elgatoloco
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martedì 1 giugno 2021
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discreto, prevedibile ma non banale
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"Silver Linings Playbook"(David O:Rsusell, anche sceneggiatura dal romanzo di Matthew Quick, 2012)vede una persona che, avendo trvoato la moglie"impegnata"con un altro, aveva reagito molto violentemente, facendo emergere un disrturbo bipolare, finendo per 8 mesi in quello che fino a pochi anni fa era un"manicomio criminale". Torna alla vita normale e inistaura un difficole patto con una ragazza, vedova, "schizzata"per una gara di ballo che si svolge a Natlae. Grande impegno reciproco, certo interrotto sia dalle recirpoche diffidienze(lui è ancora innamoratissimo della moglie o meglio legatissimo alla sua immagine)sia anche da problemi vari, dal fanatismo sportivo del padre di lui.
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"Silver Linings Playbook"(David O:Rsusell, anche sceneggiatura dal romanzo di Matthew Quick, 2012)vede una persona che, avendo trvoato la moglie"impegnata"con un altro, aveva reagito molto violentemente, facendo emergere un disrturbo bipolare, finendo per 8 mesi in quello che fino a pochi anni fa era un"manicomio criminale". Torna alla vita normale e inistaura un difficole patto con una ragazza, vedova, "schizzata"per una gara di ballo che si svolge a Natlae. Grande impegno reciproco, certo interrotto sia dalle recirpoche diffidienze(lui è ancora innamoratissimo della moglie o meglio legatissimo alla sua immagine)sia anche da problemi vari, dal fanatismo sportivo del padre di lui. Ma, happy end, alla fine scatta la famosa scintilla... IN realtà molto yankee, questo film, from the novel of Quick, dove già il libro è impegnato di"pensiero positivo"quand me^me, però, ossia nonostante tuttti gli ostacoli che la vita riserva, come la crisi familiare che coinvolge sia l'uomo sia la donna, per differenti motivi(il padre di lui è più"fuori"del figlo, avendo perso ttutto causa imprudenti, anzi folli scommesse in occasione delle partite)., dove la polizia è onnipresente, perché la calma regni nel quartiere, mentre invece vi domina la confusione al massimo grado, dove la"fimissione"dalla struttura penitenziaria-.pichistrica(chiaro che qui la psichiatrizzazione viene data come elemnto di partenza, senza che la si critichi, è un assunto, dunuqe non si può notare se non accidentalmente che la psichiatria vi domiana incontrasta, senza possibilità id metterla in disucssione, quasi fosse la premessa di un sillogismo) e dove le gare, sportive e di ballo, hanno un'importanza fondamentale, assieme, certo al ricavo economico che consentono le scommesse(clanmdestine, qui)legate agli evneti sportivi. Ma poi c'è il classico"Love's drema", che invita a"pensare positivo"in quanto è forma principale se non unica di autorealizzazione della parsona, di qualunque genere essa sia(. Da apprezzare cos', senza chiedere troppo, ma il film è piacevole, anche se abbastanza scontato nella sua costruzione e del suo esito. Bravi i protagonisti Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, nei loro attegimenti-moment di"furore"e aggressività, come anche nella componente"tender", deicasamente meno presente, se non nel finale del film stesso, Bob de Niro, che è il padre di lui, appare forse a tratti quasi"costretto"a recitare il sjuo ruolo, ma in complesos non deluge. El Gato
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giovanni
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sabato 5 dicembre 2020
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sopravvalutato
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Discreta commediola confezionata con i déjà-vu (famiglia scombinata, verbosità conflittuale, complessi freudiani, happy end finale). Si può vedere in TV tanto per passare il tempo gratis e senza il disturbo di uscire. Artisticamente parlando è un film decisamente sopravvalutato. De Niro è bravo ma sprecato.
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giulio andreetta
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lunedì 11 novembre 2019
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tra follia e normalità
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Si tratta di un film per certi versi emblematico di una tendenza del cinema a raccontare le vite dei diversi, chiunque essi siano. La marginalità, la follia, l'alienazione, o semplicemente la chiusura e isolamento nei confronti di un mondo che appare ostile. Il tema, nel cinema e nella letteratura, non è certamente nuovo, basti pensare a "Qualcuno volò sul nido del cuculo" di Milos Forman, oppure al geniale "Taxi Driver" di Martin Scorsese. Questo film avrebbe potuto essere la solita riscrittura, con qualche variazione, del tema, e invece l'ottima prova offerta degli attori, una sceneggiatura lineare ma ben costruita e solida, offrono una pellicola completa e ben realizzata.
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Si tratta di un film per certi versi emblematico di una tendenza del cinema a raccontare le vite dei diversi, chiunque essi siano. La marginalità, la follia, l'alienazione, o semplicemente la chiusura e isolamento nei confronti di un mondo che appare ostile. Il tema, nel cinema e nella letteratura, non è certamente nuovo, basti pensare a "Qualcuno volò sul nido del cuculo" di Milos Forman, oppure al geniale "Taxi Driver" di Martin Scorsese. Questo film avrebbe potuto essere la solita riscrittura, con qualche variazione, del tema, e invece l'ottima prova offerta degli attori, una sceneggiatura lineare ma ben costruita e solida, offrono una pellicola completa e ben realizzata. Certo, ogni tanto si ha l'impressione che si indulga all'ostentazione di qualche stereotipo tipico dei soliti film sentimentali, forse per rendere più appetibile il film per il grande pubblico. Inoltre la follia ritratta sullo schermo arriva ad assumere un aspetto quasi rassicurante, innocuo, e certamente non rivoluzionario, come in altre pellicole più riuscite. Ciononostante l'intento del film, con il suo messaggio di libertà, è apprezzabile, soprattutto, forse proprio nel contesto americano. A questo riguardo si potrebbe mettere in relazione questa pellicola a "Captain Fantastic" di Matt Ross, esperimento però di ben altra sostanza e ambizione.
Una regia, quella di David Russell, molto ben ragionata e convincente, tesa soprattutto ad accentuare tutti gli aspetti inconsapevolmente e forse tragicamente ridicoli della malattia mentale.
Da sottolineare l'ottima prova di Robert De Niro, come di consueto al massimo della concentrazione, che caratterizza un personaggio dai tratti tremendamente divertenti. Ho trovato anche molto ben ponderata e creativa la recitazione di Julia Stiles. Un Bradley Cooper non ai livelli di "Limitless", ma comunque molto misurato e professionale, e una prova di Jennifer Lawrence, non a caso vincitrice dell'Oscar, molto apprezzabile e originale.
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serpina
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giovedì 28 febbraio 2019
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film sopravvalutato
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Stavolta proprio non capisco...
Sono tantissime le recensioni positive di questo filmetto (anche quelle professionali), ma io avrei smesso di vederlo già dopo 5/10 minuti. Me lo sono "sciroppato" fino in fondo solo per verificare la mia pessima impressione iniziale (hai visto mai...)
Di solito non mi infliggo questo tipo di tedio: i film finora realizzati sono tantissimi e la vita non è abbastanza lunga per guardare quelli brutti.
Nel merito, concordo con tutte le (poche) recensioni peggiori: verboso ed inutilmente frenetico, banalizzazione delle patologie psichiatriche descritte, personaggi mal scritti e dunque privi di spessore/verosimiglianza, recitazione niente di che.
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Stavolta proprio non capisco...
Sono tantissime le recensioni positive di questo filmetto (anche quelle professionali), ma io avrei smesso di vederlo già dopo 5/10 minuti. Me lo sono "sciroppato" fino in fondo solo per verificare la mia pessima impressione iniziale (hai visto mai...)
Di solito non mi infliggo questo tipo di tedio: i film finora realizzati sono tantissimi e la vita non è abbastanza lunga per guardare quelli brutti.
Nel merito, concordo con tutte le (poche) recensioni peggiori: verboso ed inutilmente frenetico, banalizzazione delle patologie psichiatriche descritte, personaggi mal scritti e dunque privi di spessore/verosimiglianza, recitazione niente di che....eccetera eccetera eccetera eccetera eccetera
Insomma, un disastro, un'insulsa e ridicola americanata.
Qualcuno ha scritto: ma li regalano gli oscar? Sono d'accordo.
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cinephilo
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lunedì 19 novembre 2018
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bah.. poca cosa
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Film imbarazzante in ogni sua componente. Recitazione a dir poco non brillante dei protagonisti (a dire il vero devo ancora trovare un'interpretazione di Cooper e della Lawrence che mi siano piaciute) e storia banalotta difficile anche da commentare. Non è che mi aspettassi chissà cosa da O'Russell, buon regista ma che non ho mai reputato a livello dei grandi maestri viventi del mestiere, ma rimane comunque a mio avviso uno dei suoi lavori peggiori.
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samanta
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domenica 2 aprile 2017
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c'è sempre una speranza
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Par (Bradley Cooper) e stato 8 mesi in ospedale psichiatrico in conseguenza del pestaggio dell'amante della moglie che ha sorpreso nella doccia di casa mentre facevano l'amore. La moglie ha ottenuto dal giudice un'ingiunzione che gli proibisce di avvicinarsi a meno di 150 metri da sua moglie. A casa trova un padre (De NIro) anche lui unpò strambo che è stato licenziato e vive facendo scommesse sulla sua squadra del cuore gli Eagles. Pat cerca di impostare positivamente la sua vita per recuperare l'amore di sua moglie ma è ancora squilibrato. Incontra una ragazza Tiffany (Jennifer Lawrence) che ha perso il marito in un incidente ed è diventata ninfomane perdendo il posto dopo aver fatto l'amore con tutti i suoi colleghi.
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Par (Bradley Cooper) e stato 8 mesi in ospedale psichiatrico in conseguenza del pestaggio dell'amante della moglie che ha sorpreso nella doccia di casa mentre facevano l'amore. La moglie ha ottenuto dal giudice un'ingiunzione che gli proibisce di avvicinarsi a meno di 150 metri da sua moglie. A casa trova un padre (De NIro) anche lui unpò strambo che è stato licenziato e vive facendo scommesse sulla sua squadra del cuore gli Eagles. Pat cerca di impostare positivamente la sua vita per recuperare l'amore di sua moglie ma è ancora squilibrato. Incontra una ragazza Tiffany (Jennifer Lawrence) che ha perso il marito in un incidente ed è diventata ninfomane perdendo il posto dopo aver fatto l'amore con tutti i suoi colleghi. Si offre anche a Pat che però rifiuta, ma che per trovare il suo equilibrio chiede a Tiffany di portare una lettera alla moglie che lei conosce la ragazza accetta ma in cambio gli chiede di essere il suo partner in una gara di ballo. Alla gara è legata una doppia scommessa del padre di Pat che vincano quel giorno gli Eagles e i due ballerini conseguano almeno 5 punti. La scommessa è vinta e Pat capisce che è innamorato da Tiffany e si dichiara ricambiato
Si tratta della solita commedia brillante americana con un finale ottimistico e scontato, ma che è ravvivata da una trama non banale da una regia che non ha momenti di dispersione e fa scorrere il film senza noia ma anzi con interesse, da una buona colonna sonora e soprattutto da un eccellente prestazione degli attori. Innanzitutto un Bradley Cooper eccezionale che rende il personaggio simpatico e ti fa partecipe delle sue angosce e desideri, un De Niro in ottima forma e Jennifer Lawrence che nel 2013 prese l'Oscar come migliore attrice (anche se a concorrere c'era Naomi Watts che con The Impossible ha reso una prestazione strordinaria e più meritevole del premio) che ha recitato con notevole maestria e più che una sicura star mi sembra una promessa.
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arnaco
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domenica 17 aprile 2016
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equilibrio
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Il film è "più che discreto", ma parlare di magistrale equilibrio tra commedia e dramma mi sembra un po' esagerato. Io direi che si tratta di un argomento di per sè drammatico, trasformato in una commedia. Non voglio dire che questo sia necessariamente un difetto e, anche se lo facessi andrei contro una tendenza evidente a "sdrammatizzare"; forse perchè di drammi ce ne sono anche troppi nella vita di tutti i giorni. Però di commedia si tratta, con coloriture caricaturali un po' eccessive, come il medico curante o l'amico nero. Ma soprattutto mi è dispiaciuto vedere il talento di De Niro (che riesce a tratti ad emergere, nonostante tutto) sprecato in un ruolo ridicolo e poco credibile.
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Il film è "più che discreto", ma parlare di magistrale equilibrio tra commedia e dramma mi sembra un po' esagerato. Io direi che si tratta di un argomento di per sè drammatico, trasformato in una commedia. Non voglio dire che questo sia necessariamente un difetto e, anche se lo facessi andrei contro una tendenza evidente a "sdrammatizzare"; forse perchè di drammi ce ne sono anche troppi nella vita di tutti i giorni. Però di commedia si tratta, con coloriture caricaturali un po' eccessive, come il medico curante o l'amico nero. Ma soprattutto mi è dispiaciuto vedere il talento di De Niro (che riesce a tratti ad emergere, nonostante tutto) sprecato in un ruolo ridicolo e poco credibile. Anche l'interpretazione di Jennifer Lawrence non mi è sembrata sublime e oltre tutto la tuta da jogging non le dona molto.
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stefano capasso
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mercoledì 13 aprile 2016
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quando i "matti" possono salvarsi
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All’uscita dell’ospedale psichiatrico dove ha ricevuto la diagnosi di disturbo bipolare, Pat, giovane di Filadelfia, ha solo un obiettivo in testa: riconquistare l’amore della moglie che lo aveva tradito e alla quale non può avvicinarsi per via di un divieto imposto dal giudice. E’ difficile fare i conti con il pregiudizio della gente che lo ha etichettato come malato, in un mondo dove è anche difficile stabilire il vero confine tra normalità e follia.
Incontra Tiffany, giovane vedova, anche lei con disturbi psichiatrici, e con lei stabilisce un legame finalizzato alla partecipazione di una gara di ballo.
Un film coinvolgente e a tratti emozionante questo di David Russel, che sul tema del disturbo psicologico inserisce diversi argomenti di riflessione.
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All’uscita dell’ospedale psichiatrico dove ha ricevuto la diagnosi di disturbo bipolare, Pat, giovane di Filadelfia, ha solo un obiettivo in testa: riconquistare l’amore della moglie che lo aveva tradito e alla quale non può avvicinarsi per via di un divieto imposto dal giudice. E’ difficile fare i conti con il pregiudizio della gente che lo ha etichettato come malato, in un mondo dove è anche difficile stabilire il vero confine tra normalità e follia.
Incontra Tiffany, giovane vedova, anche lei con disturbi psichiatrici, e con lei stabilisce un legame finalizzato alla partecipazione di una gara di ballo.
Un film coinvolgente e a tratti emozionante questo di David Russel, che sul tema del disturbo psicologico inserisce diversi argomenti di riflessione. In un mondo dove tutti i protagonisti hanno una parte di follia, proprio chi è stato riconosciuto come tale ha una possibilità in più di farcela, potendo lavorare consapevolmente su sè stesso. Avere un’obiettivo, perseguirlo con disciplina, aiutato da una comunità che aiuta con l’amore rende possibile la trasformazione della follia in una sana e libera originalità.
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florentin
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martedì 12 aprile 2016
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gli americani li amano gli strizzacervelli.
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Gli americani vanno pazzi per queste scorribande verbali in famiglie numerose scombinate, con amici, intrusi e non, mogli arrendevoli e un padre, De Niro 75enne, (doppiato qui magnificamente da De Sando) schizzato più del figlio. E' l'interprete principale che è stato in ospedale psichiatrico, ma qui sembra che qualcuno tenuto all'esterno avrebbe dovuto fargli assidua compagnia. In questi film si ha sempre la sensazione che il contendere sia portato -partendo la congrega da sciocchezze come delle corna da parte di una ex moglie (senza gusto tra l'altro con un collega prof vecchiettino e calvo a metà), aspetto ormai prevedibilissimo come da parte del marito in qualsiasi matrimonio- a livelli di climax che è poi una cosa tutta da ridere e da abbassare l'audio per il gran casino di voci che si sovrappongono dove ognuno dice la sua; e che anche subentri la distruzione (catartica ?) di un appartamento da incazzatura non controllata da farmaci tutto diventa una roba fantozziana dove però là si ride e qui no, e che nemmeno ci si commuove.
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Gli americani vanno pazzi per queste scorribande verbali in famiglie numerose scombinate, con amici, intrusi e non, mogli arrendevoli e un padre, De Niro 75enne, (doppiato qui magnificamente da De Sando) schizzato più del figlio. E' l'interprete principale che è stato in ospedale psichiatrico, ma qui sembra che qualcuno tenuto all'esterno avrebbe dovuto fargli assidua compagnia. In questi film si ha sempre la sensazione che il contendere sia portato -partendo la congrega da sciocchezze come delle corna da parte di una ex moglie (senza gusto tra l'altro con un collega prof vecchiettino e calvo a metà), aspetto ormai prevedibilissimo come da parte del marito in qualsiasi matrimonio- a livelli di climax che è poi una cosa tutta da ridere e da abbassare l'audio per il gran casino di voci che si sovrappongono dove ognuno dice la sua; e che anche subentri la distruzione (catartica ?) di un appartamento da incazzatura non controllata da farmaci tutto diventa una roba fantozziana dove però là si ride e qui no, e che nemmeno ci si commuove. Solo casino.
Insomma. Tutta scontata poi la storia. De Niro con le solite smorfie che tuttavia quando c'è lui la gente al cinema ci va; la Lawrence da Oscar (hanno stabilito), bellina e brava ma chissà se regge (in Joy c'è riuscita però).
Il punto è chiedersi come mai possa succedere che un film di questo tipo costato già una certa cifra per quel che dà raccolga al botteghino 20 volte di più e oltre. Si vede che il bipolarismo ammalia. E rende la vita interessante invece che triste. Dintorni di Filadelfia. Ve l'immaginate una storia così in Ciociarìa per dire? O a MIlano dove sarebbe tutta unagriffe e uno chef?
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silvana
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sabato 12 dicembre 2015
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nessuno è perfetto
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Anche se si sa come va a finire ho trovato questo film molto carino a riprova che non tutte le persone cosidette considerate "normali" sono tra quelle che possonoa essere certi di fare sempre la cosa giusta e la scelta giusta, questo film dimostra che dove ci più conflitti interiori e perciò ribellioni non sempre condivise lì si trova la vera sensibilità e intelligenza non sempre compresa.
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