peppe2994
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mercoledì 31 agosto 2011
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noioso e ripetitivo da evitare assolutamente
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Un film noioso,ripetitivo e insensato con una trama a dir poco penosa. All'inizio non si sa come mai dopo l'incidente questa persona rimane viva e lo vediamo dentro quel Source Coude un macchinario che permette di ritornare indietro nel tempo, così è costretto a rivivere gli 8 minuti prima dell'esplosione ma non una volta 5-6-7 volte (ho perso il conto)ed e a questo punto che il film comincia a scocciarmi,stesse parole,stessi gesti e ciò si verificava ogni qualvolta esplodeva e doveva ritornare nel famigerato luogo dove alla fine scopre chi è stato. Quindi dopo essermi annoiato sino al limite,finalmente lo cattura e poi guarda un pò cosa scopro alla fine.
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Un film noioso,ripetitivo e insensato con una trama a dir poco penosa. All'inizio non si sa come mai dopo l'incidente questa persona rimane viva e lo vediamo dentro quel Source Coude un macchinario che permette di ritornare indietro nel tempo, così è costretto a rivivere gli 8 minuti prima dell'esplosione ma non una volta 5-6-7 volte (ho perso il conto)ed e a questo punto che il film comincia a scocciarmi,stesse parole,stessi gesti e ciò si verificava ogni qualvolta esplodeva e doveva ritornare nel famigerato luogo dove alla fine scopre chi è stato. Quindi dopo essermi annoiato sino al limite,finalmente lo cattura e poi guarda un pò cosa scopro alla fine.....dopo l'incidente lui non era morto era soltanto con mezzo corpo e con una sorta di collegamento il capitano ritorna quel che è veramente però deve ad empiere una missione che ha effettuato con successo. Comunque questo film non mi è piaciuto per niente,è solamente la copia del Dejavù uscito nel 2006 che era decisamente più intelligente ed efficente come film solo dal fatto che per ritornare indietro nel tempo sono state usate moderne tecnologie e non questa cosa antiquata,troppo facile. Mancanza di impegno per un film dal cast decimato concentrato solo su tre persone.....Che vergogna voto:1/5.
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[+] per fortuna
(di zikutomo)
[ - ] per fortuna
[+] bello
(di rudy_50)
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[+] hai vinto il premio oscar...
(di no_data)
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rongiu
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giovedì 25 agosto 2011
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ccr 8586 direzione chicago.
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Colter Stevens: una forte coscienza noetica.
Dicesi spazio Duncaniano \ Duncan Jones - regista / un limitato spazio fisico e cyber-psicologico. Al suo interno vive l’uomo duncaniano, bimodale e sapiens. Quanta umanità c’è nell’uomo Duncaniano? Tanta e coinvolgente, al punto da indurre a corpose riflessioni sull’affine homo monomorfo terrestre e sapiens; sulle conseguenze dei suoi studi ed applicazioni ipertecnologiche; sullo stato della sua salute mentale. Sdooong!!
Lo specchio duncaniano.
Lo specchio riflette un Sé corporeo aberrato con il quale bisogna in ogni caso fare i conti e non è roba da poco.
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Colter Stevens: una forte coscienza noetica.
Dicesi spazio Duncaniano \ Duncan Jones - regista / un limitato spazio fisico e cyber-psicologico. Al suo interno vive l’uomo duncaniano, bimodale e sapiens. Quanta umanità c’è nell’uomo Duncaniano? Tanta e coinvolgente, al punto da indurre a corpose riflessioni sull’affine homo monomorfo terrestre e sapiens; sulle conseguenze dei suoi studi ed applicazioni ipertecnologiche; sullo stato della sua salute mentale. Sdooong!!
Lo specchio duncaniano.
Lo specchio riflette un Sé corporeo aberrato con il quale bisogna in ogni caso fare i conti e non è roba da poco. Ma, attenzione, l’aberrazione è solo fisica non psichica. Di fronte a questa evidente realtà, molti scapperebbero a gambe levate. Colter Stevens \ Jake Gyllenhaal / “ha”, di fatto, un nuovo corpo. Il veterano Colter ha solo un attimo di smarrimento, è in grado di affrontare i nuovi eventi perché in lui è forte la coscienza noetica, \ l’intelletto influenza la materia /. Per questa sua caratteristica intrinseca, è stato scelto per il programma governativo “Source Code”. Affronta “l’attimo” non solo in maniera oggettiva e deterministica \ real-time /, ma è anche veloce nell'intuire che sta vivendo e valicando un confine dove i sensi conosciuti come tali sono limitativi dell’essere.
Ascoltandolo, mi par di capire che la nostra storia individuale, così come la sua, è costellata di domande; ed a volte le più banali o insignificanti, le più semplici e meno spregiudicate, diventano dinamite per la mente.
Due efficienti micro ambienti.
Un treno, sei vagoni. In uno di questi, un uomo; il suo nome è Sean Fentress, insegnante. Svegliato da un profondo torpore, abituato com’è ad osservare, analizzare e memorizzare nomi, volti, oggetti e quant’altro può ritornare utile per sopravvivere, intuisce immediatamente di trovarsi in uno stato di inerzia che non gli appartiene. Irascibile, è sulla difensiva quando la sua interlocutrice, Christina \ Michelle Monaghan / prova a prendergli il biglietto dal taschino per mostrarlo al controllore.
-Senta, vedo che lei pensa di conoscermi, ma io non so chi sia. Sono il capitano Colter Stevens. Sono un pilota di elicotteri dell’esercito americano in Afghanistan.
Si sente male, scende dal treno, si guarda intorno, osserva, chiede ad un giovane dai capelli fulvi dove si trova. – Chicago. E' la risposta. Rientra per raggiungere Christina, il treno riprende la sua corsa. Si siede, ma una nuova immagine lo sconvolge, la sua (?) è riflessa nel vetro del finestrino mentre il treno attraversa un ponte ferrato sostenuto da piloni opachi e inespressivi. Spontanea ed immediata è la domanda – Hai visto anche tu? – Mi stai facendo paura. E’ la risposta di Christina. Scappa via, si dirige nel bagno, si affaccia allo specchio… Per niente impaurito, mette le mani in tasca sicuro di trovare un documento di riconoscimento. Apre il portafogli, - SEAN FENTRESS - TEACHER. Fa per andare via, non capisce, è strana questa metamorfosi. Christina lo ha raggiunto, gli è di fronte, lo prega di dire qualcosa. – Senti, io non so chi sia Sean e non so chi sei tu. – Questo non è mio, mostra il documento. - Vedrai che andrà tutto bene – rassicura Christina. Violenta, inaspettata, arriva l’esplosione. Il boato fa deragliare il treno, i vetri in frantumi e le lamiere contorte non lasciano speranza. Lui, l’insegnante Sean Fentress, è l'unico sopravvissuto. Il risveglio avviene all’interno di una capsula. Ha così inizio l'incredibile viaggio del nostro veterano. Saranno due personaggi a guidarlo all’interno del Source Code; il responsabile del progetto dr Rutledge \ Jeffrey Wright / ed il tecnico dell’applicativo soldato Goodwin \ Vera Farmiga / .
Il morti su quel treno sono stati una tragedia. Il Source code permette di …
Ok. Il viaggio ha inizio mentre il mio lavoro termina. Un’ultima cosa, Don Burgess \ Forrest Gump – Terminator 3 / è il responsabile della fotografia; Chris Bacon \ Gnomeo e Giulietta / lo è per le musiche; a Paul Hirsch \ Guerre stellari / è toccato il montaggio. Niente male, vero?
Consiglio di vedere il film, pochi sbadigli e tanti momenti di riflessione. Il regista di | Moon | pur disponendo di un piccolo budget ha confermato di saper regalare emozioni intelligenti.
Good Clik!
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[+] sempre un grande scrittore ed amico !!!!!!!!!!!!
(di weach )
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molenga
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martedì 9 agosto 2011
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fantascienza per niente banale.
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Ciò che rimane del capitano stevens, morto in iraq salvando un suo compagno, è un frammento di memoria latente...un impulso cerebrale che, sfruttato a dovere, può riprodurre verosimilmente 8 minuti di una realtà trascorsa :il governo degli stati uniti tenta di usarla per catturare un terrorista che ha già compiuto un attentato per evitare che colpisca di nuovo e ci riesce...ma qui ( alla fine del film, com'è giusto ) s'inserisce una nuova potenzialità di quell'impulso cerebrale, il source code, non solo ricreare gli otto minuti di cui sopra ma inserire il soggetto dell'operazione in una dimensione parallela dove iniziare a vivere di nuovo.
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Ciò che rimane del capitano stevens, morto in iraq salvando un suo compagno, è un frammento di memoria latente...un impulso cerebrale che, sfruttato a dovere, può riprodurre verosimilmente 8 minuti di una realtà trascorsa :il governo degli stati uniti tenta di usarla per catturare un terrorista che ha già compiuto un attentato per evitare che colpisca di nuovo e ci riesce...ma qui ( alla fine del film, com'è giusto ) s'inserisce una nuova potenzialità di quell'impulso cerebrale, il source code, non solo ricreare gli otto minuti di cui sopra ma inserire il soggetto dell'operazione in una dimensione parallela dove iniziare a vivere di nuovo...
Film che non perde un colpo, ben recitato e diretto, uno sci-fi di grandissima qualità.
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time_traveler
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domenica 7 agosto 2011
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e se quessi fossero i tuoi ultimi secondi di vita?
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A dieci anni esatti da "Donnie Darko", Jake Gyllenhall si immerge di nuovo nell'affascinante tematica dei viaggi nel tempo. Il source code è un complicato meccanismo appena scoperto e impiegato dal governo statunitense per "guardare" nel passato. A questo compito è stato assegnato il capitano Stevens, che si ritrova catapultato su un treno pochi minuti di un primo attentato alla città di Chicago, nei panni di un passeggero. Il militare dovrà individuare l'attentatore ed impedire che un secondo attentato avvenga in pieno centro cittadino. Il film si riallaccia un pò a quanto già mostrato da Déjà-vu nel 2006, e propone il modello per cui esistano infinite realtà parallele, normalmente non comunicanti tra di loro.
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A dieci anni esatti da "Donnie Darko", Jake Gyllenhall si immerge di nuovo nell'affascinante tematica dei viaggi nel tempo. Il source code è un complicato meccanismo appena scoperto e impiegato dal governo statunitense per "guardare" nel passato. A questo compito è stato assegnato il capitano Stevens, che si ritrova catapultato su un treno pochi minuti di un primo attentato alla città di Chicago, nei panni di un passeggero. Il militare dovrà individuare l'attentatore ed impedire che un secondo attentato avvenga in pieno centro cittadino. Il film si riallaccia un pò a quanto già mostrato da Déjà-vu nel 2006, e propone il modello per cui esistano infinite realtà parallele, normalmente non comunicanti tra di loro. Il source code permette appunto ciò, permette di spostarsi da un livello all'altro e interagine con esso. Un film dal ritmo veloce e che lascia spazio anche all'amore. Un film che si lascia guardare e scoprire a mano a mano che il tempo (velocemente) passa. Bello, veramente piacevole e con un cast capacissimo di rendere verosimili i propri personaggi e i fatti descritti dalla pellicola. Promosso a pieni voti! Incantevole!
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epidemic
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sabato 23 luglio 2011
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la solita americanata con qualche eco spazio-tempo
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La cosa che fa più male è questo attaccamenteo viscerale al terrorismo in America, una sorta di malattia a cui non riescono a staccarsi. Già! perchè le basi del film potevano essere sfruttate in altra maniera. Bill Murray nel mitico "ricomincio da capo" affrontava altre tematiche, così come nel più noto remake italiano "è già ieri". Da qui ne sussegue che l'idea della ripetizione temporale non è nuova, ma questo poco importa. la solita bomba, il solite tenente dell'eserito americano con esperienza afghana, il solito ufficio sbraita-ordini senza cuore. Clichè a cui oramai siamo abituati con l'action-movie made in USA.
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La cosa che fa più male è questo attaccamenteo viscerale al terrorismo in America, una sorta di malattia a cui non riescono a staccarsi. Già! perchè le basi del film potevano essere sfruttate in altra maniera. Bill Murray nel mitico "ricomincio da capo" affrontava altre tematiche, così come nel più noto remake italiano "è già ieri". Da qui ne sussegue che l'idea della ripetizione temporale non è nuova, ma questo poco importa. la solita bomba, il solite tenente dell'eserito americano con esperienza afghana, il solito ufficio sbraita-ordini senza cuore. Clichè a cui oramai siamo abituati con l'action-movie made in USA.
Di certo non discuto sul film. Come tutti i prodotti di qualità USA non manca di ritmo e azione. Gli attori fanno il loro sporco lavoro e qualche esplosione condisce il tutto. La morale militare è sempre presenta...resta evidente il senso di gratitudine verso il corpo armato quasi martirizzato in nome di più alti valori.
In sostanza il film non è malaccio ma non aspettatevi nient'altro che la solita americanata bombarola conla ciliegina in più di qualche lapsus spazio-temporale che devo ammettere alza la valutazione
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weach
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venerdì 15 luglio 2011
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"this is not his body"
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progetto :Source Code
"this is not his body"
l'intensità di Duncan Jones probabilmente prende corpo da una sofferto allontanamento dai suoi familiari all'età di 9 anni in conseguenza del divorzio del noto padre : un ambiente estraneo, un collegio svizzero, un mondo non familiare divengono la palestra di vita di Duncan Jones che comincia a comunicare con se stesse, con la solitudine ed il silenzio interiore;questa situazione prende corpo verso una spiritualità articolata in senso lato ,non ben analizzata dallo stesso Duncan ,assumendo contorni fantastici, fantasiosi , fantascientifici , creatività, complessi, silenziosi, che sfociano in giochi di pensiero e potenzialità inesplorate.
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progetto :Source Code
"this is not his body"
l'intensità di Duncan Jones probabilmente prende corpo da una sofferto allontanamento dai suoi familiari all'età di 9 anni in conseguenza del divorzio del noto padre : un ambiente estraneo, un collegio svizzero, un mondo non familiare divengono la palestra di vita di Duncan Jones che comincia a comunicare con se stesse, con la solitudine ed il silenzio interiore;questa situazione prende corpo verso una spiritualità articolata in senso lato ,non ben analizzata dallo stesso Duncan ,assumendo contorni fantastici, fantasiosi , fantascientifici , creatività, complessi, silenziosi, che sfociano in giochi di pensiero e potenzialità inesplorate.
Non possiamo non cogliere una certa continuità fra le due opere della regia Moon e Source Code ; in entrambi i film , seppur con modalità diverse, si parla di solitudine ,la solitudine spaziale di San Bell operatore della base lunare e quella e del capitano Colter Stevens in Source Code: due immagini riflesse in uno specchio che vedono palpitare il cuore e l'intelletto di un performante di Duncan Jones prima , inaspettato, ora invece sicura conferma.
Due film, due missioni da compiere nella solitudine ,la prima in una stazione spaziale lunare, la seconda in una stanza buia interagendo con un avveniristico programma militare "source code "; aggiungo altro punto di contatta fra le due opere cinematografiche citate : i protagonisti che sono in profonda analisi con il se profondo ad un certo punto sembrano vedere il loro ruolo come insufficiente , con desiderio di travalicarlo, con voglia di poter reagire , e divenire protagonisti di un finale nuovo ed imprevisto.
"this is not his body" In source code è leit motiv per dire a tutti che c'è dell'altro oltre la forma con infinite potenzialità.
Rimarchevole è la metamorfosi di Jake Gyllenhaal protagonista qui finalmente dai tratti di uomo maturo, intenso, appropriato incisivo, bravo; lo avevamo sempre associato a ruoli ancora acerbi e non completamente espressi ; ora è attore, "buca lo schermo" nel ruolo del capitano Colter Stevens.
Ducan Jones in questo film , come detto, di continuità progettuale, espande vibrazioni altamente percepibili verso tutti noi che abbiamo il piacere di poter condividere per un poco qualcosa con lui.
Sullo stile di Kubrick , suo indiscusso riferimento,Jones preferisce sempre messaggi un poco criptati per concederci una personale lettura .
bravo il regista
Da assaporare al cinema quando potrete e come vorrete
weach Illuminati
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vittorio
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martedì 5 luglio 2011
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filmettino...
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Buono il finale....pessimo tutto l'altro.....
4 stelle per questo film? Come siamo caduti in basso....
Storia assurda e ridicola, noioso, e con poche idee nuove....
La solita minestra....
[+] bravissimo
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riccardo76
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martedì 5 luglio 2011
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una speranza per la lotta al terrorismo
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Il capitano Colter Stevens si risveglia su un treno; è confuso, non si ricorda perché è lì. Davanti a lui c’è una bella ragazza che gli sta parlando; da quello che dice, si direbbe che lo conosca bene, ma Colter non ha la minima idea di chi ella sia e non capisce perché si ostini a chiamarlo con un altro nome. Panico totale.
Questa è l’inquietante situazione iniziale di Source Code, di Duncan Jones (il regista dell’innovativo Moon), un elettrizzante thriller fantascientifico che riesce a tenere in tensione lo spettatore sin dalle prime sequenze, senza fargli mai abbassare la guardia, incuriosendolo e sorprendendolo continuamente con colpi di scena.
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Il capitano Colter Stevens si risveglia su un treno; è confuso, non si ricorda perché è lì. Davanti a lui c’è una bella ragazza che gli sta parlando; da quello che dice, si direbbe che lo conosca bene, ma Colter non ha la minima idea di chi ella sia e non capisce perché si ostini a chiamarlo con un altro nome. Panico totale.
Questa è l’inquietante situazione iniziale di Source Code, di Duncan Jones (il regista dell’innovativo Moon), un elettrizzante thriller fantascientifico che riesce a tenere in tensione lo spettatore sin dalle prime sequenze, senza fargli mai abbassare la guardia, incuriosendolo e sorprendendolo continuamente con colpi di scena. Quest’ultimo si trova infatti a dover cercare una spiegazione logica ad una situazione che non ha niente da invidiare agli episodi della serie Ai confini della realtà. Di logico poi ha ben poco persino la spiegazione che viene data, anche se il modo in cui è raccontata fa sì che la “sospensione dell’incredulità” dello spettatore venga mantenuta per tutto il film.
In un’America dove il terrorismo continua a colpire e a mietere vittime, l’esercito sembra aver trovato una strada da percorrere per combatterlo, attraverso la ricerca (fanta)scientifica: sfruttando la memoria cerebrale di vittime di attentati e trasferendola nella mente di valorosi uomini dell’esercito, gravemente feriti in guerra e prossimi alla morte, è possibile far rivivere a questi gli ultimi otto minuti prima dell’attentato, in modo da permettere loro di scoprire l’identità dell’attentatore. Ecco in sintesi il “Source Code”, un progetto utopistico nel quale si ritrova coinvolto a sua insaputa il capitano Coter, un eccellente Jake Gyllenhaall, che nel suo percorso iniziato nel 2003 con Donnie Darko ha dimostrato di essere un attore a tutto tondo, impersonando alla perfezione ruoli nei più svariati generi, dal dramma alla commedia, dall’action movie al thriller e alla fantascienza. Egli riesce a dare spessore al protagonista, facendone emergere anche il lato umano. Infatti, quello che gli viene richiesto nelle innumerevoli “immersioni” nel passato è di concentrarsi esclusivamente sulla ricerca dell’ordigno esplosivo e dell’attentatore, senza curarsi delle altre persone, in quanto ormai morte, e quindi considerate come semplici proiezioni del passato. Il progetto in effetti non prevede una modifica degli eventi passati, bensì di quelli futuri, attraverso l’individuazione dell’attentatore, in modo da scongiurare gli attentati successivi, in questo caso quello nel centro di Chicago. Ma Colter non riesce proprio a considerare soltanto delle proiezioni quei passeggeri, così reali e umani - e a tal proposito il regista insiste nel sottolineare la loro fisicità, mostrandoci il loro sudore e il loro sangue - soprattutto la bella che gli siede di fronte, della quale alla fine si innamora, assaporandone tutta la sua carnalità e umanità in un bacio passionale. Per tale motivo il capitano decide, andando contro gli ordini dei superiori e contro le leggi della logica spazio- temporale, di cercare di salvarli, con l’aiuto dell’impassibile Goodwin, impersonata da una sempre impeccabile Vera Farmiga, alla quale alla fine riuscirà a far sciogliere la rigida corazza del suo cuore. Ma l’umanità del capitano emerge anche e soprattutto dai suoi numerosi fallimenti prima compiere la missione, facendo diventare il film una metafora della vita di ogni uomo, che spesso si trova a fallire lungo il suo cammino e per quale il tempo non è mai abbastanza. Ma come ogni uomo, Colter impara dai suoi errori, e alla fine, mettendo a frutto la propria esperienza riesce ad andare avanti. Certo in questo caso il protagonista si trova avvantaggiato, in quanto ha la possibilità di ricominciare da capo ogni volta che fallisce, come in un videogioco, possibilità che ogni uomo desidererebbe avere e che rende il film altamente utopistico, soprattutto nelle finalità, estese al livello sociale.
Nell’era post 11 settembre il regista sembra aver pienamente impersonato le paure di una società afflitta e disillusa di fronte alla sua impotenza nei confronti della minaccia terroristica e sembra volerci regalare uno spiraglio di speranza, come mostra il bellissimo finale del film, una speranza che, curiosamente coincide nella realtà con quella data dall’uccisione di Bin Laden. Una riflessione perciò sorge spontanea: la speranza è reale o illusoria?
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(di riccardo76)
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jennyx
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domenica 3 luglio 2011
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capolavoro!!!
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a mio parere il più bel film dell'anno! Avvincente, emozionante, commovente e geniale. Di film ne vedo tanti ma da molto tempo non ne vedevo uno fatto così bene. Impossibile trovarlo noioso o banale. DA VEDERE!!!
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tommasob79
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lunedì 27 giugno 2011
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idea carina, sviluppo un po' forzato
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Buona l'idea di partenza, pur facendo parte di un filone (fantascienza "quantistica", per dirla in due parole)usato, riusato e spesso, malamente, abusato. Sin dall'inizio, però, appare evidente un approccio un pò troppo banale e "semplice", ed occorre un grande sforzo per "sospendere temporaneamente la propria incredulità";eventi ed atteggiamenti risultano nel complesso un pò troppo inverosimili, le forzature sono numerose, per non parlare del lieto fine abbastanza demoralizzante e buonista, che non regge....
Un film che comunque risulta godibile, nonostante per gli appassionati del genere desti l'impressione di qualcosa di già visto, di una rivisitazione neanche troppo riuscita di clichè già sfruttati fino all'osso: ripeto, troppe le forzature e le incongruenze (come ci insegna la fanta
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Buona l'idea di partenza, pur facendo parte di un filone (fantascienza "quantistica", per dirla in due parole)usato, riusato e spesso, malamente, abusato. Sin dall'inizio, però, appare evidente un approccio un pò troppo banale e "semplice", ed occorre un grande sforzo per "sospendere temporaneamente la propria incredulità";eventi ed atteggiamenti risultano nel complesso un pò troppo inverosimili, le forzature sono numerose, per non parlare del lieto fine abbastanza demoralizzante e buonista, che non regge....
Un film che comunque risulta godibile, nonostante per gli appassionati del genere desti l'impressione di qualcosa di già visto, di una rivisitazione neanche troppo riuscita di clichè già sfruttati fino all'osso: ripeto, troppe le forzature e le incongruenze (come ci insegna la fantascienza di qualità, ci sono delle regole che non possono essere infrante, a richio di cadere nell'inverosimile)
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