Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Svizzera, Germania |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Leonardo Di Costanzo |
Attori | Francesca Riso, Alessio Gallo, Carmine Paternoster, Salvatore Ruocco, Antonio Buil Puejo Jean Yves Morard. |
Uscita | mercoledì 5 settembre 2012 |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,70 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 novembre 2017
Un racconto duro e poetico che narra le difficoltà di essere adolescenti nella periferia violenta di una metropoli contemporanea. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office L'intervallo ha incassato 66,3 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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L'intervallo inizia con una considerazione zoologica sulle diverse ragioni che spingono a cantare tipologie differenti di uccelli caratterizzati da un canto molto simile: "...così un canto di sfida può essere confuso con un canto d'amore". Ed è per ragioni d'amore che forse sono spinte da una volontà di sfida, che Veronica si trova prigioniera in un ospedale abbandonato di Napoli simile ad un castello diroccato, guardata a vista da un altro recluso, obbligato con la forza a farle da carceriere per un giorno. I due ragazzi, impossibilitati ad uscire da quel luogo senza senso, vivranno una giornata di vacanza dalla quotidianità che li schiaccia.
Scritto appositamente per il cinema, senza basarsi su nessun testo di partenza, girato in fretta e modellato nei dialoghi e nelle inflessioni sulla lingua parlata realmente grazie al contributo e alle piccole improvvisazioni dei due attori protagonisti (scovati e allenati da mesi di "preparazione"), il film di Leonardo Di Costanzo ha il sapore dei prodotti grezzi ed autentici e la complessità visiva del più grande direttore della fotografia che operi in Italia: Luca Bigazzi.
Tra fondamenta allagate che paiono mari immensi, giardini trascurati che sembrano boschi colmi d'erbacce e piante non coltivate, rottami a non finire e saloni vuoti in cui solo detriti e calce fanno da mobilio i due ragazzi parlano, si odiano e si rispecchiano l'uno nell'altro fino all'inevitabile confronto finale con la ragione della loro reclusione. Nella favola scritta assieme a Maurizio Braucci non c'è consolazione, solo illustrazione, non c'è eroismo, nemmeno nascosto, solo sottomissione al sistema, per questo è uno dei film più coraggiosi in materia.
Per arrivare a questo la scelta del team di autori è di passare attraverso il dramma da camera senza mai avvicinarsi al teatro. Benchè in scena ci siano praticamente sempre solo due attori che parlano tra di loro, L'intervallo riesce a non rimanere ripiegato sulla parola ma con i continui cambi d'ambiente e il fenomenale apporto delle luci di Bigazzi, capaci da sole di raccontare uno stato d'animo, porta nuove idee e rinegozia il senso di ogni scena, in modo da rendere ogni momento superiore alle semplici battute che in esso sono pronunciate.
Nonostante rimanga un film piccolo, per volontà aspirazioni e umiltà, L'intervallo comunque riesce ad arrivare più lontano delle proprie aspirazioni in virtù di una coerenza, di un'onestà e di una fiducia nelle capacità dell'immagine che non sono frequenti.
Salvatore (Salvatore “u scemu” o Salvatore “u chiattune” ? chiede la ragazza; no “u chiattune”). Salvatore dunque,venditore ambulante di granatine,come il padre,è incaricato da una gang del napoletano, di sorvegliare una giovane donna, una quindicenne, in un enorme edificio abbandonato,probabilmente di recente costruzione, ma in condizioni fatiscenti, [...] Vai alla recensione »
Salvatore - un impacciato diciassettenne napoletano venditore ambulante di granite - viene costretto da un guappo di periferia, per un giorno, a far da carceriere a Veronica, una quindicenne che, trasgredendo le regole non scritte della malavita, si è messa con un ragazzo appartenente ad una banda rivale. Per qualche ora Veronica e Salvatore - sequestrati costretti alla forzata convivenza nella [...] Vai alla recensione »
L’intervallo inevitabilmente ricorda i tempi della scuola, quando al suono della campanella si scattava dai banchi per raggiungere il cortile dove si finiva per schiamazzare, mangiare e respirare, ricordo che ci facevano aprire le finestre per cambiare l’aria. Era libertà. Nel film di Di Costanzo, l’intervallo è di prigionia si, ma solo fisica.
Napoli, Veronica ha 15 anni, è una novella Giulietta…..ha la grande colpa di amare un membro del clan rivale del suo quartiere. Per questo motivo viene sequestrata e portata in un fatiscente collegio abbandonato. Salvatore ha 17 anni ha un chiosco ambulante di granite, un tipo goffo e viene costretto suo malgrado a fare il carceriere della ragazza.
“L’intervallo” è un piccolo prodigioso film che dimostra quanto la forza delle buone idee cinematografiche può fare a meno di grandi mezzi ed effetti speciali per affermarsi. Una vera lezione d’arte sia per la vicenda narrata che per il modo di narrarla. Una ragazza e un ragazzo da poco usciti dalla soglia dell’adolescenza rinchiusi da mattina a sera, dalla camorra, in un luogo dannato e desolato della [...] Vai alla recensione »
Un pomeriggio assolato, uno scroscio di pioggia e tante storie da raccontare. Due ragazzi vengono rinchiusi in una vecchia struttura abbandonata, lei perché ha fatto uno sgarbo alla camorra locale, lui per farle da guardiano e attendono ciò che sarà. Due adolescenti che ricordano un po' " l'estate di Giacomo", ma qui non è la sensualità a condurre [...] Vai alla recensione »
Questa piccola, preziosa pellicola ha tanti meriti. Si potrebbe mettere in cima alla lista la leggerezza con la quale riesce a trattare un tema tragico - la criminalità organizzata vista non come “semplice” malattia del nostro equilibrio sociale, bensì come bestiale alternativa strutturale ad esso - senza (s)cadere nell'approccio sociologico o, peggio, “savianesco& [...] Vai alla recensione »
Un giovane venditore ambulante di granite chiamato Salvatore, conduceva una vita all' apparenza semplice e ordinaria, fin quando non riceve l' incarico di controllare una giovane ragazza chiamata Veronica, accusata di avere una relazione con il membro di un clan rivale napoletano. Quando i due soggetti si conoscono, entrambi si comportano in maniera differente : Salvatore [...] Vai alla recensione »
Salvatore è un adolescente che lavora in giro per Napoli col suo banchetto di granite. Un giorno un piccolo boss locale gli ordina di passare la giornata in un vecchio capannone abbandonato dove un'altra adolescente, Veronica, è stata segregata per le sue frequentazioni con un ragazzo della banda rivale. I due passano la giornata insieme facendo reciproca conoscenza.
Film che rende onore al cinema nella sua alta espressione artistica di laboratorio di immagini, di idee, di creatività, indipendentemente dai (pochi) mezzi a disposizione. Storia di infanzia, adoloscenza rubata: non c'è consolazione, solo squarci di umanità nella terribile quotidianita sociale da cui non c'è possibilità di fuga, ma solo di evasione temporanea [...] Vai alla recensione »
L’intervallo, film (2012) di Leonardo Di Costanzo con Alessandro Gallo, Francesca Riso, Antonio Buil Puejo; Carmine Paternoster, Salvatore Ruocco Un delicatissimo film ambientato nella Campania degradata dei nostri tempi, con i dialoghi prevalentemente in napoletano che aggiunge efficacia al contesto in cui si svolge l’azione.
Film discreto, però mi aspetto che poi Di Costanzo faccia un film vero. Altrimenti se andiamo avanti a fare filmini per Goffredo Fofi finiamo a fare solo roba da festival e da salette d'essai.
Amara italia mi viene da esprimere, non c'è via d'uscita. Povertà miseria degrado. Guardo seduto quello che mi propone la TV e tutto sembra luccicante patinato perfetto. Poi scendo in strada e mi trovo davanti un'altra realtà. Opera di alto coraggio. Forse meritava di più a Venezia. Ma noi italiani amiamo mettere sotto il tappeto le nostre sporcizie.
Film estremamente semplice ed asciutto nella sua narrazione in cui, attraverso il rapporto che si instaura tra una ragazzina "imprigionata" a seguito di uno sgarro ad un boss della camorra ed il suo "guardiano", si evince la denuncia di come in molti luoghi in Italia i rapporti e la vita stessa in generale venga completamente regolata e dominata dai clans camorristi o mafiosi.
Un film sorprendente. Dal trailer non si percepisce la reale forza di questo lungometraggio, recitato benissimo dai due attori protagonisti. Ma anche i pochi altri attori che fanno piccoli ruoli, recitano davvero bene. Credo che la forza prima di tutto sia proprio quella della recitazione spontanea, che rende tutto meravigliosamente vero. E nel cinema di oggi, la sincerità si è un po' [...] Vai alla recensione »
Un film decisamente ben fatto, con una ella fotografia, e due bravissimin giovani attori. Ma il film si basa su un assunto abbastanza falso, a cui è difficile credere ed è appena appena carino. Trovo inspiegabile l'entusiasmo della critica italiana: se andiamo avanti a fare questi film, il cinema italiano non si risolleva più.