
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Guido Lombardi, Guido Lombardi (II) |
Attori | Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster Gaetano Di Vaio, Gianfranco Gallo, Esther Elisha, Antonio Pennarella, Antonio Buonomo, Alan de Luca, Marco Mario De Notaris, Emanuele Abbate, Marco Amendola, Raffaele Auriemma, Raffaele Carotenuto, Teresa Cerciello, Giordano Corapi, Salvatore Di Tullio, Vincenzo Fabricino, Stefano Ferraro, Massimo Giannicola, Salvatore Lonato, Tiziana Mastropasqua, Carmine Monaco, Salvatore Nappi, Giovanni Petrangolo, Renato Rossi, Vittoria Schisano, Nando Scognamiglio. |
Uscita | giovedì 2 ottobre 2014 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | Microcinema |
MYmonetro | 2,84 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 24 settembre 2018
Cinque napoletani architettano una rapina al caveau di una banca. Ma, quando il piano va storto, si scatena tra loro una feroce guerra al massacro. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, 1 candidatura a Globi d'oro,
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CONSIGLIATO SÌ
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Un giovane idraulico ripara la perdita d'acqua nel caveau di una banca e partorisce l'idea di organizzare proprio lì una clamorosa rapina. Intorno a lui si costituisce la squadra, formata da un gangster depresso, un ricettatore, un pugile suonato e un ex rapinatore che ora fa il fotografo. Ma niente è destinato a funzionare come dovrebbe, e i cinque solisti non riescono ad armonizzarsi come una band.
Take five, che fin dal titolo si ispira al jazz di Dave Brubeck e si sviluppa come una partitura in cui le variazioni contano più della melodia di base, si colloca a metà fra Le iene e I soliti ignoti, mancando però dell'originalità di entrambi.
Opera seconda di Guido Lombardo, che con Là-bas - Educazione criminale nel 2011 vinse il premio Luigi de Laurentiis per la miglior opera prima a Venezia e il premio della Settimana della critica, Take Five riproduce sia i pregi che i difetti del film d'esordio del regista partenopeo: da una parte la capacità di inserirsi senza complessi di inferiorità nell'estetica del cinema internazionale, questa volta ispirandosi al mafia movie, e di lavorare sull'iconografia di genere con un piglio autoriale raramente visto nel cinema italiano contemporaneo. Dall'altra la tendenza a dilungarsi in digressioni che non fanno bene alla compattezza del film, lasciando troppo spazio all'improvvisazione dei pur bravissimi interpreti e ai virtuosismi della sua cinepresa, che indulge in ralenti e in riprese circolari snobbando i campi e controcampi.
Anche la visione priva di glamour della criminalità organizzata non è cinematograficamente nuova, almeno da Gomorra in poi (ed era già ampiamente seminata in capolavori come Quei bravi ragazzi).
Quel che resta notevole è il talento registico di Lombardi, la sua capacità di amministrare l'inquadratura e controllare l'immagine fotografica, anche solo a livello cromatico, e certe intuizioni tragicomiche, come la foto di gruppo della banda di malcapitati.
Siamo convinti che, limitando certi autocompiacimenti, sarà uno dei registi da seguire: lo aspettiamo fiduciosi al prossimo round.