ninonico
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domenica 12 dicembre 2021
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la lentezza è la ragione della bellezza
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Scrivo questo commento dopo aver letto alcune recensioni che descrivono questo film come "lento", "noioso" o "incomprensibile". Ebbene è tutto vero, fin nelle virgole: il film ha un ritmo apatico e una trama ingarbugliata e nebulosa. Ma come dicono gli inglesi, tutto questo "is not a bug, but a feature".
Paradossalmente il film può essere ulteriormente apprezzato non "nonostante la lentezza o la cripticità", ma "in virtù di esse". Dico ulteriormente perché l'estetica della fotografia, la cura scenografica e le performance del cast sono già, e questo è evidente a tutti, di primissimo ordine.
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Scrivo questo commento dopo aver letto alcune recensioni che descrivono questo film come "lento", "noioso" o "incomprensibile". Ebbene è tutto vero, fin nelle virgole: il film ha un ritmo apatico e una trama ingarbugliata e nebulosa. Ma come dicono gli inglesi, tutto questo "is not a bug, but a feature".
Paradossalmente il film può essere ulteriormente apprezzato non "nonostante la lentezza o la cripticità", ma "in virtù di esse". Dico ulteriormente perché l'estetica della fotografia, la cura scenografica e le performance del cast sono già, e questo è evidente a tutti, di primissimo ordine. Ma la lentezza e l'incomprensibilità sono caratteri che aumentano il valore di questo film: questo è un film che, diversamente dalla norma, richiede infatti uno sforzo multidimensionale allo spettatore. Non è un film da fruire o consumare passivamente, ma uno a cui partecipare attivamente. Si chiede al pubblico di fare attenzione, di trovare collegamenti e interpretare gesti e parole che non sono esplicitamente e ostensivamente risolti per il pubblico dal film stesso, ma che si suppone sia il pubblico a dover risolvere in buona parte da solo. Il film indica la via, ma è il pubblico a doverla seguire. È il pubblico a dover contribuire, cerebralmente, al buon esito del film. Per una volta, siamo costretti a pensare, a riflettere, a notare dettagli e tracciare collegamenti ed è solo facendo tutto ciò, è solo partecipando al film, che si può davvero ammirarne appieno la bellezza. Questa bellezza è la bellezza del mistero risolto, il piacere della scoperta, la soluzione di un enigma avvolto in un intreccio di incognite.
Il film è ovviamente arduo, ed è necessario che sia così. La trama è complessa e richiede la massima attenzione, un non indifferente sforzo intellettuale e mnemonico, soprattutto nei momenti di massimo intreccio... ma una volta che se ne viene a capo, magari alla seconda visione piuttosto che alla prima, la sensazione di soddisfazione è notevole. Infatti è proprio la possibilità di esperire questa sensazione di soddisfazione a costituire la principale forma di bellezza del film, anche più del cast eccellente e della straordinaria cura scenografica. Chiunque arrivi a penetrare il film, esperirà questa sensazione di soddisfazione e comprenderà davvero la bellezza del film: la comprensione del mistero è la bellezza. Una bellezza che quindi rimarrà ovviamente celata a chi preferisce non sforzarsi, aspettandosi una fruizione "gratuita" e "leggera". È ovvio che chi non desidera comprendere, chi nemmeno tenta di farlo, è destinato a rimanere deluso e ignaro della profonda bellezza del film. Ma se per qualche ora si è disposti a tenere acceso il cervello, il cervello - ve lo confermo - sarà pienamente ripagato. Anzi, la lentezza del film si concilia perfettamente con questo scopo ed è strutturalmente designata per dare al pubblico il tempo necessario per riflettere diligentemente, digerendo tutte le informazioni e collegando tutti i pezzi di un mosaico misteriosamente affascinante.
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paolp78
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giovedì 7 ottobre 2021
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spionaggio realistico, ben costruito
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Le pellicole di spionaggio si dividono in due categorie: quella del fantaspionaggio, spy-fi in inglese, che si caratterizza per elementi eccessivi, spettacolari, talvolta anche futuristici (di solito c’è in gioco la conquista del mondo intero o giù di lì), presenta personaggi eccentrici, spesso glamour e trova la sua più riuscita espressione cinematografica, prima ancora che letteraria, nel filone dedicato a James Bond, il mitico agente 007; dall’altro lato invece troviamo quei film molto più sobri, che propongono storie verosimili e descrivono più esattamente ed approfonditamente le dinamiche e gli intrighi del mondo delle spie vere.
Personalmente amo tutti i film di spionaggio, ma preferisco quelli della seconda tipologia a cui appartiene a pieno titolo questa pellicola diretta dallo svedese Tomas Alfredson e tratta da un romanzo di John Le Carré, uno dei più grandi autori di questo spionaggio realistico, nonché egli stesso effettivamente ex agente segreto del Regno Unito.
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Le pellicole di spionaggio si dividono in due categorie: quella del fantaspionaggio, spy-fi in inglese, che si caratterizza per elementi eccessivi, spettacolari, talvolta anche futuristici (di solito c’è in gioco la conquista del mondo intero o giù di lì), presenta personaggi eccentrici, spesso glamour e trova la sua più riuscita espressione cinematografica, prima ancora che letteraria, nel filone dedicato a James Bond, il mitico agente 007; dall’altro lato invece troviamo quei film molto più sobri, che propongono storie verosimili e descrivono più esattamente ed approfonditamente le dinamiche e gli intrighi del mondo delle spie vere.
Personalmente amo tutti i film di spionaggio, ma preferisco quelli della seconda tipologia a cui appartiene a pieno titolo questa pellicola diretta dallo svedese Tomas Alfredson e tratta da un romanzo di John Le Carré, uno dei più grandi autori di questo spionaggio realistico, nonché egli stesso effettivamente ex agente segreto del Regno Unito.
La pellicola presenta tutte le caratteristiche classiche che fanno amare il genere: atmosfere cariche e dense, trama intricata, narrazione avvincente; difetta invece il ritmo, che non pare sempre sufficientemente intenso come invece dovrebbe essere.
Il cast è molto ricco, raccogliendo alcuni dei migliori attori britannici in attività: il protagonista è il bravissimo Gary Oldman che si guadagnò la prima candidatura all’Oscar della sua carriera; il più anziano in scena è John Hurt, che è sempre un piacere vedere all’opera; ci sono poi il grande Colin Firth, una garanzia, e i più giovani Benedict Cumberbatch e Tom Hardy, quest’ultimo un po’ troppo teatrale e poco convincente. Infine il cast è completato da alcuni grandi caratteristi spesso impiegati in ruoli da comprimario come il sempre bravo Mark Strong, Ciarán Hinds, Toby Jones e Stephen Graham.
Regia fluida e tutto sommato gradevole.
Consigliata una seconda visione, che in questo genere di film torna sempre utile per meglio cogliere alcuni snodi della trama, che ad un primo passaggio possono anche sfuggire.
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tommy
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mercoledì 5 febbraio 2020
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che barba!
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Sono perfettamente d'accordo con te. Un film noiosissimo che non è da consigliare.
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cinephilo
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sabato 24 novembre 2018
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noiosissimo
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Il film procede a ritmi lentissimi, nessun colpo di scena, nessuna originalità nella trama e finale prevedibilissimo. Nonostante un cast britannico stellare (Oldman Hardy e Firth su tutti) il film rimane secondo me molto deludente.Classico film di spionaggio che non differisce da tanti altri se non per l'esasperante lentezza dello svolgimento.
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biscotto51
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domenica 2 aprile 2017
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non ci ho capito niente
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Probabilmente solo chi ha letto il libro da cui il film è tratto può apprezzare la trama, altrimenti incomprensibile per una persona di normale intelligenza. Certo, la confezione è elegantissima, ma il prodotto è indigesto e lascia l'amaro in bocca.
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(di emmeci)
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no_data
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martedì 20 dicembre 2016
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ti rimane nel cuore
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Non si può non vedere questo film. Uno spy melanconico con un cast accellente e una colonna sonora indimenticabile. Da vedere assolutamente. Un Gary Oldman insolito. Un film insolito, una grande sorpresa.
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harroldthebarrel
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domenica 16 agosto 2015
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pura estetica
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Nulla da dire dal punto di vista puramente tecnico-estetico, il film è curatissimo. Ma l'intreccio è talmente complesso e difficile da seguire che alla fine La talpa si rivela un mero esercizio di stile, nel quale affogano i tentativi di mettere in ordine i frammenti di una storia peraltro non originalissima. Peccato.
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great steven
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martedì 28 luglio 2015
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vicenda di spionaggio dall'utilità storica.
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LA TALPA (FR/UK, 2012) diretto da TOMAS ALFREDSON. Interpretato da GARY OLDMAN, COLIN FIRTH, TOM HARDY, JOHN HURT, TOBY JONES, BENEDICT CUMBERBATCH, MARK STRONG, CIARAN HINDS, KATHY BURKE, STEPHEN GRAHAM, SIMON MCBURNEY, DAVID DENCIK
Nel 1973 la Guerra Fredda tende ad inficiare pesantemente i rapporti diplomatici fra il Blocco Comunista e i paesi alleati al Patto Atlantico. Quando nei servizi segreti inglesi (il cui principale corpo d’azione di riferimento circola sotto il nome in codice di "Circus") viene infiltrata una talpa dal KGB sovietico ai vertici della società summenzionata, il governo britannico intende estirpare, seppur con considerevole ritardo (l’agente imboscato è infatti all’opera da alcuni anni), il male prima che degeneri senza possibilità di risoluzione, e affida dunque all’apice del Circus il compito di stanare il responsabile, il quale si annida fra gli agenti che vi lavorano dentro.
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LA TALPA (FR/UK, 2012) diretto da TOMAS ALFREDSON. Interpretato da GARY OLDMAN, COLIN FIRTH, TOM HARDY, JOHN HURT, TOBY JONES, BENEDICT CUMBERBATCH, MARK STRONG, CIARAN HINDS, KATHY BURKE, STEPHEN GRAHAM, SIMON MCBURNEY, DAVID DENCIK
Nel 1973 la Guerra Fredda tende ad inficiare pesantemente i rapporti diplomatici fra il Blocco Comunista e i paesi alleati al Patto Atlantico. Quando nei servizi segreti inglesi (il cui principale corpo d’azione di riferimento circola sotto il nome in codice di "Circus") viene infiltrata una talpa dal KGB sovietico ai vertici della società summenzionata, il governo britannico intende estirpare, seppur con considerevole ritardo (l’agente imboscato è infatti all’opera da alcuni anni), il male prima che degeneri senza possibilità di risoluzione, e affida dunque all’apice del Circus il compito di stanare il responsabile, il quale si annida fra gli agenti che vi lavorano dentro. Il vecchio e ammalato Controllo (Hurt) prima di morire, riesce ad avviare la caccia alla talpa individuandone la presenza fra i suoi cinque più stretti collaboratori: Percy Alleline (Jones), Roy Bland (Hinds), Bill Haydon (Firth), Toby Esterhase (Dencik) e perfino l’efficiente e irreprensibile George Smiley (Oldman). Sarà proprio quest’ultimo a condurre in prima persona le indagini volte all’individuazione dell’elemento di disturbo dopo la morte dell’anziano comandante e soprattutto dopo che questi aveva inviato a Budapest il poliziotto Jim Prideaux (Strong) per eliminare la talpa, il quale si credeva fosse stato tolto di mezzo dai nemici ma in realtà è sopravvissuto facendosi passare sotto copertura come insegnante in una scuola elementare. Smiley si farà affiancare dal giovane e brillante Peter Guillam (Cumberbatch) e dall’inviato in Ungheria Ricki Tarr (Hardy) nelle sue operazioni di ricerca, e dopo un lavoro faticoso ma sempre portato avanti con implacabile lucidità riuscirà a localizzare l’uomo in questione, permettendo infine a Prideau di compiere la missione di cui era stato incaricato. Un cast di prim’ordine, una regia attentissima e una sceneggiatura sublime (scritta da Bridget O'Connor in collaborazione con Peter Straughan e tratta dall’omonimo romanzo di John Le Carré, che appare in un veloce cammeo) fanno di questa spy story un film emozionante che tiene col fiato sospeso fino all’inatteso e incredibile finale, il quale non delude nemmeno gli spettatori più scettici e apre numerose porte d’interpretazione, non solo politica, ad una vicenda dai contorni smussati che può essere letta da diverse prospettive ricavandone sempre e comunque un brandello di verità. Oldman, candidato all’Oscar come miglior attore per questa performance, interpreta il suo flemmatico, imperscrutabile e inarrestabile protagonista vivendo sulla propria pelle l’esperienza di un uomo che sa quello che vuole e come ottenerlo e che soprattutto non si ferma neanche davanti all’ostacolo più insormontabile di tutti, facendo trionfare una giustizia che però nasconde tra i suoi anfratti anche un desiderio insopprimibile di potere e una megalomania esibizionistica ben poco celata. Bravissimi anche gli altri attori, tutti con la faccia ideale per il personaggio recitato e coadiuvati da un perfetto gioco di squadra che non lascia indietro nessuno e permette ad ognuno di sfoderare battute pungenti, espressioni ottimali e un supremo carattere artistico. Vale anche come documento storico di un’epoca dove la segretezza portava indubbiamente avanti gran parte della Storia che si viveva allora, molto più di quanta si potrebbe immaginare, anche perché unità operative come i servizi segreti hanno sempre svolto la mansione di braccio destro per dei governi che dovevano scegliere se affiancarsi ad una democrazia liberale o farsi schiavi del comunismo più autodistruttivo e dittatoriale che l’uomo abbia mai saputo concepire e applicare. I contributi tecnici e musicali (eccellente l’idea di sottolineare le scene conclusive con il celeberrimo brano francese La mer) aggiungono un tocco meraviglioso di classe a un’opera capace al tempo stesso di indurre profonde riflessioni e di stupire per come colpisce senza ricorrere ad un’esposizione esagerata e vistosa della violenza. La quale detiene pur tuttavia un ruolo tutt’altro che marginale nello svolgimento della vicenda.
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lucariell
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martedì 23 giugno 2015
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estetico e incomprensibile
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Sotto l'aspetto puramente registico un film per certi aspetti notevole, anche se alcuni passaggi sembrano mero autocompiacimento. Dal punto di vista sostanziale, dello sviluppo della trama, è invece quasi impossibile da seguire anche per via dell'eccessiva ricerca estetica che finisce per rendere ancora più frammentato l'intreccio, già di per sé complesso. Di fondo, poi, una storia di spie non proprio originalissima. Deludente.
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erone
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mercoledì 20 maggio 2015
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solo per cinefili
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E' un film bellissimo. Punto. Ai numerosi detrattori dico che non capite niente. Ogni frase, ogni gesto, ogni inquadratura, ogni fotogramma partecipano a questo meraviglioso prodotto. Se non li sapete cogliere, se la lentezza è un problema lasciate perdere, ma è un problema vostro. Se non sapete cogliere il linguaggio delle attese, degli sguardi, dei sottintesi, pazienza; ritornate a generi a voi più confortevoli. Ma non date la colpa al film per un vostro limite.
Ho letto la talpa quando ero ragazzo ma non l'ho mai finito. Evidentemente anch'io avevo grossi limiti di concentrazione e sapevo troppo poco del contesto in cui si muovevano i personaggi del libro.
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E' un film bellissimo. Punto. Ai numerosi detrattori dico che non capite niente. Ogni frase, ogni gesto, ogni inquadratura, ogni fotogramma partecipano a questo meraviglioso prodotto. Se non li sapete cogliere, se la lentezza è un problema lasciate perdere, ma è un problema vostro. Se non sapete cogliere il linguaggio delle attese, degli sguardi, dei sottintesi, pazienza; ritornate a generi a voi più confortevoli. Ma non date la colpa al film per un vostro limite.
Ho letto la talpa quando ero ragazzo ma non l'ho mai finito. Evidentemente anch'io avevo grossi limiti di concentrazione e sapevo troppo poco del contesto in cui si muovevano i personaggi del libro. Dopo anni l'ho finito di leggere. Mi è piaciuto ma non entusiasmato. Un buon prodotto ma niente di più. Quando è uscito questo film mi sono imposto di aspettare per vederlo in versione originale e quando è stato il momento la sua visione mi ha stupefatto. Tomas Alfredson ha fatto qualcosa di incredibile; è stata una delle pochissime volte che un film non solo aderiva stupendamente al libro da cui era tratto ma lo esaltava. E' stato come veder prendere vita il racconto, con la potenza dell'arte cinematografica che rivelava infiniti dettagli, sfumature e atmosfere che tutte contribuiscono alla comprensione della trama. Aderisco completamente alla recensione di Marianna Carpi nel suo evidenziare la perfetta ricostruzione delle atmosfere fumose e polverose degli uffici governativi della Longra anni "70". La qualità degli attori è alta con Oldman stratosferico e Mark Strong eccellente. La colonna sonora è una chicca da sottolineare con brani poco conosciuti, a parte "La Mer" di Iglesias(sembra una voce femminile) ma aderenti perfettamente all'atmosfera. Per quanto riguarda la trama non riesco a capire i detrattori di turno che la definiscono noiosa....ma, almeno, l'avete capita? Questo è uno dei pochi film che non aiuta lo spettatore alla sua comprensione; se perdete un passaggio, un dettaglio, una frase non ci sono ripetizioni o esemplificazioni che aiutano. Quindi trovo che chi l'ha trovata poco interessante forse dovrebbe solo ammettere la sua poca mancanza di attenzione ai dettagli e limitare la propria stupida arroganza. Non è che se non arrivate a capire qualche cosa questa è brutta. A me non piace il neorealismo ma non per questo definisco "Ladri di biciclette" una schifezza ma riconosco che è un capolavoro. Questi detrattori probabilmente sono della stessa razza di quelli che stroncarono "2001 Odissea nello spazio" perchè lo trovarono un film lento e incomprensibile. Per fortuna il tempo è il più grande giudice e "La Talpa" sono sicuro con gli anni si ritaglierà un posto tra i migliori film di tutti i tempi.
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