ultimoboyscout
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lunedì 7 settembre 2015
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la guerra è già iniziata.
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Il film inizia più o meno una decina di anni dopo "L'alba del pianeta delle scimmie", il virus T-113 ha spazzato via la stragrande maggioranza degli umani e i pochi rimasti vivono arroccati all'interno dei ruderi delle città, mentre le scimmie si moltiplicano e procedono nella loro incredibile evoluzione nei boschi, riuscendo persino a parlare. "Apes revolution" è la storia di due dinastie: quella delle scimmie che continuano a proliferare e quella degli umani che sono invece disperati. Cesare rimane il personaggio centrale della storia, cresciuto con amore dallo scienziato Will Rodman, vorrebbe legare e vivere in pace con gli umani pur vivendo un conflitto interiore molto forte, è un re democratico e lungimirante, un vero stratega che deve proteggere la sua famiglia e tutta la sua razza.
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Il film inizia più o meno una decina di anni dopo "L'alba del pianeta delle scimmie", il virus T-113 ha spazzato via la stragrande maggioranza degli umani e i pochi rimasti vivono arroccati all'interno dei ruderi delle città, mentre le scimmie si moltiplicano e procedono nella loro incredibile evoluzione nei boschi, riuscendo persino a parlare. "Apes revolution" è la storia di due dinastie: quella delle scimmie che continuano a proliferare e quella degli umani che sono invece disperati. Cesare rimane il personaggio centrale della storia, cresciuto con amore dallo scienziato Will Rodman, vorrebbe legare e vivere in pace con gli umani pur vivendo un conflitto interiore molto forte, è un re democratico e lungimirante, un vero stratega che deve proteggere la sua famiglia e tutta la sua razza. Un incontro tra i primiati e un gruppetto di umani in ricognizione nei territori boschivi alle porte di (ciò che rimane di) San Francisco fa montare la tensione, innescando le dinamiche che reggono tutta la pellicola. Andy Serkis veste nuovamente la pelliccia di Cesare, è senza ombra di dubbio il miglior attore capace di utilizzare e sfruttare appieno ogni potenzialità del motion capture. Il film rappresenta una metafora sui diritti civili, sull'uguaglianza e il rispetto, nella storia non ci sono buoni o cattivi e l'opera appare fin da subito ambiziosissima perchè è il secondo prequel (anche se a se stante rispetto al precedente con James Franco) di un film di culto degli anni '60, che sconvolge e aggiorna tematiche, filosofia ed estetica di circa 45 anni fa. Ottimi gli avvicendamenti di Gary Oldman e Jason Clarke a Franco e soprattutto del regista Matt Reeves a Rupert Wyatt, la sferzata che danno è notevole ma la saga è ancora viva in attesa del prossimo capitolo previsto per il 2016.
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 2 agosto 2014
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gran bel film su paura, fiducia, amicizia e....
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Chi si aspetta di vedere un film di fantascienza, catastrofico, sulla pandemia o altro rimarrà deluso, perché “Il Pianeta delle Scimmie Revolution” è tutt’altro che questo, ma a conti fatti è un film stranissimo e anche se è stato scritto molto sul tema, molto, molto originale, perché, forse per la prima volta sullo schermo, scimmie e uomini sono messi sullo stesso livello.
Il regista, Matt Revees, autore di film molto particolari come Blood Story e Cloverfield anche qui dimostra tutta la sua originalità creando un film che forse è migliore del precedente, e comunque rappresenta qualcosa di atipico perché la vera storia di questo film non è la conquista della Terra da parte delle scimmie o la difesa di essa da parte degli uomini, ma l’animo ed i sentimenti degli esseri viventi.
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Chi si aspetta di vedere un film di fantascienza, catastrofico, sulla pandemia o altro rimarrà deluso, perché “Il Pianeta delle Scimmie Revolution” è tutt’altro che questo, ma a conti fatti è un film stranissimo e anche se è stato scritto molto sul tema, molto, molto originale, perché, forse per la prima volta sullo schermo, scimmie e uomini sono messi sullo stesso livello.
Il regista, Matt Revees, autore di film molto particolari come Blood Story e Cloverfield anche qui dimostra tutta la sua originalità creando un film che forse è migliore del precedente, e comunque rappresenta qualcosa di atipico perché la vera storia di questo film non è la conquista della Terra da parte delle scimmie o la difesa di essa da parte degli uomini, ma l’animo ed i sentimenti degli esseri viventi. Siano essi uomini o scimmie.
Revees attraverso il film coglie l’occasione per tracciare uno spaccato della nostra umanità.
Il film, infatti, è basato sui valori: non ci sono uomini e scimmie, ma contrapposizione di valori, sia tra gli uni che tra gli altri.
Le due specie, con le scimmie che si stanno evolvendo e nel corso del film raggiungono l’evoluzione degli uomini si contrappongono e quasi si fondo insieme che alla fine sono tutt’uno.
Così no0n ci sono più le specie ma i valori e i sentimenti: ci sono buoni e cattivi, scimmie (e uomini) che vogliono la pace e altri che cercano la guerra.
Il regista esalata soprattutto alcuni aspetti: la fiducia, la paura, l’amicizia, l’ipocrisia, la tenacia.
Entrambe le specie hanno un unico obiettivo: vivere, ma non capaci di farlo in sintonia, o almeno non tutti.
“Il Pianeta delle Scimmie Revolution” può essere considerato un film sui valori reali della vita e gli attori sanno interpretarli al meglio questi valori, a partire da Andy Serkis, l’attore che non vedrete mai sullo schermo ed impersona il ruolo di Cesare, grazie alla tecnica del “capture” cioè l’uomo che si muove, interpreta il film e poi la tecnologia digitale cambia il suo aspetto trasformandolo in una scimmia tenendo però “buoni” i Movimenti e le parole.
Serkis è maestro in questo avendo già interpretato Gollum ne “Il signore degli anelli” e se il libro di Tolkien iniziava e finiva con la stessa frase (Sono Tornato) “Il Pianeta delle Scimmie Revolution” inizia e finisce con la stessa inquadratura di Cesare: emblematica, che dice tutto.
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domenico maria
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lunedì 18 agosto 2014
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esercizio di saggezza-ruggito di sopravvivenza.
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Ho voluto rivederla questa pellicola, dopo un po' di giorni. A me sembra, diciamo così, di quelle del nuovo corso, da Tim Burton in poi, la più ricca e intensa. Ho la sensazione che il regista abbia decisamente regolato il fulcro della storia, molto più sulla analisi e presentazione delle scimmie, diciamo così, quelle del gruppo protagonista, che non sugli umani, cui vengono affidati tratti caratteriali e psicologici, piuttosto ovvi e piatti. Cesare, per cominciare; personalità matura, ricca di colori, molto riflessivo, ma all'occorrenza autoritario e brutale; molto protettivo verso la famiglia e con un forte senso di responsabilità per la comunità. Affidabile e abbastanza socievole, attorniato di un gruppo di fedelissimi, verso i quali mostra vera affezione.
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Ho voluto rivederla questa pellicola, dopo un po' di giorni. A me sembra, diciamo così, di quelle del nuovo corso, da Tim Burton in poi, la più ricca e intensa. Ho la sensazione che il regista abbia decisamente regolato il fulcro della storia, molto più sulla analisi e presentazione delle scimmie, diciamo così, quelle del gruppo protagonista, che non sugli umani, cui vengono affidati tratti caratteriali e psicologici, piuttosto ovvi e piatti. Cesare, per cominciare; personalità matura, ricca di colori, molto riflessivo, ma all'occorrenza autoritario e brutale; molto protettivo verso la famiglia e con un forte senso di responsabilità per la comunità. Affidabile e abbastanza socievole, attorniato di un gruppo di fedelissimi, verso i quali mostra vera affezione. Molto contrastato il suo rapporto con gli umani. Il figlio giovane, dalla espressione incerta e candida, che riflette la fase della crescita e della adolescenza, alla ricerca di un modello alternativo al padre, fino a maturare la crudele brutalità del piano di Koba, e rinnegarlo. Molto interessante la psicologia di Maurice, "il rosso". Curioso, attento, osservatore, intellettivamente evoluto, un po' la coscienza culturale della comunità. Certamente Koba è, deve essere il cattivo di turno. Ma anche in questo caso, il carattere è ricco e stratificato. Colpisce il suo coraggio indomito. Nella lotta e nella guerra si esalta ed ha il talento del leader: ma nelle prima parte del film il rapporto con Cesare è nobile e di stima reciproca. Progressivamente prende le distanze dal capo, quando vede il capo troppo disponibile al compromesso con gli umani superstiti, e mi ricorda la figura di Macbeth(Shakespeare e Verdi);una grande personalità venduta all'ambizione, alla crudeltà e al potere. Riesce ad essere anche diabolico e doppiogiochista con gli umani, salvo poi a trucidarli. Sul fronte umano il più interessante e Gary Oldman, il cattivo, in seguito pazzoide che tuttavia si difende con l'alibi della difesa della specie umana. A modo suo un combattente e un leader, ma molto meno stimolante di Koba. Il giovane protagonista scienziato, il figlio, e la donna accanto sono convinti di ciò che recitano, probabilmente comprendendo di avere ruoli iconici, a senso unico.(Riflessione: fai tanto il buono, il disponibile al dialogo, l'amico della fiducia, e poi hai nel cassetto la pistola con decine di proiettili: il dna americano tipico; io sono la persona più pulita del mondo, nella misura in cui, all'occorrenza mi sia garantita una arma...incoerenze e (forse involontaria)crudeltà di un modello oggi in piena crisi. Se dovessimo mai davvero arrivare a questo punto del nostro futuro, siamo davvero sicuri che i sopravvissuti americani, ci garantirebbero la rinascita, la ricostruzione, e una nuova epoca di pace?
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parieaa
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sabato 23 agosto 2014
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bello, ma non un capolavoro
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Sicuramente un buon film di fantascienza, che riporta in auge definitivamente una delle saghe cinematografiche più longeve. Effetti speciali strepitosi (da Oscar), un Andy Serkis sempre più bravo e, secondo me, sempre meno umano, che praticamente da solo regge il film intero. Anche la colonna sonora è buona e la sequenza finale è molto ben curata e ben giostrata dal regista. Però da qui paragonarlo addirittura al primo Matrix (da un sacco di pubblicità e trailers), mi sembra decisamente azzardato. Anche perchè già il primo capitolo di questa, presumo, nuova trilogia, secondo me è stato molto più interessante e fantascientificamente corretto.
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Sicuramente un buon film di fantascienza, che riporta in auge definitivamente una delle saghe cinematografiche più longeve. Effetti speciali strepitosi (da Oscar), un Andy Serkis sempre più bravo e, secondo me, sempre meno umano, che praticamente da solo regge il film intero. Anche la colonna sonora è buona e la sequenza finale è molto ben curata e ben giostrata dal regista. Però da qui paragonarlo addirittura al primo Matrix (da un sacco di pubblicità e trailers), mi sembra decisamente azzardato. Anche perchè già il primo capitolo di questa, presumo, nuova trilogia, secondo me è stato molto più interessante e fantascientificamente corretto. In questo secondo capitolo, in realtà, non c'è nulla di palesemente stonato od errato, ma è il film nel suon insieme che mi convince meno del suo predecessore: qui il cast "umano" risulta quasi inutile (a partire dal protagonista che è ininfluente, ma persino Oldman non era in gran forma...), ci sono antibiotici ancora buoni dopo 10 anni (e chissà in che modo sono stati conservati), una diga senza manutenzione che funziona alla prefezione facendo saltare in aria con C4 (!!) un tubo ostruito, il deposito di armi tenuto lontanissimo dalla colonia, una battaglia non esattamente esaltante...e ancora altri particolari che potevano essere risolti decisamente meglio. Detto questo non mancano di certo gli aspetti positivi. Primo fra tutti ancora un grandissimo, ma poi disilluso, Cesare, con il suo utopistico "scimmia non ucide scimmia" come vera linea di demarcazione tra uomini e scimmie, che verrà, e con suo grande dolore, inevitabilmente varcata; un simpaticissimo e saggio orango; un Cesare Jr adolescente e stolto; un cattivissimo (ma un po' ripetitivo) e arrabbiato Koba; e anche scene molto belle, come le panoramiche sulla città delle scimmie, la scena dell'intimidazione alla colonia o quano Koba rompe il tabù supremo. Insomma un film godibile, ma sotto le (mie) aspettative. D'altronde (s)fortunatamente non si possono avere capolavori tutti i giorni.
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versus
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mercoledì 17 settembre 2014
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chi sono i buoni? (contiene spoiler)
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Chi sono i buoni? Chi sono i cattivi? Tenete presente che i personaggi principali formano un quadrilatero. Abbiamo Uomo 1 e Scimmia 1, in posizione di comando, e Uomo 2 e Scimmia 2 in posizione subordinata. La storia è semplice. Uomo due e scimmia 1 sono nel vero e nel giusto, sono per l'amicizia tra le razze, cooperano tra loro. Uomo 1, però, diffida dalla missione di pace di Uomo 2, e prepara la guerra con le scimmie. Scimmia 2, che ha un passato traumatico con gli umani, e ne diffida a propria volta, scopre questi preparativi.
Ora, non posso raccontarvi il seguito, perché sennò vi toglierei il piacere della visione. Il problema interpretativo però è questo.
Scimmia 1 e Uomo 2 incarnano evidentemente l'ideale kantiano, cosmopolitico, di una pace universale, dell'uso pubblico della ragione.
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Chi sono i buoni? Chi sono i cattivi? Tenete presente che i personaggi principali formano un quadrilatero. Abbiamo Uomo 1 e Scimmia 1, in posizione di comando, e Uomo 2 e Scimmia 2 in posizione subordinata. La storia è semplice. Uomo due e scimmia 1 sono nel vero e nel giusto, sono per l'amicizia tra le razze, cooperano tra loro. Uomo 1, però, diffida dalla missione di pace di Uomo 2, e prepara la guerra con le scimmie. Scimmia 2, che ha un passato traumatico con gli umani, e ne diffida a propria volta, scopre questi preparativi.
Ora, non posso raccontarvi il seguito, perché sennò vi toglierei il piacere della visione. Il problema interpretativo però è questo.
Scimmia 1 e Uomo 2 incarnano evidentemente l'ideale kantiano, cosmopolitico, di una pace universale, dell'uso pubblico della ragione. Una posizione, ça va sans dire, schiettamente interclassista.
Uomo 1, invece, prende le scimmie per semplici animali. La difesa della razza umana (osservate che si tratta di risorse energetiche) val bene lo sterminio dell'altra. Scimmia 2, viceversa, porta su di sé, fisicamente, la memoria dello sfruttamento. Uomo 1 e scimmia 2 rappresentano dunque la forma lotta di classe.
Va notato che sia Uomo 1 che scimmia 2 sono quanto di più lontano non solo dall'ideale della pace universale, manifestando una irrefrenabile disposizione al conflitto, ma anche una quanto di più lontano dall'idea kantiana di pubblicità : entrambi, agiscono nel segreto.
Se ci pensate, qual è il tema del film? Riassumendo, abbiamo da una parte una posizione etica (verità e giustizia) dall'altra una politica (conflitto e realismo)
Vi dicevo che la sfida riguarda l'idea di ideologia. Come avrete già notato da soli, si tratta di un film eminentemente ideologico. Se si fa astrazione dal finale, sul quale non mi pronuncio, in fondo è la storia di un ideale: della sua negazione e, in qualche modo, della sua riaffermazione sul proprio contrario. E' la storia della rimozione etica della politica e del conflitto, ridotti alla forma di un dover-NON-essere. Un'apologia del falso.
E però. Però c'è il momento della rivoluzione, da cui il titolo. Inutile dire che la rivoluzione è il male. Ma quando Scimmia 2, machiavellianamente, si impossessa del fucile proprio fingendosi, di fronte ai due umani, ciò che loro si aspettano che lei sia, ossia un innocuo animaletto. Quando tradendo Scimmia 1, e, in modo ancora una volta machiavellicissimo, incita alla rivolta contro l'autorità costituita (Scimmia 1 si chiama Cesar). Quando guida le scimmie contro gli umani, la vendetta si compie, e i ruoli si capovolgono, così che ora sono gli umani ad essere chiusi nelle gabbie delle scimmie.... Ecco, non è forse la ragione della politica, del conflitto, che si afferma, anche solo per un momento? E non sorge il dubbio che le accuse ricevute da Scimmia 2 da parte di Scimmia 1, proprio come quelle che Spartaco avrà ricevuto dagli aristocratici, siano la solita propaganda anti-rivoluzionaria?
Ma dunque, ecco qua, ditemi voi: a film veduto, chi sono i buoni? chi sono i cattivi?
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manganini
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mercoledì 6 agosto 2014
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semplice ma d'effetto
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Il film è semplice, sono in grado di comprenderlo tutti, gli ingredienti sono i soliti: ci sono i buoni, i cattivi, e le scimmie che sono una via di mezzo tra umani e animali.
La cosa interessante del film sono le animazioni e le riprese effettuate con il computer di questa immane popolazione di scimmie che vive alle porte di San Francisco, di altissimo livello consiglio la proiezione in 3d, ed i messaggi in esso contenuti.
Per la prima volta in un film che parla di rapporto uomo-animale, si ammette che uomini e scimmie potenzialmente sono uguali, e da questo concetto che ruota tutto il film.
Anche il "cattivo" Koba, la scimmia che vuole prendere il potere sul gruppo e comandarlo, è così per colpa degli umani, che da piccolo lo utilizzarono per gli esperimenti che non ha dimenticato e mai perdonato, mentre molto diversa è l'esperienza umana di Cesare il capo ricco di buon senso della comunità di primati.
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Il film è semplice, sono in grado di comprenderlo tutti, gli ingredienti sono i soliti: ci sono i buoni, i cattivi, e le scimmie che sono una via di mezzo tra umani e animali.
La cosa interessante del film sono le animazioni e le riprese effettuate con il computer di questa immane popolazione di scimmie che vive alle porte di San Francisco, di altissimo livello consiglio la proiezione in 3d, ed i messaggi in esso contenuti.
Per la prima volta in un film che parla di rapporto uomo-animale, si ammette che uomini e scimmie potenzialmente sono uguali, e da questo concetto che ruota tutto il film.
Anche il "cattivo" Koba, la scimmia che vuole prendere il potere sul gruppo e comandarlo, è così per colpa degli umani, che da piccolo lo utilizzarono per gli esperimenti che non ha dimenticato e mai perdonato, mentre molto diversa è l'esperienza umana di Cesare il capo ricco di buon senso della comunità di primati.
Ovviamente è un film e che le scimmie prendano il potere non accadrà mai, però, aiuta molto a riflettere, sugli abusi che si compiono sugli animali ritenendoli "roba nostra" da utilizzare per riempire un buco affettivo e poi disfarcene quando non servono più.
Ritengo il film profondamente educativo che manda segnali molto chiari ed cerca di insegnare che non perchè siamo uomini ed abbiamo il cervello possiamo fare e disfare come ci pare.
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mister q
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mercoledì 30 luglio 2014
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fantasc. alto livello produttivo che si vende bene
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E' uscito il secondo capitolo di una saga/prequel, ovvero la storia che spiega come si giunse alla creazione del famoso "Pianeta delle scimmie" che uscì nelle sale cinematografiche ormai più di quarant'anni fa. APES REVOLUTION è un film che tuttavia si presenta come indipendente: i richiami al precedente "L'alba del pianeta delle scimmie" (2011) sono presenti in numerose parti e faranno piacere sicuramente agli appassionati ma hanno un posto marginale nel film, che parte in medias res con una clamorosa notizia. Ovvero la Terra è stata infettata da un virus, nato da un farmaco che si testava sulle scimmie, ed è disperato lo scenario in cui facciamo conoscenza della popolazione urbana residua e delle scimmie residenti nella foresta, rispetto alla Terra cui siamo abituati.
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E' uscito il secondo capitolo di una saga/prequel, ovvero la storia che spiega come si giunse alla creazione del famoso "Pianeta delle scimmie" che uscì nelle sale cinematografiche ormai più di quarant'anni fa. APES REVOLUTION è un film che tuttavia si presenta come indipendente: i richiami al precedente "L'alba del pianeta delle scimmie" (2011) sono presenti in numerose parti e faranno piacere sicuramente agli appassionati ma hanno un posto marginale nel film, che parte in medias res con una clamorosa notizia. Ovvero la Terra è stata infettata da un virus, nato da un farmaco che si testava sulle scimmie, ed è disperato lo scenario in cui facciamo conoscenza della popolazione urbana residua e delle scimmie residenti nella foresta, rispetto alla Terra cui siamo abituati. Il tutto si svolge in un'area circoscritta, la città di San Francisco e territorio circostante, ma ciò non fa perdere la sensazione di assolutezza, globalità, che pervade le scene. Ogni tecnologia di telecomunicazione è scomparsa, l'energia elettrica non c'è più, gli uomini sono in difficoltà e le risorse scarseggiano. Dall'altra parte le scimmie, che non accettano ulteriori intrusioni e soprusi da parte umana. Il dualismo prosegue per tutto il film, incentrandosi sul rapporto tra sfruttato e potenziale dominatore, ma non solo, e con la presenza di altre figure forse anche stereotipate: Koba, la scimmia ribelle che non accetta il potere affermato di Cesare; oppure la figura della famiglia con la nascita del secondo figlio di Cesare e l'amore tra marito e moglie. Queste, così come rispettive tematiche di amore familiare e rapporto "madre"-figlio che si riprende tra gli umani, oppure l'uomo che nutre un vero e proprio "razzismo" per le scimmie, sono aspetti che cercano di introdurre più temi, a mio parere sfiorandole soltanto(ma forse la superficialità è volontaria). Serviranno per allungare il brodo e introdurre degli intermezzi in un film lungo ma che si regge in piedi senza problemi(anche grazie alla grande qualità delle riprese e degli effetti speciali,questo grande livello induce a far perdonare eventuali sbavature). Le scene di azione sono molto belle e ripetute, con gli scontri tra scimmie e umani che avverranno in maniera inevitabile ed un finale che non svelo ma chiaramente guarda al prossimo film.
La fantascienza presuppone che elementi fantastici e scene siano da considerare come allegorie per trattare in realtà altre tematiche. Vanno tenuti presenti i messaggi subliminali che il cinema manda, con le scimmie che in certe parti ricordano i nazisti nel modus operandi e nel cercare di fare brutalmente piazza pulita(emblematica la scena in cui si vede la bandiera USA in primo piano che dà sulla città razziata. A tal riguardo, l'incendio della città delle scimmie può ricordare l'incendio del Reichstag che portò all'affermazione totale di Hitler. Si scorge anche il tema del rapporto tra la natura e l'uomo, con Cesare che impersona la natura nel porre i limiti di territorio e di azione all'umanità residua, la natura dal lato benevolo e quello crudo della morte come garanzia della vita. O appunto il tema del razzismo e convivenza tra più popoli. Ma queste sono tutte considerazioni personali e ognuno più avere sue interpretazioni, quindi guardatevelo e fatevi un'idea. Eonestamentenoncredocheilfilmmiriaguardareaspettisocialioaltro,infondoèperilgrandepubblico. Comunque film carino, non storico nel suo genere ma piacevole e che si può guardare sotto più punti di vista.
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sileo
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giovedì 31 luglio 2014
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rivoluzione o guerra civile?
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Le scimmie non si uccidono tra loro: con questo pesante principio viene solcata la linea di demarcazione tra scimmie e uomini. Per tutto il resto sono poco differenti: un po' più grezze e pelose, ma provano emozioni, amano, odiano, hanno paura, difendono la famiglia. E' proprio questa revisione dei piani che rende questo film davvero diverso rispetto ai suoi predecessori, in particolare l'ultimo. I mezzi tecnologici sono stupefacenti e utilizzati in modo sapiente, con sequenze rese toccanti e comunicative anche grazie ad un attento uso delle luci, insieme a scene d'azione al cardiopalma. Ma più che alla realizzazione tecnica del film, il mio apprezzamento va alla sceneggiatura e alla costruzione dei personaggi.
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Le scimmie non si uccidono tra loro: con questo pesante principio viene solcata la linea di demarcazione tra scimmie e uomini. Per tutto il resto sono poco differenti: un po' più grezze e pelose, ma provano emozioni, amano, odiano, hanno paura, difendono la famiglia. E' proprio questa revisione dei piani che rende questo film davvero diverso rispetto ai suoi predecessori, in particolare l'ultimo. I mezzi tecnologici sono stupefacenti e utilizzati in modo sapiente, con sequenze rese toccanti e comunicative anche grazie ad un attento uso delle luci, insieme a scene d'azione al cardiopalma. Ma più che alla realizzazione tecnica del film, il mio apprezzamento va alla sceneggiatura e alla costruzione dei personaggi. La sceneggiatura è articolata e intelligente: all'inizio linee diverse (uomini e scimmie) con storie che procedono parallele, e salti dell'occhio cinematografico da città degli uomini a città delle scimmie, poi, come se ci si rendesse conto che non è questa la reale distinzione, le due linee si fondono, separando invece le azioni dei buoni da quelle dei cattivi (che non coincidono più con uomini e scimmie), ed è qui che si potrà capire a pieno il reale senso della parola "revolution". I personaggi. Gli uomini hanno perso tutto, chi non è morto per il virus è morto nei successivi scontri, e sopravvivono ora tentando di ricostruire, attaccati a quel poco che hanno con un sentimento misto di paura e voglia di vendetta; le scimmie non hanno mai avuto niente, e sono disposte a tutto per difendere quella nuova vita che hanno costruito nella foresta delle sequoie. Malcolm, principale personaggio umano, la sua famiglia e i suoi compagni riusciamo a capirli facilmente, sono persone davvero semplici, chi nella bontà, chi nel risentimento. La saggezza e la profondità del pensiero di Cesare, costretto ora a scelte difficili ora a scendere a compromessi, lo elevano invece sopra gli altri, rendendolo la vera persona con cui ci confrontiamo guardando il film, finendo inevitabilmente per provarne ammirazione. Il motivo a mio avviso per cui questo film merita di essere visto consiste negli spunti che può darci per riflettere. Infatti è più vicino alla realtà di quanto si possa pensare a prima vista: qui non è "uomini cattivi contro animali ingenui e indifesi", retorico film su quanto sia cattivo il genere umano; lo scontro è invece tra buoni e cattivi, che sarà banale, ma è il riassunto in 3 parole della storia dell'umanità. Gli animali, nel nostro mondo, non sono buoni né cattivi, solo gli uomini con il loro pensiero possono esserlo: ecco che allora vediamo affrontarsi due gruppi (fazioni politiche, nazionalità, colore di pelle...) con diffidenza e immotivato odio reciproco dettato dalla paura, buoni e cattivi da entrambe le parti. Come nel film l'unica via per mantenere la pace e far trionfare il bene è che i buoni di entrambe le parti trovino il coraggio di dare la fiducia, per collaborare con gli altri buoni nell'eterna lotta per fermare i cattivi, che, intrisi d'odio, portano sempre al tutti contro tutti, a buoni impauriti che uccidono buoni impauriti dell'altra parte, una guerra civile, come ogni nostra guerra in fin dei conti.
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sebastian13
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giovedì 31 luglio 2014
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l'uomo scimmia del nostro scontento
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L'ultimo della serie (contandoli tutti questo è l'ottavo) è uno dei migliori e sicuramente quello più intimista. Pur rimanendo nella logica del Blockbuster a carattere spettacolare, nel film risultano maggiormente approfonditi i temi incentrati sull'incontro scontro tra l'uomo e la scimmia, da cui scaturiscono inevitabilmente le contraddizioni del vivere umano allargate naturalmente ai primati umani in quanto suoi simili. Nel film di Matt Reeves si cerca sempre di comprendere le ragioni degli altri, al fine di raggiungere l'impossibile traguardo del vivere in pace tra diversi; da qui la forza dei dialoghi tra Cesare e Malcom per trovare accordi e giusti compromessi per il bene comune, partendo dal rispetto della parità dei diritti.
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L'ultimo della serie (contandoli tutti questo è l'ottavo) è uno dei migliori e sicuramente quello più intimista. Pur rimanendo nella logica del Blockbuster a carattere spettacolare, nel film risultano maggiormente approfonditi i temi incentrati sull'incontro scontro tra l'uomo e la scimmia, da cui scaturiscono inevitabilmente le contraddizioni del vivere umano allargate naturalmente ai primati umani in quanto suoi simili. Nel film di Matt Reeves si cerca sempre di comprendere le ragioni degli altri, al fine di raggiungere l'impossibile traguardo del vivere in pace tra diversi; da qui la forza dei dialoghi tra Cesare e Malcom per trovare accordi e giusti compromessi per il bene comune, partendo dal rispetto della parità dei diritti. Forte impatto civile quindi, tale da far passare in secondo piano i personaggi destabilizzanti destinati si ad averla vinta sul campo in quanto facili fomentatori di folle ignare, ma non fino al punto di impoverire e svilire la giustizia. Come di prassi il mitico Andy Serkis - Cesare veste i panni del diverso con autentica partecipazione e attenzione ai particolari. Gli altri comprimari non brillano eccessivamente tali da farci rimpiangere il padre putativo di Cesare - James Franco del film precedente. Chiusura piena di rimpianti per ciò che sarebbe potuto essere e ciò che non potrà mai essere; l'impossibile intesa tra simili, intrappolati oramai nella eterna spirale del nostro scontento. Quanta attualità in questo finale pensando a Gaza e a Israele, ad Abramo e a Ismaele ed infine alla stupidità umana come suprema sintesi della violenza.
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lief3
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sabato 2 agosto 2014
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finalmente è tornato il pianeta delle scimmie!
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Dopo le molte delusioni di questa saga, partendo da "L'altra faccia del pianeta delle scimmie" fino a "L'alba del pianeta delle scimmie" (forse salvando appena "1999 - Conquista della Terra") andando al cinema ho visto un film degno di essere l'erede dello storico "Pianeta delle scimmie".
Su tutti i fronti migliore del suo capitolo precedente, questo film rievoca il profondo pensiero che c'è dietro al mondo fantascimmiesco, ovvero un profondo ragionamento sulla natura dell'essere umano.
La trama del film è ottima: momenti nostalgici al momento giusto, scene piene d'azione mai troppo stiracchiate. Ma il vero motivo per cui questo film è un ottimo film è che mai banalizza la contrapossizione essere umano-scimmia, ma anzi la rende molto interessante non definendo (e quindi non semplificando) la dicotomia buono-cattivo.
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Dopo le molte delusioni di questa saga, partendo da "L'altra faccia del pianeta delle scimmie" fino a "L'alba del pianeta delle scimmie" (forse salvando appena "1999 - Conquista della Terra") andando al cinema ho visto un film degno di essere l'erede dello storico "Pianeta delle scimmie".
Su tutti i fronti migliore del suo capitolo precedente, questo film rievoca il profondo pensiero che c'è dietro al mondo fantascimmiesco, ovvero un profondo ragionamento sulla natura dell'essere umano.
La trama del film è ottima: momenti nostalgici al momento giusto, scene piene d'azione mai troppo stiracchiate. Ma il vero motivo per cui questo film è un ottimo film è che mai banalizza la contrapossizione essere umano-scimmia, ma anzi la rende molto interessante non definendo (e quindi non semplificando) la dicotomia buono-cattivo.
Questo reboot partito nel 2011 sembrava intraprendere la strada della banalizzazione del pianeta delle scimmie come film di solo spettacolo, alla pari dei film della Marvel, per intederci, ma questo nuovo capitolo non solo ha smentito ciò, ma oltretutto oserei dire che si è molto avvicinato come qualità al primo e inimitabile film facendo capire che coloro che hanno realizzato questa pellicola son riusciti a cogliere la vera bellezza di questo universo che non si ferma alle scimmie che cavalcano i cavalli, ma che pone le basi su pilastri ben più solidi e profondi.
In conclusione se chiunque mi chiedesse se questo film vale la pena di vederlo o no gli risponderei senza alcun dubbio che sì vale la pena di vederlo anche se non si è visto il primo film.
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