gaiart
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giovedì 14 novembre 2013
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ottimo genio del napoletano : take five and more !
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TAKE FIVE di GUIDO LOMBARDI di Gaia Serena Simionati
Take five, di Guido Lombardi, s’ispira ai cinque minuti di pausa per fumare una sigaretta che i jazzisti non si prendono mai. O al concerto di cinque strumenti che non si ferma mai, come la musica di Dave Brubek, di cui è appassionato. Oppure ad Attento a quei due con l’aggiunta di tre - quei tre su cinque (attori) che sono veramente stati in carcere. Ovvero in tutto cinque malviventi e avanzi di galera che, nel film, cercano di fare una rapina, ma una serie di coincidenze beffarde, che possono esistere solo a Napoli come:
A) il bisogno di rapinare per un trapianto di cuore da due milioni di euro di Salvatore Striano (assoldato per dovere di cronaca dal bravissimo regista ancor prima della partecipazione a Gomorra del 2008).
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TAKE FIVE di GUIDO LOMBARDI di Gaia Serena Simionati
Take five, di Guido Lombardi, s’ispira ai cinque minuti di pausa per fumare una sigaretta che i jazzisti non si prendono mai. O al concerto di cinque strumenti che non si ferma mai, come la musica di Dave Brubek, di cui è appassionato. Oppure ad Attento a quei due con l’aggiunta di tre - quei tre su cinque (attori) che sono veramente stati in carcere. Ovvero in tutto cinque malviventi e avanzi di galera che, nel film, cercano di fare una rapina, ma una serie di coincidenze beffarde, che possono esistere solo a Napoli come:
A) il bisogno di rapinare per un trapianto di cuore da due milioni di euro di Salvatore Striano (assoldato per dovere di cronaca dal bravissimo regista ancor prima della partecipazione a Gomorra del 2008).
B) lo sgorgare improvviso del geniale Scio’men, l’eccezionale Beppe Lanzetta pure nel ruolo del queer, di un’attrazione fisica omosessuale irresistibile per Ruocco.
C) una rottura di un braccio nelle fogne di Napoli, etc etc, tanto da sfociare non solo in una bellissima energia tra i protagonisti, ma anche in battute e scene estremamente divertenti che valgono la solita nomea napoletana- equipollente all’unica genialità italiana.
Gli omaggi a I soliti ignoti, a capolavori come Nodo alla Gola, a Le iene, Rapina a mano armata, non si sprecano, rielaborati in una cosa nuova e assecondati da una sesta protagonista assoluta: la musica della colonna sonora che spazia da un canone di Pachelbel ad arie napoletane perfette.
In realtà, l’origine e il vero omaggio Lombardi lo fa a The big Kahuna, una commedia/film che Lombardi riprende dando lo stesso impianto teatrale e scegliendo forzatamente di girare, (a causa anche di un low budget e sei brevi settimane di riprese) solo nello studio fotografico di Sasà, per provare in laboratorio prima ed essere perfetti sul set poi. Con questo, aggiungendo estro e improvvisazione della cultura napoletana, ottimo cast, naturalezza della recitazione, attenzione ai minimi dettagli, fantasia della storia, ne esce una ricetta vincente, Nu babbà, ormai il quarto della produzione di Rai cinema nei 4 film italiani presenti a Roma Film Festival. Ancora una volta e non si sa più come dimostrarlo in Italia, non è certo il denaro a creare grandezza e risultati eccellenti. Deo gratia!
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cinemaciak
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sabato 11 ottobre 2014
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in take five, il pezzo forte sono gli attori...
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Guido Lombardi è un regista vero, in questo film ha il senso del jazz, è rapsodico e sincopato. Lasciamo stare gli accostamenti le citazioni per far vedere che si è bravi, Tarantino ecc ecc…
Questo è un film su una Napoli a metà, che ha il suo pezzo forte, e sono gli attori, sono cinque bravissimi: Ruocco, Striano, ma anche Lanzetta, Di Vaio, Paternoster. Ma non è che fanno se stessi, loro lavorano nella dimensione di una Napoli a metà, tra il sogno la velleità e la disfatta. E secondo me in questo film anche se ha qualche difetto di struttura, qualche incastro che cigola, secondo me questo senso si sente, ed è importante che un film napoletano non faccia semplicemente propaganda o demagogia.
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Guido Lombardi è un regista vero, in questo film ha il senso del jazz, è rapsodico e sincopato. Lasciamo stare gli accostamenti le citazioni per far vedere che si è bravi, Tarantino ecc ecc…
Questo è un film su una Napoli a metà, che ha il suo pezzo forte, e sono gli attori, sono cinque bravissimi: Ruocco, Striano, ma anche Lanzetta, Di Vaio, Paternoster. Ma non è che fanno se stessi, loro lavorano nella dimensione di una Napoli a metà, tra il sogno la velleità e la disfatta. E secondo me in questo film anche se ha qualche difetto di struttura, qualche incastro che cigola, secondo me questo senso si sente, ed è importante che un film napoletano non faccia semplicemente propaganda o demagogia.
Dal programma Cinematografo su Rai uno,
la Recensione di Valerio Caprara
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veritasxxx
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lunedì 20 ottobre 2014
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jazz napoletano
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L'ennesimo film italiano con protagonista una combriccola di malfattori vede protagonisti alcuni attori recuperati dalle carceri che hanno imparato lì il mestiere per darsi una seconda chance di vita. Altri hanno già partecipato a film noti come Gomorra e L'amore molesto, ma in questa occasione abbiamo a che fare con la quintessenza della napoletanità, i cui dialoghi sono opportunamente sottotitolati come per ogni buona lingua straniera che si rispetti.
La trama è semplice ma piena di colpi di scena: cinque ladri organizzano il solito furto scavando un buco attraverso il muro di una banca, ma non tutto va come previsto e finisce in tragedia come era prevedibile vista la poca professionalità dei componenti della banda.
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L'ennesimo film italiano con protagonista una combriccola di malfattori vede protagonisti alcuni attori recuperati dalle carceri che hanno imparato lì il mestiere per darsi una seconda chance di vita. Altri hanno già partecipato a film noti come Gomorra e L'amore molesto, ma in questa occasione abbiamo a che fare con la quintessenza della napoletanità, i cui dialoghi sono opportunamente sottotitolati come per ogni buona lingua straniera che si rispetti.
La trama è semplice ma piena di colpi di scena: cinque ladri organizzano il solito furto scavando un buco attraverso il muro di una banca, ma non tutto va come previsto e finisce in tragedia come era prevedibile vista la poca professionalità dei componenti della banda. Nel complesso il film si lascia guardare, anche se il primo tempo si trascina lento autocompiacendosi un po' troppo neanche ci fosse Eduardo in persona davanti alla cinepresa. Nella seconda parte il ritmo diventa più incalzante con vari flashbacks che spiegano i retroscena inediti delle motivazioni dei personaggi coinvolti nella rapina, incluso un inaspettato coming out omosessuale del più temibile del gruppo, che concluderà la sua esistenza con un colpo in testa dopo avere giustiziato l'oggetto del desiderio che lo ha umiliato, in perfetto stile da sceneggiata napoletana.
La cosa più positiva del film sono le musiche originali di Giordano Corapi, che ispirandosi al jazz del brubeckiano "take five" appunto, ci accompagna verso la conclusione drammatica della storia con una serie di grooves davvero accattivanti.
Si sa che la seconda prova è sempre la più difficile per un artista; il regista Guido Lombardi non delude e fornisce una buona prova di noir napoletano dei nostri tempi, che convince pur non entusiasmando particolarmente, forse anche complice la competizione di troppi film sullo stesso tema usciti in sala in questi ultimi tempi.
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cinematta
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venerdì 3 ottobre 2014
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finalmente un nuovo cinema italiano!
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Take5 è proprio un bel film. Una trama movimentata apre il sipario su una gang semi-credibile di rapinatori e si snoda con colpi di scena che svelano psicologie sempre più complesse e un realismo affilato, mai noioso . Scene di quotidiana e grottesca malavita interpretate da attori ex detenuti, con un'intensità che colpisce nel segno.
Grande fotografia, splendida colonna sonora originale, azzeccate le citazioni ai maestri del genere realista, thriller poliziesco e "pulp fiction". Finalmente un cinema italiano nuovo si fa avanti. Consigliatissimo.
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flyanto
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mercoledì 15 ottobre 2014
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dall'organizzazione di un colpo all'eliminazione t
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Film in cui si racconta di un gruppo di cinque piccoli delinquenti che si riuniscono al fine di organizzare una rapina presso una grossa banca locale. Una volta attuata la rapina la situazione in generale precipita ponendo ciascun esponente del gruppo l'uno contro l'altro finchè, quasi in modo farsesco, si elimineranno tutti in maniera definitiva.
Questa pellicola del regista partenopeo Guido Lombardo, ambientata nella malavita locale, trattando il tema dell'organizzazione e della preparazione di un grosso colpo vuole rifarsi al precedente film di Mario Monicelli "I Soliti Ignoti" ma ovviamente, per quanto piacevole a vedersi, non raggiunge affatto l'alto livello dell'opera del grande maestro in quanto è priva della sua originalità, del suo andamento, nonchè della sua sottile ironia.
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Film in cui si racconta di un gruppo di cinque piccoli delinquenti che si riuniscono al fine di organizzare una rapina presso una grossa banca locale. Una volta attuata la rapina la situazione in generale precipita ponendo ciascun esponente del gruppo l'uno contro l'altro finchè, quasi in modo farsesco, si elimineranno tutti in maniera definitiva.
Questa pellicola del regista partenopeo Guido Lombardo, ambientata nella malavita locale, trattando il tema dell'organizzazione e della preparazione di un grosso colpo vuole rifarsi al precedente film di Mario Monicelli "I Soliti Ignoti" ma ovviamente, per quanto piacevole a vedersi, non raggiunge affatto l'alto livello dell'opera del grande maestro in quanto è priva della sua originalità, del suo andamento, nonchè della sua sottile ironia. Per quanto lodevoli nella propria performance di attori non professionisti, i protagonisti non sono certamente all'altezza dei grandi nomi presenti nel film di Monicelli, (basti pensare, per esempio, a Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò, per citarne solo tre), ed anche questo elemento compromette ovviamente abbastanza la riuscita piena della pellicola in sè.
Insomma, piuttosto intrigante ma nulla di più.
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