themaster
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giovedì 31 luglio 2014
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ottimo,ottimo,ottimo grande russel!!!
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David O.Russel è un regista e un autore che io apprezzo abbestia perché è uno dei pochi registi in America che riesce a sfruttare un genere mediocre come la commedia romantica e tirarci fuori qualcosa di ottimo quasi sempre,tra i suoi lavori ho apprezzato più di tutti,il buono Three Kings,che tra tutti i film ambientati in una guerra con protagonisti i marines americani,mi è sembrato il meno fascista e l'unico veramente geniale,con un'ironia veramente sottile e raffinata,un film divertentissimo che ribaltava i canoni del film di guera statunitense. Quando ho scoperto che Silver Linings Playbook era stato candidato agli Oscar mi è venuta subito tanta paura in quanto da qualche anno a questa parte questi ambiti premi non sono più sinonimo di meritocrazia ma di favoritismi a chi lecca un pochino il deretano alla Academy,Il Lato Positivo non è da meno,è stato infatti confezionato per vincere il premietto,cosa che alla fine non è accaduta fortunatamente,però,fatta questa premessa,non si può dire che questa non sia un ottima pellicola,non meritevole certo dell'oscar ma un ottimo film di intrattenimento,che diverte e commuove senza annoiare mai.
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David O.Russel è un regista e un autore che io apprezzo abbestia perché è uno dei pochi registi in America che riesce a sfruttare un genere mediocre come la commedia romantica e tirarci fuori qualcosa di ottimo quasi sempre,tra i suoi lavori ho apprezzato più di tutti,il buono Three Kings,che tra tutti i film ambientati in una guerra con protagonisti i marines americani,mi è sembrato il meno fascista e l'unico veramente geniale,con un'ironia veramente sottile e raffinata,un film divertentissimo che ribaltava i canoni del film di guera statunitense. Quando ho scoperto che Silver Linings Playbook era stato candidato agli Oscar mi è venuta subito tanta paura in quanto da qualche anno a questa parte questi ambiti premi non sono più sinonimo di meritocrazia ma di favoritismi a chi lecca un pochino il deretano alla Academy,Il Lato Positivo non è da meno,è stato infatti confezionato per vincere il premietto,cosa che alla fine non è accaduta fortunatamente,però,fatta questa premessa,non si può dire che questa non sia un ottima pellicola,non meritevole certo dell'oscar ma un ottimo film di intrattenimento,che diverte e commuove senza annoiare mai. Si capisce che O.Russel con la macchina da presa ci sa fare e lo capiamo da carrellate,primi piani,momenti veramente movimentati,una regia che non vediamo spesso in commedie romantiche,uno stile che si adatterebbe benissimo a un poliziesco,o a un giallo,o a un film d'azione,una regia che tallona i personaggi e ci fa affezionare a loro il che per un film di questo tipo è già tanto,poi abbiamo una fotografia a mio parere splendida e degli attori quasi tutti da oscar a parte forse quella che lo ha preso ovvero Jennifer Lawrence che avrebbe dovuto vincerlo per American Hustle in cui è stata più brava ancora. La sceneggiatura è ben scritta anche se qui si nota la natura "di comodo" del film,ovvero abbiamo personaggi sulla carta interessanti e pungenti come Tiffany (Lawrence) o Pat (Cooper) che però alla fine non lo sono davvero,il film poteva essere uno spaccato cattivissimo della realtà non solo della provincia americana,fatta di gente zuccona e fascista che non ammette le persone un pò diverse,ma anche della sanità,si poteva fare un discorso sull'abuso di potere,sulla falsità dell'essere umano e nel complesso poteva essere un film veramente politicamente scorretto,mentre invece alla fine il tutto viene riportato ad una visione edonistica,ovvero,tutti hanno quello che vogliono,tutti bravi,tutti buoni,anche le peggio m###e,io mi immagino cosa sarebbe successo se avessero messo un film del genere nelle mani di un genio come Seth Rogen,agli oscar non sarebbe stato nemmen nominato,però avrebbe tirato fuori un qualcosa di sicuramente più cattivo e geniale ma probabilmente qualcosa di meno bello a livello tecnico,anche se quest'ultimo in certi film come questo può anche passare in secondo piano. Questo suo essere lecchino è uno dei difetti principali del David O.Russel degli utimi anni. Nel complesso però i personaggi funzionano e sono affascinanti,in primis Tiffany ( Lawrence) e poi anche Pat,suo padre (Robert De Niro) e anche tutti gli altri. Una cosa che secondo me è un punto in più al film è SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER la scena di ballo finale con Pat e Tiffany,giocato di campi e controcampi,movimenti di macchina veramente spettacolari,una scena che tutti questi mediocri che girano Step Up e quelle altre pezzentate,dovrebbero guardare e riguardare,per capire come si muove la macchina da presa. In sintesi Silver Linings Playbook è un film che sprizza positività da tutti i pori,una commedia che veramente riesce a divertire a commuovere e a tirarti su il morale quando sei triste,tuttavia è anche un film che fa dell'edonismo,della ricerca del piacere e del beneficio personale,il proprio punto cardine e questo non è mai un bene. Un ottima pellicola comunque,bravo Russelone.
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[+] edonismo come punto cardine?
(di clerk)
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darkovic
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lunedì 14 settembre 2015
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superficiale ma comico
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Magnifica interpretazione della bravissima Jennifer Lawrence , e di un De Niro , esilarante ,,buona sceneggiatura ,ma mi sembra che il film abbia la grossa pecca di trattare il problema della malattia mentale all'interno della famiglia ,in modo un po' troppo superficiale .
E' vero che e' una commedia ma che sfocia,secondo me , troppe volte nel comico demenziale
Comunque ha dei concetti validi sull'importanza ,nella malattia mentale, di un obbiettivo da raggiungere che porti alla guarigione,
Bradley Cooper non mi e' mai sembrato adatto,poco credibile nell'interpretazione ,molto poco espressivo in generale,se non in poche scene .
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Magnifica interpretazione della bravissima Jennifer Lawrence , e di un De Niro , esilarante ,,buona sceneggiatura ,ma mi sembra che il film abbia la grossa pecca di trattare il problema della malattia mentale all'interno della famiglia ,in modo un po' troppo superficiale .
E' vero che e' una commedia ma che sfocia,secondo me , troppe volte nel comico demenziale
Comunque ha dei concetti validi sull'importanza ,nella malattia mentale, di un obbiettivo da raggiungere che porti alla guarigione,
Bradley Cooper non mi e' mai sembrato adatto,poco credibile nell'interpretazione ,molto poco espressivo in generale,se non in poche scene .
Certo la bravura dell'attrice protagonista,fa decollare il tutto e tiene a galla il film ,i dialoghi esilaranti e un cast comunque di rispetto fano si' che il pacchetto sia bello,ma il regalo si dimentichi in fretta
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giorpost
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venerdì 2 ottobre 2015
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il fragile equilibrio tra follia e disciplina
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Se abbiamo voglia di vedere un bel film ma siamo indecisi se buttarci sul dramma piuttosto che nella commedia, allora non si può perdere questo "folle" Il lato positivo (USA, 2012), raffinatamente diretto da David O. Russel ed interpretato da un gagliardo e frizzante Bradley Cooper, ottimamente coadiuvato da una dark Jennifer Lawrence e da un istrionico e godibilissimo Robert De Niro.
Siamo nel sobborgo operaio di Filadelfia, dove migliaia di villette prefabbricate a schiera dominano il paesaggio; Pat è appena uscito da una casa di cura psichiatrica presso cui ha trascorso, in stato detentivo, gli ultimi 8 mesi in quanto affetto da stress post-traumatico sfociato in sindrome del bipolarismo, un delirio scatenatosi dopo aver scoperto sua moglie Nikki intenta a tradirlo con un collega professore universitario.
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Se abbiamo voglia di vedere un bel film ma siamo indecisi se buttarci sul dramma piuttosto che nella commedia, allora non si può perdere questo "folle" Il lato positivo (USA, 2012), raffinatamente diretto da David O. Russel ed interpretato da un gagliardo e frizzante Bradley Cooper, ottimamente coadiuvato da una dark Jennifer Lawrence e da un istrionico e godibilissimo Robert De Niro.
Siamo nel sobborgo operaio di Filadelfia, dove migliaia di villette prefabbricate a schiera dominano il paesaggio; Pat è appena uscito da una casa di cura psichiatrica presso cui ha trascorso, in stato detentivo, gli ultimi 8 mesi in quanto affetto da stress post-traumatico sfociato in sindrome del bipolarismo, un delirio scatenatosi dopo aver scoperto sua moglie Nikki intenta a tradirlo con un collega professore universitario. Senza più casa nè lavoro, torna dai genitori ed inizia una lenta ricerca di quell' equilibrio perduto, aiutato da uno psichiatra che crede in lui (simpatica macchietta interpretata dall' indiano Kher) ma che lo obbliga ad affrontare a viso aperto i suoi demoni, rappresentati soprattutto da una canzone che, quando ascoltata, gli provoca reazioni violente in quanto emblema della storia con sua moglie, oltre che imporgli di cercare il lato positivo delle cose e di essere sempre ottimista anche nelle situazioni limite. Decidendo di seguire le direttive, decide tuttavia di riconquistare sua mogie iniziando a fare tutte quelle attività che lei cercò di inculcargli senza successo, come leggere libri o tenersi in forma. Tra restrizioni giudiziarie, una mamma apprensiva (ma dolcissima) e un papà più impegnato a fare scommesse e ad utilizzare il figlio come amuleto per le vittorie degli Eagles che a fare il genitore, Pat conosce Tiffany, procace vedova attratta da uomini problematici e cognata del suo miglior amico: l' avvenente donna si affeziona subito al protagonista restando colpita anche dal fatto che questi rifiuta di fare sesso con lei. Sarà un' amicizia pazzerella, la loro, che porterà ad un patto: lei lo "aiuterà" a riconquistare Nikki consegnandole una lettera da lui scritta, mentre Pat dovrà farle da accompagnatore ad un' ambita gara di ballo locale, che provocherà una svolta nelle vite di tutte le persone vicine a Pat e che vedrà, oltretutto, un inaspettato e sensuale duetto danzante tra i due attori che richiama, con tinte diverse, quelli visti tra la Thurman e Travolta in Pulp Fiction e Be cool (è un caso che i produttori siano i fratelli Weinstein?).
Il bello di quest' opera, fresca e piena di spunti, è che non risulta mai banale nè inutilmente provocatoria e non costruita a tavolino (anche se ispirata ad un' opera letteraria) mostrandosi, anzi, come qualcosa di spontaneo e non ricercato. In un fragile equlibrio che si dipana tra follia ed auto-disciplina, in questo dramma che è anche un pò commedia, a soprendermi maggiormente è stato non la vincitrice dell' oscar ma l' eclettico attore di origini napoletane Bradley Cooper, che in questo ruolo sfoggia una purezza inaspettata ed una facilità di presa che lo colloca tra i migliori della sua generazione. Inoltre è da lodare e sottolineare la verve comica, impregnata di sensibilità, del suo papà artistico De Niro (già 2 film insieme), sempre più immerso in ruoli simili ma che, in questo caso, tra duetti spassosi con il giovane vicino invadente e col socio allibratore Randy, diverte ed emoziona. Già detto del regista di The fighter, mi preme chiudere dicendo che se il Cinema rappresenta la settima arte, in questa pellicola manca solo un bel quadro, perchè tra balli, musiche, libri e drammi che sfociano in commedia, c'è praticamente tutto quello che troviamo nel quotidiano delle nostre vite.
Voto: 9
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stefano capasso
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mercoledì 13 aprile 2016
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quando i "matti" possono salvarsi
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All’uscita dell’ospedale psichiatrico dove ha ricevuto la diagnosi di disturbo bipolare, Pat, giovane di Filadelfia, ha solo un obiettivo in testa: riconquistare l’amore della moglie che lo aveva tradito e alla quale non può avvicinarsi per via di un divieto imposto dal giudice. E’ difficile fare i conti con il pregiudizio della gente che lo ha etichettato come malato, in un mondo dove è anche difficile stabilire il vero confine tra normalità e follia.
Incontra Tiffany, giovane vedova, anche lei con disturbi psichiatrici, e con lei stabilisce un legame finalizzato alla partecipazione di una gara di ballo.
Un film coinvolgente e a tratti emozionante questo di David Russel, che sul tema del disturbo psicologico inserisce diversi argomenti di riflessione.
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All’uscita dell’ospedale psichiatrico dove ha ricevuto la diagnosi di disturbo bipolare, Pat, giovane di Filadelfia, ha solo un obiettivo in testa: riconquistare l’amore della moglie che lo aveva tradito e alla quale non può avvicinarsi per via di un divieto imposto dal giudice. E’ difficile fare i conti con il pregiudizio della gente che lo ha etichettato come malato, in un mondo dove è anche difficile stabilire il vero confine tra normalità e follia.
Incontra Tiffany, giovane vedova, anche lei con disturbi psichiatrici, e con lei stabilisce un legame finalizzato alla partecipazione di una gara di ballo.
Un film coinvolgente e a tratti emozionante questo di David Russel, che sul tema del disturbo psicologico inserisce diversi argomenti di riflessione. In un mondo dove tutti i protagonisti hanno una parte di follia, proprio chi è stato riconosciuto come tale ha una possibilità in più di farcela, potendo lavorare consapevolmente su sè stesso. Avere un’obiettivo, perseguirlo con disciplina, aiutato da una comunità che aiuta con l’amore rende possibile la trasformazione della follia in una sana e libera originalità.
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arnaco
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domenica 17 aprile 2016
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equilibrio
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Il film è "più che discreto", ma parlare di magistrale equilibrio tra commedia e dramma mi sembra un po' esagerato. Io direi che si tratta di un argomento di per sè drammatico, trasformato in una commedia. Non voglio dire che questo sia necessariamente un difetto e, anche se lo facessi andrei contro una tendenza evidente a "sdrammatizzare"; forse perchè di drammi ce ne sono anche troppi nella vita di tutti i giorni. Però di commedia si tratta, con coloriture caricaturali un po' eccessive, come il medico curante o l'amico nero. Ma soprattutto mi è dispiaciuto vedere il talento di De Niro (che riesce a tratti ad emergere, nonostante tutto) sprecato in un ruolo ridicolo e poco credibile.
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Il film è "più che discreto", ma parlare di magistrale equilibrio tra commedia e dramma mi sembra un po' esagerato. Io direi che si tratta di un argomento di per sè drammatico, trasformato in una commedia. Non voglio dire che questo sia necessariamente un difetto e, anche se lo facessi andrei contro una tendenza evidente a "sdrammatizzare"; forse perchè di drammi ce ne sono anche troppi nella vita di tutti i giorni. Però di commedia si tratta, con coloriture caricaturali un po' eccessive, come il medico curante o l'amico nero. Ma soprattutto mi è dispiaciuto vedere il talento di De Niro (che riesce a tratti ad emergere, nonostante tutto) sprecato in un ruolo ridicolo e poco credibile. Anche l'interpretazione di Jennifer Lawrence non mi è sembrata sublime e oltre tutto la tuta da jogging non le dona molto.
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giulio andreetta
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lunedì 11 novembre 2019
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tra follia e normalità
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Si tratta di un film per certi versi emblematico di una tendenza del cinema a raccontare le vite dei diversi, chiunque essi siano. La marginalità, la follia, l'alienazione, o semplicemente la chiusura e isolamento nei confronti di un mondo che appare ostile. Il tema, nel cinema e nella letteratura, non è certamente nuovo, basti pensare a "Qualcuno volò sul nido del cuculo" di Milos Forman, oppure al geniale "Taxi Driver" di Martin Scorsese. Questo film avrebbe potuto essere la solita riscrittura, con qualche variazione, del tema, e invece l'ottima prova offerta degli attori, una sceneggiatura lineare ma ben costruita e solida, offrono una pellicola completa e ben realizzata.
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Si tratta di un film per certi versi emblematico di una tendenza del cinema a raccontare le vite dei diversi, chiunque essi siano. La marginalità, la follia, l'alienazione, o semplicemente la chiusura e isolamento nei confronti di un mondo che appare ostile. Il tema, nel cinema e nella letteratura, non è certamente nuovo, basti pensare a "Qualcuno volò sul nido del cuculo" di Milos Forman, oppure al geniale "Taxi Driver" di Martin Scorsese. Questo film avrebbe potuto essere la solita riscrittura, con qualche variazione, del tema, e invece l'ottima prova offerta degli attori, una sceneggiatura lineare ma ben costruita e solida, offrono una pellicola completa e ben realizzata. Certo, ogni tanto si ha l'impressione che si indulga all'ostentazione di qualche stereotipo tipico dei soliti film sentimentali, forse per rendere più appetibile il film per il grande pubblico. Inoltre la follia ritratta sullo schermo arriva ad assumere un aspetto quasi rassicurante, innocuo, e certamente non rivoluzionario, come in altre pellicole più riuscite. Ciononostante l'intento del film, con il suo messaggio di libertà, è apprezzabile, soprattutto, forse proprio nel contesto americano. A questo riguardo si potrebbe mettere in relazione questa pellicola a "Captain Fantastic" di Matt Ross, esperimento però di ben altra sostanza e ambizione.
Una regia, quella di David Russell, molto ben ragionata e convincente, tesa soprattutto ad accentuare tutti gli aspetti inconsapevolmente e forse tragicamente ridicoli della malattia mentale.
Da sottolineare l'ottima prova di Robert De Niro, come di consueto al massimo della concentrazione, che caratterizza un personaggio dai tratti tremendamente divertenti. Ho trovato anche molto ben ponderata e creativa la recitazione di Julia Stiles. Un Bradley Cooper non ai livelli di "Limitless", ma comunque molto misurato e professionale, e una prova di Jennifer Lawrence, non a caso vincitrice dell'Oscar, molto apprezzabile e originale.
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jonnylogan
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giovedì 4 aprile 2024
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le stranezze della vita
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Una trama ingarbugliata in bilico fra il bipolarismo e la danza. Fra il dramma e i sentimenti. Ma soprattutto una trama nella quale Bradley Cooper riesce a essere ‘schizzato quanto basta’ e al tempo stesso ossessionato dal football dei Philadelphia Eagles, esattamente come ogni membro della sua famiglia, nella quale il patriarca Pat Senior è impersonato niente meno che da Robert De Niro, candidato all'Oscar anche per quest'eccellente prova. Cooper riesce a essere altrettanto capace di calarsi nei meandri della danza e dei rapporti personali, offrendo a David O. Russell, qui anche nel ruolo di sceneggiatore, una prova maiuscola impreziosita dalla presenza destabilizzante ma anche essenziale per le sorti della trama, del premio Oscar Jennifer Lawrence, vedova ai margini della ninfomania e ancora legatissima al ricordo del marito.
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Una trama ingarbugliata in bilico fra il bipolarismo e la danza. Fra il dramma e i sentimenti. Ma soprattutto una trama nella quale Bradley Cooper riesce a essere ‘schizzato quanto basta’ e al tempo stesso ossessionato dal football dei Philadelphia Eagles, esattamente come ogni membro della sua famiglia, nella quale il patriarca Pat Senior è impersonato niente meno che da Robert De Niro, candidato all'Oscar anche per quest'eccellente prova. Cooper riesce a essere altrettanto capace di calarsi nei meandri della danza e dei rapporti personali, offrendo a David O. Russell, qui anche nel ruolo di sceneggiatore, una prova maiuscola impreziosita dalla presenza destabilizzante ma anche essenziale per le sorti della trama, del premio Oscar Jennifer Lawrence, vedova ai margini della ninfomania e ancora legatissima al ricordo del marito.
I legami che uniscono Pat, alla famiglia d'origine, di certo non un modello di relazioni sane e misurate da prendere ad esempio, e a Tiffany; sono i soli che possano salvarlo sia da sé stesso ma anche dal rapporto malato che coltiva con l'ex moglie; ed è proprio in questo genere di relazioni che O. Russell si dimostra da sempre maestro, sia nella narrazione del sogno americano, è il caso di The Fighter (id.; 2010) e Joy (id.; 2015), ma anche, come in questo caso, del dramma che vira in commedia e viceversa.
Ispirato dal romanzo L'oro argenteo delle nuvole (The Silver Linings Playbook; Edizioni Salani; 2013) scritto nel 2008 da Matthew Quick, il film, uscito al cinema nel 2013 mietendo meritatamente successi di pubblico e critica, entra a pieno titolo nel genere dramedy; lasciando lo spettatore fino all'ultimo nel dubbio riguardo a quale delle due derive (dramma e commedia) possa prevalere.
Perfetto per avvicinasi al cinema di uno dei migliori registi contemporanei, sempre in grado di fotografare alla perfezione le sorti dell'America d'oggi.
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eugen
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sabato 6 luglio 2024
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como casi siempre comedia mas'' drama
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COMO Casi siempre(o al menos muchas vezes)comedia y drama en la comedia, en"sILVER lINING PLAYMBOOK", peliducla sacada de la notevla de Matthew Qujick, que el directo de pelicula David O.Russell habia hecho en el ano 2013 Hay un prof de bachillerato que pierde la mujer(mejor dicho la mjer lo deja)que, deepues de un periodo en una clinica psiquiatrica, se regresa a vivir con los papas y encuentra una"misteiriosa"y rara("loca"para el sntido commun) vecina de casa que lo quiere ajudar en la impresa de regresase con la mujer, siempre que el la ajude en una"impresa"de baille. Todo bien, hasta el final, tambien si la impresa final non seraa'facil.
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COMO Casi siempre(o al menos muchas vezes)comedia y drama en la comedia, en"sILVER lINING PLAYMBOOK", peliducla sacada de la notevla de Matthew Qujick, que el directo de pelicula David O.Russell habia hecho en el ano 2013 Hay un prof de bachillerato que pierde la mujer(mejor dicho la mjer lo deja)que, deepues de un periodo en una clinica psiquiatrica, se regresa a vivir con los papas y encuentra una"misteiriosa"y rara("loca"para el sntido commun) vecina de casa que lo quiere ajudar en la impresa de regresase con la mujer, siempre que el la ajude en una"impresa"de baille. Todo bien, hasta el final, tambien si la impresa final non seraa'facil.... Comedia dramatica,que nos habla, con una sonrisa amarga, de la condicion de solos.solas de mchias personas en la sociedad actual, en particlar el las grandes ciudades de los Estados Unidos, con los problemas que llegan de esta condicion. Bradley Cooper y Jennifer Lawrence son interpretes muy valables y, como papa'de el hay Robert De Niro, Pelicula que puede ser no "genial"pero seguramente inteligente y realizada de manera que se pueda apreciar Eugen
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 23 marzo 2013
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ottimo film ma meritava più l'oscar bradley cooper
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Vedere un film doppiato è sicuramente comodo perché si evita di leggere i sottotitoli, come accade in molti Paesi dove invece il film viene proiettato in lingua originale, con appunto i sottotitoli. E’ più bello perché la nostra attenzione non viene catturata dal leggere le frasi ma può concentrarsi sul film. Purtroppo, molto raramente esistono degli aspetti negativi e uno di questi è che non si può sentire la voce originale dei protagonisti e soprattutto l’interpretazione degli stessi.
Scrivo questo perché l’attrice protagonista del film “Il lato positivo” cioè la giovane 22enne Jennifer Lawrence è stata premiata con l’oscar quale migliore attrice protagonista di tutta la stagione e francamente, dopo aver visto il film, a nostro avviso non meritava certo l’oscar.
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Vedere un film doppiato è sicuramente comodo perché si evita di leggere i sottotitoli, come accade in molti Paesi dove invece il film viene proiettato in lingua originale, con appunto i sottotitoli. E’ più bello perché la nostra attenzione non viene catturata dal leggere le frasi ma può concentrarsi sul film. Purtroppo, molto raramente esistono degli aspetti negativi e uno di questi è che non si può sentire la voce originale dei protagonisti e soprattutto l’interpretazione degli stessi.
Scrivo questo perché l’attrice protagonista del film “Il lato positivo” cioè la giovane 22enne Jennifer Lawrence è stata premiata con l’oscar quale migliore attrice protagonista di tutta la stagione e francamente, dopo aver visto il film, a nostro avviso non meritava certo l’oscar. Di sicuro una buona interpretazione del personaggio, ma allora l’oscar lo avrebbe meritato e forse anche più di lei, l’altro protagonista del film, Bradley Cooper (per altro anche lui candidato all’oscar) autore di una performance davvero straordinaria.
E allora perché hanno dato l’oscar quale miglior protagonista femminile alla giovane Jennifer Lawrence quando effettivamente Jessica Chastain in “Zero Dark Thirty” oppure Naomi Watts in “The Impossible” sono state autrici di performance sicuramente superiori? Dando per scontato che i giudici non siano impazziti, l’unica spiegazione sta nel doppiando: evidentemente l’interpretazione della giovane Lawrence dal punto di vista delle emozioni, dell’inflessione della voce e di tanti altri piccoli aspetti che spesso non è possibile trasportare nel doppiaggio, sono stati superiori.
Jennifer Lawrence evidentemente, malgrado la giovane età, ha saputo dare un’interpretazione molto più spessa ed emozionante del personaggio che in Italia, col doppiaggio, non si coglie così a fondo.
L’attrice è molto brava ma a nostro non così tanto da meritare l’oscar.
Dopo questo lungo preambolo, passo alla critica del film del regista David Russel, già autore di Fighter. Il film è bello e originale e forse il suo aspetto più singolare è che il regista ha saputo coniugare le piccole malattie mentali di cui sono affetti i protagonisti con la vita quotidiana.
Ma poi sono davvero malattie mentali il fatto di picchiare a sangue l’amante della moglie scoperto sotto la doccia che si sta “facendo” la tua consorte, oppure andare a letto con tutti gli 11 colleghi dell’ufficio per “consolarsi” della morte del marito? Oppure tenere un fazzoletto verde in mano perché la squadra del cuore ha vinto molte partite così? Mah….
Oltre alla grande interpretazione dei due protagonisti, con un grande plauso a Bradley Cooper autore di una grandissima interpretazione che avrebbe meritato l’oscar se non ci fosse stato Daniel Day-Lewis con “Lincoln”, merita una citazione Robert de Niro, sempre eccezionale.
Il film è bello, molto originale per una commedia americana ed è stato candidato addirittura ad 8 oscar vincendone due. Forse un riconoscimento esagerato, ma siamo di fronte ad un film sicuramente originale, piacevole, ben fatto, da vedere.
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[+] eh gia.
(di jbrightside)
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pensierocivile
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giovedì 14 marzo 2013
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tante idee e de niro
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IL LATO POSITIVO merita un plauso generale già solo per averci riconsegnato De Niro o meglio per averlo riconsegnato al cinema. Dopo questa prova davvero ardua, viste le interpretazioni del nostro da qualche anno a questa parte, il resto va via in scioltezza. Nonostante l'argomento ostico e drammatico, David O. Russell "corre" via con una leggerezza incredibile, che non significa superficialità, anzi, le parole sono calibrate, le conversazioni sofferte e cattive come solo può esserlo un dolore immenso, semplicemente vuol dire riuscire ad innestare un dramma con dosi perfette di ironia, con idee che continuamente conducono il film da un'altra parte; non si perde nulla, tutto converge nella giusta direzione.
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IL LATO POSITIVO merita un plauso generale già solo per averci riconsegnato De Niro o meglio per averlo riconsegnato al cinema. Dopo questa prova davvero ardua, viste le interpretazioni del nostro da qualche anno a questa parte, il resto va via in scioltezza. Nonostante l'argomento ostico e drammatico, David O. Russell "corre" via con una leggerezza incredibile, che non significa superficialità, anzi, le parole sono calibrate, le conversazioni sofferte e cattive come solo può esserlo un dolore immenso, semplicemente vuol dire riuscire ad innestare un dramma con dosi perfette di ironia, con idee che continuamente conducono il film da un'altra parte; non si perde nulla, tutto converge nella giusta direzione. Si resta tanto coinvolti nel gioco che solo sul finale ci si rende conto di essere comunque nella solita gara di ballo, ma la delusione si supera proprio ripensando a come si è giunti in pista, con De Niro più folle del figlio nella scaramanzia del tifo, una madre ormai vittima della vita, il fratello orgoglio e perfidia della famiglia, un protagonista sorprendente impazzito d'amore, una ragazza "malata" d'amore. C'è tanto, insieme a tanto divertimento.
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