matteo manganelli
|
martedì 16 settembre 2014
|
trattato sulla fine dell'innocenza delle razze
|
|
|
|
Matt Reeves, già regista di Cloverfield e del remake americano di Lasciami Entrare, recupera la saga reboot delle Scimmie e ci offre un sequel compatto, quadrato ed estremamente coerente.
Se nel film del 2011 la rivoluzione sembrava essere la via per la salvezza, in questo nuovo capitolo viene celebrato il dialogo tra popoli, unico vero mezzo che conduce alla pace.
Apes Revolution può sembrare certamente una pellicola molto più democratica e moderata rispetto ai film della saga originale, ma è un film che comunque non si dimentica di condannare ogni tipo di razza, poichè in ogni comunità alla fine l'odio e la sete di potere prendendono il sopravvento.
[+]
Matt Reeves, già regista di Cloverfield e del remake americano di Lasciami Entrare, recupera la saga reboot delle Scimmie e ci offre un sequel compatto, quadrato ed estremamente coerente.
Se nel film del 2011 la rivoluzione sembrava essere la via per la salvezza, in questo nuovo capitolo viene celebrato il dialogo tra popoli, unico vero mezzo che conduce alla pace.
Apes Revolution può sembrare certamente una pellicola molto più democratica e moderata rispetto ai film della saga originale, ma è un film che comunque non si dimentica di condannare ogni tipo di razza, poichè in ogni comunità alla fine l'odio e la sete di potere prendendono il sopravvento.
Se quando sono entrato in sala mi aspettavo una critica focalizzata sull'Uomo, man mano che il film prendeva forma mi sono reso conto che Apes Revolution non è altro che un trattato sulla fine dell'innocenza di una razza e un disilluso canto del cigno della possibilità di incontro tra due razze.
Allegoria perfettamente studiata, ottimo film di intrattenimento, effetti speciali pazzeschi e un Serkis che ancora una volta dimostra di saper recitare da Dio anche se computerizzato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a matteo manganelli »
[ - ] lascia un commento a matteo manganelli »
|
|
d'accordo? |
|
gianlucarinaldi
|
mercoledì 17 settembre 2014
|
anche meglio del primo!
|
|
|
|
Sequel del fortunato blockbuster uscito tre anni fa, Dawn Of The Planet Of The Apes (brutto e riduttivo il titolo italiano) vede dietro la macchina da presa Matt Reeves, regista del più che discreto “Cloverfield”. Il cambio di regia giova al film, che assume atmosfere decisamente più dark.
Il pretesto iniziale del diffondersi di un virus letale è ormai diventato un habitué a Hollywood, ma fortunatamente lo sviluppo è decisamente meno banale delle premesse (stesso discorso del primo film).
[+]
Sequel del fortunato blockbuster uscito tre anni fa, Dawn Of The Planet Of The Apes (brutto e riduttivo il titolo italiano) vede dietro la macchina da presa Matt Reeves, regista del più che discreto “Cloverfield”. Il cambio di regia giova al film, che assume atmosfere decisamente più dark.
Il pretesto iniziale del diffondersi di un virus letale è ormai diventato un habitué a Hollywood, ma fortunatamente lo sviluppo è decisamente meno banale delle premesse (stesso discorso del primo film).
Suggestiva e dinamica la scena iniziale della caccia che introduce una serie di scenografie molto elaborate: si va dal villaggio sulle rocce delle scimmie (molto realistico) a una San Francisco post-apocalisse migliore anche della desolata New York di “Io Sono Leggenda”.
Eccellente come al solito l’uso della performance capture, aiutato da un altrettanto eccellente Andy Serkis: la strabiliante mimica facciale che conferisce al personaggio di Cesare rende spesso inutili i sottotitoli.
Per quanto riguarda il resto del cast, in linea di massima siamo ad un livello superiore al primo film (complice la partecipazione di Gary Oldman, sempre a suo agio in ogni ruolo).
Sempre al top colonna sonora, firmata dall’ormai celebre Michael Giacchino, il compositore preferito da J.J. Abrams.
Ancora più approfondita la dimensione socio-politica: ora Cesare deve affrontare la responsabilità di essere sia il leader dei primati che un padre, situazione che lo porta a dover proteggere tanto il suo popolo quanto la sua famiglia. Le relazioni tra lui e i suoi cari sono gestite con tenerezza ed emotività: il rapporto tra Cesare e il figlio maggiore è più umano di quanto sembri.
Interessante anche il modo in cui vengono trattate le differenze tra le due razze: uomini e scimmie hanno parecchio da imparare gli uni dagli altri. Il problema nasce quando l’odio e la brama di potere (sentimenti fin troppo umani) cominciano a serpeggiare anche tra i primati, come accade per il terrificante Koba che ricorda un po’ lo Scar de “Il Re Leone”.
Spettacolare la sequenza della scimmie a cavallo che assaltano San Francisco armate di mitra, bello anche il combattimento finale sulla torre.
Stavolta privo di retorica, il finale aperto lascia il pubblico in trepida attesa di un nuovo capitolo. D’altronde, lo sguardo ben poco rassicurante di Cesare parla chiaro:
molto presto, uomini e scimmie si confronteranno nella battaglia finale per il controllo della Terra.
La guerra è cominciata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianlucarinaldi »
[ - ] lascia un commento a gianlucarinaldi »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
sabato 15 novembre 2014
|
cesare...(non) deve morire
|
|
|
|
Ormai ridotta in sparuti centri di sopravvivenza sparsi per il mondo l'umanità è stata decimata da un pericoloso virus sviluppato in laboratorio per la cura dell'Alzheimer e testato sulle scimmie. Asserragliati nell'edificio che fu l'ex municipio di San Francisco un gruppo di uomini cerca di ripritinare il funzionamento di una vecchia centrale idroelettrica in disuso da anni, ma si scontra con la dura opposizione di una comunità di primati,capitanati dal carismatico e saggio Cesare, decisa a proteggere il proprio territorio dall'invadenza degli umani. Nonostante la contrarietà del violento e guerrafondaio Koba, Cesare decide di dare la possibilità ad un gruppo di uomini, sotto il comando del coraggioso e leale Malcolm, di effettuare i necessari lavori alla centrale e ripristinare le comunicazioni con altri gruppi di sopravvissuti.
[+]
Ormai ridotta in sparuti centri di sopravvivenza sparsi per il mondo l'umanità è stata decimata da un pericoloso virus sviluppato in laboratorio per la cura dell'Alzheimer e testato sulle scimmie. Asserragliati nell'edificio che fu l'ex municipio di San Francisco un gruppo di uomini cerca di ripritinare il funzionamento di una vecchia centrale idroelettrica in disuso da anni, ma si scontra con la dura opposizione di una comunità di primati,capitanati dal carismatico e saggio Cesare, decisa a proteggere il proprio territorio dall'invadenza degli umani. Nonostante la contrarietà del violento e guerrafondaio Koba, Cesare decide di dare la possibilità ad un gruppo di uomini, sotto il comando del coraggioso e leale Malcolm, di effettuare i necessari lavori alla centrale e ripristinare le comunicazioni con altri gruppi di sopravvissuti. Il tradimento di Koba però innesca una spirale di violenza che rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza di entrambe le popolazioni.
Sequel de 'L'alba del pianeta delle scimmie', scritto a otto mani da Amanda Silver e Rick Jaffa (già autori dello script precedente) insieme ad altri due autori e diretto da Matt Reeves ('Cloverfiel' - 2008), è la ideale prosecuzione della saga (e siamo a cinque escludendo il remake di Tim Burton del 2001) tratta dal romanzo di Pierre Boulle e ne ripropone un ennesimo capitolo sulle 'origini' della serie iniziale proiettata invece filologicamente su scenari più futuribili. Catastrofismo fantascientifico-apocalittico-distopico a parte però, il taglio che gli sceneggiatori danno a quest'ultima fatica in casa 20th Century Fox sembra richiamarsi, diversamente dal capitolo precedente, ad uno scontro di civiltà che pesca a piene mani dalla tradizione western laddove al posto delle vituperate e bistrattate tribù di pellerossa troviamo invece una neofita comunità di primati intelligenti e umanizzati, arroccati su di una riserva naturale e silvestre che il declino pandemico della razza umana sembra aver strappato al dominio di una urbanizzazione selvaggia nei dintorni di San Francisco. Dalle 'pattuglie sperdute' nel bosco all'assedio di una City Hall trasformata nel fortino di una resistenza eroica contro l'assalto di 'nativi' armati solo di armi da punta e passando per un paio di rendez-vouz 'Buffalo Bill-Toro Seduto' del caso però, la storia sembra ricapitolare tanto le dinamiche del processo evolutivo così caro alla serie, quanto quelle di un'epica della conquista di una nuova frontiera western in salsa post-apocalittica. Sempre accorto nel bilanciare gli aspetti legati alle sottotrame sentimantali che caratterizzano i personaggi di ambo gli schieramenti (con i primati che letteralmente scimmiottano gestualità, comportamenti e gerarchie umane), il film si innesta sulla facile dialettica tra elementi coalizzati per la pace e il dialogo tra civiltà contrapposte (Cesare-Malcolm) e quelli più inclini al brutale linguaggio della violenza e del predominio dell'una sull'altra (Malcolm-Koba) da cui scaturiscono i vari passaggi drammatici e dinamici della narrazione sulla falsariga di motti proverbiali del tipo 'Se Atene piange,Sparta non ride' ,'Cesare deve morire', 'Carthago delda est' e compagnia cantando. Particolarmente spettacolare nelle sequenze iniziali come in quelle finali, il film si trascina in una lunga parte centrale legata alla caratterizzazione dei personaggi e delle rispettive motivazioni, cercando un fugace raccordo con il capitolo precedente (una singola foto che ritrae il piccolo Cesare con il suo 'padre putativo' James Franco) e con la spinta verso il capitolo conclusivo (?) della serie, senza tuttavia farsi ricordare per originalità o rilevanti spunti tematici che non siano quelli dell'ottima colonna sonora di Michael Giacchino ('Cloverfield' pure lui). Bravi gli interpreti tra cui, nonostante il camuffamento scimmiesco in 'motion capture', un Andy Serkis a cui non manca di certo la parola.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
renatoc.
|
sabato 13 gennaio 2018
|
razze diverse, specie diverse. guerra o pace?
|
|
|
|
Sul "Pianeta delle scimmie" sono stati fatti vari films e remake, ed anche se io considero il migliore il primo con Charlton Heston, direi che questo non è male! Ma proviamo ad andare nel profondo: al posto degli "umani" mettiamo i colonnizzatori bianchi ed al posto delle "scimmie" i pellerossa, la trama non è quelle gestita più volte nei western degli anni '50? Anche allora nonstante la tendenza hollywoodiana di far vere gli Indiano come "i cattivi" ed i bianchi come "i buoni" figuravano spesso tra i bianchi, i buoni che volevano vivere in pace con gli Indiani ed i cattivi che li volevano sterminare, così come tra i pellerossa c'erano i buoni che volevano vivere in pace con i bianchi, ed i cattivi che li
[+]
Sul "Pianeta delle scimmie" sono stati fatti vari films e remake, ed anche se io considero il migliore il primo con Charlton Heston, direi che questo non è male! Ma proviamo ad andare nel profondo: al posto degli "umani" mettiamo i colonnizzatori bianchi ed al posto delle "scimmie" i pellerossa, la trama non è quelle gestita più volte nei western degli anni '50? Anche allora nonstante la tendenza hollywoodiana di far vere gli Indiano come "i cattivi" ed i bianchi come "i buoni" figuravano spesso tra i bianchi, i buoni che volevano vivere in pace con gli Indiani ed i cattivi che li volevano sterminare, così come tra i pellerossa c'erano i buoni che volevano vivere in pace con i bianchi, ed i cattivi che li volevano combattere a tutti i costi! Così in questo film Malcom voleva viere in pace con le scimmie mentre altri li volevano sterminare! E tra le scimmie, Cesare voleva vivere in pace con gli umani, mentre Koba li voleva distruggere! Mi si perdonino i paragoni, non vorrei essere accusato di razzismo perchè ho assimilati pellerossa, ma l'abbraccio finle tra Cesare e Malcom mi ricordava molto il finale tra certi western!
Comunque bel film!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a renatoc. »
[ - ] lascia un commento a renatoc. »
|
|
d'accordo? |
|
chris75
|
mercoledì 6 agosto 2014
|
guerra e pace
|
|
|
|
Una guerra si vince con una buona strategia, un valido esercito, magari un eroe.
Non è facile, invece, "vincere" la pace!
Per "vincere" la pace bisogna essere capaci di vedere cose che altri non vedono, bisogna essere capaci di vedere nell'altro-da-me un altro-e-basta e non un nemico, bisogna avere uno sguardo lungo, al di là dell'orizzonte.
Per "vincere" la pace bisogna mettere in conto che i tuoi non ti capiranno, bisogna avere il coraggio di fidarsi del proprio cuore e dell'altro che ti tende una mano.
Per "vincere" la pace bisogna vincere prima di tutto il PROPRIO odio interiore: Martin Lutero addirittura dice che la pace viene prima della giustizia... è giusto odiare che ti ha fatto del male? .
[+]
Una guerra si vince con una buona strategia, un valido esercito, magari un eroe.
Non è facile, invece, "vincere" la pace!
Per "vincere" la pace bisogna essere capaci di vedere cose che altri non vedono, bisogna essere capaci di vedere nell'altro-da-me un altro-e-basta e non un nemico, bisogna avere uno sguardo lungo, al di là dell'orizzonte.
Per "vincere" la pace bisogna mettere in conto che i tuoi non ti capiranno, bisogna avere il coraggio di fidarsi del proprio cuore e dell'altro che ti tende una mano.
Per "vincere" la pace bisogna vincere prima di tutto il PROPRIO odio interiore: Martin Lutero addirittura dice che la pace viene prima della giustizia... è giusto odiare che ti ha fatto del male? ... è giusto odiare il diverso? ...
In questo film chi prova a vincere la pace, perde... quanta tristezza per quella frase sul finire del film: "avevamo una occasione"...
In questo film si mostra che non è così facile dire se è meglio essere "umani", essere "scimmie", essere "animali"; si mostra che l'odio addirittura arriva a trasformare una scimmia (Koba) in quancosa d'altro...
Spero vivamente che questo film ci aiuti a riflettere meglio nelle tante situazioni di vita quotidiana nelle quali dobbiamo decidere se "perdere" in una guerra, ancorchè facile e giusta, o "vincere" nella pace.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a chris75 »
[ - ] lascia un commento a chris75 »
|
|
d'accordo? |
|
maramaldo
|
lunedì 25 agosto 2014
|
non solo scimmie. anatomia di un blockbuster.
|
|
|
|
A Matt Reeves, per il suo "Apes", si possono muovere diversi appunti. Mi limito a due che poi sono la stessa cosa.
Primo: nessuna originalità. Ha saccheggiato dal principio alla fine cinematografia recente e remota, scimmiottando (è proprio il caso) perfino le scimmie,infilandoci la Cita di Tarzan (é Koba, quando s'improvvisa ridanciano e compagnone per fregare i balordi dell'armeria).
Secondo: povertà di idee. Ha imbottito l'intera favola di metafore, allusioni e parabole su cose risapute se non banalucce. Così troviamo in Koba la parodia del comune arruffapopolo istrione e assassino; riscontriamo la condanna del militarismo patriottardo e guerraiolo; c'è l'amore in 4 versioni (materno, paterno,filiale e coniugale; e chissà quant'altro ancora.
[+]
A Matt Reeves, per il suo "Apes", si possono muovere diversi appunti. Mi limito a due che poi sono la stessa cosa.
Primo: nessuna originalità. Ha saccheggiato dal principio alla fine cinematografia recente e remota, scimmiottando (è proprio il caso) perfino le scimmie,infilandoci la Cita di Tarzan (é Koba, quando s'improvvisa ridanciano e compagnone per fregare i balordi dell'armeria).
Secondo: povertà di idee. Ha imbottito l'intera favola di metafore, allusioni e parabole su cose risapute se non banalucce. Così troviamo in Koba la parodia del comune arruffapopolo istrione e assassino; riscontriamo la condanna del militarismo patriottardo e guerraiolo; c'è l'amore in 4 versioni (materno, paterno,filiale e coniugale; e chissà quant'altro ancora...Lo stesso Reeves ebbe a dichiarare che il suo lavoro costituiva "un'opportunità per indagare l'anatomia della violenza"
Ma più tardi ammette: Io faccio cinema, lo spettatore vi vede quello che vuole.
Non è proprio così: qualche ingerenza od orientamento sull'immaginario dello spettatore sussiste ma vi è anche qualche lealtà nei suoi confronti.
Ad es. nella ormai famosa sequenza dello "sbertucciamento" di Marlon Brando/ Don Vito Corleone attraverso le movenze facciali dell'Orango Cesare l'Autore ha dato -come suol dirsi - una chiave di lettura ovvero ha suggerito come guardare all'opera: insomma, si tratta di tutto uno scherzo. Un divertissement, se preferite.
Ce ne siamo accorti.Chi durante la proiezione, chi all'uscita (è il mio caso). Ma non vi abbiamo dato importanza: Perchè? Ma perchè siamo stati assorbiti dal ritmo della narrazione, siamo rimasti avvinti e trasognati ad una visionarietà di enorme suggestione, realizzata con maestria e virtuosismo
Se questa non è arte, è mestiere grande, dimostrazione di talento non comune.
Il Nostro (beffardo come una scimmia?) in epilogo ci regala un colpo di scena.
Trattenuto dalla mano di Cesare, Koba, implorante, penzola sull'abisso.Noi tutti in sala, intrisi di quel buonismo che pure serpeggia nel film, stavamo per tirarlo su, in fondo aveva tanto sofferto.Quand'ecco Cesare, l'Orango giudizioso, dopo attimi di suspense, pronuncia la fatidica condanna (Tu non sei una Scimmia) e, freddo e spietato Godfather quadrumane, molla lo sciagurato.
Nient'altro che una burla. Reeves si è divertito ma è riuscito a divertire.
Nel finale Cesare ci scruta - mi è parso - un po' sornione. Pensa all'effetto che ci farà il sequel? Posso una citazione? Provaci ancora, Matt!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
alexander 1986
|
mercoledì 6 agosto 2014
|
umano, troppo umano
|
|
|
|
Si riprende dal finale del precedente 'Rise of the Planet of the Apes' (2011). Il virus creato in laboratorio per curare l'Alzheimer e capace di incrementare l'intelligenza delle scimmie si è rivelato purtroppo anche un flagello per l'umanità. L'epidemia ha decimato la popolazione mondiale, con i sopravvissuti costretti a vivere in colonie in fin dei conti neppure troppo malmesse, visto che molti continuano ad avere l'iPad e comodità d'altro genere. Nel frattempo, le scimmie guidate da Cesare (Andy Serkis) proliferano e conducono una vita di comunità quasi edenica nella foresta. Quando le circostanze fanno sì che il contatto tra le due comunità diventi inevitabile, si costituiscono sia dall'una che dall'altra parte gli schieramenti dei falchi e delle colombe.
[+]
Si riprende dal finale del precedente 'Rise of the Planet of the Apes' (2011). Il virus creato in laboratorio per curare l'Alzheimer e capace di incrementare l'intelligenza delle scimmie si è rivelato purtroppo anche un flagello per l'umanità. L'epidemia ha decimato la popolazione mondiale, con i sopravvissuti costretti a vivere in colonie in fin dei conti neppure troppo malmesse, visto che molti continuano ad avere l'iPad e comodità d'altro genere. Nel frattempo, le scimmie guidate da Cesare (Andy Serkis) proliferano e conducono una vita di comunità quasi edenica nella foresta. Quando le circostanze fanno sì che il contatto tra le due comunità diventi inevitabile, si costituiscono sia dall'una che dall'altra parte gli schieramenti dei falchi e delle colombe. Queste ultime invero sono una misera minoranza, ma riusciranno a scongiurare una guerra potenzialmente distruttiva?
Il film-Blockbuster di Matt Reeves, annunciato in pompa magna come un fenomeno, propone schemi e canovacci triti e ritriti senza strafare; il che alcuni considerano una nota di merito. L'intento di metaforizzare molti dei conflitti che tormentano la nostra odiernità, ponendo l'accento sulla possibilità di convivere tra diversi, è pregevole ma sviluppata nel modo sbagliato. Le scimmie qui rappresentate dal carismatico scimpanzé Cesare in giù - è proprio il caso di dirlo - sono padri e madri di famiglia, adolescenti ribelli, cacciatori e pescatori, fanti e cavalieri; in altre parole, sono troppo antropomorfizzate per essere ritenute propriamente cosa altra rispetto alla controparte umana, anzi appaiono quasi degli uomini primitivi. Il conflitto tra le specie finisce così col banalizzarsi su un piano di diffidenza reciproca ('Sono animali!', dicono gli uni, 'Sono umani!' gli altri) tra 'nazioni' equivalenti mentre un soggetto del genere avrebbe dovuto ragionare sul tema della diversità vera, quella che persino chi ha un cane o un gatto a casa dovrebbe conoscere.
Naturalmente nessuno si aspetta alte discussioni antropologiche e filosofiche da un film della serie de 'Il pianeta delle scimmie', ma è pur vero che se esso non ci prova neppure, allora non ha ragion d'essere. A questo punto sarebbe meglio andarsi a vedere una delle tante pellicole su indiani e cowboy. Fra l'altro questa sembra citare più quelle che opere di fantascienza pura. Sul piano visivo niente da dire, ormai gli effetti speciali sono diventati normali. Gli appassionati di videogame noteranno l'evidente rassomiglianza degli ambienti del film a quelli del videogioco di successo 'The Last of Us' (2013), a dimostrazione della sinergia oggi esistente tra forme di entertainment diverse. Onesto film senza particolari difetti, ma nulla più.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alexander 1986 »
[ - ] lascia un commento a alexander 1986 »
|
|
d'accordo? |
|
khaleb83
|
lunedì 19 gennaio 2015
|
non lascia il segno
|
|
|
|
Ci sono film che peccano per l'incapacità di prendere una direzione, cercando di fare troppe cose e finendo per fare entrambe male; è questo il caso di questo film che è assieme un sequel, un prequel e un reboot. Il che sarebbe di per sé sufficiente a confondere le idee.
C'è l'aspirazione a rendere il tutto un tantino più "alto", a sfruttare la caratterizzazione dei personaggi per illustrare una serie di interazioni sociali dai significati profondi; sicuramente da apprezzare l'intento, ma se il risultato dev'essere ottenuto piazzando degli stereotipi e facendoli esprimere per didascalie, spiacente ma preferisco qualcosa di onestamente becero.
[+]
Ci sono film che peccano per l'incapacità di prendere una direzione, cercando di fare troppe cose e finendo per fare entrambe male; è questo il caso di questo film che è assieme un sequel, un prequel e un reboot. Il che sarebbe di per sé sufficiente a confondere le idee.
C'è l'aspirazione a rendere il tutto un tantino più "alto", a sfruttare la caratterizzazione dei personaggi per illustrare una serie di interazioni sociali dai significati profondi; sicuramente da apprezzare l'intento, ma se il risultato dev'essere ottenuto piazzando degli stereotipi e facendoli esprimere per didascalie, spiacente ma preferisco qualcosa di onestamente becero. D'altro canto, c'è sicuramente un tentativo di renderlo un film di fantascienza più "convenzionale", di azione; ma in questo caso il film non regge il ritmo, è insostenibilmente lento, non decolla mai.
Frustrato da quest'incapacità di scegliere cosa fare e quindi farlo bene, il film si regge solamente sulla capacità recitativa di Serkis, bravissimo ad emergere dalla computer graphic senza mai diventare caricaturale o piatto (come accade per le altre scimmie) e di Oldman, come al solito all'apice anche quando, cosa sempre più frequente, partecipa a veri e propri filmacci. Il protagonista "umano" è assolutamente dimenticabile, così come lo sono i momenti che vorrebbero essere intensi ma finiscono per essere strappalacrime da poco prezzo.
Il primo film di questa nuova ondata della serie era interessante, innegabilmente, questo qui è semplicemente un pastiche malriuscito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a khaleb83 »
[ - ] lascia un commento a khaleb83 »
|
|
d'accordo? |
|
ziocamo
|
sabato 9 agosto 2014
|
scimmia non uccide scimmia, ma uomo al cinema
|
|
|
|
Da questo film si puó imparare molto, primo insegnamento fra tutti é non rifare un film del genere. I primi 10 minuti si salvano, bei paesaggi, scimmie tra gli alberi, caccia nei boschi, nessuno che parla.
Purtroppo al minuto 11 o giú di, si giunge subito al fulcro (e che fulcro!) del film: gli esseri umani sopravvissuti all'epidemia che risiedono in un grattacielo a San Francisco, devono attingere a una fonte di energia, e guarda caso, l'unica fonte nel giro di migliaia di km é proprio una centrale idroelettrica dismessa, costruita in parte alla casa delle scimmie nella foresta. Il capo degli umani soprvvissuti chiaramente vuole in ogni modo avere quella centrale, infatti nel giro di 2 settimane il loro carburante per produrre energia sarebbe finito e ci "sarebbero state rivolte incontrollate".
[+]
Da questo film si puó imparare molto, primo insegnamento fra tutti é non rifare un film del genere. I primi 10 minuti si salvano, bei paesaggi, scimmie tra gli alberi, caccia nei boschi, nessuno che parla.
Purtroppo al minuto 11 o giú di, si giunge subito al fulcro (e che fulcro!) del film: gli esseri umani sopravvissuti all'epidemia che risiedono in un grattacielo a San Francisco, devono attingere a una fonte di energia, e guarda caso, l'unica fonte nel giro di migliaia di km é proprio una centrale idroelettrica dismessa, costruita in parte alla casa delle scimmie nella foresta. Il capo degli umani soprvvissuti chiaramente vuole in ogni modo avere quella centrale, infatti nel giro di 2 settimane il loro carburante per produrre energia sarebbe finito e ci "sarebbero state rivolte incontrollate". Molto logica come cosa, io avrei aggiunto al copione il rischio di scoppio di una guerra termonucleare.
Tra varie vicissitudini un gruppo di umani collaborando con le scimmie riesce a rimettere in funzione la centrale, e sembra che tutto volga per il meglio: si accendo gli ipad (indispensabili per evitare rivolte) e anche la radio per comunicare col resto del Mondo, cosa che logicamente prima non era possibile (???). C'é solo un piccolo problema: una scimmia che in passato era stata maltrattata dagli umani in laboratorio non vede di buon occhio la collaborazione con l'uomo e soprattutto ha "notevoli" divergenze con Cesare, il capo tribú delle scimmie. Andata in avanscoperta scopre che gli uomini hanno un'arsenale militare da far invidia agli alleati nel giorno del d-day. Decide allora di rubare un mitragliatore e tornare al villaggio dove mette in atto un piano astuto e geniale alla james bond: con un accendino rubato agli umani dá fuoco al villaggio e prima che le fiamme siano alte, di nascosto spara a Cesare. Esce allo scoperto e indicando il fucile, urla "umani", e nel mentre il villaggio arde, le scimmie a suon di "uh uh" hanno un nuovo capo (Il villaggio sta ancora bruciando in questo momento senza alcun senso). Koba tutto contento dichiara subito guerra agli umani e un'ordata di scimmie parte alla volta della cittá. Le scimmie usando le armi dell'arsenale militare riescono ad avere la meglio e fanno prigionieri gli umani. Cesare intanto viene salvato dal gruppo di umani che ha lavorato alla centrale e viene portato nella sua vecchia casa, dove si rimette in sesto per affrontare koba. Nel mentre si affrontano koba e cesare in cima al grattacielo, alla base si ritrovano il capo degli umani che ha piazzato 36 tonnellate di C4 alle fondamenta e il capogruppo della spedizione alla centrale. Quest'ultimo si é fatto amico Cesare e minacciando col fucile il capo gli intima di non azionare il detonatore. Il capo di suo risponde che tanto i rinforzi stanno arrivando. Pensando di fare una genialata il regista estrae dal cilindro un colpo di scena scontato come un cazzotto in un film di bud spencer e terence hill e fa fare uno scatto felino al capo che aziona il detonatore. Tutti si aspettano che esploda l'intero edificio, compresi gli uomini, anzi l'intera cittá, o ancora meglio il mondo e la galassia e invece l'esplosione fa cadere 2 ponteggi (non sto scherzando). Cesare riesce a uccidere koba e dice al suo amico umano che la guerra é appena iniziata con l'uomo. Inquadratura finale per 7 minuti sugli occhi della scimmia molto commovente, vale quasi gli 8 euri spesi.
[-]
[+] visione banale
(di jastinpio)
[ - ] visione banale
|
|
[+] lascia un commento a ziocamo »
[ - ] lascia un commento a ziocamo »
|
|
d'accordo? |
|
anabasi
|
venerdì 15 agosto 2014
|
charlton dove sei ?
|
|
|
|
Paragonare questo film al primo "pianeta" è a dir poco aberrante; filmetto fumettistico in buona parte realizzato con computer grafica rappresenta una banalità disarmante . Scimmie contro umani. Ma le scimmie sono un po' meglio degli umani ( e questo è politicamente corretto) ma anche tra le scimmie ci sono i guerrafondai. Gli umani sono abbastanza cattivi verso le scimmie ( questo è politicamente corretto) ma anche tra gli umani ci sono i buoni ( anzi buonissimi) che vogliono la pace e si commuovono quando la scimmiettina gioca con loro...scontro finale soprattutto tra scimmie ed il bene alla fine trionfa con previsione di pacificazione totale mondiale, accordo tra umani e animali antropomorfi , recupero delle fonti energetiche perdute e tutti vivranno felici e contenti.
[+]
Paragonare questo film al primo "pianeta" è a dir poco aberrante; filmetto fumettistico in buona parte realizzato con computer grafica rappresenta una banalità disarmante . Scimmie contro umani. Ma le scimmie sono un po' meglio degli umani ( e questo è politicamente corretto) ma anche tra le scimmie ci sono i guerrafondai. Gli umani sono abbastanza cattivi verso le scimmie ( questo è politicamente corretto) ma anche tra gli umani ci sono i buoni ( anzi buonissimi) che vogliono la pace e si commuovono quando la scimmiettina gioca con loro...scontro finale soprattutto tra scimmie ed il bene alla fine trionfa con previsione di pacificazione totale mondiale, accordo tra umani e animali antropomorfi , recupero delle fonti energetiche perdute e tutti vivranno felici e contenti. p.s.: in questo momento di guerre locali in tutto il mondo con una crudeltà mai vista neppure nei periodi bui del medioevo questo film alla melassa è da vietare ai maggiori di anni 12.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a anabasi »
[ - ] lascia un commento a anabasi »
|
|
d'accordo? |
|
|