stephen k.
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sabato 11 maggio 2013
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mai visto niente di così bello
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La casa è sicuramente un fim capolavoro, considerato remake del primo film firmato Sam Raimi ma che non segue la storia dell'originale. Ottima la scelta di affidare la regia di un rifacimento di una pietra miliare del film orrorifico ad un regista emergente, Fede Alvarez, poco più che ventenne. La produzione della pellicola viene invece affidata a Sam Raimi, regista dell'originale, e a Bruce Campbell, il protagonista della pellicola del 1981. Molto buona la sceneggiatura realizzata dal regista stesso e da Diablo Cody, così come la storia confacente al genere ha un'ottima linearità narrativa. Gli effetti speciali sono da paura, ovviamente in senso buono, e la grande quantità di sangue trasforma il film in una pellicola più splatter che horror.
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La casa è sicuramente un fim capolavoro, considerato remake del primo film firmato Sam Raimi ma che non segue la storia dell'originale. Ottima la scelta di affidare la regia di un rifacimento di una pietra miliare del film orrorifico ad un regista emergente, Fede Alvarez, poco più che ventenne. La produzione della pellicola viene invece affidata a Sam Raimi, regista dell'originale, e a Bruce Campbell, il protagonista della pellicola del 1981. Molto buona la sceneggiatura realizzata dal regista stesso e da Diablo Cody, così come la storia confacente al genere ha un'ottima linearità narrativa. Gli effetti speciali sono da paura, ovviamente in senso buono, e la grande quantità di sangue trasforma il film in una pellicola più splatter che horror. Musiche incalzanti, che aumentano il terrore che già il film in sé vuole incutere. Il finale ovviamente è a sorpresa e ricalca alla perfezione quello della pellicola del 1981. Gli interpreti, per la maggior parte esordienti come il regista, interpretano bene le parti loro assegnate. Film un po' diverso da quello originale ma che conserva una propria storia. Film capolavoro, assolutamente consigliato per chi ama il genere.
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the adrenalin addict
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venerdì 10 maggio 2013
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i brividi non li senti, li tocchi...
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Dopo la grande delusione de Le Streghe di Salem, il mio imperativo d'obbligo era: mai fidarsi troppo del "MYMONETRO" prima di andare al cinema! Questa volta devo ricredermi. La Casa merita davvero le 4 stelle che vedo in sovraimpressione, anzi, direi proprio che ne merita una in più per un finale assolutamente inaspettato. Ma andiamo con ordine.
La prima stella va sicuramente al regista, che ha "inventato" un film horror coi fiocchi, dalla trama intrigante, ma nel contempo lineare e facilmente comprensibile, coinvolgente per tutti i 90 minuti e in grado di produrre qualche isolato colpo al cuore grazie a degli ottimi effetti sonori.
La seconda stella va ai cinque attori protagonisti, che hanno recitato la loro parte egregiamente, senza sbavature o errori evidenti.
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Dopo la grande delusione de Le Streghe di Salem, il mio imperativo d'obbligo era: mai fidarsi troppo del "MYMONETRO" prima di andare al cinema! Questa volta devo ricredermi. La Casa merita davvero le 4 stelle che vedo in sovraimpressione, anzi, direi proprio che ne merita una in più per un finale assolutamente inaspettato. Ma andiamo con ordine.
La prima stella va sicuramente al regista, che ha "inventato" un film horror coi fiocchi, dalla trama intrigante, ma nel contempo lineare e facilmente comprensibile, coinvolgente per tutti i 90 minuti e in grado di produrre qualche isolato colpo al cuore grazie a degli ottimi effetti sonori.
La seconda stella va ai cinque attori protagonisti, che hanno recitato la loro parte egregiamente, senza sbavature o errori evidenti. Da precisare che i complimenti andrebbero ripartiti equamente, a differenza di certi film in cui soltanto la bravura di qualche attore spicca sulla prestazione di tutti gli altri.
La terza stella va invece al realistico contesto ambientale nel quale si colloca il film. La scelta di una casa sperduta nella foresta è già di per sè un'ottima partenza per un film horror, ma ciò che più mi è piaciuto è l'aderenza alla realtà della maggior parte delle scene che fa sì che lo spettatore si senta totalmente compartecipe degli avvenimenti e col fiato sospeso fino all'ultimo, senza mai annoiarsi.
La quarta stella la dedico al genere del film. Parliamo di un horror vero e proprio, non certamente di uno di quei film ambigui che operano un'assurda commistione fra horror, fantasy, religioso, thriller e quant'altro. Trattasi di uno SPLATTER che, però, si differenzia dai soliti splatter in quanto riesce a rimanere ancorato "sulla terra", anzichè perdersi nei meandri dell'inverosimiglianza e della follia.
L'ultima stella, come ho già anticipato, va a quella che reputo la ciliegina sulla torta, ossia un gran finale che nel contempo si rivela sia INASPETTATO, dato che l'unica sopravvissuta è proprio Mia (Jane Levy), colei che per prima sembrava destinata a morte certa dopo la maledizione scatenatasi nella casa, sia SCONTATO, dato che inizio e fine del film sono quasi uguali (infatti, in entrambi i casi, si vede una ragazza, Mia, destinata ad avanzare disperatamente nella foresta come uno zombie).
Probabilmente lo andrò a rivedere!
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jacopo abballe
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sabato 11 maggio 2013
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vi pentirete di averlo visto!
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Due ragazzi e tre ragazze vanno a stare per qualche giorno in una casa isolata in mezzo al bosco per disintossicare una di loro, Mia.
All'interno della casa trovano una botola, è l'entrata per la cantina; al suo interno fanno una macabra scoperta: decine di gatti morti appesi al soffito.
Su un tavolo c'è anche un libro, chiuso in una busta nera ed avvolto nel filo spinato.
Uno di loro lo aprirà e leggendo un brano libererà un'entità il cui compito è strappare cinque anime dai rispettivi corpi, quando sarà riuscita nel suo intento il male regnerà su tutta la terra!
Remeke del cult horror che nell'81 lanciò il regista Sam Raimi, questa volta però alla regia troviamo Fede Alvarez.
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Due ragazzi e tre ragazze vanno a stare per qualche giorno in una casa isolata in mezzo al bosco per disintossicare una di loro, Mia.
All'interno della casa trovano una botola, è l'entrata per la cantina; al suo interno fanno una macabra scoperta: decine di gatti morti appesi al soffito.
Su un tavolo c'è anche un libro, chiuso in una busta nera ed avvolto nel filo spinato.
Uno di loro lo aprirà e leggendo un brano libererà un'entità il cui compito è strappare cinque anime dai rispettivi corpi, quando sarà riuscita nel suo intento il male regnerà su tutta la terra!
Remeke del cult horror che nell'81 lanciò il regista Sam Raimi, questa volta però alla regia troviamo Fede Alvarez.
Questo nuovo film è sicuramente meglio dell'originale (che rimane comunque stupendo) soprattutto perchè c'è meno ironia e più sangue. Esageratamente splatter, qualcosa di unico, di insuperabile con effetti speciali semplicemente perfetti ed ettolitri di sangue (sono stati usati circa 70.000 galloni di sangue mentre nell'priginale solo 300).
Forse è un po' esagerato ma è meglio così. Quando lo si vede la prima volta toglie il fiato per tutta la sua durata, trasporta lo spettatore in un incubo che continua anche dopo la fine della pellicola e viene da pentirsi di averlo visto.
Ogni scena è stupenda (indimenticabile è la parte in cui piove sangue) e sembra non finire mai.
Finalemente un horror come si deve!
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jacopo b98
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domenica 12 maggio 2013
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un horror straordinario: assolutamente da vedere
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In una catapecchia di legno in un bosco cinque amici si riuniscono per aiutare una di loro (Levy) ad abbandonare la droga. Quando, in seguito al ritrovamento di un libro stregato, la ragazza comincia ad impazzire, gli altri, pensando che si tratti delle conseguenze dell’astinenza da droghe, si rifiutano di portarla via e faranno una brutta fine. Remake (?) del cult del 1981 che portò al successo Sam Raimi, Bruce Campbell (qui produttori) e i loro amici. Non è solo un remake e non proprio un sequel. È sicuramente uno dei migliori film horror da molti anni, per vari motivi e forse addirittura migliore dell’originale, dove l’atmosfera era relativamente alleggerita dal sadico umorismo di Raimi, qui assente a motivo di realizzare un horror serio, allucinato, violentissimo ed estremamente inquietante, per l’intelligente inserimento del tema della droga: la ragazza è realmente posseduta o è una infernale, demoniaca conseguenza dell’abbandono degli stupefacenti? Inoltre i tre sceneggiatori, il regista, Rodo Sayagues e Diablo Cody (premio Oscar per Juno), creano una solido copione che scaraventa fin dai primi minuti lo spettatore in un atmosfera da incubo.
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In una catapecchia di legno in un bosco cinque amici si riuniscono per aiutare una di loro (Levy) ad abbandonare la droga. Quando, in seguito al ritrovamento di un libro stregato, la ragazza comincia ad impazzire, gli altri, pensando che si tratti delle conseguenze dell’astinenza da droghe, si rifiutano di portarla via e faranno una brutta fine. Remake (?) del cult del 1981 che portò al successo Sam Raimi, Bruce Campbell (qui produttori) e i loro amici. Non è solo un remake e non proprio un sequel. È sicuramente uno dei migliori film horror da molti anni, per vari motivi e forse addirittura migliore dell’originale, dove l’atmosfera era relativamente alleggerita dal sadico umorismo di Raimi, qui assente a motivo di realizzare un horror serio, allucinato, violentissimo ed estremamente inquietante, per l’intelligente inserimento del tema della droga: la ragazza è realmente posseduta o è una infernale, demoniaca conseguenza dell’abbandono degli stupefacenti? Inoltre i tre sceneggiatori, il regista, Rodo Sayagues e Diablo Cody (premio Oscar per Juno), creano una solido copione che scaraventa fin dai primi minuti lo spettatore in un atmosfera da incubo. Inoltre la regia sfrutta intelligenti soluzioni visive ricche di citazioni, specie del film dell’81, che contribuiscono all’immersione dello spettatore nella storia. Numerose le scene violente ai limiti della sopportazione, Natalie (Balckmore) che si taglia il braccio, Olivia (Lucas) che si sega con un pezzo di vetro la guancia, su cui Eric (Taylor Pucci) scivola sbattendo contro il gabinetto che userà per uccidere la fidanzata. Inoltre il finale è assolutamente strepitoso, ricco di una tensione fortissima, vista prima poche volte, con il demone che insegue Mia (Levy) per la casa, finendo poi affettato dalla classica motosega, in un tripudio tarantiniano di sangue e budella. È uno dei migliori film demoniaci di sempre, forse meglio de L’esorcista. Da non perdere assolutamente.
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miroforti
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sabato 11 maggio 2013
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la casa di fede alvarez
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La famigerata icona horror della “casa nel bosco” torna protagonista nel primo lungometraggio di Fede Alvarez. Torna in veste ufficiale di remake della fu Casa di Sam Raimi, produttore e co-sceneggiatore del film qui in questione. Remake che proprio remake non è: si può parlare di reboot, di restyle, ma la sinossi non viene tradita e dunque ancora una volta un gruppo di amici - cinque, ci insegna Quella casa nel bosco, è il numero perfetto - si trova in una baita sperduta nella selvaggia natura e, vittima dei meccanismi del cinema horror, finirà preda di un male ancestrale e insidioso, che non vede l’ora di reclamare per se qualche anima ignara.
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La famigerata icona horror della “casa nel bosco” torna protagonista nel primo lungometraggio di Fede Alvarez. Torna in veste ufficiale di remake della fu Casa di Sam Raimi, produttore e co-sceneggiatore del film qui in questione. Remake che proprio remake non è: si può parlare di reboot, di restyle, ma la sinossi non viene tradita e dunque ancora una volta un gruppo di amici - cinque, ci insegna Quella casa nel bosco, è il numero perfetto - si trova in una baita sperduta nella selvaggia natura e, vittima dei meccanismi del cinema horror, finirà preda di un male ancestrale e insidioso, che non vede l’ora di reclamare per se qualche anima ignara. I presupposti sono (o dovrebbero essere) noti, e il film è ben consapevole di questo: non perde tempo a presentare la situazione, la da per scontata, naturale, né si perde a costruire un qualche ‘effetto sorpresa’ per la presenza maligna: sappiamo già cosa deve accadere. Ciò che anche si sapeva era che questa volta l’ironia e la smaccata comicità della trilogia di Raimi sarebbero state assenti, e il film si presenta come il terrore più grande che si possa provare. Si esagera, ma ciò che è certa è l’assenza, se non dell’ironia, almeno della comicità; la violenza (copiosa e centrale, insieme al sangue) non è leggera, ma drammatica, e il modo di rappresentarla è “aggiornato” a un certo tipo di horror del ventunesimo secolo: via quindi a mutilazioni auto inflitte e a piogge (sì, piogge) di sangue, il gioco al massacro comincia, e non si ferma fintanto che trova qualcosa o qualcuno da massacrare. Summa di questo gioco è la sequenza finale, rutilante e liberatoria, una delle più riuscite e degna conclusione dell’opera.
Il regista uruguaiano mantiene dunque gli assunti, inserisce qua e là riferimenti e strizzate d’occhio, ma vira decisamente nell’approccio, nel metodo. Così facendo La Casa si rinnova, è creatura di Fede questa, non di Sam, è creatura tutto sommato riuscita e autosufficiente, che procede prepotente e coraggiosa lungo il suo iter cinematografico. Tutto ciò per dire che questa scelta di puntare su violenza e splatter non è da rifiutare o criticare a prescindere; purtroppo però, il film soffre di una certa piattezza e mancanza di originalità. Le potenzialità di questa rivisitazione erano secondo il mio parere maggiori e La Casa nel 2013 manca di freschezza, le atmosfere inquietanti e spigolose dell’originale vengono smussate da una confezione lucida e patinata, canonica, che infonde sicurezza nello spettatore, toglie tensione là dove il film voleva crearne, ovatta la sorpresa, e le situazioni orrorifiche appaiono addirittura ovvie e scontate. La pellicola scivola via con troppa facilità, non fa soffrire a sufficienza il suo pubblico, che assiste alla sequela di corpi martoriati senza partecipazione, che archivia con una certa freddezza il sangue e la violenza presenti nello schermo.
Alvarez ci presenta un suo modo di vedere Evil Dead, un modo rispettabilissimo dove però tutto non funziona ancora a meraviglia, e lascia la sensazione di dover - e voler – chiedere qualcosa di più e di meglio. L’epilogo tuttavia merita un plauso speciale e giunge a suggerire al regista la giusta strada da seguire e a dirci che non tutto è perduto, che una pioggia rossa verrà infine a riportare il vero Male su questa terra.
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(di lesterburnham)
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diomede917
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venerdì 10 maggio 2013
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più crudo e meno ironia
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Scherza coi fanti ma lascia stare i santi…….è quello che avranno pensato i milioni di fan in tutto il mondo del cult horror “Evil Dead” da noi meglio conosciuto come “La casa” quando è stato deciso di mettere in cantiere il remake (anche se adesso si usa il termine reboot). Per di più la scelta di Sam Raimi (regista del primo nonché produttore di questo film) è caduta su un novellino uruguagio Fede Alvarez autore di un corto che lo ha totalmente stregato.
La cosa che colpisce di primo acchitto è il rispetto con cui si pone questa opera, non è la semplice operazione di ricalco innovata con qualche effetto che fa molto cinema 2.
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Scherza coi fanti ma lascia stare i santi…….è quello che avranno pensato i milioni di fan in tutto il mondo del cult horror “Evil Dead” da noi meglio conosciuto come “La casa” quando è stato deciso di mettere in cantiere il remake (anche se adesso si usa il termine reboot). Per di più la scelta di Sam Raimi (regista del primo nonché produttore di questo film) è caduta su un novellino uruguagio Fede Alvarez autore di un corto che lo ha totalmente stregato.
La cosa che colpisce di primo acchitto è il rispetto con cui si pone questa opera, non è la semplice operazione di ricalco innovata con qualche effetto che fa molto cinema 2.0.
Questa casa del 2013 ha una sua personalità, Fede Alvarez riscrive il film mantenendo i punti cardine dell’originale (5 ragazzi in un capanno nel bosco vittime sacrficali, un libro maledetto e una preghiera che libera un demone cattivissimo) ma inserendo un ‘inquietante antefatto e una personale terapia per disintossicarsi dalla droga come pretesto ambientale.
Nella versione originale il basso budget e la sana pazzia di Raimi sfociava in effetti speciali che chiamarli artigianali è un eufemismo e un uso del gore sfrenato giustificava la presenza di un’ironia o meglio un’autoironia che fecero della casa un vero feticcio. Alvarez trasforma tutto questo in una truculenza diretta, prende seriamente il suo compito usando uno splatter diretto ma mai compiaciuto.
Lo spettatore viene violentato da un punto di vista visivo e, forse, l’assenza di un qualcosa che stemperi questi 91 minuti di squartamenti, amputazioni e sangue a ettolitri si rivela l’elemento più debole della catena.
Ad avvalorare la mia tesi c’è anche la consapevolezza da parte di Alvarez che i veri fan sono adesso dei 40enni e di conseguenza tutte le dinamiche caratterizzanti i teen horror di questo periodo sono quasi assenti…….per intenderci nonostante i 5 malcapitati siano giovani non ci troviamo di fronte ai classici bimbiminkia oggetto dello sberleffo dei vari Scary movie, ma attori che riescono a esprimere il proprio malessere esistenziale come dimostra l’interpretazione della protagonista Jane Levy che fa della sua Mia la valida alter-ego al femminile che fu Bruce Campbell (Ash) tanti anni fa.
Ci troviamo comunque di fronte a un prodotto di pregevole fattura con le sue scene che difficilmente dimenticheremo come le amputazioni varie di arti e lingua, che ci ha fatto conoscere un bel talento latino e che fa ben sperare per una nuova linfa dell’horror di nuova generazione.
Voto 7+
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(di lexxx)
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j kudo
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lunedì 3 agosto 2015
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ritorno nella casa dell'orrore
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Questo remake del celebre "Evil Dead" é superbo . Dopo tanti horror di scarso livello , finalmente qualcosa di qualitativamente superiore . Grande pellicola , storia coinvolgente , la prima parte mi ha veramente terrorizzato . Il film scorre senza momenti morti , dall'ingresso nella casa si ha un costante senso di inquietudine fino al manifestarsi del demone . Ottima la regia ,buon cast , magari un pò meno splatter sarebbe stato meglio , ma ciò non influisce su un film in cui si torna a provare quel senso di ansiae angoscia che un horror deve infondere nello spettatore . Promosso
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gloin90
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giovedì 23 maggio 2013
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evil dead da incubo
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Torna al cinema un cult degli anni '80: Evil Dead da noi La Casa. Il regista di questo remake è l'esordiente Fede Alvarez, Uruguaiano; non mancano però gli storici nomi che contraddistinsero la trilogia: Sam Raimi, Bruce Campbell e Robert Tapert (regista e sceneggiatore, protagonista e produttore).
Cinque ragazzi Mia, tossicomane, suo fratello David, la sua fidanzata Natalie, e due loro amici: l'infermiera Olivia e il professore Eric si riuniscono nella casa della famiglia dei primi due per passare qualche giorno in tranquillità e cercare di disintossicare Ma. Le cose non vanno come avevano previsto: i ragazzi trovano una botola nel pavimento che porta ad un seminterrato dove trovano degli oggetti per una specie di rituale e un libro molto strano che contiene informazioni su come riportare in vita i morti; Eric legge alcune insolite parole dal libro è l'inizio dell'incubo per i ragazzi.
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Torna al cinema un cult degli anni '80: Evil Dead da noi La Casa. Il regista di questo remake è l'esordiente Fede Alvarez, Uruguaiano; non mancano però gli storici nomi che contraddistinsero la trilogia: Sam Raimi, Bruce Campbell e Robert Tapert (regista e sceneggiatore, protagonista e produttore).
Cinque ragazzi Mia, tossicomane, suo fratello David, la sua fidanzata Natalie, e due loro amici: l'infermiera Olivia e il professore Eric si riuniscono nella casa della famiglia dei primi due per passare qualche giorno in tranquillità e cercare di disintossicare Ma. Le cose non vanno come avevano previsto: i ragazzi trovano una botola nel pavimento che porta ad un seminterrato dove trovano degli oggetti per una specie di rituale e un libro molto strano che contiene informazioni su come riportare in vita i morti; Eric legge alcune insolite parole dal libro è l'inizio dell'incubo per i ragazzi.
Innanzitutto è necessario specificare che questo non è proprio un remake ma un reboot: in questo caso il film riunisce i primi due lungometraggi della trilogia, The Evil Dead(1981) e Evil Dead II: Dead by Dawn(1987).
Il film quindi ha alcune similitudini e citazioni delle precedenti pellicole che gli amanti del cult horror riconosceranno e apprezzeranno. Dal punto di vista del montaggio è presente la soggettiva e le panoramiche per mostrare il demone che si aggira nel bosco e i raccordi su particolari di gambe o braccia che vengono amputate; in generale un uso sapiente del montaggio per creare suspense in ogni scena fino al colpo di scena (e di accetta) successivo. Anche il comparto sonoro è gestito egregiamente: l'abbinamento suono-immagine è sempre corretto senza storpiature o suoni che non centrano con la scene (la motosega che trancia il braccio, la pelle del braccio che si strappa, le ossa rotte); tutto è reso correttamente grazie anche ad un montaggio sonoro splendido.
Assente la colonna sonora per volere del regista: non ama i film horror che con la tensione musicale anticipano la scena.
Nulla da ridire sulla recitazione sebbene gli attori (come nel primo film) non siano veri e propri professionisti. Bisogna dire però che l'attrice che interpreta Mia riesce a trasmettere al pubblico emozioni forti: angoscia e terrore; un reboot incentrato, sì, su squartamenti e splatter puro ma a differenza del lungometraggio dell'81, i personaggi hanno uno sfondo, personalità, caratteristiche e sentimenti che vengono approfonditi.
Una nota di merito va agli effetti speciali. Sorprendenti in linea con quello che si era visto nell'81 ma con il miglioramento che è avvenuto in questi anni sebbene siano presenti comunque arti posticci, sangue finto e manichini.
Insomma alla fine dei conti Evil Dead è un ottimo horror/splatter che ameranno tutti gli amanti del genere ma non raccomandabile ai deboli di stomaco che con i suoi smembramenti a ritmi serrati potrebbe far distogliere lo sguardo.
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m.raffaele92
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giovedì 17 ottobre 2013
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carenza di idee a servizio del macello
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Che tristezza vedere (toccare) la morte (il decadimento) del cinema horror. Intendiamoci, qualche esemplare eccelso in fatto di remake di recente si è visto (“La maschera di cera”, 2005; “La cosa”, 2011; gli ultimi remake di “Nightmare” e “Amityville Horror” non sono affatto da buttare via, né tantomeno “Le colline hanno gli occhi” di Alexandre Aja).
Ciò che rende questo film fallimentare su più piani è il fatto di aver puntato tutto (ma proprio tutto) sugli effetti splatter, trascurando elementi quali (una qualsivoglia) trama, coerenza narrativa (tanto per fare un esempio, che cos’è che porta i ragazzi ad uccidersi a vicenda? Una possessione o un contagio fisico?), senso della suspense (dominante nel primo, inutile a dirsi), nonché un’ironia efficace e tagliente (anch’essa punto di forza del primo, nonché di tutto il cinema di Raimi).
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Che tristezza vedere (toccare) la morte (il decadimento) del cinema horror. Intendiamoci, qualche esemplare eccelso in fatto di remake di recente si è visto (“La maschera di cera”, 2005; “La cosa”, 2011; gli ultimi remake di “Nightmare” e “Amityville Horror” non sono affatto da buttare via, né tantomeno “Le colline hanno gli occhi” di Alexandre Aja).
Ciò che rende questo film fallimentare su più piani è il fatto di aver puntato tutto (ma proprio tutto) sugli effetti splatter, trascurando elementi quali (una qualsivoglia) trama, coerenza narrativa (tanto per fare un esempio, che cos’è che porta i ragazzi ad uccidersi a vicenda? Una possessione o un contagio fisico?), senso della suspense (dominante nel primo, inutile a dirsi), nonché un’ironia efficace e tagliente (anch’essa punto di forza del primo, nonché di tutto il cinema di Raimi).
Paradossale pensare che siano stati proprio Sam Raimi (che ha ingaggiato/scelto personalmente il regista) e Bruce Campbell (che compare dopo i titoli di coda, regalandoci due secondi da brivido) a produrre la pellicola.
“La casa” di Fede Alvarez (speriamo di non vederlo più all’opera) sfigura soprattutto se paragonato al film dell’81. Ma, al di là di tanto marcio, cosa salvare? Scene truci, truculente, splatter e ultraviolente come di rado si è visto negli ultimi anni: la scena dove una delle ragazze protagoniste si taglia un braccio non si dimentica, così come il mastodontico tripudio di sangue finale.
Il film di Raimi (per l’epoca, ma anche in rapporto a quanto si vede oggi) era altrettanto splatter, ma gli effetti speciali così gustosamente artigianali (roba che oggi non si vede più) erano una prelibatezza.
Si dice che spesso un budget fortemente limitato stimoli la creatività; (troppo) spesso è vero anche il contrario, e questo remake ne è un perfetto esempio.
Manca poi in questo film l’icona dominante che fu Ash/Bruce Campbell, qui sostituita dalla final girl, che ha curiosamente preso piede negli horror degli ultimi anni a scapito del “maschio” (stessa cosa, si pensi, accade ad esempio in “The Hitcher”, 1986, rispetto al remake del 2007; casi isolati o dimostrazioni di una nuova tendenza?).
In definitiva, un film che tutti gli amanti del capolavoro originale non potranno che ripudiare. Ma chi è in cerca di emozioni forti, sangue a profusione e “divertimento” decerebrato resterà pienamente soddisfatto.
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evildevin87
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martedì 15 ottobre 2013
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un buon remake
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L'impresa non era semplice. "La Casa" del 1981 di Sam Raimi ovviamente rimane lì tra i film più importanti e innovativi del genere, e in questo remake ho visto, con discreto gradimento, la non pretesa del regista Fede Alvarez di deturpare l'opera originale e invero di cercare di fare una storia pressochè simile modernizzando il tutto. Scelta che ho apprezzato è il non aver inserito il personaggio di Ash, saggissima mossa visto che il personaggio si ricollega sempre al buon vecchio Bruce Campbell. Anche il movente che spinge i 5 ragazzi ad andare nella casa è diverso, qui si tratta di aiutare la sorella di uno di loro a disintossicarsi e non a fare baldoria in mezzo ad un bosco.
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L'impresa non era semplice. "La Casa" del 1981 di Sam Raimi ovviamente rimane lì tra i film più importanti e innovativi del genere, e in questo remake ho visto, con discreto gradimento, la non pretesa del regista Fede Alvarez di deturpare l'opera originale e invero di cercare di fare una storia pressochè simile modernizzando il tutto. Scelta che ho apprezzato è il non aver inserito il personaggio di Ash, saggissima mossa visto che il personaggio si ricollega sempre al buon vecchio Bruce Campbell. Anche il movente che spinge i 5 ragazzi ad andare nella casa è diverso, qui si tratta di aiutare la sorella di uno di loro a disintossicarsi e non a fare baldoria in mezzo ad un bosco. Certo i punti chiave sono un po' gli stessi, ma il film ha un sapore decisamente diverso. Nel complesso ne viene fuori un film horror/splatter più che buono, che intrattiene e diverte. Una vero e proprio bagno di sangue in cui non mancano le scene vagamente grottesche e i momenti di pura tensione. Più di tre stelle comunque non credo sia il caso di dargliele, rimane pur sempre un remake e, ripeto, il film di Sam Raimi (qui, insieme a Bruce Campbell, in veste di produttore) rimane lassù tra le pietre miliari del genere horror. Un buon inizio quello di Fede Alvarez, vediamo un po' cosa tirerà fuori in futuro.
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