purplerain
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venerdì 4 ottobre 2013
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non la solita casa!!!
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Alzi la mano chi si aspettava così tanto da un remake!! Certo non è uguale pari passo al film di Raimi, ma l’idea di fondo e la sceneggiatura sono praticamente uguali con continui richiami all’originale!! Difficile di questi tempi trovare un horror apprezzabile senza che questo finisca o nel genere splatter semplicemente, o nella horror comedy. Il film di Alvarez invece si prende la responsabilità di restituire ai fanatici dell’horror la tensione rimanendo fedele alla trama senza uscire fuori traccia, non perdendo col passare dei minuti la suspance che anche il film di Raimi ci sapeva dare aggiungendo alle scene splatter una dovizia di particolari quasi unica nel suo genere.
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Alzi la mano chi si aspettava così tanto da un remake!! Certo non è uguale pari passo al film di Raimi, ma l’idea di fondo e la sceneggiatura sono praticamente uguali con continui richiami all’originale!! Difficile di questi tempi trovare un horror apprezzabile senza che questo finisca o nel genere splatter semplicemente, o nella horror comedy. Il film di Alvarez invece si prende la responsabilità di restituire ai fanatici dell’horror la tensione rimanendo fedele alla trama senza uscire fuori traccia, non perdendo col passare dei minuti la suspance che anche il film di Raimi ci sapeva dare aggiungendo alle scene splatter una dovizia di particolari quasi unica nel suo genere. Per tutta la durata del film l’atmosfera di decadenza che circonda la casa e che aumenta la paura porta lo spettatore a rimanere col fiato sospeso consapevole di avere poco tempo per “rifiatare” tra una scena e l’altra e sebbene il film parta con i più classici canoni dell’horror, presi in giro in “Quella casa nel bosco” il film trae giovamento da tale situazione per arricchire e concentrare tutta la sceneggiatura all’interno della casa stessa. Buona anche la recitazione degli attori, quasi al debutto, in alcune scene dimostrano di avere davvero il terrore dipinto negli occhi, e va dato atto al regista di aver saputo dare ad ognuno di loro il giusto risalto senza soffermarsi troppo su uno e poco sugli altri, evitando inutili scene di nudo e di sesso sempre presenti nei film di questo genere. Da notare come il film oltre a legarsi all’originale sia anche pieno di citazioni di altri film di genere, in alcuni casi sembra di allacciarsi a film tipo “the ring”, in altri addirittura “Carrie”, mentre in altre scene si rivedono flash back di altre pellicole. Bella la fotografia, che ci consente di vedere bene le scene nonostante quasi tutto il film si svolga al buio, come nei più classici canoni, differenziandosi però da altri film che rendono quasi impossibile la visione di certe scene. Finale ottimo!!
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pensierocivile
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domenica 28 luglio 2013
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almeno un po' di coerenza
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Cosa permette al film LA CASA di Raimi di dimorare nelle eccellenze del genere? Il suo essere palesemente "diverso", uno sberleffo alle regole classiche dell'orrore, una violenza continua a colpi di trovate cartoonesche contro la "teologia della tensione", uno sberleffo alla santità della struttura, uno schiaffo allo spettatore pronto all'ordinario e inerme al dispetto. Un remake che si allontani da queste qualità, non fa altro che ricollocare il film nel pantano della consuetudine. Alvarez e soci, forse per timore o per rispetto, ignorano la lezione di Raimi, e giocano di splatter, di accumulo di utensili da omicidio, senza il minimo tentativo di distacco dal recinto del genere, quello della casa sperduta nel bosco, ormai obsoleto.
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Cosa permette al film LA CASA di Raimi di dimorare nelle eccellenze del genere? Il suo essere palesemente "diverso", uno sberleffo alle regole classiche dell'orrore, una violenza continua a colpi di trovate cartoonesche contro la "teologia della tensione", uno sberleffo alla santità della struttura, uno schiaffo allo spettatore pronto all'ordinario e inerme al dispetto. Un remake che si allontani da queste qualità, non fa altro che ricollocare il film nel pantano della consuetudine. Alvarez e soci, forse per timore o per rispetto, ignorano la lezione di Raimi, e giocano di splatter, di accumulo di utensili da omicidio, senza il minimo tentativo di distacco dal recinto del genere, quello della casa sperduta nel bosco, ormai obsoleto. L'avvio gode di una bella trovata, il tunnel di rovi e la cattura della vittima, al quale però non segue più nulla, se non una continua manifestazione di passione omicida, conclusa dal tradimento stesso del progetto. Raimi può folleggiare con sangue verde, arti amputati con leggerezza e motoseghe, perché la follia creativa ed eversiva è parte del progetto stesso, Alvarez avventurandosi fra cadaveri da riportare in vita, motoseghe sotto una pioggia di sangue o mani tranciate perde di vista perfino l'unico flebile motivo di interesse della sua opera, la coerenza.
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kujikiri
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giovedì 16 maggio 2013
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banale, noioso, ripetitivo...
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La casa di Sam Raimi era già di suo un film-giocattolo abbastanza noioso ma almeno era a tratti divertente. Questo remake invece non desta alcunissimo interesse nello spettatore. Il sangue a fiumi e le scene truculenti non fanno certo un horror riuscito (anzi..il contrario). Qualunque mediocre cineamatore sa progettare a tavolino 300 scene di sangue e tortura magari una più ridicola ed improbabile dell'altra e frullarle in una boiata di film. Questo è esattamente quanto avviene in questo film.
Capito il meccanismo (ed onestamente c'è poco da capire, dato che questo è la copia di un film precedente), lo spettatore perde qualsiasi interesse per il seguito del film, rivelandosi esso, un insieme di scene "fotocopia"! Un po' come i sempre identici film giapponesi di cosiddetto horror: visto uno, visti tutti.
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La casa di Sam Raimi era già di suo un film-giocattolo abbastanza noioso ma almeno era a tratti divertente. Questo remake invece non desta alcunissimo interesse nello spettatore. Il sangue a fiumi e le scene truculenti non fanno certo un horror riuscito (anzi..il contrario). Qualunque mediocre cineamatore sa progettare a tavolino 300 scene di sangue e tortura magari una più ridicola ed improbabile dell'altra e frullarle in una boiata di film. Questo è esattamente quanto avviene in questo film.
Capito il meccanismo (ed onestamente c'è poco da capire, dato che questo è la copia di un film precedente), lo spettatore perde qualsiasi interesse per il seguito del film, rivelandosi esso, un insieme di scene "fotocopia"! Un po' come i sempre identici film giapponesi di cosiddetto horror: visto uno, visti tutti... e...vista una scena, visto tutto il film!
Nella presente edizione de "la casa" non c'è un solo momento in cui un minimo di paura, ansia, tensione..si fa veramente sentire si tratta solo dell'eterna ripetizione della stessa scena ed infatti i momenti migliori del film sono all'inizio (la scena del rogo, l'unica un minimo coinvolgente) e alla fine cioè quando il film ..finalmente finisce e lo spettatore, seppur rimpiangendo i soldi del biglietto, è liberato da questa presa in giro di film.
La verità è che (e parlo da super appassionato di horror) con "Shining" di Kubrik e soprattutto con il capolavoro assoluto "L'Esorcista", il genere horror ha chiuso i battenti, non riuscendo più a offrire film che minimamente riuscissero ad avvicinarsi ai capolavori citati. Per cui si ha un'enorme palude di genere in cui di tanto in tanto spunta qualcosa di interessante (per esempio: nightmare, il seme della follia, fragile, rec, quella casa nel bosco, l'esorcismo di Emily Rose e poco altro) ma nulla più.
Infine c'è da dire che "la casa" anche da un punto di vista esclusivamente basato sul sangue e sulla violenza delle scene, perde completamente il confronto con i lavori anni '70-80 come "non aprite quella porta" "le colline hanno gli occhi" ecc. Dal punto di vista della "paura" vera e propria, è meglio non parlarne affatto, bastano i capolavori di Pupi Avati per esempio (Zeder e La casa dalle finestre che ridono) per eclissarlo senza possibilità di riscatto.
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