lorenzodv
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mercoledì 21 agosto 2019
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l'hanno imbrogliata ed ora lei lo sa
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Qualcuno ha visto un film sulla prostituzione, io ho visto una disobbedienza civile degna di Martin Luther King.
Isabelle ha 17 anni e finalmente ha il suo primo rapporto sessuale e scopre che è una cosa normale, come tante. Sarebbe sbagliato affermare che non le è piaciuto, è delusa dalle aspettative, non è stato proprio un momento importante della vita, però l'ha atteso 17 anni. Per capire se sono tanti o pochi non bisogna pensare a quando si avevano 17 anni, bisogna pensare a 17 anni di reclusione, di ammortamento del mutuo, di attesa per cambiare la macchina; 17 anni!
Per chi ha 17 anni, sono tutta la vita.
Isabelle non ama il lusso, non vuole nulla di speciale, vuole decidere, scegliere.
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Qualcuno ha visto un film sulla prostituzione, io ho visto una disobbedienza civile degna di Martin Luther King.
Isabelle ha 17 anni e finalmente ha il suo primo rapporto sessuale e scopre che è una cosa normale, come tante. Sarebbe sbagliato affermare che non le è piaciuto, è delusa dalle aspettative, non è stato proprio un momento importante della vita, però l'ha atteso 17 anni. Per capire se sono tanti o pochi non bisogna pensare a quando si avevano 17 anni, bisogna pensare a 17 anni di reclusione, di ammortamento del mutuo, di attesa per cambiare la macchina; 17 anni!
Per chi ha 17 anni, sono tutta la vita.
Isabelle non ama il lusso, non vuole nulla di speciale, vuole decidere, scegliere. Mette annunci su internet e si prostituisce.
Isabelle è serena. Freud ha spiegato come curare le nevrosi ma non si sa come farle venire. Nessuno attorno a lei le spiega perché non avrebbe dovuto farlo ma lei lo capisce da sè. Le regole servono per dare sicurezza, Isabelle è fuori controllo, è pericolosa.Il controllo diventa l'elemento dominante ed Isabelle è in fondo abile ad assecondarlo ed evitare conseguenze estreme, sa di essere minorenne e come tale assoggettata, resta un mistero che il nome "prostituzione" sia riservato all'altra condizione.
E' un film bello, bellezza ed eleganza ne riempiono le scene e rendono accettabile il dramma. Si può vivere senza vederlo ma è un sacrificio inutile.
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totybottalla
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giovedì 27 luglio 2017
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tutto il vuoto che c'è...!
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Buon affresco di Ozon che inquadra il vuoto dell'adolescenza senza quasi speranza, un bivio nel quale se sei bella come Isabelle ti prostituisci se non lo sei ti rifugi nel cibo peggiorando le cose che possono diventare letali in caso di droghe o altre illusioni, tutto questo delirio in un contesto invisibile e apparentemente normale raccontato in un film che diventa assordante nelle scene con pochi dialoghi, ma il lavoro di fattura francese evidenzia di riflesso la perversione imbarazzante di uomini di mezza e fine età, complici e protagonisti di tutto il vuoto che c'è! Saluti.
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eleonora panzeri
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sabato 24 ottobre 2015
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senza amore
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Una giovane e bellissima ragazza con un’innaturale apatia per la vita, per i sentimenti e per le emozioni. Una pellicola che tratta in maniera cruda e profonda la tematica delle baby squillo, senza trascurare gli aspetti psicologici dei vari attori partecipi alla vicenda. La vita di Leà viene presentata così com’è, senza fronzoli, nella sua amara ed annoiata crudezza. Il film è molto ben realizzato e trovo di forte impatto le splendide inquadrature al volto angelico dell’attrice protagonista, che stridono con il suo vuoto interiore e le situazioni squallide di cui è protagonista.
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Una giovane e bellissima ragazza con un’innaturale apatia per la vita, per i sentimenti e per le emozioni. Una pellicola che tratta in maniera cruda e profonda la tematica delle baby squillo, senza trascurare gli aspetti psicologici dei vari attori partecipi alla vicenda. La vita di Leà viene presentata così com’è, senza fronzoli, nella sua amara ed annoiata crudezza. Il film è molto ben realizzato e trovo di forte impatto le splendide inquadrature al volto angelico dell’attrice protagonista, che stridono con il suo vuoto interiore e le situazioni squallide di cui è protagonista. Un’apatia talmente profonda da essere spaventosa e difficile da comprendere. Non vi è nulla di apparentemente sbagliato e disfunzionale nella famiglia della protagonista, che tuttavia è portata a fuggire l’amore romantico ed appassionato tipico della sua età, per relazioni vuote e sterili. Non mi sento di dare un giudizio morale, se non che la psiche umana è spesso più contratta e perversa di quello che vorremmo.
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dario
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venerdì 7 agosto 2015
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superbo
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Molto lodevole la decisione di rispettare i personaggi. Il regista, qui ottimo, non fa morali se non indirettamente, con raffinatezza e sottile tenerezza per le vicende umane. Assiste e commenta fra sè e sè con notevole sensibilità. Tutto avviene sul corpo di vittime quasi ignare. La realtà è una gigantesca confusione, un intrecciarsi di ruoli che l'umanità sopporta con un misurato e innocuo stupore. Vale la materia, lo spirito è muto, ma non del tutto. L'indulgenza, dunque, è dovuta. Ottimi gli attori, su tutti un'inquietanteVacht, specchio delle nostre deficienze.
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(di luanaa)
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fabio1957
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giovedì 26 febbraio 2015
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incompleto
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L'analisi introspettiva di questa giovane adoloscente prestata, si spera provvisoriamente, al perduto mondo della prostituzione,è il tema del film.Tuttavia la sensazione che si prova alla fine della storia è di qualcosa di incompiuto.Lusinghiero il tentativo di sondare l'animo umano e cercare motivazioni a scelta cosi estrema,ma la sceneggiatura sembra non riuscire o non volere andare fino in fondo, nello scrutare una psiche così contorta,l'interpretazione della protagonista è asciutta, essenziale, credibile, ma restano tanti interrogativi.
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luanaa
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domenica 27 aprile 2014
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il solito ozon
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Buona la fotografia ma montaggio non fluido. I soliti difetti del cinema di Ozon sempre molto piatto e prosaico e che non ha quasi nulla dell'aura francese ..ma che sa sempre trovare una scena clou intorno alla quale girare il tutto..ma in questo caso la scena, per quanto commovente rimane enigmatica e appena abbozzata con un finale in cui appare la solita...va detto..Rampling.. piuttosto penoso e ridicolo.Sfruttatissimo e tutto giocato sui primi piani del volto della giovane attrice..un misto tra Laeticia Casta e Nastassia Kinski.Ozon,un regista che in Francia manco se lo filano ma che piace alla critica italiana.Un film povero..allusivo..ma sostanzialmente molto scarso.
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kondor17
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lunedì 21 aprile 2014
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inutile ma guardabile
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Molto bravi i ragazzi, ma poco altro. Non si capisce cosa voglia dire (o istigare) lo sceneggiatore, il regista, dal momento che l'aspetto "intimo" della cosa, i motivi che spingono o che stanno dietro alla scelta di Lea e le loro fatali conseguenze, sono appena accennati e in maniera superficiale. Resta la cronaca di una bella diciassettenne, disinibita e curiosa, che via via si perde per strada, nella rinuncia dei valori e delle virtù, prima, nella prostituzione poi. In una sorta di cinico annullamento di ogni emozione, quindi, trascina con sè chiunque le si pari davanti e come provocatoria macchina del peccato, spinge sempre più avanti il limite del pudore e della trasgressione, destinato a cadere sotto i suoi colpi di precisione chirurgica.
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Molto bravi i ragazzi, ma poco altro. Non si capisce cosa voglia dire (o istigare) lo sceneggiatore, il regista, dal momento che l'aspetto "intimo" della cosa, i motivi che spingono o che stanno dietro alla scelta di Lea e le loro fatali conseguenze, sono appena accennati e in maniera superficiale. Resta la cronaca di una bella diciassettenne, disinibita e curiosa, che via via si perde per strada, nella rinuncia dei valori e delle virtù, prima, nella prostituzione poi. In una sorta di cinico annullamento di ogni emozione, quindi, trascina con sè chiunque le si pari davanti e come provocatoria macchina del peccato, spinge sempre più avanti il limite del pudore e della trasgressione, destinato a cadere sotto i suoi colpi di precisione chirurgica. Storia già vista nella realtà troppo spesso, per essere trattata in tal modo.
E' uno dei pericoli maggiori per le nostre figlie adolescenti di oggi; basta aprire un giornale o semplicemente guardarsi intorno. In questo film, speravo in una luce, in uno studio, invece mi sono trovato di fronte alla cronada di un rischio che già conosco, al quale non solo non viene data nessuna risposta, ma non viene neanche tentato di farlo.
Film beninteso ben confezionato e nel complesso ben recitato (Ozon è un ottimo regista), ma deludente e vacuo. 5/6
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akyro
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venerdì 11 aprile 2014
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gatta morta parigina
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ozon non doveva essere il nuovo astro del cinema francese, e invece... la butta sul sesso adolescente e non ne cava niente, se non qualche psicologismo d'accatto
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pb80pb80
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domenica 23 febbraio 2014
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induzione alla prostituzione
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Si fa un gran parlare in questo periodo di Baby squillo e ragazze doccia. Qualcuno non manca di puntare il dito contro il Pop Porn alla Miley Cyrus dicendo che inclulca valori "depravati" nelle nostre adolescenti. Magari sono gli stessi che vanno in visibilio per questo film "raffinato". Purtroppo per loro, confondono la disinibizione sessuale, anche estrema e provocatoria, con la prostituzione. Dimenticandosi che la disinibizione sessuale non necessariamente presuppone la vendita del proprio corpo adolescenziale a vecchi bavosi per comperarsi una borsetta Gucci: la disinibizione sessuale, può essere tanto valida in una coppia sposata di ultrasessantenni o in due adolescenti che vogliono "giocare" per il proprio piacere.
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Si fa un gran parlare in questo periodo di Baby squillo e ragazze doccia. Qualcuno non manca di puntare il dito contro il Pop Porn alla Miley Cyrus dicendo che inclulca valori "depravati" nelle nostre adolescenti. Magari sono gli stessi che vanno in visibilio per questo film "raffinato". Purtroppo per loro, confondono la disinibizione sessuale, anche estrema e provocatoria, con la prostituzione. Dimenticandosi che la disinibizione sessuale non necessariamente presuppone la vendita del proprio corpo adolescenziale a vecchi bavosi per comperarsi una borsetta Gucci: la disinibizione sessuale, può essere tanto valida in una coppia sposata di ultrasessantenni o in due adolescenti che vogliono "giocare" per il proprio piacere. Promuovere la disinibizione sessuale è un sacrosanto dovere di qualsiasi operatore culturale responsabile in una società aperta, senza per forza dover scomodare Freud, Adorno, o in (in senso negativo) il buon Haneke che quando c'è una ferita, invece di risanarla, gira il coltello nella piaga. Purtroppo per loro, invece, questo filmetto patinato è completamentte diverso: qua si esalta in modo diretto, malizioso e ammiccante una *******. Dimostrazioni? Le orrende scene di sesso softcore patinate (il porno per "intellettuali"), l'indugiare sulla "bellezza" adolscenziale dell'attrice. Passare con una nonchalance morale inquietante sul fatto che questa ragazzina antipatica e viziata non si degna nemmeno di chiamare (anonimamente) il pronto soccorso per quel pover uomo che le muore tra le gambe. Roba da condanna per omicidio colposo, o quanto meno per omissione di soccorso. Se non vogliamo condannarla senza riserve, almeno facciamoglielo dire da qualcuno, come si sarebbe dovuta comportare. Invece tutti che si accalcano a dire che lei è una "vittima". Complimenti! Questo sì, che è educare gli adolescenti! E, last but not least, l'ultima geniale trovata. La donna bella e "borghese" che confessa:"Mi sarei venduta anche io, se solo avessi avuto il coraggio". La prostituzione come ultima thule dell'emancipazione femminile dal "conformismo borghese", una ******* viziatella promossa al rango di moderna Madame Bovary, da prendere come esempio per tutti. Questa è la dimostrazione lampante che il degrado morale dei giovani e della nostra società non va di certo imputato a Miley Cyrus o al Pop-porn, ma alla putrida classe "intellettuale" che infesta il mondo "accademico", che con i suoi rituali assurdi e fine a se stessi ha dimenticato il suo principale compito: essere una guida MORALE per le giovani generazioni. Questo mette le basi per tutte le prostituzioni: dalla "raccomandazione" alla "baronia", fino a quei "professori" che si portano veramente a letto le proprie allieve per un esame. In un mondo senza merito, prostituirsi (in senso lato) è l'unica opzione per andare avanti. Prendiamocela con la scuola, e con la finta "cultura" di questi filmetti di serie C. E cominciamo a dire, senza finti moralismi, che una ******* NON E' il "mistero dell'adolscenza".
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gianleo67
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domenica 26 gennaio 2014
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una lolita...secondo ozon
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Dopo l'Estate del suo diciassettesimo compleanno e la sua deludente iniziazione sessuale, la giovane e tormentata Isabelle ritorna al suo consueto menage domestico ed alla sua vita di studentessa con una mutata consapevolezza del suo corpo e dei rapporti con l'altro sesso. Iniziando a prostituirsi, un pò per noia e un pò per soldi, nell'appartata freddezza di anonime stanze d'albergo, provoca involontariamente la morte di un anziano cliente cardiopatico, venendo così scoperta dalla polizia e dalla sua famiglia che cerca con difficoltà di comprenderne disagi e motivazioni. Finale sospeso.
Nella consueta dialettica di un'ambiguità psicologica sempre incerta tra volontà e fatalismo, tra pulsioni istintive e rigidità delle convenzioni (e dei ruoli) sociali, tra la complessità della natura umana e l'ipocrisia della cultura borghese, Ozon indaga lo smarrimento di una generazione incapace di elaborare il senso etico delle relazioni sociali, afflitta da una drammatica scissione tra emotività e sessualità, votata con spregiudicata indolenza a sperimentare un personale percorso di conoscenza e formazione (sentimentale, sessuale, umana).
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Dopo l'Estate del suo diciassettesimo compleanno e la sua deludente iniziazione sessuale, la giovane e tormentata Isabelle ritorna al suo consueto menage domestico ed alla sua vita di studentessa con una mutata consapevolezza del suo corpo e dei rapporti con l'altro sesso. Iniziando a prostituirsi, un pò per noia e un pò per soldi, nell'appartata freddezza di anonime stanze d'albergo, provoca involontariamente la morte di un anziano cliente cardiopatico, venendo così scoperta dalla polizia e dalla sua famiglia che cerca con difficoltà di comprenderne disagi e motivazioni. Finale sospeso.
Nella consueta dialettica di un'ambiguità psicologica sempre incerta tra volontà e fatalismo, tra pulsioni istintive e rigidità delle convenzioni (e dei ruoli) sociali, tra la complessità della natura umana e l'ipocrisia della cultura borghese, Ozon indaga lo smarrimento di una generazione incapace di elaborare il senso etico delle relazioni sociali, afflitta da una drammatica scissione tra emotività e sessualità, votata con spregiudicata indolenza a sperimentare un personale percorso di conoscenza e formazione (sentimentale, sessuale, umana). Aderendo in modo programmatico ad una tesi sociale che frequenta da vicino recenti fatti di cronaca e scandendo la rigida cronologia di una formazione sentimentale 'degenere' (l'Estate della verginità perduta, l'Autunno di una difficile elaborazione emotiva, L'Inverno di una progressiva discesa agli inferi, La Primavera di una apparente rinascita adolescenziale), l'autore sembra tuttavia smarrire i codici personali di un cinema da sempre ondivago e subliminale per approdare invece alle banali cronache di una Lolita dei nostri giorni e recuperando, di quando in quando, il senso di una progressione drammatica tra curiosità e autodistruzione, tra le lusinghe di una volontà di dominio e l'affiorare del senso di colpa, seguendo quasi gli scarti di una sceneggiatura e di un montaggio incoerenti e disomogenei, incapaci di far dialogare personaggi e situazioni al di fuori della consueta matrice onirico-simbolica di altre opere più riuscite. Resta tuttavia un senso di profondo straniamento di fronte al corpo sinuoso ed elegante della splendida e giovanissima Marine Vacth che si agita e si dimena con generosa voluttà alla disperata ricerca di una propria identità nello squallore di una prezzolata ginnastica del desiderio maschile, tra corpi decadenti e inveterate umiliazioni, sempre consapevole del proprio ruolo di consumata attrice dei sensi. Fuori tema ed oltre tempo massimo la comparsata finale della Rampling peraltro,nonostante l'età, attrice feticcio del regista francese. Fosse altro cinema avremmo titolato 'Le calde voglie di un'adolescente inquieta' e non ci avremmo pensato più. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2013, semina poco e raccoglie ancora meno.
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