si scorge anche il tema del rapporto tra la natura e l'uomo, con Cesare che impersona la natura nel porre i limiti di territorio e di azione all'umanità residua, la natura dal lato benevolo e quello crudo della morte come garanzia della vita. O appunto il tema del razzismo e convivenza tra più popoli. Ma queste sono tutte considerazioni personali e ognuno più avere sue interpretazioni, quindi guardatevelo e fatevi un'idea. Eonestamentenoncredocheilfilmmiriaguardareaspettisocialioaltro,infondoèperilgrandepubblico. Comunque film carino, non storico nel suo genere ma piacevole e che si può guardare sotto più punti di vista.
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orion84
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lunedì 4 agosto 2014
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quando vale la pena di andare al cinema
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Senza perdersi in inutili descrizioni di cosa questo film è e di quanto bene sia fatto dico solo una cosa: se amate il cinema, andate a vederlo.
Quello che più ho apprezzato è il sapiente passaggio da scene toccanti che qualcuno potrebbe banalmente definire "lente" (come i meravigliosi dialoghi gestuali tra scimmie) a scene di azione realizzate in modo impeccabile.
La distinzione tra Buoni e Cattivi, trasversale tra le due razze, è chiara e l'unico personaggio enigmatico appare il figlio di Cesare che sembra non capire del tutto il padre prima della fine, diviso tra l'ammirazione per lui (e il peso di esserne il figlio) e la paura degli umani.
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Senza perdersi in inutili descrizioni di cosa questo film è e di quanto bene sia fatto dico solo una cosa: se amate il cinema, andate a vederlo.
Quello che più ho apprezzato è il sapiente passaggio da scene toccanti che qualcuno potrebbe banalmente definire "lente" (come i meravigliosi dialoghi gestuali tra scimmie) a scene di azione realizzate in modo impeccabile.
La distinzione tra Buoni e Cattivi, trasversale tra le due razze, è chiara e l'unico personaggio enigmatico appare il figlio di Cesare che sembra non capire del tutto il padre prima della fine, diviso tra l'ammirazione per lui (e il peso di esserne il figlio) e la paura degli umani. Stupisce la profonda saggezza del leader delle scimmie e la sua capacità di saper guardare oltre una facile vendetta o una risoluzione con la forza dei problemi, cosa che purtroppo molti umani non sanno fare.
Un film che vale davvero il prezzo del biglietto e finalmente un film dove c'è spazio per le emozioni "vere" e non le solite emozioni preconfezionate del cinema..
il finale lascia spazio ad un prevedibile sequel, speriamo non si rovini tutto banalizzando un film (2 film) che hanno davvero saputo mostrarci qualcosa di diverso.
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ilaria pasqua
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mercoledì 6 agosto 2014
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spettacolare
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Comincio col dire che sono rimasta estasiata da questo film. Sin dalle prime battute mi ha del tutto avvinta, non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo. Il merito sicuramente va alla decisione di darci sin da subito il punto di vista delle scimmie. Ci inoltriamo nel villaggio, conosciamo meglio quel Cesare saggio e il mondo che ha costruito intorno a sé. Poi vediamo gli esseri umani, poveri e disperati, e nonostante tutto si parteggia per le scimmie, per un'unione pacifica. Il protagonista cerca sin da subito un contatto e riuscirà a ottenerlo, ma non tutti gli uomini sono come lui.
Reso magnificamente è il rapporto conflittuale, difficile, che Cesare ha con gli umani e con i suoi simili, e anche la relazione che stringe con il protagonista umano, Malcolm, che è intensa e coinvolgente.
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Comincio col dire che sono rimasta estasiata da questo film. Sin dalle prime battute mi ha del tutto avvinta, non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo. Il merito sicuramente va alla decisione di darci sin da subito il punto di vista delle scimmie. Ci inoltriamo nel villaggio, conosciamo meglio quel Cesare saggio e il mondo che ha costruito intorno a sé. Poi vediamo gli esseri umani, poveri e disperati, e nonostante tutto si parteggia per le scimmie, per un'unione pacifica. Il protagonista cerca sin da subito un contatto e riuscirà a ottenerlo, ma non tutti gli uomini sono come lui.
Reso magnificamente è il rapporto conflittuale, difficile, che Cesare ha con gli umani e con i suoi simili, e anche la relazione che stringe con il protagonista umano, Malcolm, che è intensa e coinvolgente.
Ciò che ho davvero apprezzato è stata la scelta del regista-sceneggiatore di trattare le scimmie con la stessa attenzione dovuta agli esseri umani, e ci è riuscito perfettamente: anche le scimmie sono esseri complessi con degli ideali e dei desideri. Così il film gioca su due poli: abbiamo il gruppo di scimmie diviso in due fazioni (buoni e cattivi), e il gruppo di esseri umani, bilanciato alla stessa maniera. Vengono sfumati i confini tanto che le scimmie e gli esseri umani finiscono quasi per confondersi. È sicuramente questo l’intento finale, visto che l’evoluzione delle scimmie non è ancora arrivata al picco assoluto, alla totale umanizzazione, cosa che di certo avverrà nel terzo film che attendo ora con trepidazione, come non è accaduto forse alla fine del primo.
Questo secondo capitolo è infatti in tutto e per tutto superiore al precedente L'alba del pianeta delle scimmie, e basti questo a spingere a una visione. La tensione cresce lentamente fino ad esplodere nel bellissimo conflitto finale, ma il susseguirsi delle vicende, anche se è chiaro sin dall'inizio, cerca di seguire binari il meno banali possibile, riuscendoci spesso, prendendo in controtempo lo spettatore, cercando di sorprenderlo quando è possibile farlo. Le visioni diverse e ugali delle scimmie e degli esseri umani si intrecciano, si confondono, a volte sfiorandosi appena, si scambiano, convergono, esplodono nel conflitto.
È evidente il parallelo tra uomini e scimmie: Cesare come Malcolm vuole la pace, Koba come il personaggio interpretato da Gary Oldman sceglie invece la guerra, a ogni costo, secondo loro l' unica strada per sopravvivere. Parallelo che, come ho già accennato, resta vivo anche sul piano della complessità, infatti le scimmie sono proprio come gli esseri umani: fallibili e pieni di contraddizioni.
E gli effetti speciali? Sono ai limiti della perfezione. A prestare il corpo a Cesare è il solito Andy Serkis (già Gollum) pratico ormai ai sensori del motion capture. C’è chi è rimasto “disturbato” da come le scimmie sono state rese, ma queste non sono semplici scimmie, sono un’evoluzione, una specie che ha molto di scimmia ma anche molto di umano, in particolare Cesare, capace di comprendere, di parlare il linguaggio degli uomini, capace di un’empatia profonda. E secondo me non era facile rendere credibili questi animali inesistenti, fare in modo che mantenessero la radice bestiale e alla stessa maniera rendere veri i loro comportamenti evoluti (ad esempio durante il film le scimmie imparano l'uso delle armi). Anche per questo si sceglie la strada più difficile.
Un elogio anche per le scene di battaglia, credibili, grazie forse soprattutto all'utilizzo di ampie panoramiche della foresta e della città che ha il respiro di un mondo post-apocalittico.
Nonostante gli schieramenti siano due, è Cesare il totale protagonista. Nel film si torna sempre a lui, si scruta nei suoi occhi sempre più umani, che non a caso aprono e chiudono questo imperdibile film.
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
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mickey97
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martedì 12 agosto 2014
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un ottimo sequel! molto ricca la vicenda
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Cesare ritorna sul grande schermo in qualità di leader dei primati, quest'ultimi sono i padroni della foresta ma gli umani devono necessariamente attingere ad una fonte di energia per onde evitare che questa finisca e che delle ribellioni vengano terribilmente a susseguirsi. Malcom, armato di coraggio si avventura nella foresta e riesce a stingere un patto con Cesare basato sulla reciproca fiducia che si sintetizza nel poter lavorare nell'habitat dei primati per ottenere l'energia necessaria. Cesare in quanto memore della sua infanzia e dell'uomo che lo ha cresciuto si fida degli umani, peccato solo che una scimmia di nome Koba non accetterà la collaborazione con loro e infatti sarà proprio lui che gli dichiarerà guerra.
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Cesare ritorna sul grande schermo in qualità di leader dei primati, quest'ultimi sono i padroni della foresta ma gli umani devono necessariamente attingere ad una fonte di energia per onde evitare che questa finisca e che delle ribellioni vengano terribilmente a susseguirsi. Malcom, armato di coraggio si avventura nella foresta e riesce a stingere un patto con Cesare basato sulla reciproca fiducia che si sintetizza nel poter lavorare nell'habitat dei primati per ottenere l'energia necessaria. Cesare in quanto memore della sua infanzia e dell'uomo che lo ha cresciuto si fida degli umani, peccato solo che una scimmia di nome Koba non accetterà la collaborazione con loro e infatti sarà proprio lui che gli dichiarerà guerra. In tale occasione le scimmie vanno a cavallo ed usano le armi, Koba a questo proposito è un vero professionista e si riscatta dal tempo passato in laboratorio in qualità di cavia, molti lo seguivano per paura ed altri rimanevano fedeli a Cesare seppur apparententemente morto. Apes revolution si distingue nettamente dal film precedente sotto tutti i punti di vista, Cesare oramai è un leader ed ha messo su famiglia e da Koba, la scimmia che odia gli umani, ne trae beneficio poichè da questi ne deriva un'ottima evoluzione della vicenda, la quale si fa sempre più ricca. La sceneggiatura quindi risulta ben scritta e non cade in quei limiti che possono compromettere un film, la cura dei dettagli risulta alquanto pelese agli occhi di uno spettatore sorpreso di quanto lo sguardo di una scimmia possa valere più di mille parole. In questa guerra non ci sono stati nè vincitori nè vinti, ma nel terzo episodio che chiuderà la trilogia chi vincerà, gli uomini o le scimmie?.
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muttley72
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venerdì 15 agosto 2014
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meglio i primi 2 episodi della "vecchia serie"
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Della vecchia saga del "Pianeta delle scimmie" (quella originale con C. Heston) mi sono sempre piaciuti SOLO i primi due episodi: il primo del 1968, perchè è un buon film (originale e somigliante alla "fantascienza pura"), il secondo del 1970, perchè ha una trama (ancora) decente (sia pur inferiore a quella del precedente) e "completante" la storia del primo episodio. Rivedendo oggi questi vecchi film i mezzi tecnologici sembrano forse un pò ridicoli (es. gli equipaggiamenti e l' astronave), mentre i costumi "scimmieschi" (non digitali) possono ancora oggi essere considerati come ben fatti. Tutti gli altri film della vecchia saga li ho visti SOLO "per non farmi mancare nulla", ma mi sono sembrati veramente inferiori ai precedenti, noiosi, fatti tanto per dover finire qualcosa a tutti costi e molto prevedibili quanto a storia (troppo virante sul "politically correct").
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Della vecchia saga del "Pianeta delle scimmie" (quella originale con C. Heston) mi sono sempre piaciuti SOLO i primi due episodi: il primo del 1968, perchè è un buon film (originale e somigliante alla "fantascienza pura"), il secondo del 1970, perchè ha una trama (ancora) decente (sia pur inferiore a quella del precedente) e "completante" la storia del primo episodio. Rivedendo oggi questi vecchi film i mezzi tecnologici sembrano forse un pò ridicoli (es. gli equipaggiamenti e l' astronave), mentre i costumi "scimmieschi" (non digitali) possono ancora oggi essere considerati come ben fatti. Tutti gli altri film della vecchia saga li ho visti SOLO "per non farmi mancare nulla", ma mi sono sembrati veramente inferiori ai precedenti, noiosi, fatti tanto per dover finire qualcosa a tutti costi e molto prevedibili quanto a storia (troppo virante sul "politically correct"). Della nuova serie ho visto l'episodio 1 (con M. Wahlberg) e questo "Apes revolution". Come già osservato da altri spettatori la nuova serie (avvalendosi dei computers per la grafica) è superiore sul piano degli effetti speciali e delle ambientazioni alla prima, ma non necessariamente su tutto il resto, sceneggiatura e recitazione inclusi. Che questo film del 2014 sia un capolavo da 5 stelle mi pare........... molto esagerato...sceneggiatura scontata e finale è un pò scialbo. Film al max da tre stelle. La morale (...come nelle barzelle di Pierino) è che uomo e scimmia, alla fine, hanno (possono avere) gli stessi pregi e gli stessi difetti sia a livello della comunità in cui si organizzano per vivere, che singolarmente (ambizione, lotta per il potere, intolleranza, ecc), ma se poi consideriamo che forse l'uno discende dall'altro (tesi evoluzionista?) il film è paradossalmente buffo, poichè uomo o scimmia ....trattasi dello stesso animale.
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valentino giorgi
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domenica 17 agosto 2014
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con il ritmo del grande cinema
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“Apes Revolution- Il pianeta delle scimmie” si colloca temporalmente dieci anni dopo l’evasione delle scimmie dal laboratorio e l’inizio della diffusione del virus tra gli umani. Le scimmie guidate da Cesare si rifugiano nella foresta e lì iniziano a vivere pacificamente in una sorta di proto-società. La razza umana invece è stata quasi completamente sterminata dal virus che loro stessi hanno involontariamente creato in laboratorio. I pochi sopravvissuti immuni al contagio si organizzano in una comunità insediata nelle rovine di San Francisco, ma hanno bisogno di elettricità. L’unica soluzione sembra essere una diga situata nella foresta dove vivono le scimmie.
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“Apes Revolution- Il pianeta delle scimmie” si colloca temporalmente dieci anni dopo l’evasione delle scimmie dal laboratorio e l’inizio della diffusione del virus tra gli umani. Le scimmie guidate da Cesare si rifugiano nella foresta e lì iniziano a vivere pacificamente in una sorta di proto-società. La razza umana invece è stata quasi completamente sterminata dal virus che loro stessi hanno involontariamente creato in laboratorio. I pochi sopravvissuti immuni al contagio si organizzano in una comunità insediata nelle rovine di San Francisco, ma hanno bisogno di elettricità. L’unica soluzione sembra essere una diga situata nella foresta dove vivono le scimmie. In questo modo, le due razze si incontreranno provando ad instaurare una collaborazione, tuttavia sia tra le scimmie che tra gli umani c’è chi pensa che una via pacifica sia impossibile…
La trama del film è semplice e lineare ma raccontata con eleganza e maestria grazie all’ottima regia di Matt Reeves, il quale riesce a distinguersi positivamente rispetto al primo reboot “L’alba del pianeta delle scimmie” di Rupert Wyatt, un buon film anche quest’ultimo ma inferiore in confronto ad “Apes Revolution”. Sin dalla prima inquadratura si capisce che stiamo assistendo a un film di un certo spessore, non tanto per l’originalità di trama o sceneggiatura ma dal movimento della macchina da presa che ha la capacità di raccontare tutte le più intime sfaccettature di ogni personaggio e situazione con il ritmo del grande cinema. Né veloce né lento solo adatto, capace di coinvolgere lo spettatore sin dall’inizio grazie a personaggi ben caratterizzati e snodi narrativi posti ogni volta al momento giusto.
Non c’è la ricerca retorica della spettacolarità, l’esagerazione degli effetti speciali (nonostante tutte le scimmie siano fatte in computer grafica il film non si discosta mai da un ragionevole realismo) ma neppure un eccessivo sbilanciamento sul dramma dello scontro tra le due razze. Anche le azioni dei personaggi non sono fuori dalle righe, appaiono comprensibili agli occhi dello spettatore perché sono il giusto effetto a una causa. Tutto è molto equilibrato e giustapposto, questa caratteristica rende il film godibile.
“Apes revolution” non è un capolavoro (neppure è nato per esserlo) ma è un film che sa intrattenere regalandoti emozioni e facendoti ben appassionare alla storia. Si piazza ben sopra la media ed eccelle di fronte alla maggioranza dei blockbuster di oggi basati solo su effetti speciali e trama a ritmi schizofrenici.
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ellie29
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venerdì 29 agosto 2014
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un film che fa' riflettere
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Sono dell'opinione che quando un film ci spinge a porci delle domande allora abbia davvero qualcosa da dire. Questo secondo capitolo del reboot del Pianeta delle Scimmie ha da dire davvero molto. Spenderò poche parole sugli effetti speciali che sono tra i migliori che io abbia visto e sono notevolmente migliorati rispetto al primo capitolo, l'espressività e la resa su schermo soprattutto di Cesare e i suoi compagni Koba e Maurice sono straordinarie. Queste scimmie sembrano vere in tutto e per tutto, molti dialoghi tra di loro sono sottotitolati poiché si esprimono col linguaggio dei segni, ma credetemi soltanto gli occhi e i movimenti del corpo sono eloquenti, in questo senso il motion capture ha fatto passi da gigante e da qui sfoggio di un incredibile potenzialità.
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Sono dell'opinione che quando un film ci spinge a porci delle domande allora abbia davvero qualcosa da dire. Questo secondo capitolo del reboot del Pianeta delle Scimmie ha da dire davvero molto. Spenderò poche parole sugli effetti speciali che sono tra i migliori che io abbia visto e sono notevolmente migliorati rispetto al primo capitolo, l'espressività e la resa su schermo soprattutto di Cesare e i suoi compagni Koba e Maurice sono straordinarie. Queste scimmie sembrano vere in tutto e per tutto, molti dialoghi tra di loro sono sottotitolati poiché si esprimono col linguaggio dei segni, ma credetemi soltanto gli occhi e i movimenti del corpo sono eloquenti, in questo senso il motion capture ha fatto passi da gigante e da qui sfoggio di un incredibile potenzialità.
Per quel che riguarda la trama la sceneggiatura è ben gestita, non si cade nella banalità delle solite retoriche ecologiste o della dicotomia bene emale. Qui i contorni dei personaggi sono sfumati, ognuno ha delle motivazioni che possiamo comprendere, emerge una profondità emotiva che fa riflettere lo spettatore. Non c'è un vincitore, nè un bene assoluto, ognuno di noi trarrà le sue conclusioni e farà la sua riflessione ma le domande che il film suscita porteranno sicuramente a delle lunghe riflessioni. Vi consiglio di andare a vedere il film, le scimmie e l'uomo in questo caso sono l'uno lo specchio dell'altra, non siamo migliori degli animali come ci piace credere.
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evildevin87
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venerdì 29 agosto 2014
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un gran blockbuster!
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Prosegue la saga prequel de "Il Pianeta delle Scimmie", iniziata nel 2011 con "L'Alba del Pianeta delle Scimmie". C'è da dire che questi due film sono, livello di trama e contesto, più legati agli ultimi due episodi della saga storica, vale a dire "1999: Conquista della Terra" e "Anno 2670: Ultimo Atto", tutto ciò che vediamo dello storico primo film del 1968 sono solo riferimenti e citazioni (presenti molto più nel film del 2011). Indi per cui mi sembra un po' fuori luogo fare paragoni con lo storico "Il Pianeta delle Scimmie" di Franklin J. Schaffner (anche perchè non ci sarebbe proprio storia, quello è una pietra miliare della fantascienza).
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Prosegue la saga prequel de "Il Pianeta delle Scimmie", iniziata nel 2011 con "L'Alba del Pianeta delle Scimmie". C'è da dire che questi due film sono, livello di trama e contesto, più legati agli ultimi due episodi della saga storica, vale a dire "1999: Conquista della Terra" e "Anno 2670: Ultimo Atto", tutto ciò che vediamo dello storico primo film del 1968 sono solo riferimenti e citazioni (presenti molto più nel film del 2011). Indi per cui mi sembra un po' fuori luogo fare paragoni con lo storico "Il Pianeta delle Scimmie" di Franklin J. Schaffner (anche perchè non ci sarebbe proprio storia, quello è una pietra miliare della fantascienza).
Ci troviamo in un mondo in cui scimmie e esseri umani (questi ultimi decimati dal virus delle scimmie) coesistono sul pianeta Terra. Fra le due razze non scorre del buon sangue e la tranquillità è mantenuta fino a quando il territorio dei due non viene violato dalla fazione avversa. Il bello di questo film a mio avviso è che non patteggia per nessuna delle due parti: c'è del marcio e del rancore represso in ambe due, e lo spettatore è libero di dare ragione a chi vuole.
Il film oltre a saper intrattenere riesce a mettere in gioco, senza stonare o andare troppo fuori dalle righe, tematiche estremamente profonde e a far riflettere.
Inoltre, la computer-grafica a dir poco magnifica e ben fatta e l'ottima regia danno ancora più valore al tutto. La sceneggiatura è sufficientemente funzionale, ma rimane comunque scritta meglio rispetto al film precedente.
Un film che si lascia guardare insomma. Ottimo lavoro.
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