mauro@lanari
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martedì 16 gennaio 2024
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uno dei capolavori d'allen
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(In collaborazione con Orietta Anibaldi) Il suo lascito testamentario intriso di formaldeide come neppure "Il settimo sigillo" dell'amato Bergman. Se in "Basta che funzioni" (2009) l'aspirante suicìda ancora si salvava atterrando sulla donna che sarebbe diventata la sua futura compagna, stavolta fra Eros e Thanatos quest'ultimo vince senza riserve e la funzione esorcistica dell'umorismo s'arrende senza condizioni. Cupo e amarissimo, al cospetto del Tempo che schianta il desiderio amoroso di giovani e anziani e che irride l'effimera immortalità d'accatto della notorietà, ambientato nell'Urbe Eterna già scelta per analoghe conclusioni sia ne "L'imperatore di Roma" (1987) che ne "Il ventre dell'architetto" (sempre 1987), è un film disturbante da cui si prendono le distanze spacciandolo per ciò che non è, un'opera incentrata sui cliché del malcostume nostrano, una "vacanza romana" del (quello sì) macchiettistico newyorkese psiconevrotico, ossessivo e compulsivo.
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(In collaborazione con Orietta Anibaldi) Il suo lascito testamentario intriso di formaldeide come neppure "Il settimo sigillo" dell'amato Bergman. Se in "Basta che funzioni" (2009) l'aspirante suicìda ancora si salvava atterrando sulla donna che sarebbe diventata la sua futura compagna, stavolta fra Eros e Thanatos quest'ultimo vince senza riserve e la funzione esorcistica dell'umorismo s'arrende senza condizioni. Cupo e amarissimo, al cospetto del Tempo che schianta il desiderio amoroso di giovani e anziani e che irride l'effimera immortalità d'accatto della notorietà, ambientato nell'Urbe Eterna già scelta per analoghe conclusioni sia ne "L'imperatore di Roma" (1987) che ne "Il ventre dell'architetto" (sempre 1987), è un film disturbante da cui si prendono le distanze spacciandolo per ciò che non è, un'opera incentrata sui cliché del malcostume nostrano, una "vacanza romana" del (quello sì) macchiettistico newyorkese psiconevrotico, ossessivo e compulsivo. Troppo indigesto per poter essere compreso e apprezzato nel suo nucleo essenziale: il ventaglio completo delle sfaccettature identitarie di Woody triturate e annientate dinanzi alla Morte. "Ridi pagliaccio" fra stradine e viottoli laterali di matrice neorealistica, omaggio al meglio dell'arte italiana.
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steffa
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sabato 13 maggio 2023
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non male
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leggendo la maggiorparte dei commenti molti concittadini si saranno sentiti offesi perchè il film non è stato esclusivamente un ode trionfale alla città di Roma, in realtà contiene una delle gag più divertenti della storia del cinema a mio avviso, il tenore che viene portato sul palco sotto la doccia ... per far parte del filone commerciale di Woody Allen è anzi molto divertente e piacevole
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no_data
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giovedì 29 dicembre 2022
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il "nonsense" come antidoto alla vecchiaia.
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Dopo aver ripreso nel suo cinema Londra e Parigi, ora tocca a Roma di ambientare questa commedia brillante in cui Allen, ormai prossimo all'ottantina, si cimenta come regista dalla maniera ironica e trasognata e attore. Certamente la Roma di Allen conserva una patina vagamente felliniana, fra paparazzi scatenati e ritrovi alla moda, ma accanto alle vicende amorose delle giovani coppie il regista colloca due nuclei narrativi principali, uno con Benigni/Pisanello come protagonista, e vittima della volgarita' e insensatezza del massmedia contemporaneo, che e' costretto a creare un personaggio "famoso per essere famoso", come sentenzia l'autista, e che non risponde al perche' di tale assurda mitologia; infine, a Via Veneto, Pisanello ricorda di essere stato "qualcuno" con una ragazza cui concede l'autografo.
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Dopo aver ripreso nel suo cinema Londra e Parigi, ora tocca a Roma di ambientare questa commedia brillante in cui Allen, ormai prossimo all'ottantina, si cimenta come regista dalla maniera ironica e trasognata e attore. Certamente la Roma di Allen conserva una patina vagamente felliniana, fra paparazzi scatenati e ritrovi alla moda, ma accanto alle vicende amorose delle giovani coppie il regista colloca due nuclei narrativi principali, uno con Benigni/Pisanello come protagonista, e vittima della volgarita' e insensatezza del massmedia contemporaneo, che e' costretto a creare un personaggio "famoso per essere famoso", come sentenzia l'autista, e che non risponde al perche' di tale assurda mitologia; infine, a Via Veneto, Pisanello ricorda di essere stato "qualcuno" con una ragazza cui concede l'autografo. L'altro episodio si impernia sul cantante d'opera, che Jerry il musicofilo, ossia lo stesso Allen, si compiace di aver scoperto, che pero' e' costretto a cantare mentre si bagna in una doccia: lontane ascendenze bunueliane che Allen risolve a modo suo con spirito grottesco e surreale. Ancorarsi al "nonsense" ed alle assurdita' della vita risulta per il regista una sicura iniezione di vitalita'.
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opidum
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sabato 2 gennaio 2021
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carlo vanzina
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visto ora ( quasi tutto ) su iris per la prima volta
onestamente mi avessero detto lo ha girato vanzina io ci avrei pure creduto e avrei detto : filmetto simpatico
mi sarei un po stupito che benigni e la cruz lavorassero per vanzina
la musica è orrenda
il film è sufficente
un filmetto appunto
gli americani ( juno su tutti ) recitano talmente male che fanno fare un figurone ad albanese
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mercoledì 9 agosto 2017
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film bruttissimo
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Un film che sembra una presa in giro, gli attori recitano come se fossero alle prime armi, rendendo alcune scene ridicole e imbarazzanti, metre Roma ha perso tutta la sua maestosità, diventando vecchia e polverosa. Brutto tutto...solo la voce del tenore ha valore artistico.
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aldo marchioni
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domenica 13 novembre 2016
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woody allen al peggio
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Una collezione di stereotipi da cartolina. Roma rappresentata come il più becero dei turisti americani si immagina che sia (per fortuna, dall'America non arrivano solo turisti, c'è anche qualche viaggiatore, non molti, ma qualcuno ce n'è).
Fa il paio con Vicky Christina Barcelona, che, infatti, ha profondamente irritato gli Spagnoli (per gli stessi identici motivi). Midnight in Paris, dopo aver visto questi due, mi sono rifiutato di vederlo.
Manhattan, Annie Hall, Zelig, Provaci Ancora Sam ... altri tempi, altra tempra, altro regista. Ma veramente.
Perché non ti prendi la, peraltro meritata, pensione, Mr. Allen? Perché te ne vuoi andare lasciando dietro di te queste cose?
Mah ...
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renato c.
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lunedì 23 maggio 2016
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woody e roma
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Carissimo Woody Allen, ti scrivo per ringraziarti di avere fatto questo film! Io sono milanese, ma non uno di quei milanesi che detestano Roma, perchè a me Roma è sempre piaciuta tantissimo, almeno turisticamente! Come luogo in cui vivere preferisco naturalmente Milano, ma Roma, almeno come l'ho conosciuta da ragazzo, in cui bastava essere seduto in un bar per vedere passare una carrozza con su dei turisti o sentire avvicinarsi qualcuno col violino o la fisarmonichetta intonando "Arrivederci Roma!" era sufficiente per sentirsi avvolti in un'atmosfera d'incanto! Ebbene tu, nella prima parte del film, hai ricreato quella Roma! Soprattutto per quei personaggi che non vi risiedevano! Le storielle sono simpatiche: la turista americana che trova un fidan
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Carissimo Woody Allen, ti scrivo per ringraziarti di avere fatto questo film! Io sono milanese, ma non uno di quei milanesi che detestano Roma, perchè a me Roma è sempre piaciuta tantissimo, almeno turisticamente! Come luogo in cui vivere preferisco naturalmente Milano, ma Roma, almeno come l'ho conosciuta da ragazzo, in cui bastava essere seduto in un bar per vedere passare una carrozza con su dei turisti o sentire avvicinarsi qualcuno col violino o la fisarmonichetta intonando "Arrivederci Roma!" era sufficiente per sentirsi avvolti in un'atmosfera d'incanto! Ebbene tu, nella prima parte del film, hai ricreato quella Roma! Soprattutto per quei personaggi che non vi risiedevano! Le storielle sono simpatiche: la turista americana che trova un fidanzato romano; l'Americano nostalgico che torna a Roma a fare da angelo custode ad un giovane studente in lotta con se stesso perchè gli è venuta a piacere più un'amica della sua ragazza che non lei stessa; la coppia di sposi in cui lui viene a Roma per cercare un lavoro tramite gli zii ed incappa involontariamente in due adulteri, che però miglioreranno il loro rapporto; ed il buon Benigni, che diventa all'improvviso famoso per un paio di giorni, ma poi quando la fama passa gli viene la nostalgia! Tutte storielle molto simpatiche! Vediamo i particolari: quel ragazzo di Pordenone, sposato con bellissima Alessandra Mastronardi dall'aspetto angelico, che si vede capitare in camera una supersexy Penelope Cruz, c'è da pensare come abbia fatto all'inizio a resisterle così tanto! Questa che fa la parte di una prostituta di buon cuore perchè ha un rapporto con lui per "svezzarlo" al finedi migliorare la vita sessuale con la moglie! La moglie tutta angelica ma che si lascia portare in albergo da un divo del cinema interpretato da uno stempiatissimo Antonio Albanese, perchè è un attore famoso e sta per cedergli sessualmente, ma poi finisce casualmente a letto con un topo d'albergo interpretato da Leonardo Scamarcio a cui non fa alcuna fatica a cedere! Certo che la presenza in albergo di un ladro armato di pistola che ti piomba in camera non fa certo bene al turismo romano! Non so poi come lo studente di architettura trovi tanto sexy Ellen Page, l'amica mangiauomini della sua ragazza, tanto da pensare di lasciarla e fuggire con lei! Ed infine Benigni, stanco della super-popolarità, ma che lo mette anche nella situazione di avere bellissime ragazze che fanno la coda per andare a letto con lui! Forse questo è uno dei principali motivi di rimpiangerla quando gli viene a mancare! E poi un più o meno felice happy-end per tutti! Ancora grazie Woody! Grazie per queste due ore di relax e serenità che ci doni!
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luca scialo
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giovedì 5 maggio 2016
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l'unica a salvarsi è roma
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Da diversi anni, il maestro della commedia Woody Allen ci ha abituato all'alternanza di film belli e brutti. Purtroppo alla "nostra" Roma è toccata una pellicola del secondo tipo.
Dopo l'ispirato, esilarante, onirico e coinvolgente Midnight in Paris, Allen torna alle solite gag trite e ritrite. Lui stesso appare stanco e invecchiato, proprio come la sceneggiatura. A parte qualche sprazzo esilarante e qualche spunto interessante che scuote un pò dal sonno lo spettatore, il film è lento e sonnacchioso. Prevedibile. Oltre ai fedelissimi di Allen, gli attori italiani se la cavano bene, con Benigni che si sforza di essere all'altezza della situazione.
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Da diversi anni, il maestro della commedia Woody Allen ci ha abituato all'alternanza di film belli e brutti. Purtroppo alla "nostra" Roma è toccata una pellicola del secondo tipo.
Dopo l'ispirato, esilarante, onirico e coinvolgente Midnight in Paris, Allen torna alle solite gag trite e ritrite. Lui stesso appare stanco e invecchiato, proprio come la sceneggiatura. A parte qualche sprazzo esilarante e qualche spunto interessante che scuote un pò dal sonno lo spettatore, il film è lento e sonnacchioso. Prevedibile. Oltre ai fedelissimi di Allen, gli attori italiani se la cavano bene, con Benigni che si sforza di essere all'altezza della situazione. La storia he vede protagonista la Mastronardi, poi, scomoda Lo sceicco bianco di Fellini.
Già, Fellini. Questo di Allen avrebbe dovuto essere anche un omaggio al regista emiliano. Ma a salvarsi è solo la città di Roma. Che si presta sempre da meraviglioso palcoscenico anche dei film più deboli. Dopo questo film, l'infaticabile Woody ha proposto Blue Jasmin, molto più interessante. Confermando così quell'alternanza evocata nell'incipit che ormai da tempo rievoca il suo cinema.
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kronos
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giovedì 28 gennaio 2016
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imbarazzante
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Al di là della pochezza narrativa (la sceneggiattura pare scritta sul volo New York - Fiumicino) e dell'insopportabile accumulo di stereotipi etnici, colpisce la vetustaggine dell'immaginario italico di Woody Allen: la sua Roma è, incredibilmente, su per giù la stessa di "Ladri di biciclette" e "Lo sceicco bianco", technicolor a parte.
Si potrà obiettare che in fondo è così che gli americani ci vedono, non è poi così grave ... ma da un artista, e il buon Woody sa esserlo come pochi altri, si pretende decisamente più delle solite scemenze trite e ritrite.
Spiace dirlo ma "To Rome with love" è in assoluto uno dei peggiori e più inutili films di Allen.
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Al di là della pochezza narrativa (la sceneggiattura pare scritta sul volo New York - Fiumicino) e dell'insopportabile accumulo di stereotipi etnici, colpisce la vetustaggine dell'immaginario italico di Woody Allen: la sua Roma è, incredibilmente, su per giù la stessa di "Ladri di biciclette" e "Lo sceicco bianco", technicolor a parte.
Si potrà obiettare che in fondo è così che gli americani ci vedono, non è poi così grave ... ma da un artista, e il buon Woody sa esserlo come pochi altri, si pretende decisamente più delle solite scemenze trite e ritrite.
Spiace dirlo ma "To Rome with love" è in assoluto uno dei peggiori e più inutili films di Allen.
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fabio57
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mercoledì 27 gennaio 2016
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il woddy alen più stanco
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In completo accordo con la Cappi,trovo deludente e raffazzonato questo film che in verità non sembra nemmeno scritto da Wood Allen,per quanto sia inferiore ai suoi standard abituali.Comunque un passo falso ci può stare, anche Chaplin ha toppato talvolta, eppure era un gigante.
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