tonysamperi
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domenica 21 aprile 2013
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coming back to life
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SULLA SCENEGGIATURA
I protagonisti di questa storia non sono esattamente convenzionali.
Questo ha giocato molto a favore del plot, che inserisce Pat e Tiffany in un contesto sociale di grande attualità. Ciò che essi rappresentano sono due personalità a tratti così uguali e a tratti così diverse, ma accomunate da un solo obiettivo: ritornare alla vita.
Nel farlo incarnano quasi il ruolo degli eroi, si trovano davanti a diversi ostacoli, ma devono coglierne per l’appunto il lato positivo, quindi perseguire la loro strada.
Anche se inizialmente gli obiettivi sono diversi e Pat e Tiffany subiscono le pressioni delle loro famiglie, la loro strada si spiana e li porterà insieme ad un lieto fine.
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SULLA SCENEGGIATURA
I protagonisti di questa storia non sono esattamente convenzionali.
Questo ha giocato molto a favore del plot, che inserisce Pat e Tiffany in un contesto sociale di grande attualità. Ciò che essi rappresentano sono due personalità a tratti così uguali e a tratti così diverse, ma accomunate da un solo obiettivo: ritornare alla vita.
Nel farlo incarnano quasi il ruolo degli eroi, si trovano davanti a diversi ostacoli, ma devono coglierne per l’appunto il lato positivo, quindi perseguire la loro strada.
Anche se inizialmente gli obiettivi sono diversi e Pat e Tiffany subiscono le pressioni delle loro famiglie, la loro strada si spiana e li porterà insieme ad un lieto fine.
Il tutto è sostenuto da dialoghi essenziali ma perfetti a inquadrare il contesto e a darci uno spaccato della realtà dei protagonisti, quindi da questo punto di vista va sicuramente premiato O.Russel.
Ho notato una fotografia molto pulita, non so se fatto di proposito, ma ho trovato di giusto equilibrio il contrasto tra le vite confuse dei personaggi e le inquadrature statiche (Al più credo si sia usata la steadycam nelle corse).
SUL CAST
Cooper in costante ascesa, da “2 single a nozze”, a “A-Team”, a “Come un tuono”, interpreta personaggi profondi e complicati con una credibilità invidiabile.
Jennifer Lawrence si conquista le scene, non a caso premiata con l’Oscar.
Anche De Niro, in questo ruolo un po’ fuori dagli schemi non manca di credibilità.
Chris Tucker simpaticissimo, mi è spiaciuto abbia avuto un ruolo un po’ marginale.
Julia Stiles l’avevo vista nella trilogia “Bourne”, quindi mi è piaciuto vederla fuori da quel contesto.
SUL DOPPIAGGIO
Torna come sempre Christian Iansante al doppiaggio di Bradley Cooper, mentre Alessia Amendola (Nipote dell’immenso Ferruccio) doppia Jennifer Lawrence.
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giodl
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martedì 10 dicembre 2013
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o'russel insegna a vivere
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Due anime condannate alla solitudine da una vita che ha tolto loro molto piu di quanto ha dato, e un'occasione per tornare alla vita. David O'Russel in quest'opera ci insegna a vivere.
Il titolo italiano del film, a mio avviso riduttivo ma a suo modo azzeccatissimo, è la morale di questa "favola" tragi-romantica.
Dopo svariati mesi di ospedale psichiatrico Pat (Bradley Cooper) ritorna a casa. Non la sua casa, ormai perduta insieme alla moglie Nikki, ma quella dei suoi genitori. Qui trova un padre ossessionato dagli Eagles, dalle scommesse e dalla scaramanzia, nonchè con comportamenti ossessivo-compulsivi da non sottovalutare (i telecomandi sempre allo stesso modo e il contare le buste dello studio per esempio).
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Due anime condannate alla solitudine da una vita che ha tolto loro molto piu di quanto ha dato, e un'occasione per tornare alla vita. David O'Russel in quest'opera ci insegna a vivere.
Il titolo italiano del film, a mio avviso riduttivo ma a suo modo azzeccatissimo, è la morale di questa "favola" tragi-romantica.
Dopo svariati mesi di ospedale psichiatrico Pat (Bradley Cooper) ritorna a casa. Non la sua casa, ormai perduta insieme alla moglie Nikki, ma quella dei suoi genitori. Qui trova un padre ossessionato dagli Eagles, dalle scommesse e dalla scaramanzia, nonchè con comportamenti ossessivo-compulsivi da non sottovalutare (i telecomandi sempre allo stesso modo e il contare le buste dello studio per esempio). Pat è desideroso di tornare con Nikki e fa di tutto pur di raggiungere questo obiettivo. Ma una sera conosce Tiffany. Bella, vera e sola Tiffany è l'occasione perfetta per Pat di far vedere a Nikki quanto lui sia cambiato. E decide di aiutarla per farsi aiutare. Non sa però che giorno dopo giorno, passo di danza dopo passo di danza, lacrima dopo lacrima l'amore per Nikki si sta spegnendo, alimentando il sentimento per Tiffany.
Film commovente dalla prima all'ultima scena. All'inzio si è tristi per il povero Pat, additato come violento e pericoloso, quando forse chiunque reagirebbe in quel modo, e per Tiffany, cosi giovane e già vedova. Poi però ci si commuove di gioia, e tenerezza, nel capire prima dei protagonisti che sono fatti l'uno per l'altra.
Ma il vero motivo per vedere questo film sono 3 degli interpreti:
Robert Deniro è straordinario nel suo ruolo del padre scaramantico e ossessivo.
Bradley Cooper è in grado di dare a Pat una concretezza quasi surreale. Durante il film ci si trova a voler bene a Pat, e a sperare dal profondo del cuore che la vita gli riservi qualcosa di meglio per il futuro.
Jennifer Lawrence, che non a caso ha vinto l'Oscar, è luminosa. A prescindere dalla bellezza, è una presenza tanto forte da far quasi ombra a tutti gli altri. Citando una frase del film "Questa si che è emozione" mi viene da dire pensando alla sua interpretazione.
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cambrighe
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giovedì 19 dicembre 2013
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emozioni e tenerezza (finale) per una commedia
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A mio avviso il messaggio centrale del film parte dall'elaborazione del lutto da parte dei due protagonisti e del loro relativo stato di forte sofferenza che ne consegue: è sofferente Pat che vede la propria vita andare in un corto circuito a causa del tradimento della moglie ed è ancora più sofferente Tiffany, che a causa della morte del giovane marito entra in una spirale di squilibrio e insicurezza. Entrambi infatti si trovano a fare i conti con dei sentimenti ancora profondi e vividi dentro di loro, ma si trovano nell'impossibilità di poterli esprimere e comunicare alla persona amata l'uno per motivi legali, l'altra per la morte del marito. Proprio questa frustrazione mista al dolore per la perdita dell'amato genera dapprima nei due protagonisti quello stato di angoscia e disperazione che vengono gradualmente e dolorosamente convogliati dai protagonisti in tensione positiva non solo banalmente nel ballo, ma nella ricerca di una nuova felicità e della serenità perduta.
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A mio avviso il messaggio centrale del film parte dall'elaborazione del lutto da parte dei due protagonisti e del loro relativo stato di forte sofferenza che ne consegue: è sofferente Pat che vede la propria vita andare in un corto circuito a causa del tradimento della moglie ed è ancora più sofferente Tiffany, che a causa della morte del giovane marito entra in una spirale di squilibrio e insicurezza. Entrambi infatti si trovano a fare i conti con dei sentimenti ancora profondi e vividi dentro di loro, ma si trovano nell'impossibilità di poterli esprimere e comunicare alla persona amata l'uno per motivi legali, l'altra per la morte del marito. Proprio questa frustrazione mista al dolore per la perdita dell'amato genera dapprima nei due protagonisti quello stato di angoscia e disperazione che vengono gradualmente e dolorosamente convogliati dai protagonisti in tensione positiva non solo banalmente nel ballo, ma nella ricerca di una nuova felicità e della serenità perduta. Oltre alla bellezza ed alla bravura dei personaggi, spicca l'ambiente in cui nasce la storia tra i due protagonisti, quell'ambito domestico e quella quotidianità che trasmettono una certa tenerezza e semplicità e che permettono allo spettatore di immedesimarvisi. La differenza tra i due personaggi sta nel fatto che al momento dell'incontro, mentre il dolore per il lutto di Pat non è ancora maturo, in quanto non si è ancora capacitato della fine del proprio matrimonio, quello di Tiffany è già passato per una spirale di depravazione sessuale e lei stessa capisce che la propria strada per la "redenzione" deve passare attraverso una persona che possa provare la sua stessa pazzia. E' proprio Tiffany che trascina Pat e che "aiuta" nel proprio percorso di redenzione. Per concludere: bel film, con un finale magari scontato, ma che riscalda il cuore.
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julianne
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domenica 5 gennaio 2014
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il lato positivo - silver linings playbook
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Nuovo film per David O. Russell, che si cimenta ora in un perfetto equilibrio tra dramma e commedia, tratto da "L'orlo argenteo delle nuvole" di Matthew Quick.
Pat (Bradley Cooper) è appena uscito dall'ospedale psichiatrico e cerca con tutto se stesso di dare una svolta alla sua vita, rimettendosi in forma e tentando di riavvicinarsi alla moglie Nikki di cui è ancora innamorato. Una sera, però, a casa di un amico conosce Tiffany (Jennifer Lawrence), giovane vedova che ha alle spalle una storia di dipendenza da sesso e psicofarmaci. Dagli scontri continui e dalle pesanti provocazioni, nascerà qualcosa di intimo e profondo quando i due protagonisti decideranno di aiutarsi a vicenda, sino a giungere a un finale forse scontato, ma decisamente positivo.
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Nuovo film per David O. Russell, che si cimenta ora in un perfetto equilibrio tra dramma e commedia, tratto da "L'orlo argenteo delle nuvole" di Matthew Quick.
Pat (Bradley Cooper) è appena uscito dall'ospedale psichiatrico e cerca con tutto se stesso di dare una svolta alla sua vita, rimettendosi in forma e tentando di riavvicinarsi alla moglie Nikki di cui è ancora innamorato. Una sera, però, a casa di un amico conosce Tiffany (Jennifer Lawrence), giovane vedova che ha alle spalle una storia di dipendenza da sesso e psicofarmaci. Dagli scontri continui e dalle pesanti provocazioni, nascerà qualcosa di intimo e profondo quando i due protagonisti decideranno di aiutarsi a vicenda, sino a giungere a un finale forse scontato, ma decisamente positivo.
La storia è narrata con sincerità ed ironia, descrivendo bene tutti i personaggi. Merito del regista O.Russell ("The Fighter"), della colonna sonora di Danny Elfman ("Alice in Wonderland") e degli interpreti, tutti eccezionali: Bradley Cooper, Jennifer Lawrence (che per l'interpretazione di Tiffany si aggiudica l'Oscar come Miglior attrice) e Robert de Niro, nei panni del padre del protagonista.
Un film da vedere quindi, che inneggia alla positività attraverso una storia che non dimentica di affrontare il tema della sofferenza.
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iuriv
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lunedì 2 febbraio 2015
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bella sorpresa.
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A volerlo categorizzare per forza, Il Lato Positivo potrebbe essere definito come commedia romantica. Del resto si porta dietro molti degli stereotipi del genere, come una schiera di personaggi stravaganti ma fondamentalmente buoni (disturbatore sopra le righe compreso), la ricerca di uno spazio per un amore difficile e un finale scontatissimo.
Eppure, a ben vedere, il film non è solo questo. Intanto c'è la costruzione narrativa fondata su un ritmo da commedia pura, senza tempi morti o momenti in cui la trama tende ad arrotolarsi su se stessa. E poi ci sono i protagonisti.
Bradley Cooper interpreta Pat, uomo con un disturbo bipolare invalidante che lo costringe a imbottirsi di medicinali per mantenere il controllo.
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A volerlo categorizzare per forza, Il Lato Positivo potrebbe essere definito come commedia romantica. Del resto si porta dietro molti degli stereotipi del genere, come una schiera di personaggi stravaganti ma fondamentalmente buoni (disturbatore sopra le righe compreso), la ricerca di uno spazio per un amore difficile e un finale scontatissimo.
Eppure, a ben vedere, il film non è solo questo. Intanto c'è la costruzione narrativa fondata su un ritmo da commedia pura, senza tempi morti o momenti in cui la trama tende ad arrotolarsi su se stessa. E poi ci sono i protagonisti.
Bradley Cooper interpreta Pat, uomo con un disturbo bipolare invalidante che lo costringe a imbottirsi di medicinali per mantenere il controllo. Cooper è un attore che ho sempre fatto fatica a inquadrare: brillante nelle commedie scassone, più in difficoltà con ruoli più complessi. Qui il personaggio gli calza addosso come un guanto, perché gli consente di sfogare il suo gusto per l'eccesso, mantenendo comunque intatta tutta la drammaticità. E nei momenti in cui Pat si sente smarrito, Bradley riesce sempre a restituire le difficoltà che la malattia mentale gli piazza davanti (anche grazie alla regia di Russell, che gli gira attorno con la telecamera, aumentando l'effetto disagio).
A dare il volto a Tiffany c'è Jennifer Lawrence, autentica diva in divenire, che vanta una presenza scenica stupefacente non dovuta unicamente alla sua indubbia grazia estetica. Basta vedere il duetto che affronta con un mostro sacro come De Niro, che forse non sarà più quello di una volta, ma rimane una figura imponente del panorama cinematografico. Eppure lei dimostra di saper stare con certe icone e di parlarne la stessa lingua.
I due, Lawrence e Cooper, si prendono fin dalla prima scena in cui sono insieme sullo schermo. L'alchimia che nasce nella coppia è palpabile (aiutata anche in questo caso dalle scelte del regista in fase di montaggio). I due devono affrontare drammi e tragedie pregresse, oltre a una differenza d'età che sembra renderli incompatibili. Eppure il loro orbitarsi intorno è fondato su qualcosa che va oltre il semplice amore. I due si capiscono e si aiutano, anche se non sempre se ne accorgono. E questo riesce a costruire attorno alla coppia una nuvola di empatia. Ci si trova a fare il tifo perché la storia vada verso il lieto fine (e non è una cosa così scontata), perché i problemi che li affliggono vengono messi sullo schermo nel modo migliore. Si ride e anche di gusto. Ma ciò non toglie che si riesca a percepire la difficoltà , in modo particolare quella di Pat, e la drammaticità che una persona in preda a certi disturbi debba affrontare.
E così, per una volta, ben venga l'happy ending obbligato e ampiamente annunciato dallo stesso Pat dopo aver letto Hemingway. Perché, a differenza delle commedie romantiche buttate li, questo è un lavoro che resta e lascia un buon sapore.
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jacopo b98
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mercoledì 1 maggio 2013
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il lato positivo di o'russell - da non perdere
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Pat Solitano (Cooper) dopo otto mesi di clinica psichiatrica, in cui era finito per aver avuto una reazione troppo violenta alla scoperta del tradimento della moglie, torna a vivere con i genitori, il padre (De Niro), fanatico di football e la madre (Weaver) succube della sua autorità. A cena da un amico fa conoscenza con Tiffany (Lawrence), altra ragazza psicologicamente disturbata dopo la morte del marito. Lui le chiederà aiuto per riconquistare la moglie e lei in cambio vorrà che lui la aiuti in una gara di ballo. Insieme troveranno un precario equilibrio. Tratto dal romanzo di Matthew Cwick è una deliziosa commedia agrodolce, la cui regia è stata affidata ad O.
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Pat Solitano (Cooper) dopo otto mesi di clinica psichiatrica, in cui era finito per aver avuto una reazione troppo violenta alla scoperta del tradimento della moglie, torna a vivere con i genitori, il padre (De Niro), fanatico di football e la madre (Weaver) succube della sua autorità. A cena da un amico fa conoscenza con Tiffany (Lawrence), altra ragazza psicologicamente disturbata dopo la morte del marito. Lui le chiederà aiuto per riconquistare la moglie e lei in cambio vorrà che lui la aiuti in una gara di ballo. Insieme troveranno un precario equilibrio. Tratto dal romanzo di Matthew Cwick è una deliziosa commedia agrodolce, la cui regia è stata affidata ad O. Russell, divorziato da poco e con un figlio malato di bipolarismo. Per essere un film indipendente ha ottenuto un notevole successo (oltre cento milioni solo in USA) sia di pubblico che di critica, alcuni americani lo hanno osannato come il miglior film dell’anno. Il regista, anche sceneggiatore, racconta i suoi personaggi con una delicatezza straordinaria, senza mai cadere nel banale e mettendo a segno alcune battute epocali. Fa sorridere anche nei momenti di massima tensione drammatica e questo alleggerisce una situazione che altrimenti sarebbe insostenibile: non c’è nessun personaggio sincero in questa gabbia di matti, il padre che si gioca tutto su una partita degli amati Eagles, la madre che pensa solo a cucinare chele di granchio, l’amico che non fa altro che sentirsi soffocato dall’aura della superba e fastidiosa moglie. Gli unici due che sono sinceri, e in certi momenti anche un po’ istintivi, sono i due protagonisti, che alla fine sono gli unici felici e contenti, forse perché pazzi. La pazzia spesso è sinonimo di sincerità e, in certi momenti, anche di felicità e spensieratezza: questa è la morale del film. Perciò anche il finale che potrebbe sembrare banale, quasi da commedia romantica, non lo è affatto perché alla fine i più pazzi sono i sani di mente e i più sani sono i pazzi, che infatti colgono al volo l’occasione di una vita che può essere bella e felice, con i rispettivi problemi. La scena finale, con il padre che continua a scommettere e la madre che illustra la preparazione delle chele di granchio è geniale: nulla è cambiato, o forse sì; Pat e Tiffany sono felici e contenti. Comunque è un film che si regge molto, oltre che sui dialoghi, sulle interpretazioni degli attori, tutti, dal primo all’ultimo, eccezionali, su cui spiccano Cooper e soprattutto la Lawrence, a ventidue anni (anche se nel film ne dimostra parecchi di più, anche perché Cooper ne ha trentotto) premiata con un Oscar indiscutibile. Trionfo al Toronto Film Festival, dove ha vinto il People Choice Award, il premio più importante, e otto nomination agli Oscar. Golden Globe alla miglior attrice.
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zummone
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mercoledì 29 maggio 2013
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sorprendente
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Pat Solitano (B. Cooper) è un giovanotto che si fa 8 mesi di ospedale psichiatrico: ha un disturbo bipolare, emerso con evidenza quando ha scoperto la moglie sotto la doccia con l'amante, mandando l'uomo all'ospedale. Il suo ritorno alla vita normale è animato da grandi propositi: leggere, fare jogging e, soprattutto, riconquistare l'amata moglie. Con questo obiettivo, e volendo vedere sempre il lato positivo delle cose, fa amicizia con Tiffany (J.
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Pat Solitano (B. Cooper) è un giovanotto che si fa 8 mesi di ospedale psichiatrico: ha un disturbo bipolare, emerso con evidenza quando ha scoperto la moglie sotto la doccia con l'amante, mandando l'uomo all'ospedale. Il suo ritorno alla vita normale è animato da grandi propositi: leggere, fare jogging e, soprattutto, riconquistare l'amata moglie. Con questo obiettivo, e volendo vedere sempre il lato positivo delle cose, fa amicizia con Tiffany (J.Lawrence), giovane vedova dal carattere instabile, che è amica della moglie di Pat e potrebbe essere il tramite ideale. Ma Tiffany, in cambio dell'aiuto, coinvolge Pat, piuttosto recalcitrante all'inizio, a partecipare a una gara di ballo. Lieto fine assicurato, con una galleria di personaggi quasi tutti picchiatelli: il padre di Pat (R. De Niro in gran spolvero) e la sua ossessione per le partite di football e le scommesse, l'amico e paziente psichiatrico Danny (C. Tucker), ma anche lo psichiatra indiano, l'agente di polizia, l'amico e la madre del protagonista sono abbastanza "fuori".
Commedia intelligente e a tratti amara, dell'autore fuori dagli schemi David O. Russell (vi ricordate "Three kings"?), che l'ha anche sceneggiata da un romanzo di Matthew Quick, il film è brillante e molto piacevole. Si ride, senza eccessi, per le situazioni surreali, fin assurde, di alcune scene: il pre-partita fuori dallo Stadio e la rissa, il primo "appuntamento" tra Pat e Tiffany alla tavola calda, la disquisizione su Hemingway e "Addio alle armi", la gara finale di ballo. E poi i personaggi: Pat Solitano fa tenerezza per la voglia di riscatto e i suoi dialoghi senza filtro, Tiffany (la Lawrence premiata due settimane fa con l'Oscar) è spiazzante nella sua vitalità malinconica. Le musiche di Danny Elfman, compositore di Tim Burton, fanno da cornice appropriata alla vicenda.
Nobody's fool, recitava il titolo di un film americano della metà degli anni '90. Forse qui, al contrario, lo sono tutti. Pazzi, ma umani e vicini a noi!
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jacopo b98
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domenica 1 dicembre 2013
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un film straordinario con un cast sublime!
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Pat Solitano (Cooper) dopo otto mesi di clinica psichiatrica, in cui era finito per aver avuto una reazione troppo violenta alla scoperta del tradimento della moglie, torna a vivere con i genitori, il padre (De Niro), fanatico di football e la madre (Weaver) succube della sua autorità. A cena da un amico fa conoscenza con Tiffany (Lawrence), altra ragazza psicologicamente disturbata dopo la morte del marito. Lui le chiederà aiuto per riconquistare la moglie e lei in cambio vorrà che lui la aiuti in una gara di ballo. Insieme troveranno un precario equilibrio. Tratto dal romanzo di Matthew Quick è una deliziosa commedia agrodolce, la cui regia è stata affidata ad O.
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Pat Solitano (Cooper) dopo otto mesi di clinica psichiatrica, in cui era finito per aver avuto una reazione troppo violenta alla scoperta del tradimento della moglie, torna a vivere con i genitori, il padre (De Niro), fanatico di football e la madre (Weaver) succube della sua autorità. A cena da un amico fa conoscenza con Tiffany (Lawrence), altra ragazza psicologicamente disturbata dopo la morte del marito. Lui le chiederà aiuto per riconquistare la moglie e lei in cambio vorrà che lui la aiuti in una gara di ballo. Insieme troveranno un precario equilibrio. Tratto dal romanzo di Matthew Quick è una deliziosa commedia agrodolce, la cui regia è stata affidata ad O. Russell, divorziato da poco e con un figlio malato di bipolarismo. Per essere un film indipendente ha ottenuto un notevole successo (oltre cento milioni solo in USA) sia di pubblico che di critica, alcuni americani lo hanno osannato come il miglior film dell’anno. Il regista, anche sceneggiatore, racconta i suoi personaggi con una delicatezza straordinaria, senza mai cadere nel banale e mettendo a segno alcune battute epocali. Fa sorridere anche nei momenti di massima tensione drammatica e questo alleggerisce una situazione che altrimenti sarebbe insostenibile: non c’è nessun personaggio sincero in questa gabbia di matti, il padre che si gioca tutto su una partita degli amati Eagles, la madre che pensa solo a cucinare chele di granchio, l’amico che non fa altro che sentirsi soffocato dall’aura della superba e fastidiosa moglie. Gli unici due che sono sinceri, e in certi momenti anche un po’ istintivi, sono i due protagonisti, che alla fine sono gli unici felici e contenti, forse perché pazzi. La pazzia spesso è sinonimo di sincerità e, in certi momenti, anche di felicità e spensieratezza: questa è la morale del film. Perciò anche il finale che potrebbe sembrare banale, quasi da commedia romantica, non lo è affatto perché alla fine i più pazzi sono i sani di mente e i più sani sono i pazzi, che infatti colgono al volo l’occasione di una vita che può essere bella e felice, con i rispettivi problemi. La scena finale, con il padre che continua a scommettere e la madre che illustra la preparazione delle chele di granchio è geniale: nulla è cambiato, o forse sì; Pat e Tiffany sono felici e contenti. Comunque è un film che si regge molto, oltre che sui dialoghi, sulle interpretazioni degli attori, tutti, dal primo all’ultimo, eccezionali, su cui spiccano Cooper e soprattutto la Lawrence, a ventidue anni (anche se nel film ne dimostra parecchi di più, anche perché Cooper ne ha trentotto) premiata con un Oscar indiscutibile. Trionfo al Toronto Film Festival, dove ha vinto il People Choice Award, il premio più importante, e otto nomination agli Oscar. Golden Globe alla miglior attrice.
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ezio1929
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venerdì 20 dicembre 2013
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autati che il cielo ti auta
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A mio avviso il messaggio centrale del film parte dall'elaborazione del lutto da parte dei due protagonisti e del loro relativo stato di forte sofferenza che ne consegue: è sofferente Pat che vede la propria vita andare in un corto circuito a causa del tradimento della moglie ed è ancora più sofferente Tiffany, che a causa della morte del giovane marito entra in una spirale di squilibrio e insicurezza. Entrambi infatti si trovano a fare i conti con dei sentimenti ancora profondi e vividi dentro di loro, ma si trovano nell'impossibilità di poterli esprimere e comunicare alla persona amata l'uno per motivi legali, l'altra per quelli naturali. Proprio questa frustrazione mista al dolore per la perdita dell'amato genera dapprima nei due protagonisti quello stato di angoscia e disperazione che vengono gradualmente e dolorosamente convogliati dai protagonisti in tensione positiva che li porta a ballare insieme, che sfocia infine nella ricerca di una nuova felicità e della serenità perduta.
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A mio avviso il messaggio centrale del film parte dall'elaborazione del lutto da parte dei due protagonisti e del loro relativo stato di forte sofferenza che ne consegue: è sofferente Pat che vede la propria vita andare in un corto circuito a causa del tradimento della moglie ed è ancora più sofferente Tiffany, che a causa della morte del giovane marito entra in una spirale di squilibrio e insicurezza. Entrambi infatti si trovano a fare i conti con dei sentimenti ancora profondi e vividi dentro di loro, ma si trovano nell'impossibilità di poterli esprimere e comunicare alla persona amata l'uno per motivi legali, l'altra per quelli naturali. Proprio questa frustrazione mista al dolore per la perdita dell'amato genera dapprima nei due protagonisti quello stato di angoscia e disperazione che vengono gradualmente e dolorosamente convogliati dai protagonisti in tensione positiva che li porta a ballare insieme, che sfocia infine nella ricerca di una nuova felicità e della serenità perduta. Oltre alla bellezza ed alla bravura dei personaggi, spicca l'ambiente in cui nasce la storia tra i due protagonisti, quell'ambito domestico e quella quotidianità che trasmettono una certa tenerezza e semplicità e che permettono allo spettatore di immedesimarvisi. La differenza tra i due personaggi sta nel fatto che al momento dell'incontro, mentre il dolore per il lutto di Pat non è ancora maturo, in quanto non si è ancora capacitato della fine del proprio matrimonio, quello di Tiffany è già passato per una spirale di depravazione sessuale e lei stessa capisce che la propria strada per la "redenzione" deve passare attraverso una persona che possa provare quello che lei ha provato ovvero la sua stessa pazzia. E' proprio Tiffany che trascina Pat e che lo "aiuta" nel proprio percorso di redenzione volontaristica. Per concludere: bel film, con un finale magari scontato, ma che riscalda il cuore.
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snozzillo
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lunedì 13 gennaio 2014
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una grande agitazione.
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Le commedie-dramma stanno ormai spopolando nel mondo del cinema e, a parer mio, sono un genere apprezzabile quasi quanto un buon piatto di pasta alla carbonara; sono in grado di trattare un argomento spesso delicato con un po’d'ironia, senza renderlo superficiale o addirittura ridicolo. “Il lato positivo” ha centrato pienamente l’obiettivo, grazie all’aiuto di una regia che aveva precedentemente conquistato il pubblico con “The Fighter” e una sorprendente recitazione.
Scordatevi effetti speciali o scene d’azione, trovate solo l’essenziale alla storia.
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Le commedie-dramma stanno ormai spopolando nel mondo del cinema e, a parer mio, sono un genere apprezzabile quasi quanto un buon piatto di pasta alla carbonara; sono in grado di trattare un argomento spesso delicato con un po’d'ironia, senza renderlo superficiale o addirittura ridicolo. “Il lato positivo” ha centrato pienamente l’obiettivo, grazie all’aiuto di una regia che aveva precedentemente conquistato il pubblico con “The Fighter” e una sorprendente recitazione.
Scordatevi effetti speciali o scene d’azione, trovate solo l’essenziale alla storia. Eppure il film è agitato, frenetico, in continuo movimento; ciò che rende possibile questo paradosso sono i dialoghi – dio quanto amo i film dialogati – : battute scambiate velocemente, personaggi che cercano di sovrastarne altri con il tono della voce e con l’asprezza delle parole, parole che scorrono lungo tutta la pellicola, metafore di pazzia. Ne risulta che, in realtà, tutti i personaggi del film ogni giorno hanno a che vedere con ossessioni, ansie, atteggiamenti compulsivi, ma anche scaramantici. Un parallelismo con la realtà? Siamo tutti matti? Beh, ho rivalutato il mio bisogno di possedere biro colorate per prendere appunti, questo è sicuro.
Ma non sono solo i dialoghi a dare vita a questo film: gesti ed espressioni accentuano la confusione generale di questa folle storia, che, di nuovo paradossalmente, viene armonizzata dall’amore di Pat e Tiffany. Concludendo, grazie alla spiccata ironia che ci accompagna per tutto il film, il senso di agonia che rimane impresso nel vedere persone comuni trovarsi in difficoltà nel quotidiano è quasi impalpabile.
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