anto u.m.
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domenica 12 ottobre 2014
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mediocre è un eufemismo!
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Poche parole sono più che sufficienti per descrivere l'insuccesso di questa pellicola: mi sono letterlmente addormentata a metà film!
Lo ammetto, in tema di horror sono molto esigente, ma mettendo da parte le mie aspettative sul genere e giudicando con occhio critico e sguardo evoluto posso affermare con assoluta certezza che siamo di fronte ad una boiata indescrivibile!
Analizziamolo.
La prima grande pecca che ha colpito la mia attenzione certamente è stata la mediocrità espressiva dei personaggi. Vorrei poter descrivere l'amorfismo dei protagnisti e la sterilità dei dialoghi ma sarebbe come descrivere l'inespressività di un pesce rosso che nuota incerto in un acquario.
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Poche parole sono più che sufficienti per descrivere l'insuccesso di questa pellicola: mi sono letterlmente addormentata a metà film!
Lo ammetto, in tema di horror sono molto esigente, ma mettendo da parte le mie aspettative sul genere e giudicando con occhio critico e sguardo evoluto posso affermare con assoluta certezza che siamo di fronte ad una boiata indescrivibile!
Analizziamolo.
La prima grande pecca che ha colpito la mia attenzione certamente è stata la mediocrità espressiva dei personaggi. Vorrei poter descrivere l'amorfismo dei protagnisti e la sterilità dei dialoghi ma sarebbe come descrivere l'inespressività di un pesce rosso che nuota incerto in un acquario. Emblematica la scena in cui, trasferitisi nella nuova casa, si accorgono di aver portato con se anche la bambola: lei, espressione da posseduta, sguardo perso nel vuoto manifesta quest'affetto per una bambola mostruosa("ci sta a pennello!"). Ma almeno l'hai guardata? No, davvero, vien voglia di tirare una scarpa contro lo schermo e azzittirla una volta per tutte. C'è di positivo che suscita solidarietà nei confronti di Annabelle!
E il doppiaggio, specialmente della protagonista femminile...raccapricciante!
Nessun colpo di scena, niente abili giochi di luci o effetti sonori in grado di far aumentare la tensione.
Una regia di serie B.
La trama piatta, niente di nuovo, anzi, un flm incentrato su una bambola il cui ruolo è quello di mero soprammobile raccapriciante.
In altre parole, un film assolutamente sconsigliato.
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(di gabryhope95)
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[+] la giusta prospettiva
(di anto u.m.)
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(di the thin red line)
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harry manback
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lunedì 31 agosto 2015
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un horror da dimenticare
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Dimenticatevi i primi cinque minuti de "L'evocazione", dimenticatevi quella tensione quasi palpabile, dimenticatevi quella messa in scena squisitamente macabra, dimenticatevi quella chiarezza narrativa, dimenticatevi tutto questo e accingetevi alla visione di "Annabelle" senza nessunissima aspettativa, perché quest'ennesimo horror di basso livello prende tutto quello che c'era di buono in quel film (che si non è grande cinema, ma è un film che in ogni modo ha una realizzazione impeccabile, seppur con alcuni difetti, sia a livello tecnico che narrativo) e lo porta a livelli pressoché infimi.
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Dimenticatevi i primi cinque minuti de "L'evocazione", dimenticatevi quella tensione quasi palpabile, dimenticatevi quella messa in scena squisitamente macabra, dimenticatevi quella chiarezza narrativa, dimenticatevi tutto questo e accingetevi alla visione di "Annabelle" senza nessunissima aspettativa, perché quest'ennesimo horror di basso livello prende tutto quello che c'era di buono in quel film (che si non è grande cinema, ma è un film che in ogni modo ha una realizzazione impeccabile, seppur con alcuni difetti, sia a livello tecnico che narrativo) e lo porta a livelli pressoché infimi.
Una storia talmente confusa da far sembrare “Inland Empire” un film lineare.
Tra bambole possedute, bambine con la solita tunica bianca ed i lunghi capelli neri davanti al volto, riti occulti, demoni affamati di anime umane e tanti altri cliché, non si capisce dove voglia andare a parare questo obbrobrio.
Come al solito si è messa tanta carne sul fuoco ed il risultato è un horror con una sceneggiatura che dire bucherellosa sarebbe un eufemismo, e dove ogni idea narrativa sembra incollata al plot generale con lo sputo.
La sceneggiatura, tuttavia, oltre ai tipici cliché horror, si dimostra disastrosa anche sul fronte della caratterizzazione dei personaggi, i quali hanno un approfondimento psicologico pari a zero e sembrano inseriti nella storia solo per farla arrancare nella speranza di essere il meno banale possibile (purtroppo senza successo).
Tra preti dispensatori di “massime” ridicole e banalissime, e amiche improvvisate all’ultimo momento come ignobili espedienti di trama, c’è solo da mettersi le mani nei capelli.
La regia ogni tanto riesce ad uscire dal p(i)attume generale del film regalando al povero spettatore poche inquadrature convincenti e suggestive, anche se nel complesso la messa in scena lascia molto a desiderare, e fa rimpiangere l’ impeccabile senso di macabro dello stile registico di Wan (che, però, in "Insidious 2" subisce un brusco deterioramento).
Tuttavia, i pochi guizzi registici non bastano a risollevare le sorti di un film che viene completamente distrutto dalle scarse interpretazioni degli attori, dall’assenza di una colonna sonora che renda bene le atmosfere malsane (che in realtà non ci sono) e , come detto prima , dall’ inconsistenza di una trama che mescola tanti elementi ma ne ottiene solo un surrogato deformato.
Se durante la visione di questo film si ha solo l’impressione di stare guardando un horror mal riuscito, il colpo di grazia viene dato proprio dalla sequenza finale, che è così ridicola e putrida da far entrare dritto dritto questo scempio tra i peggiori film (non solo horror) degli ultimi vent’anni.
VOTO 3
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gianleo67
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domenica 26 ottobre 2014
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bambole assassine nella stanza del pupo
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Trasferitisi da poco a Santa Monica ed in attesa di una bambina, una coppia di giovani coniugi e cattolici praticanti, risente delle malefiche influenze di una possessione demoniaca che sembra catalizzata da una inquietante bambola antica che il marito ha pensato bene di regalare alla moglie collezionista. Dopo essersi fortunosamente salvati da un massacro ad opera di due squilibrati entrati nottetempo in casa loro, si trasferiscono in un'altra città nella speranza di dimenticare l'accaduto, ma non hanno fatto bene i conti con la malefica bambola che sembra averli misteriosamente seguiti nella nuova casa. La loro vita e soprattutto quella della figlia di pochi mesi, sembrano essere ora nuovamente e gravemente minacciate.
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Trasferitisi da poco a Santa Monica ed in attesa di una bambina, una coppia di giovani coniugi e cattolici praticanti, risente delle malefiche influenze di una possessione demoniaca che sembra catalizzata da una inquietante bambola antica che il marito ha pensato bene di regalare alla moglie collezionista. Dopo essersi fortunosamente salvati da un massacro ad opera di due squilibrati entrati nottetempo in casa loro, si trasferiscono in un'altra città nella speranza di dimenticare l'accaduto, ma non hanno fatto bene i conti con la malefica bambola che sembra averli misteriosamente seguiti nella nuova casa. La loro vita e soprattutto quella della figlia di pochi mesi, sembrano essere ora nuovamente e gravemente minacciate.
Già progettato in fase di post-produzione del film principale (L'evocazione - The Conjuring - 2013 - James Wan) ed affidato al direttore della fotografia del primo, questo spin-off di John R. Leonetti sfrutta il ghiotto appiglio di un soggetto che si colloca a mezza strada tra il prolifico sottogenere delle bambole assassine e le infestazioni soprannaturali di ambientazione domestica che ne rappresentano il leit-motive principale, laddove il recupero di una tradizione letteraria originale (i resoconti dei 'ghost busters' americani Ed e Lorraine Warren e della loro 'Amityville possession') sembra voler rinverdire i fasti dell'horror demoniaco anni '70 che tanto battage pubblicitario e riscontro al box office ha avuto con il fortunato episodio firmato James Wan. A parte il notevole divario di risorse che la New Line Cinema ha deciso di destinare ad entrambe le produzioni e le evidenti differenze di articolazione del concept che li contraddistingue, questa incursione nei meccanismi di un horror che punta tutto sulla costruzione dell'atmosfera e sul notevole impegno in fase di post produzione, livella il risultato sulla linea mediana di un prodotto di genere in cui la prevedibilità della trama e dei suoi risvolti drammatici sono sufficientemente compensati dai buoni sussulti che le singole trovate sceniche riescono a conferire all'azione (bella la trovata del 'loop' in ascensore che sembra omaggiare Carpenter), alimentando una tensione che vive delle solite trovate del montaggio, sull'uso del ralenty e del piano sequenza e di un risaputo campionario musicale adatto allo scopo. Si ripete dunque la solita vicenda familiare di un assedio soprannaturale (demoniaco?) dove all'istinto di naturale protezione della prole si contrappone la subdola pervicacia di una volontà inferica di accaparrarsi una buona scorta di anime innocenti attraverso la catena di sant'Antonio (il santo di Padova non ce ne voglia) di una 'dolls addiction' quale mefistofelico surrogato di una posticcia maternità. Il dubbio gusto di tenere una bambola demoniaca (la sinistra fisiognomica sembra non scoraggiare i collezionisti più irriducibili) nella stanza del pupo e la solita escalation di 'poltergheist' quando il marito è via per lavoro, ci farebbero propendere per l'insania mentis e la depressione post-partum (si sa, 'la gente pazza fa cose pazze'), ma provvidenzialmente vengono subito arruolati in soccorso un prete con l'hobby per la fotografia (il caratterista Tony Amendola) e la tipica afroamericana con la passione per l'occulto ed il senso di colpa di serie (la bella e brava Alfre Woodard) pronti a sacrificarsi,ognuno a suo modo, per la salvezza della verità e delle anime innocenti. Poi la bambola finisce in un toy store e si ricomincia daccapo. Caruccia la protagonista femminile, nipote del compianto Richard Harris, che si chiama nella finzione Mia, come la Farrow di 'Rosemary's baby', e nella vita reale Annabelle, come la bambola assassina: demoniaca coincidenza o beffarda civetteria del casting?
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floyd80
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giovedì 23 luglio 2015
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non farà rimpiangere
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Tante aspettative dopo il notevole L'evocazione, ma alla fine questa sorta di prequel/spinoff non si farà rimpiangere.
Un paio di scene sono davvero ben fatte, ma purtroppo tutto il resto non regge e nonostante la brava attrice si cala lentamente verso la mediocrità.
Belle comunque le atmosfere e nonostante sia un horror non si scema mai nel ridicolo
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melvin ii
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lunedì 13 ottobre 2014
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annabelle un silenzio che inquieta
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Il biglietto d’acquistare per “Annabelle” è:1)Manco regalato 2)Omaggio
“Annabelle” è un film del 2014 diretto da John R. Leonetti, scritto da Gary Dauberman, spin-off del film horror “L’evocazione” con: Annabelle Wallis, Ward Horton, Alfre Woodard, Tony Amendola.
Sbagliare è umano,preservare è diabolico. Nonostante ogni mattina lo specchio e la bilancia mi mostrino senza censure quanto sia vecchio e grasso continuano a illudermi che almeno i miei gusti cinematografici non siano cambiati.
Ieri sera vedendo invece “Annabelle” ho avuto la conferma che il genere horror ha ormai su di me un effetto soporifero o al massimo suscita una modesta ilarità.
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Il biglietto d’acquistare per “Annabelle” è:1)Manco regalato 2)Omaggio
“Annabelle” è un film del 2014 diretto da John R. Leonetti, scritto da Gary Dauberman, spin-off del film horror “L’evocazione” con: Annabelle Wallis, Ward Horton, Alfre Woodard, Tony Amendola.
Sbagliare è umano,preservare è diabolico. Nonostante ogni mattina lo specchio e la bilancia mi mostrino senza censure quanto sia vecchio e grasso continuano a illudermi che almeno i miei gusti cinematografici non siano cambiati.
Ieri sera vedendo invece “Annabelle” ho avuto la conferma che il genere horror ha ormai su di me un effetto soporifero o al massimo suscita una modesta ilarità.
Spinto dai commenti entusiastici dei social network ieri sera ho voluto dare fiducia alla prequel dell’”Evocazione” che ovviamente non avevo visto.
Ma al di là dei mancanti collegamenti con il precedente film, fin da subito ci si rende conto che la storia fa acqua con una sceneggiatura alquanto prevedibile, noiosa e leggera nei contenuti.
Un merito del film è sicuramente l’ambientazione storica. Lo spettatore si ritrova alla fine degli anni Sessanta in America, un epoca segnata dalla cultura hippy, dalla rivoluzione sessuale e dei costumi e dal diffondersi di sette di vario genere e l’interesse di molti verso l’occulto. E’ l’epoca segnata da Charlie Manson e dalla sua sanguinaria “famiglia”.
In una cupa atmosfera dove la fede oscilla tra fanatismo e misticismo lo spettatore segue le vicende di una giovane coppia composta John(Horton) aspirante medico e la delicata e in dolce attesa moglie Mia (Wallis) nella calda California.
L’attesa del bambino viene funestata dal brutale assassinio dei vicini compiuta della loro stessa figlia ,manipolata da una setta, uccisa poi dalla polizia.
Un caso chiuso per i federali, ma che invece scatena le forze oscure che insidiano la tranquillità di Mia e soprattutto l’anima della piccola Lia.
L’inquietante bambola “Annabelle” regalo di John per Mia, è diventata il mezzo per un demone per provocare terrore e mietere vittime. Mia troverà aiuto e sostegno in Evelyn(Woodard)vicina bibliotecaria e anch’essa sfortunata madre
Anima, Amore materno, innocenza di un bambino sono al centro del film, ma seppure siano temi forti e interessanti vengono dall’autore banalizzati e resi scialbi.
La regia alquanto televisiva e monocorde solo a sprazzi riesce a tenere sveglio lo spettatore con un ritmo poco incalzante e avvolgente. Il pathos narrativo è sulle spalle della muta bambola che il suo angoscioso silenzio e con il suo sguardo fisso e quasi diabolico qualche brivido riesce a provocarlo.
Il resto del cast è insipido e di modesto impatto emotivo.
Il finale confuso e retorico conferma i limiti strutturali e narrativi del film, lasciando allo spettatore deluso comunque la sensazione che da oggi vedrà una bambola con occhi diversi.
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(di anto u.m.)
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tmpsvita
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giovedì 4 gennaio 2018
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primo flop nell'universo the conjuring
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Dopo il clamoroso e meritato successo del primo capitolo della saga di "The Conjuring" era prevedibile l'uscita di un seguito, e così infatti è stato; ma hai produttori ciò non bastava e hanno avuto l'idea di rendere il mondo di "The Conjuring" un vero e proprio universo espanso, non certo l'idea più originale visto che ormai sembra essere di moda dopo che quello Marvel ha infranto numerosi record soprattutto al box-office, ma comunque si trattava di un'idea piuttosto interessante perché nessuno ancor lo aveva "testato" sul genere horror.
Naturalmente dopo che anche questo Annabelle, seguito ha sua volta da un seguito, ha fatto registrare ottimi risultati al botteghino hanno allargato ancora di più l'universo con altri due spin-offs pronti per i prossimi anni, nonché altri futuri seguiti di essi e del filone "originale".
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Dopo il clamoroso e meritato successo del primo capitolo della saga di "The Conjuring" era prevedibile l'uscita di un seguito, e così infatti è stato; ma hai produttori ciò non bastava e hanno avuto l'idea di rendere il mondo di "The Conjuring" un vero e proprio universo espanso, non certo l'idea più originale visto che ormai sembra essere di moda dopo che quello Marvel ha infranto numerosi record soprattutto al box-office, ma comunque si trattava di un'idea piuttosto interessante perché nessuno ancor lo aveva "testato" sul genere horror.
Naturalmente dopo che anche questo Annabelle, seguito ha sua volta da un seguito, ha fatto registrare ottimi risultati al botteghino hanno allargato ancora di più l'universo con altri due spin-offs pronti per i prossimi anni, nonché altri futuri seguiti di essi e del filone "originale".
Purtroppo però, ciò che questo Annabelle propone non è altro che il solito horror paranormale già visto e rivisto, che, con mio grande rammarico, non aggiunge niente di nuovo al genere e al suo franchise.
Il film è un continuo ripetersi di Jumpscare prevedibili, banali e poco, anzi per niente, spaventosi. La sensazione è quella di vedere un grande collage di scarsa qualità ed estremamente ripetitivo e, quindi, noioso.
Qualche spunto interessante c'è ma purtroppo non sono affatto approfonditi, è tutto troppo superficiale e troppo banale che no riesce neanche a trasmettere un minimo di tensione, ansia o angoscia, eppure devo dire che l'apparizione, seppur breve, di Annabelle nel primo "The Conjuring", mi aveva incuriosito.
Inoltre i collegamenti al suddetto film sono quasi inesistenti, e i pochi che ci sono sono forzati e inutili.
Il punto è che si nota fin troppo la pigrizia con la quale è stato realizzato l'intera pellicola e l'unico motivo per cui è stata prodotta sono i soldi facili, visto la fama che aveva già prima della sua uscita e il budget veramente irrisorio.
In breve: un horror noioso, ripetitivo, inutile, che coinvolge poco e che diverte solo per alcune scene involontariamente comiche e per le scarse capacità recitative degli attori.
Nonostante ciò ripongo speranza nel suo sequel viste le numerose ed inaspettate recensioni positivi che lo hanno accompagnato quest'anno.
Voto: 4,5/10
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elgatoloco
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lunedì 12 ottobre 2020
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quasi un rimasuglio di"the exorcist"
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"Annabelle"di John R. Leonetti, sceneggiatura di Gary Dauberman, 2015 considerato prequel o anche spin-off di"THe Conjuring"di John Wan, con la tecnica del superflashback iniziale, torna a riprendere motivi ispirati da tematiche varie, tutte vicine all'esorcismo, dove anche il film capotipistipite, di inizio dei Seventies"THe Exorcist"di Friedkin da William Peter Blatty viene saccheggiato. Si tratta di"demoni", qui, si precisa, "non di fantasmi"(è nel dialogo e lo dice il sacerodte, non esorcista, che comunque si occuoa";latamente"di questi fenomeni), ma la coppia e la bambina di pochi mesi che nasce loro verranno comunque pereseguitati dall'"entità"nonsotnate vivano ormai a Padadena, non più a Santa Monica e sarà necessario il sacrificio di un'altra donna, quasi"Medium"; Evelyn, titolare di libreria specializzata in tematiche occultiste e anni prima coinvolta in un'esperienza simile a salvare, a costo della propria vita, la situazione.
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"Annabelle"di John R. Leonetti, sceneggiatura di Gary Dauberman, 2015 considerato prequel o anche spin-off di"THe Conjuring"di John Wan, con la tecnica del superflashback iniziale, torna a riprendere motivi ispirati da tematiche varie, tutte vicine all'esorcismo, dove anche il film capotipistipite, di inizio dei Seventies"THe Exorcist"di Friedkin da William Peter Blatty viene saccheggiato. Si tratta di"demoni", qui, si precisa, "non di fantasmi"(è nel dialogo e lo dice il sacerodte, non esorcista, che comunque si occuoa";latamente"di questi fenomeni), ma la coppia e la bambina di pochi mesi che nasce loro verranno comunque pereseguitati dall'"entità"nonsotnate vivano ormai a Padadena, non più a Santa Monica e sarà necessario il sacrificio di un'altra donna, quasi"Medium"; Evelyn, titolare di libreria specializzata in tematiche occultiste e anni prima coinvolta in un'esperienza simile a salvare, a costo della propria vita, la situazione... Francamente, i due protagonisti, Annabelle(nomen omen...)Walls e Ward Horton sono sostanzialmente inespressivi, decisamente meglio va la quasi-.medium Evelyn, sullo schermo Alfie Ward, Sarà perché a inizio anni Duemila c'erano stati film sul"paranomrale"di ben altro spessore, sempre a prescindere dal capolavoro di Kubrick del 1980"Shining"che aveva scontentaot il creatore Stephen King , ma era geniale, ma questo"ANnabelle"(di cui si annuncia diventare una trilogia, tanto per complicare le cose sul piano narratologico...)è una delusione sia sul piano tecnco, sia quello, strettamente inteso, della suspense(poca, ristretta a qualche scena, per null adeguataente preparata, per cui saarebbe meglio parlare di"effetto sorpresa", anche quello non adeguatamente preparato, spesso inserito"alla carlona"nel flm), tanto che l'attesa per i successivi"epiosdi"sarà probabilmente molto lontana dalla"trepidazione". Dauberman sarà ancora sceneggiatore, pare, ma alllora è frnacmanete meglio che legga, si documenti, prima di riproporre un "prodotto"(anche solo aritmeticamente così inteso)non particolarmente "emozionante". Avvertenza finale: la bambina non avrà alcun tratto"diabolico", dato che anche"Rosemary's Baby"è lontana, non solo nel tempo... El Gato
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the thin red line
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sabato 10 gennaio 2015
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leonetti emula bene j. wan
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Mia e John Form sono una bella coppia che sta per avere un bambino quando i loro vicini vengono assaliti e uccisi da una coppia di satanisti cappeggiati dalla giovane Annabelle i quali poi assalgono anche loro prima di essere fermati a colpi di pistola dalla polizia, ma prima di morire suicida Annabelle stringe a se una bambola di Mia...
Per la regia di john R. Leonetti "Annabelle" è il prequel del più inneggiato "The Conjuring" di James Wan, qui però il regista si affida ad una coppia di attori semisconosciuti che a livello interpretativo non regge il confronto con il film predecessore risultando così il punto più debole della pellicola altribenti davvero ben costruita e particolareggiata.
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Mia e John Form sono una bella coppia che sta per avere un bambino quando i loro vicini vengono assaliti e uccisi da una coppia di satanisti cappeggiati dalla giovane Annabelle i quali poi assalgono anche loro prima di essere fermati a colpi di pistola dalla polizia, ma prima di morire suicida Annabelle stringe a se una bambola di Mia...
Per la regia di john R. Leonetti "Annabelle" è il prequel del più inneggiato "The Conjuring" di James Wan, qui però il regista si affida ad una coppia di attori semisconosciuti che a livello interpretativo non regge il confronto con il film predecessore risultando così il punto più debole della pellicola altribenti davvero ben costruita e particolareggiata. La sceneggiatura non presenta gravi buchi narrativi e scorre bene per tutta la durata tra l'altro sostenibilissima dell'opera. In questo horror la tensione è una presenza costante e le scene di paura non sono mai banali anzi vengono girate davvero bene e appaiono convincenti a tal punto da nascondersi dietro il cuscino mentre i soliti rumori improvvisti, le porte che sbattono e gli oggetti che si muovono da se vengono utilizzati solo come contorno o come preambolo delle scene madri più spaventevoli come dovrebbe essere in ogni film horror. Davvero di grande qualità la scena di Annabelle bambina che corre verso la protagonista mentre la porta si chiude... Qui il tema delle sette sataniche viene usato solo come preambolo per la possessione demoniaca della bambola mentre sarebbe stato meglio approfondirlo un po' giusto per dare un po' di smalto al genere horror ultimamente colmo dei soliti clichè e davvero avaro di novità o di rivisitazioni convincenti. Il finale è un pochino banale e ci si poteva lavorare un po' di più, se non altro non lascia grossi margini per altri sequel se non identici come tematica. Si può comunque ritenere uno degli horror più riusciti e notevoli dell'anno anche se non paragonabile al suo predecessore di gran lunga davanti agli altri del genere. John Leonetti si dimostra sopprattutto bravo regista azzeccando la gran parte delle riprese e dimostrando di non essere da meno di Wan.
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cinecinella
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giovedì 5 febbraio 2015
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horror 'familiare'
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Tratto da una storia vera un horror ricco di suspance e di sobbalzi. Buona la ricercateza dell'orrido anche nella figura della bambola già presente nella pellicola evicazione, ritmo abbastanza incalzante e inquietante al punto giusto, un prodotto più che discreto, con unica pecca la recitazione dei protagonisti non proprio eccellente, spicca tra le migliori la donna di colore che diviene amica della protagonista. Regia sapiente, colonna sonora ed effetti audio molto buoni.
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veritasxxx
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lunedì 20 ottobre 2014
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un prequel poco legato al seguito
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John R. Leonetti, il regista dei terrificanti Insidious (prima e seconda parte) torna a cimentarsi con una seconda puntata e questa volta sceglie il prequel de "L'evocazione", che è stato probabilmente uno dei migliori thriller/horror degli ultimi dieci anni.
La protagonista della storia è una terrificante bambola che era già stata presentata nell'introduzione del film precedente, opportunamente conservata nella sala cimeli insieme ad altri oggetti invasati dal demonio. In questo film, nonostante nessuno degli attori di The conjuring sia presente, viene mostrata la genesi della possessione della bambola, usata come covo per lo spirito maligno di una folle esaltata appartenente ad una setta demoniaca, giustiziata dalla polizia dopo aver sterminato i genitori in pieno delirio sacrificale.
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John R. Leonetti, il regista dei terrificanti Insidious (prima e seconda parte) torna a cimentarsi con una seconda puntata e questa volta sceglie il prequel de "L'evocazione", che è stato probabilmente uno dei migliori thriller/horror degli ultimi dieci anni.
La protagonista della storia è una terrificante bambola che era già stata presentata nell'introduzione del film precedente, opportunamente conservata nella sala cimeli insieme ad altri oggetti invasati dal demonio. In questo film, nonostante nessuno degli attori di The conjuring sia presente, viene mostrata la genesi della possessione della bambola, usata come covo per lo spirito maligno di una folle esaltata appartenente ad una setta demoniaca, giustiziata dalla polizia dopo aver sterminato i genitori in pieno delirio sacrificale.
La domanda che viene spontanea è perchè una donna matura, moglie e futura madre di una tipica famiglia americana dovrebbe collezionare bambole, e soprattutto averne una gigantesca con uno sguardo tanto inquietante che darebbe i brividi pure a Dario Argento, piazzata a mo' di avvoltoio sopra la culla. Comunque, a parte alcune situazioni viste e riviste tipiche del genere (i rumori strani, le porte che cigolano, il mostro nascosto sopra all'armadio etc.), Annabelle presenta alcune scene con un buon livello di suspence e fornisce gli spaventi necessari per far saltare lo spettatore sulla sedia almeno due o tre volte, che è poi il motivo di base per cui si vanno a vedere certi tipi di film.
I riferimenti ad altri film ben più riusciti e terrorizzanti di questo sono innumerevoli: la ragazza con i capelli lunghi di The ring, lo scantinato con la grata de La cosa, la casa posseduta di Amityville horror. L'unica cosa che verrà ricordata di questo prequel un po' slegato dal suo seguito è forse proprio lo sguardo glaciale della pupattola, che ritorna al suo posto anche se la butti nella spazzatura, forse recuperata da uno degli zingari tanto impegnati nella differenziazione dei rifiuti dei nostri quartieri in questi tempi.
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[+] il regista di insidius 1-2 e james wan!
(di nerazzurro)
[ - ] il regista di insidius 1-2 e james wan!
[+] leonetti non ha diretto i due insidius!
(di nerazzurro)
[ - ] leonetti non ha diretto i due insidius!
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