giulio vivoli
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domenica 9 dicembre 2012
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anderson-amore: coppia perfetta
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Wes Anderson aggiunge un'altra perla alla collezione di commedie surreali , dove il racconto fiabesco e la satira si mescolano magicamente.
La fuga dei due ragazzi in età preadolescenziale, l'una dagli schemi noiosi della famiglia americana anni '60, l'altro dalle rigide regole militaresche dei boy-scout, se da un lato è perfetto specchio della rivoluzione sociale di quegli anni in nome della libertà di amare, dall'altro rappresenta per ogni generazione di giovani lo spirito di ribellione dall'ordine costituito e il bisogno di emancipazione dal proprio recinto di protezione.
Come in Ubriaco d'Amore, il tema stesso dell'amore si conferma per Anderson fonte d'ispirazione e snodo importante nel percorso di crescita individuale, fino a diventare nel finale riscatto sociale e generazionale rispetto al fallimento delle relazioni affettive del mondo degli adulti: non è sfumatura di poco conto la ripresa della storia d'amore tra i due ragazzi dopo la fine della relazione clandestina tra la McDormand-mamma di lei e Willis-poliziotto nuovo tutore di lui.
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Wes Anderson aggiunge un'altra perla alla collezione di commedie surreali , dove il racconto fiabesco e la satira si mescolano magicamente.
La fuga dei due ragazzi in età preadolescenziale, l'una dagli schemi noiosi della famiglia americana anni '60, l'altro dalle rigide regole militaresche dei boy-scout, se da un lato è perfetto specchio della rivoluzione sociale di quegli anni in nome della libertà di amare, dall'altro rappresenta per ogni generazione di giovani lo spirito di ribellione dall'ordine costituito e il bisogno di emancipazione dal proprio recinto di protezione.
Come in Ubriaco d'Amore, il tema stesso dell'amore si conferma per Anderson fonte d'ispirazione e snodo importante nel percorso di crescita individuale, fino a diventare nel finale riscatto sociale e generazionale rispetto al fallimento delle relazioni affettive del mondo degli adulti: non è sfumatura di poco conto la ripresa della storia d'amore tra i due ragazzi dopo la fine della relazione clandestina tra la McDormand-mamma di lei e Willis-poliziotto nuovo tutore di lui.
Il tutto è accompagnato dall'originale e divertentissima parodia militaresca del mondo scout come fossimo nel Vietnam di M.A.S.H., mentre l'operazione ricerca dei fuggitivi è una chiara citazione di Rambo con tanto di apparizione del Col. Trautman-Balabam in veste di deus ex machina. La fuga nella natura vergine e aspra dell'isola e la scena del ballo e del bacio sono rispettivamente un omaggio ai film americani d'avventura e alle commedie francesi ambientate a Saint Tropez nei sixties.
Ricca è la galleria di personaggi originali e tutti ben caratterizzati: il capo scout Edward Norton con tutti i ragazzi del reparto, il severo Gran Mogol e il traffichino cugino Ben, il padre della ragazza Bill Murray ancora più spaesato che in Lost in Transation, Tilda Swinton in versione femme fatale responsabile dei servizi sociali, oltre ai già citati Bruce Willis, Frances MC Dormand e Bob Balabam. Citazione a parte per i due protagonisti che recitano da attori professionisti nonostante la giovane età, precoci al pari dell'amore maturo preadolescenziale che simboleggiano nel film.
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boyracer
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domenica 9 dicembre 2012
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l’età dell’amore.
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C’è un’età giusta per amare ed essere amati? E cosa significa realmente ed obiettivamente “amare qualcuno”? Sono ovviamente domande iperboliche, ma se vengono affrontate con l’ironia e la spensieratezza (che non è vacuità) di Wes Anderson, si può quanto meno provare a dare una risposta, se non certa, quanto meno verosimile. E la risposta più verosimile è probabilmente che l’età “più giusta” è forse quella dell’adolescenza o magari anche prima. I 2 protagonisti di questo gradevolissimo film sono infatti pre-adolescenti, ragazzini, certo, ma per altri versi molto maturi per la loro età (e forse anche rispetto a certo adulti che si ritrovano tra i piedi). Si conoscono ad una recita ed è amore a prima vista, di quelli incoscienti ed “eterni”, che sono tanto più incoscienti ed eterni quanto più chi li prova è giovane ed aperto all’amore, privo cioè di tutti quegli orpelli e limiti “ambientali” che aumentano con l’aumentare della consapevolezza della vita.
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C’è un’età giusta per amare ed essere amati? E cosa significa realmente ed obiettivamente “amare qualcuno”? Sono ovviamente domande iperboliche, ma se vengono affrontate con l’ironia e la spensieratezza (che non è vacuità) di Wes Anderson, si può quanto meno provare a dare una risposta, se non certa, quanto meno verosimile. E la risposta più verosimile è probabilmente che l’età “più giusta” è forse quella dell’adolescenza o magari anche prima. I 2 protagonisti di questo gradevolissimo film sono infatti pre-adolescenti, ragazzini, certo, ma per altri versi molto maturi per la loro età (e forse anche rispetto a certo adulti che si ritrovano tra i piedi). Si conoscono ad una recita ed è amore a prima vista, di quelli incoscienti ed “eterni”, che sono tanto più incoscienti ed eterni quanto più chi li prova è giovane ed aperto all’amore, privo cioè di tutti quegli orpelli e limiti “ambientali” che aumentano con l’aumentare della consapevolezza della vita. Il destino sarà segnato, sarà fuga e controfuga, fino alla fine, perché per un amore così grande non c’è altra soluzione accettabile che l’Amore.
Lo stile di Anderson è molto naif e “colorato”, un po’ fiabesco ma allo stesso tempo non poco profondo e corrosivo, di certo qualitativamente solido. Gli attori girano alla perfezione, i grandi nomi fanno da affiatate spalle ai 2 giovanissimi protagonisti, che tengono la scena e i personaggi con grande piglio e personalità, soprattutto se considerata la quasi nulla esperienza recitativa pregressa.
La storia scorre che è una meraviglia, fa ridere e anche un po’ commuovere, e soprattutto fa tifare per i 2 piccoli incoscienti che anche se un po’ “problematici” sono i più “sani” di tutta la combriccola, forse proprio perché giovani e incoscienti, nel pieno cioè di quei 2 “stadi” della vita che spesso perdiamo troppo presto e senza accorgercene.
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clavius
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giovedì 13 dicembre 2012
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ipertrofico
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L'immaginario ricchissimo di Anderson, iperbolico e imprevedibile, da vita ad un esercizio di stile un po' stucchevole. Lo stile, croce e delizia di questo autore, non sempre è accompagnato da una solidità narrativa all'altezza. Il coloratissimo mondo di Anderson popolato da personaggi "bambole", volutamente artificiale diventa per me alla distanza addirittura noioso. Il risultato è il prodotto di una innegabile fantasia ipertrofica, tanto denso da divenire un mare insolcabile. Ci si arena presto inseguendo false piste disseminate qua e là e alla fine restano solo le note della bella colonna sonora. Evanascente come gli amori da adolescenti, illusorio come i primi baci.
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L'immaginario ricchissimo di Anderson, iperbolico e imprevedibile, da vita ad un esercizio di stile un po' stucchevole. Lo stile, croce e delizia di questo autore, non sempre è accompagnato da una solidità narrativa all'altezza. Il coloratissimo mondo di Anderson popolato da personaggi "bambole", volutamente artificiale diventa per me alla distanza addirittura noioso. Il risultato è il prodotto di una innegabile fantasia ipertrofica, tanto denso da divenire un mare insolcabile. Ci si arena presto inseguendo false piste disseminate qua e là e alla fine restano solo le note della bella colonna sonora. Evanascente come gli amori da adolescenti, illusorio come i primi baci.
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elenadeda
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domenica 23 dicembre 2012
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una favola d'amore
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Questo film si svolge in un'atmosfera onirica che coinvolge tutti i sensi. La colonna sonora merita un apprezzamento particolare per la genialità nell'introdurre uno stesso brano che parte con uno strumento per poi ripetersi e arricchirsi man mano di altri strumenti con la voce in sottofondo che scandisce i loro nomi inglese. Vi consiglio per questo di non lasciare la sala ai titoli di coda. L'attenzione alle "piccole cose" è sorprendente, gli oggetti che i due ragazzi portano con sè nella loro fuga d'amore sono il riassunto delle loro vite e acquistano importanza. L'amore del ragazzino arriva a trasformare due ami da pesca e due scarabei in un paioi orecchini donati a lei, il suggello del loro amore.
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Questo film si svolge in un'atmosfera onirica che coinvolge tutti i sensi. La colonna sonora merita un apprezzamento particolare per la genialità nell'introdurre uno stesso brano che parte con uno strumento per poi ripetersi e arricchirsi man mano di altri strumenti con la voce in sottofondo che scandisce i loro nomi inglese. Vi consiglio per questo di non lasciare la sala ai titoli di coda. L'attenzione alle "piccole cose" è sorprendente, gli oggetti che i due ragazzi portano con sè nella loro fuga d'amore sono il riassunto delle loro vite e acquistano importanza. L'amore del ragazzino arriva a trasformare due ami da pesca e due scarabei in un paioi orecchini donati a lei, il suggello del loro amore. Il binocolo diventa uno strumento per conoscere una realtà che può sembrare lontana ma che è vicinissima. Non ci sono regole di età in questo film, ci si può sposare anche a 12 anni e il bambino gioca a fare l'adulto e paradossalmente è più serio dell'adulto. L' amore puro supera ogni difficoltà e magicamente riesce a sistemare anche le vite degli adulti.
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memoriefuture
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sabato 13 ottobre 2012
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perfezione stilistica e visiva maniacale
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penso che sia difficile inquadrare i film di Wes Anderson in un genere spec
ifico...bisognerebbe inventarne uno nuovo....prendere lo stile ironico e dissacrante dei Tenenbaum...un pizzico di atmosfere alla Tim Burton....e un tocco di Alexandre Desplat....otterrete un film di Anderson....perfezione stilistica e visiva....quasi maniacale del particolare...(dalla fotografia al trucco, dai costumi alla scenografia).
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penso che sia difficile inquadrare i film di Wes Anderson in un genere spec
ifico...bisognerebbe inventarne uno nuovo....prendere lo stile ironico e dissacrante dei Tenenbaum...un pizzico di atmosfere alla Tim Burton....e un tocco di Alexandre Desplat....otterrete un film di Anderson....perfezione stilistica e visiva....quasi maniacale del particolare...(dalla fotografia al trucco, dai costumi alla scenografia).....fino alla caratterizzazione straordinaria dei personaggi....da E.Norton a F.Mcdormand, da B.Murray a B.Willis, da T.Swinton a H.Keitel.....la fuga che accenna la voce nel giradischi.....preannuncia la fuga dei due giovanissimi innamorati....che dal basso dello loro esperienza....riconoscono il valore dell'amore....a differenza dei grandi che hanno tutti smarrito la possibilità di amare....veramente....raccontando una favola romantica ricca di sarcasmo con una straordinaria perfezione stilistica
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dreamers
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venerdì 28 dicembre 2012
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il sorriso di un evaso riacciuffato dal mondo
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Gli adulti? sono bambini stupidi e tristi. I bambini? sono adulti intelligenti e non ancora così tristi. La felicità sarebbe un crescendo dove ogni strumento entra a tempo, in una perfetta armonia che la vita, purtroppo, non realizza quasi mai. La distanza tra il mondo dei grandi e di quelli che lo saranno è allora un canale in piena, un ensemble di flauti dolci così stonato da far piangere e ridere al contempo. Wes Anderson opta per la seconda soluzione, da sempre. Ma della prima, il piangere, gli rimane una specie di ombra. La stessa che offusca all'improvviso una splendida "moonrise., Una spiaggia che parrebbe lontana da tutti, più remota di qualsiasi ipotetica laguna blu, si rivela all'improvviso vulnerabile come un diario nel cassetto, alla portata di chiunque, anche di un rimbecillito comandante di scout.
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Gli adulti? sono bambini stupidi e tristi. I bambini? sono adulti intelligenti e non ancora così tristi. La felicità sarebbe un crescendo dove ogni strumento entra a tempo, in una perfetta armonia che la vita, purtroppo, non realizza quasi mai. La distanza tra il mondo dei grandi e di quelli che lo saranno è allora un canale in piena, un ensemble di flauti dolci così stonato da far piangere e ridere al contempo. Wes Anderson opta per la seconda soluzione, da sempre. Ma della prima, il piangere, gli rimane una specie di ombra. La stessa che offusca all'improvviso una splendida "moonrise., Una spiaggia che parrebbe lontana da tutti, più remota di qualsiasi ipotetica laguna blu, si rivela all'improvviso vulnerabile come un diario nel cassetto, alla portata di chiunque, anche di un rimbecillito comandante di scout. Bellissimo film questa "fuga d'amore" raccontata col sorriso di un evaso riacciuffato dal mondo. Non ancora rassegnato, però, a qualsiasi tipo di arresto, anche a quello domiciliare. Anche a quello di un cinema pensato solo per il facile incasso. E al termine dei titoli di coda, questa volta tutti da ascoltare, viene allora da dire "grazie".
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ciolo
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lunedì 17 dicembre 2012
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wes ci immerge in un quadro vivente!
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Il film impressiona, come al solito, per la maestria nel fondere musica, colori e immagini in una regia dettata da tempi egregiamente definiti. Come in tutte le sue opere Wes Anderson ci catapulta nella sua mente dove vivono personaggi strampalati ma ben caratterizzate, situazioni gtottesche ma mai volgari, trasportando sul grande schermo non la vita ma la sua rappresentazione teatrale. I temi cari all'autore sono presenti ma non ricercati ossesivamente...la morte è accennata solo in un occasione, la famiglia non è una sovrastruttra ossessiva come nelle altre opere, la coralità è sostituita dalla perfezione di una coppia simbolo stesso dell'amore puro e assoluto.
Consiglio a tutti di vedere questo capolavoro che si conosca o no l'autore, la delicatezza della storia d'amore avrà anche sui
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Il film impressiona, come al solito, per la maestria nel fondere musica, colori e immagini in una regia dettata da tempi egregiamente definiti. Come in tutte le sue opere Wes Anderson ci catapulta nella sua mente dove vivono personaggi strampalati ma ben caratterizzate, situazioni gtottesche ma mai volgari, trasportando sul grande schermo non la vita ma la sua rappresentazione teatrale. I temi cari all'autore sono presenti ma non ricercati ossesivamente...la morte è accennata solo in un occasione, la famiglia non è una sovrastruttra ossessiva come nelle altre opere, la coralità è sostituita dalla perfezione di una coppia simbolo stesso dell'amore puro e assoluto.
Consiglio a tutti di vedere questo capolavoro che si conosca o no l'autore, la delicatezza della storia d'amore avrà anche sui cuori più duri un effetto benefico!
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pagotta
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sabato 21 settembre 2013
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di una semplicità spiazzante
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Io proprio non so come fa, non me ne capacito. Uno sguardo così puro e semplice del Vero da rimanere di sasso. Ma forse è meglio partire dall'inizio. Con la sua solita maestria Wes Anderson ci porta in una tranquilla località del nord America, negli anni sessanta. Entrambi i genitori avvocati, tre piccoli fratelli ed una ragazza, Suzy. Il crescendo dell'orchestra di Benjamin Britten al ritiro della posta da parte della ragazza rivela la gravosità del gesto. Stacco, camping dei giovani scout. Lunga carrellata dove il capo scout Edward Norton controlla che tutto vada bene, si siede al tavolo per la colazione. Ma manca il giovane Sam. Un buco della tenda ne rivela la fuga.
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Io proprio non so come fa, non me ne capacito. Uno sguardo così puro e semplice del Vero da rimanere di sasso. Ma forse è meglio partire dall'inizio. Con la sua solita maestria Wes Anderson ci porta in una tranquilla località del nord America, negli anni sessanta. Entrambi i genitori avvocati, tre piccoli fratelli ed una ragazza, Suzy. Il crescendo dell'orchestra di Benjamin Britten al ritiro della posta da parte della ragazza rivela la gravosità del gesto. Stacco, camping dei giovani scout. Lunga carrellata dove il capo scout Edward Norton controlla che tutto vada bene, si siede al tavolo per la colazione. Ma manca il giovane Sam. Un buco della tenda ne rivela la fuga. Urge intervento. Accorrerà in aiuto del capo scout un poliziotto, amante della madre di Suzy (ma il marito ha già capito tutto e mal sopporta lo sbirro), un'uomo stupido e triste (no, stupido no, ma sicuramente triste, a quanto dice la madre a sua figlia). Per non svelare troppo della trama arriverò dritto al punto: anche Suzy è scappata, un lungo flashback svela il perchè. La fuga dei due ragazzi rimane il punto più alto raggiunto dal film, sotto tutti i punti di vista: la colonna sonora, la regia, gli attori (i due fuggitivi sono meravigliosi), la fotografia (una luce tutta anni 60') e la sceneggiatura, capace di emozionare con semplici gesti come un bacio o un abbraccio, due ragazzi che giocano o che si addormentano insieme, in netto contrasto con tutte le nevrosi e le inadeguatezza mal celate degli adulti, i veri "disfunzionali" non sono i ragazzi, come vorrebbero farci credere gli assistenti sociali o i medici, i veri disadattati sono gli adulti. Tutto ovviamente andrà come deve andare, con alcune sorprese ovviamente. Il tutto nel solito universo che crea Wes Anderson, dove tutto quello che potrebbe apparire infantile o stupido raccela in sè in realtà molto più Vero di quanto non possa sembrare.
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gabriele.vertullo
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giovedì 6 dicembre 2012
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una storia d'amore tutt'altro che infantile
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Il nuovo gioiellino del sorprendente e stravagante regista Wes Anderson colpisce e conquista con tutta la sua fiorita e consapevole ingenuità. Se proprio si vuole essere accademici Moonrise Kingdom è una fiaba per adulti con i bambini, ma se questa semplice definizione non esaurisce la totalità di un mosaico così prezioso, sicuramente suggerisce la raffinatezza e l’esuberanza che presiedono ad una storia così eccezionalmente affascinante, una strumentazione complessa di suoni, colori ed emozioni.
Sam è un ragazzo orfano, scout nel camp Ivanhoe, Suzy una ragazza sensibile e irrequieta. I due ragazzini si invaghiscono reciprocamente al loro primo incontro, così che decidono che l’unico modo per instaurare una relazione è intraprendere un’avventurosa fuga d’amore.
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Il nuovo gioiellino del sorprendente e stravagante regista Wes Anderson colpisce e conquista con tutta la sua fiorita e consapevole ingenuità. Se proprio si vuole essere accademici Moonrise Kingdom è una fiaba per adulti con i bambini, ma se questa semplice definizione non esaurisce la totalità di un mosaico così prezioso, sicuramente suggerisce la raffinatezza e l’esuberanza che presiedono ad una storia così eccezionalmente affascinante, una strumentazione complessa di suoni, colori ed emozioni.
Sam è un ragazzo orfano, scout nel camp Ivanhoe, Suzy una ragazza sensibile e irrequieta. I due ragazzini si invaghiscono reciprocamente al loro primo incontro, così che decidono che l’unico modo per instaurare una relazione è intraprendere un’avventurosa fuga d’amore. La loro azione mobiliterà la piccola comunità di New Penzance e l’intero campo scout, originando una serie di inenarrabili e incredibili peripezie.
Moonrise Kingdomè un film di tonalità screziate e di pennellate policromatiche. Ad una sequenza di immagini iniziali caratterizzate da colori caldi, luminosi e pittoreschi, l’evoluzione della storia apre anche a sfumature annebbiate e rabbuianti, che avvolgono in modo particolare i momenti in cui le forze ostacolanti si fanno più decise sulle intenzioni dei due ostinati giovani. Complessivamente però lo spettatore è immerso in una cornice di assoluta freschezza e vitalità, in un’atmosfera rarefatta, indefinita, a volte epica (eloquente è il nome del campo scout), amplificata da una colonna sonora ritmata ed evocativa, in alcuni tratti evasiva.
Labile è il confine tra il mondo degli adulti e quello dei bambini, i caratteri e i comportamenti si confondono e si sovrappongono, nessun personaggio può essere classificato e cristallizzato ad uno solo dei due sistemi. Così come è discutibile la dialettica tra ragione e follia, quale delle due sia più opportuna, o meglio se ci sia realmente un contrasto diametrale tra le due e se in ogni caso la prima sia preferibile. La narrazione si inserisce in schemi simbolici: la piccola isola, così come l’organizzato e disciplinato campo scout, richiamano a riflessioni e raffigurazione più larghe, emerge una perspicua analisi della dimensione sociale, non rifiutando anche moduli anarchici e distopici.
Più che una personale concezione e rappresentazione del mondo puerile da parte del regista, quello che appare strutturale è invece la sua immaginazione e la visione del mondo della sua infanzia, filtrata attraverso la profonda sensibilità estetica di Wes Anderson di oggi; non che sia un film autobiografico, ma che aleggino due anime, quella del fanciullo e quella dell’artista, è suggestivamente plausibile, per un film indiscutibilmente sognante, ma essenzialmente maturo e sostanzioso, non indebolito da nessun freno inibitore.
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antonius block
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giovedì 10 gennaio 2013
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emozioni colorate a pastello
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Spesso i film di Anderson raccontano le storie problematiche di adulti ricercando nella loro infanzia la causa di certe pieghe che hanno caratterizzato la loro vita. Questa volta il punto di vista cambia, il regista ci mostra direttamente il momento che può condizionare la vita dei protagonisti facendo capire allo spettatore che ogni piccolo evento a cui assisterà potrebbe avere conseguenze enormi sul futuro dei protagonisti. È come se Anderson per una volta dicesse "questa volta il problema non va risolto a posteriori, da adulti, rimediando a un trauma infantile, ma siete di fronte al farsi della storia e i problemi possono essere risolti ora!". E saranno proprio gli adulti in questo film a dover capire questo passaggio, a capire che i problemi che hanno caratterizzato le loro vite potranno essere evitati per i giovani protagonisti con il loro aiuto, con un po' di comprensione, con un po' di amore.
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Spesso i film di Anderson raccontano le storie problematiche di adulti ricercando nella loro infanzia la causa di certe pieghe che hanno caratterizzato la loro vita. Questa volta il punto di vista cambia, il regista ci mostra direttamente il momento che può condizionare la vita dei protagonisti facendo capire allo spettatore che ogni piccolo evento a cui assisterà potrebbe avere conseguenze enormi sul futuro dei protagonisti. È come se Anderson per una volta dicesse "questa volta il problema non va risolto a posteriori, da adulti, rimediando a un trauma infantile, ma siete di fronte al farsi della storia e i problemi possono essere risolti ora!". E saranno proprio gli adulti in questo film a dover capire questo passaggio, a capire che i problemi che hanno caratterizzato le loro vite potranno essere evitati per i giovani protagonisti con il loro aiuto, con un po' di comprensione, con un po' di amore. La scintilla di questa consapevolezza forse è racchiusa nel dialogo fra il poliziotto (un Bruce Willis fuori dal ruolo a cui ci ha abituato, ma perfetto nella parte) e lo scout "fuggitivo", quando l'uomo riconoscendo i suoi errori e limiti si offre di aiutare il ragazzino semplicemente perchè ne ha passate di più e non perchè più intelligente dicendo che "anche i bambini intelligenti infilano le dita nelle prese della corrente a volte". Tutto questo immerso nella fotografia fiabesca di Anderson e nei suoi scenari color pastello, sempre perfetti nel rappresentare l'instabile equilibrio delle nostre vite.
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