no_data
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lunedì 27 febbraio 2012
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a spasso con driss!
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Quando si é conclusa la prima scena, davanti al pronto soccorso, mi son detta "perfetto, un altro film che inizia con l'ultima scena". Per come sono fatta io, mi sono sentita costretta a dover trovare per tutto il film gli elementi che mi avrebbero portata a quell'"ultima scena". E invece no, o meglio, non è esattamente la conclusione, è il via ( più o meno non prevedibile)che ci conduce ad essa, una ventina di minuti di pellicola contenente, tra l'altro, una delle gag più esilaranti. I registi me l'han fatta!
Il vero Philippe aveva perfettamente ragione, una storia come questa non poteva che essere raccontata tramite la commedia, strumento magnifico di narrazione del dramma, perchè é proprio un dramma ciò che viene raccontato: un paraplegico, di mezza età, miliardario, vedovo e con una figlia adottata poco grata.
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Quando si é conclusa la prima scena, davanti al pronto soccorso, mi son detta "perfetto, un altro film che inizia con l'ultima scena". Per come sono fatta io, mi sono sentita costretta a dover trovare per tutto il film gli elementi che mi avrebbero portata a quell'"ultima scena". E invece no, o meglio, non è esattamente la conclusione, è il via ( più o meno non prevedibile)che ci conduce ad essa, una ventina di minuti di pellicola contenente, tra l'altro, una delle gag più esilaranti. I registi me l'han fatta!
Il vero Philippe aveva perfettamente ragione, una storia come questa non poteva che essere raccontata tramite la commedia, strumento magnifico di narrazione del dramma, perchè é proprio un dramma ciò che viene raccontato: un paraplegico, di mezza età, miliardario, vedovo e con una figlia adottata poco grata. A leggerla così non verrebbe voglia di cambiare canale se fosse un film alla televisione?!
E invece no, arriva il GGG (per citare pure Dahl), il grande gigante gentile Driss.
Nakache e Toledano, non si sono fatti tentare dal cadere nella solita storia che nasce con lo scontro, i pregiudizi raziali e di classe e che invece poi si conclude con l'addolcimento del ricco bianco e della nascita di una grande amicizia. Come lo stesso Philippe afferma, la relazione tra i due ha inizio proprio perché Driss é fatto così, schietto e poco disciplinato ("..mi passa il telefono perché si dimentica"). Un "A spasso con Dasy" che parte subito con il piede giusto e tante risate!
Le interpretazioni sono fantastiche e vere. I due attori principali sono perfettamente assortiti e in sintonia: Cluzet ( Dustin Hoffman versione francese) è toccante e Omar Sy é naturale ed estremamente vero.
Ma due buoni attori non possono da soli fare un buon film, anche le interpretazioni di contorno sono fondamentali e in questo film funzionano molto bene;un occhio di riguardo per la mitica segretaria Yvonne (Anne Le Ny), la cui presenza ha dato un tocco comico in più non da poco.
Il film racconta e tocca temi di forte sensibilità sociale, la disabilità, l'integrazione, le differenze di classe (il nostro Driss ne viene dalla famigerata banlieu parigina), la povertà, l'auto-accettazione di sé. Il tutto con una nota comica, mai leggera o superficiale, e al tempo stesso toccante e commuovente.
Insomma, un film drammaticamente divertente!
Spero di non aver dato troppe informazioni sul contenuto del film, pieno di dettagli e gesti che ne fanno una piccola stella da scoprire nell'oscurità della sala di proiezione.
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renato volpone
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lunedì 20 febbraio 2012
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il valore grande dell'amicizia
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Ecco come il condividere le sofferenze fa avvicinare le persone nella vita facendole volersi bene. Uno splendido esempio di bontà senza cadere nel patetico e nello scontato. Dallo spunto di una storia vera ecco una commedia gradevole e intelligente che racconta di un tetraplegico che sceglie un nero disadattato ed ignorante per assisterlo. Ma si scopre poi che la vera intelligenza non è nel sapere fine a se stesso, ma nell' usare le proprie conoscenze per vivere al meglio e aiutare snche gli altri a vivere bene, dimostrando poi che non servono studi approfonditi per sapere le cose e per avere un cuore grande. Film da vedere per passare una serata divertente e riflettere sul senso della vita e sul suo valore, soprattutto quando ci sono sentimenti forti e grandi come l'amicizia.
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Ecco come il condividere le sofferenze fa avvicinare le persone nella vita facendole volersi bene. Uno splendido esempio di bontà senza cadere nel patetico e nello scontato. Dallo spunto di una storia vera ecco una commedia gradevole e intelligente che racconta di un tetraplegico che sceglie un nero disadattato ed ignorante per assisterlo. Ma si scopre poi che la vera intelligenza non è nel sapere fine a se stesso, ma nell' usare le proprie conoscenze per vivere al meglio e aiutare snche gli altri a vivere bene, dimostrando poi che non servono studi approfonditi per sapere le cose e per avere un cuore grande. Film da vedere per passare una serata divertente e riflettere sul senso della vita e sul suo valore, soprattutto quando ci sono sentimenti forti e grandi come l'amicizia. Da non perdere. All'anteprima il pubblico applaude con sincero entusiasmo
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osteriacinematografo
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mercoledì 7 marzo 2012
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splendida storia d'amore e d'amicizia
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Driss è un ragazzo di origini senegalesi che vive una realtà disagiata e marginale nella periferia parigina. Abita con la madre adottiva e coi figli di lei, tirando avanti grazie a piccoli furti; il suo percorso di delinquenza obbligata gli ha fatto conoscere il carcere, e vaga senza ambizioni per colloqui di lavoro alla ricerca di una firma che gli procuri il sussidio di disoccupazione.
Capita così a casa di Philippe, un ricco tetraplegico rimasto paralizzato in seguito a un incidente di parapendio; l’uomo è in cerca di un badante personale che lo assista continuativamente nella sua difficoltosa quotidianità. Driss ottiene la promessa dell’agognata firma, ma quando l’indomani si presenta in casa del milionario, viene inaspettatamente assunto per un periodo di prova.
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Driss è un ragazzo di origini senegalesi che vive una realtà disagiata e marginale nella periferia parigina. Abita con la madre adottiva e coi figli di lei, tirando avanti grazie a piccoli furti; il suo percorso di delinquenza obbligata gli ha fatto conoscere il carcere, e vaga senza ambizioni per colloqui di lavoro alla ricerca di una firma che gli procuri il sussidio di disoccupazione.
Capita così a casa di Philippe, un ricco tetraplegico rimasto paralizzato in seguito a un incidente di parapendio; l’uomo è in cerca di un badante personale che lo assista continuativamente nella sua difficoltosa quotidianità. Driss ottiene la promessa dell’agognata firma, ma quando l’indomani si presenta in casa del milionario, viene inaspettatamente assunto per un periodo di prova.
Si sviluppa così un rapporto altalenante fra due realtà contrapposte: da un lato Philippe, raffinato uomo di cultura dalle risorse economiche illimitate, vedovo e portatore di un handicap che ne limita ogni movimento e il piacere stesso di vivere; dall’altro Driss, robusto ed esuberante ragazzone dai modi spicci e poco eleganti, abituato alla strada e ai problemi permanenti di un handicap di tipo sociale.
I due uomini imparano a conoscersi tra mille difficoltà, a suon di diffidenze reciproche e sferzanti battute. Gradualmente entrano in una strana e delicata sintonia, e trovano un equilibrio grazie a uno scambio di idee schietto e genuino, che finirà con l’arricchire e compensare le lacune di entrambi: Philippe conoscerà così il brivido rigenerante della follia di Driss, che renderà dignità al suo datore di lavoro trattandolo come suo pari, mancandogli di rispetto all’occorrenza, educandolo al lato buono dei suoi eccessi, sbloccando infine la paralisi riflessa della sua sofferta interiorità; dal canto suo, Philippe introdurrà per mano Driss in un mondo a lui sconosciuto, fatto di lusso, arte, concerti e sport estremi, regalandogli l’ambizione e la speranza di un futuro possibile .
Il film è ispirato alle vicende reali narrate nel libro “Le second souffle” di Philippe Pozzo di Borgo, tetraplegico dal 1993, e al rapporto di quest’ultimo col suo aiuto domestico Yasmin Abdel Sellou.
Olivier Nakache ed Eric Toledano ci regalano una straordinaria storia di amicizia, nell’ennesima eccellente prova del cinema francese di quest’anno. I due protagonisti interpretano con naturalezza i personaggi contrapposti che vengono loro assegnati, e il risultato è un film credibile e commovente, che non trae respiro da un percorso lineare di crescita, ma dagli alti e bassi del rapporto fra Driss e Philippe, dalla spontanea ed ondivaga evoluzione di una storia vera e mai ruffiana, dalla vita che poi finisce col separarli dopo aver donato loro una possibilità di crescita e arricchimento morale.
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eugenio
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venerdì 21 dicembre 2012
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una decisa riflessione sul senso della vita
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Inizialmente un’atmosfera concitata,rapida: una Maserati lanciata a folle velocità su una strada semi-deserta in piena notte con a bordo “una strana coppia”. Un signore di mezza età,emaciato,apparentemente in crisi di astinenza,è seduto a lato del conducente, un esagitato afroamericano, nervoso,teso e incurante del pericolo. Vengono fermati dalla polizia ma lasciati andare poco dopo per le evidenti condizioni di salute dell’uomo di cui, scopriamo istantaneamente, la sua natura diversamente abile e la necessità di assistenza fornitagli dal badante senegalese. Pochi fotogrammi dopo, ci accorgiamo che è tutto un bluff: Philippe, questo il nome del miliardario paralizzato sta benone e ben diversa è la meta “tacitamente concordata”.
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Inizialmente un’atmosfera concitata,rapida: una Maserati lanciata a folle velocità su una strada semi-deserta in piena notte con a bordo “una strana coppia”. Un signore di mezza età,emaciato,apparentemente in crisi di astinenza,è seduto a lato del conducente, un esagitato afroamericano, nervoso,teso e incurante del pericolo. Vengono fermati dalla polizia ma lasciati andare poco dopo per le evidenti condizioni di salute dell’uomo di cui, scopriamo istantaneamente, la sua natura diversamente abile e la necessità di assistenza fornitagli dal badante senegalese. Pochi fotogrammi dopo, ci accorgiamo che è tutto un bluff: Philippe, questo il nome del miliardario paralizzato sta benone e ben diversa è la meta “tacitamente concordata”.
Il prologo non convince, sembra quasi irriverente e fuori luogo eppure è anticipatore del leit-motiv della pellicola, campione di incassi e rivelazione francese dell’ultimo anno. Quasi amici, questo il titolo, è incentrato sulla forza indissolubile dell’amicizia tra due categorie dalle antitetiche personalità e caratteristiche psico-fisiche: miliardario tetraplegico bianco l’uno, disoccupato stravagante e traffichino l’altro. Quasi amici non è pero’ un un buddy-movie, una commedia cioè sulla convivenza forzata di una strana coppia ma un film di forte impatto sociale e profondamente riflessivo per la delicatezza delle tematiche affrontate quali il dramma della solitudine di persone diversamente abili all’interno di un ambiente fortemente borghese.
Con una lunga analessi che occupa buona parte della pellicola, i due registi Olivier Nakache e Éric Toledano, descrivono il complicato rapporto tra due “personaggi” entrambi scottati dalla vita: uno segnato da un terribile incidente a seguito del quale è rimasto paralizzato e ha perso la moglie,l’altro Yabdel, dal triste passato di immigrato senegalese . Il rapporto tra i due non segue una precisa logica ma alterna momewnti di duro scontro ad altri di pacata riconciliazione: il miliardario scorbutico,solo e conformista, trova attraverso “l’elemento di disturbo” la forza di reagire e lottare nonostante le sue tragiche condizioni. Acquista coraggio e fiducia nelle sue capacità tanto da spingersi oltre il semplice rapporto epistolare con una giovane ragazza di cui è innamorato, da farsi rispettare dall’insolente figlia, di aiutare ed essere aiutati nel periglioso cammino della vita.
L’ossimoro che permea Quasi amici , basato su una storia vera, contribuisce a evidenziare le debolezze dei due protagonisti grazie a una precisa caratterizzazione (fortunatamente ben trasmessa dal doppiaggio italiano della coppia Maggi/Mori): Philippe è inabile ma intellettualmente attivo pur se socialmente incapace in quanto “intrappolato” nel suo mondo ovattato, Yabdel, al contrario, è una bomba di “mobilità”,apparentemente forte e sicuro di sé ma fragile interiormente senza una precisa collocazione e direzione entro cui collocare la sua vita; non ha ambizioni se non accedere al sussidio di disoccupazione, suo unico mezzo di sostentamento. L’incontro/scontro/rappacificazione è una bella lezione di vita, un’esplosione di sincerità e di speranza sul significato della ricchezza che è nulla senza la condivisione e le emozioni di cui è portatrice. Molto ben riuscita e apprezzata in questo senso è la seconda parte che evita i facili pietismi (paradigmatica è la lunga sequenza in volo sul deltaplano sullo sfondo delle montagne rocciose) e si interroga sul senso della vita con un’ironia che non cede alle tentazioni del cinismo.
Già..l’ironia, qui intesa quasi come motore dell’esistenza e propulsore di ogni scelta. Che sia questa la chiave di volta della vita? I due registi ne sono sicuri e noi con loro.
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michela papavassiliou
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giovedì 8 marzo 2012
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un angelo nero dal sorriso contagioso
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Quasi Amici e' la storia dell'incontro tra due mondi, quello di Philippe affascinante aristocratico ridotto alla condizione di paraplegico da un fatale incidente e quella di Driss, un giovane ex delinquente di colore interpretato da un bravissimo Omar Sy dalla verve contagiosa. E' necessario trovare un nuovo badante per questo facoltoso aristocratico caduto in disgrazia, si aprono cosi' le interviste nel magnifico palazzo dove vive l' infermo. Uno stuolo di collaboratori si adoperano alle selezioni finche' la scelta del padrone di casa interpretato da un magnifico Francois Cluzet non cade sul giovane, spavaldo e disincantato Driss, primo ad essere convinto
che da quel fuori programma alla ricerca di un lavoro, ne uscira' solo con una firma per l' ottenimento di un sussidio di disoccupazione.
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Quasi Amici e' la storia dell'incontro tra due mondi, quello di Philippe affascinante aristocratico ridotto alla condizione di paraplegico da un fatale incidente e quella di Driss, un giovane ex delinquente di colore interpretato da un bravissimo Omar Sy dalla verve contagiosa. E' necessario trovare un nuovo badante per questo facoltoso aristocratico caduto in disgrazia, si aprono cosi' le interviste nel magnifico palazzo dove vive l' infermo. Uno stuolo di collaboratori si adoperano alle selezioni finche' la scelta del padrone di casa interpretato da un magnifico Francois Cluzet non cade sul giovane, spavaldo e disincantato Driss, primo ad essere convinto
che da quel fuori programma alla ricerca di un lavoro, ne uscira' solo con una firma per l' ottenimento di un sussidio di disoccupazione. Il ragazzo nero proveniente dai sobborghi malfamati parigini conquistera' l'invalido con naturalezza ed ironia. Finalmente Philippe non si sentira' piu' compatito, abituato ormai ad avere addosso solo occhi carichi di pena da parte di tutte le persone che abitualmente lo circondano e si prostrano al suo denaro. In quella casa sontuosa la vita e' cadenzata da orari e schemi consolidati e freddi, i sentimenti si preferisce scriverli piuttosto che viverli. Con l'entrata in scena di questa inusuale badante dal sorriso candido, un'aria vitale e nuova contagera' in breve l'intera dimora. La freschezza di un'imprevedibile ironia riuscira' a liberare Philippe dalle costrizioni del suo retaggio ed in qualche modo dall' infermita' del corpo, lasciando librare l'anima, fino a farlo riassaporare i piu' intensi piaceri della vita . Mirabile la regia di Olivier Nakache e Eric Toledano in grado di ordinare per fotogrammi il potere di una amicizia quasi perfetta che sembra riportare tra le righe del romanzo Le Braci di Sandor Marai. Un film angelico, intenso, imperdibile.MP
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nino pell.
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martedì 24 aprile 2012
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film capolavoro sui valori dell'amicizia
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Anche se mancano ancora pochi mesi, credo ormai di reputare "Quasi amici" il mio film preferito di questa stagione cinematografica 2011/2012. In tale pellicola si racconta la storia di un paraplegico, amante della cultura e dell'arte, nonché uomo raffinato e ricercato nei propri gusti, preso in cura ed assistito in maniera praticamente costante da un ragazzo di periferia, di nome Driss, inizialmente abbastanza sprovveduto e disinvolto, reduce da un passato con qualche problema giudiziario. Eppure nonostante la loro diversità di cultura e di carattere, tra i due nasce un poco alla volta e si consolida con il passare del tempo una profonda amicizia, fino al punto in cui essi riusciranno a donare, l'uno all'altro, quel qualcosa di fondamentale che servirà a completare e a rendere più fiorenti le loro rispettive vite.
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Anche se mancano ancora pochi mesi, credo ormai di reputare "Quasi amici" il mio film preferito di questa stagione cinematografica 2011/2012. In tale pellicola si racconta la storia di un paraplegico, amante della cultura e dell'arte, nonché uomo raffinato e ricercato nei propri gusti, preso in cura ed assistito in maniera praticamente costante da un ragazzo di periferia, di nome Driss, inizialmente abbastanza sprovveduto e disinvolto, reduce da un passato con qualche problema giudiziario. Eppure nonostante la loro diversità di cultura e di carattere, tra i due nasce un poco alla volta e si consolida con il passare del tempo una profonda amicizia, fino al punto in cui essi riusciranno a donare, l'uno all'altro, quel qualcosa di fondamentale che servirà a completare e a rendere più fiorenti le loro rispettive vite. Un film ricco di tante sfumature, di tanti particolari, che meritano di essere recepiti e colti in ogni loro più piccolo significato. Per me è da considerarsi un film capolavoro, notevolmente di una spanna superiore rispetto a tanta produzione cinematografica media in circolazione
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chiarialessandro
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domenica 26 febbraio 2012
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l'altra faccia della medaglia.
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Ogni medaglia ha due facce: il dritto ed il rovescio; il cinema, in questo caso, le ha sviscerate tutte e due in modo magistrale. Molti ricorderanno infatti la devastante scelta a cui era giunto Bardem in quella pellicola tanto bella quanto dolente dal titolo “Mare dentro”, la quale portava sul grande schermo una (rispettabilissima) scelta di rinuncia, ovverosia l’esatto contrario di ciò che mostra “Quasi amici”. Ma cosa c’è di più normale che trovarsi di fronte a due reazioni diametralmente opposte al cospetto di due situazioni pressoché identiche? Se andrete a godervi questa storia, vi sarà servito un grande vassoio di spassoso “riso”, condito però con una sapiente dose di commozione e riflessione; probabilmente, se non avete esperienza con la materia, crederete spesso che ciò che susciterà la vostra ilarità sia frutto di pura fantasia ma potrebbe pure non essere così: quando mio figlio era un bambino, lo portavo saltuariamente a giocare con dei coetanei ospiti in una casa famiglia (ovverosia in una struttura nella quale convivevano handicappati fisici e mentali, assistiti da una serie di obiettori di coscienza), in modo tale da rendergli normale un mondo che non sempre è considerato con il dovuto rispetto e vi posso assicurare che il trattamento riservato dagli obiettori agli handicappati era pressoché identico rispetto a quello che Idris riserva a Philippe.
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Ogni medaglia ha due facce: il dritto ed il rovescio; il cinema, in questo caso, le ha sviscerate tutte e due in modo magistrale. Molti ricorderanno infatti la devastante scelta a cui era giunto Bardem in quella pellicola tanto bella quanto dolente dal titolo “Mare dentro”, la quale portava sul grande schermo una (rispettabilissima) scelta di rinuncia, ovverosia l’esatto contrario di ciò che mostra “Quasi amici”. Ma cosa c’è di più normale che trovarsi di fronte a due reazioni diametralmente opposte al cospetto di due situazioni pressoché identiche? Se andrete a godervi questa storia, vi sarà servito un grande vassoio di spassoso “riso”, condito però con una sapiente dose di commozione e riflessione; probabilmente, se non avete esperienza con la materia, crederete spesso che ciò che susciterà la vostra ilarità sia frutto di pura fantasia ma potrebbe pure non essere così: quando mio figlio era un bambino, lo portavo saltuariamente a giocare con dei coetanei ospiti in una casa famiglia (ovverosia in una struttura nella quale convivevano handicappati fisici e mentali, assistiti da una serie di obiettori di coscienza), in modo tale da rendergli normale un mondo che non sempre è considerato con il dovuto rispetto e vi posso assicurare che il trattamento riservato dagli obiettori agli handicappati era pressoché identico rispetto a quello che Idris riserva a Philippe. D’altronde, è mai servito a qualcosa di buono il pietismo? Molto meglio la durezza di chi ha dovuto confrontarsi subito con la lotta per sopravvivere (soprattutto se è riuscito però a non smarrire del tutto qual senso di umanità che non dovrebbe mai abbandonarci). Completano il “quadro” le macchie sparate da Idris nell’estasi creativa, una regia felice, una sceneggiatura che si appoggia ad un congegno talmente ben oliato da renderla quasi credibile, delle gag e dei dialoghi esilaranti, una fisicità possente.
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fabio2
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venerdì 30 marzo 2012
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non è mai troppo tardi
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Il cinema francese viene scoperto dal grande pubblico, non più film di nicchia ma anche film più leggeri comunque interessanti. Infatti anche in italia stiamo prendendo l'abitudine di copiare la sceneggiatura originale e proporla al pubblico italiano. E' stato il caso di benvenuti al Sud e sarà forse il caso di Quasi amici, per il quale si parla anche del cast (Bisio-Zalone). Quel Checco Zalone che poco più di un anno fa pronosticai capace di calarsi anche in ruolo "serio". Ho visto Quasi Amici in VO e in Italiano (Intouchables) e avevo anche visto un reportage su France 2 sulla vera storia dei personaggi. Francois Cluzet e Omar Sy rendono i personaggi veri, mai scontati, consapevoli l'un l'altro dei problemi altrui ma capaci di affrontarli con ironia che arriva a commuovere.
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Il cinema francese viene scoperto dal grande pubblico, non più film di nicchia ma anche film più leggeri comunque interessanti. Infatti anche in italia stiamo prendendo l'abitudine di copiare la sceneggiatura originale e proporla al pubblico italiano. E' stato il caso di benvenuti al Sud e sarà forse il caso di Quasi amici, per il quale si parla anche del cast (Bisio-Zalone). Quel Checco Zalone che poco più di un anno fa pronosticai capace di calarsi anche in ruolo "serio". Ho visto Quasi Amici in VO e in Italiano (Intouchables) e avevo anche visto un reportage su France 2 sulla vera storia dei personaggi. Francois Cluzet e Omar Sy rendono i personaggi veri, mai scontati, consapevoli l'un l'altro dei problemi altrui ma capaci di affrontarli con ironia che arriva a commuovere. I dettagli della lingua francese si perdono di fronte alla traduzione in Italiano ma questi sono dettagli di ogni lingua madre. Ciò che conta è avere mostrato cosa può passare giorno dopo giorno nella vita di un tetraplegico senza mai cadere su aspetti scontati.
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redinh79
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mercoledì 25 aprile 2012
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luce e vita per persone che riescono a respirarla!
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Un vero capolavoro nel suo genere!
Erano anni che un film non mi trasmetteva così tanto!
Un film dal realismo disarmante.. La risata contagiosa e la vitalità sprigionata da Driss riescono ad avvolgere Philippe ma anche il pubblico infondendo un torpore che ti accompagna per tutta la durata del film immedesimandoti ancora di più nei protagonisti al punto da gioire e soffrire in prima persona..
Chiunque scriva una recensione su questo film non riuscirà mai ad esprimere con semplici parole la bellezza quasi mistica che rappresenta ed esterna questo film.
Un esempio di vita per tutti noi, un modo per vivere la vita guardandola da un'altra prospettiva che non ha nulla a che fare con la situazione di invalidità del personaggio ma con quello che si é radicato nella nostra anima e che rimarrà per un pò di tempo in noi anche usciti dalle sale cinematografiche.
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Un vero capolavoro nel suo genere!
Erano anni che un film non mi trasmetteva così tanto!
Un film dal realismo disarmante.. La risata contagiosa e la vitalità sprigionata da Driss riescono ad avvolgere Philippe ma anche il pubblico infondendo un torpore che ti accompagna per tutta la durata del film immedesimandoti ancora di più nei protagonisti al punto da gioire e soffrire in prima persona..
Chiunque scriva una recensione su questo film non riuscirà mai ad esprimere con semplici parole la bellezza quasi mistica che rappresenta ed esterna questo film.
Un esempio di vita per tutti noi, un modo per vivere la vita guardandola da un'altra prospettiva che non ha nulla a che fare con la situazione di invalidità del personaggio ma con quello che si é radicato nella nostra anima e che rimarrà per un pò di tempo in noi anche usciti dalle sale cinematografiche. Il quanto e con quanta intensità ne rimarrà imbevuta é drasticamente soggettivo, legato alla nostra sensibilità ed a quanto siamo caduti in basso e rialzati nella nostra vita prima di questo giorno.
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filippo catani
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martedì 28 febbraio 2012
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temi delicati trattati con toccante ironia
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Un ricco uomo parigino è da tempo paraplegico a causa di un gravissimo incidente con il parapendio. Per questo motivo l'uomo ha bisogno di una persona che lo assitsa 24 ore al giorno. Per fare questo viene fatta una selezione tra vari candidati e un giorno viene scelto un ragazzo di colore dal difficile passato. Tra i due sboccerà un'inaspettata e intensa amicizia all'insegna dell'ironia.
Campione d'incassi in Francia, il film coinvolge lo spettatore e non gli risparmia numerose e splendide battute. Questo a riprova che, utilizzando il registro giusto, è possibile trattare temi scottanti anche con una certa leggerezza. Ed è così che davanti alle rimostranze degli amici, il ricco uomo dirà che era ormai stanco di pietà e compassione.
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Un ricco uomo parigino è da tempo paraplegico a causa di un gravissimo incidente con il parapendio. Per questo motivo l'uomo ha bisogno di una persona che lo assitsa 24 ore al giorno. Per fare questo viene fatta una selezione tra vari candidati e un giorno viene scelto un ragazzo di colore dal difficile passato. Tra i due sboccerà un'inaspettata e intensa amicizia all'insegna dell'ironia.
Campione d'incassi in Francia, il film coinvolge lo spettatore e non gli risparmia numerose e splendide battute. Questo a riprova che, utilizzando il registro giusto, è possibile trattare temi scottanti anche con una certa leggerezza. Ed è così che davanti alle rimostranze degli amici, il ricco uomo dirà che era ormai stanco di pietà e compassione. Sarà così che grazie al suo nuovo amico il nostro protagonista scoprirà le passeggiate notturne, le corse in macchina, gli spinelli ma soprattutto l'amore. Allo stesso tempo l'uomo prenderà sotto la sua ala protettiva il suo nuovo amico cercando di trasmettergli i rudimenti basilari della cultura (per esempio il ragazzo a sentir parlare di Leonardo pensa che sia l'attuale manager del PSG). Due mondi diversissimi tra di loro che finiscono in questo caso non a cozzare tra di loro ma con il creare una splendida intersezione. Da non perdere.
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