gianmarco.diroma
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martedì 7 agosto 2012
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dr. fitoussi
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Dr. Fitoussi è il personaggio interpretato da Anne Le Ny ne La guerra è dichiarata. In Quasi amici interpreta Yvonne, colei che assiste giorno dopo giorno il protagonista Philippe/François Cluzet (insieme a Driss/Omar Sy) insieme ad un équipe di medici infermieri nella sua convivenza con la tetraplegia. Le due parti (o interpretazioni) della dr. Fitoussi e di Yvonne differiscono sia per la durata del ruolo, che per la sua natura o funzione. Se la dr. Fitoussi ricopre un ruolo marginale in termini di durata nella pellicola di Valérie Donzelli, in Quasi amici, Yvonne è elemento stabilizzatore (e quindi anche catalizzatore, come dimostrato dai suoi problemi intestinali) delle tensioni che s'instaurano tra Phlippe e Driss.
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Dr. Fitoussi è il personaggio interpretato da Anne Le Ny ne La guerra è dichiarata. In Quasi amici interpreta Yvonne, colei che assiste giorno dopo giorno il protagonista Philippe/François Cluzet (insieme a Driss/Omar Sy) insieme ad un équipe di medici infermieri nella sua convivenza con la tetraplegia. Le due parti (o interpretazioni) della dr. Fitoussi e di Yvonne differiscono sia per la durata del ruolo, che per la sua natura o funzione. Se la dr. Fitoussi ricopre un ruolo marginale in termini di durata nella pellicola di Valérie Donzelli, in Quasi amici, Yvonne è elemento stabilizzatore (e quindi anche catalizzatore, come dimostrato dai suoi problemi intestinali) delle tensioni che s'instaurano tra Phlippe e Driss. Una perfetta non protagonista quindi, utilizzando la classica terminologia per descrivere i ruoli degli attori nel cinema (utilizzata anche per premiarli, gli attori e le attrici). Una non protagonista che con la sua figura di basso profilo attraversa tutto il film di Olivier Nakache: un ruolo capace, lungo le linee del corpo e del viso di Anne Le Ny (per la voce, dipende dal doppiaggio), di mettere in relazione tra loro sia le figure della dr. Fitoussi che di Yvonne, sia La guerra è dichiarata che Quasi amici, sia la figura del piccolo Adam, afflitto da un carcinoma al cervello che Philippe, costretto a vivere il resto della sua vita su una sedia a rotelle, dipendendo per tutto da qualcun altro (ma è proprio in questa dipendenza dagli altri, e soprattutto da chi è molto diverso da lui, come Driss, sia come pelle, educazione, formazione, cultura e classe sociale, che Philippe riscoprirà una sincera voglia di vivere ed amare, perché è "negli altri che si cela il volto di Cristo"), delineando una sorta di metacinema (anche se la formula metacinema non ha senso, perché il cinema è "meta" per definizione, perché nel suo farsi ed essere fatto, il cinema, se veramente tale, parla di cinema, della lingua del cinema, altrimenti non sarebbe arte, ma un semplice elemento ornamentale/decorativo della vita di tutti i giorni), dove è la storia stessa del cinema ad essere tirata in ballo, una storia che si ripete all'infinito, una storia fatta di corsi e ricorsi storici (solo l'aver vissuto la Nouvelle Vague, ed averla metabolizzata, permette ai francesi di mescolare con tanta maestria commedia e tragedia, in storie di tutti i giorni), una storia che nel ripetersi all'infinito (anche grazie all'utilizzo di facce che pur non essendo facce di divi, sono e/o diventano comunque note) disegna dei centri concentrici che come gli anelli di accrescimento di un albero vanno a costituirsi come la storia secolare del cinema.
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amandagriss
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giovedì 18 aprile 2013
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affinità elettive
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Come si può provvedere veramente al benessere di una persona -familiare o estraneo- ,di chi,soprattutto per malattia o grave handicap,è costretto a contare sull'aiuto di qualcun altro? Come curarsi di un individuo, oltrepassando la barriera del puro assistenzialismo,oltre il dovere,oltre il dovuto,e dedicarsi e aprirsi ai suoi reali bisogni,quelli che ne tengono in vita lo spirito e non solo il corpo? Non esistono regole o ricette specifiche,come non esiste la persona ideale chiamata a svolgere tale,difficilissimo compito.Non è una questione di razionalità o referenze,ma principalmente di istinto,di intuito.Una particolare alchimia,un'affinità di fondo,che nasce tra due persone (di solito) di ceto sociale,ma anche per sesso e razza,differenti.
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Come si può provvedere veramente al benessere di una persona -familiare o estraneo- ,di chi,soprattutto per malattia o grave handicap,è costretto a contare sull'aiuto di qualcun altro? Come curarsi di un individuo, oltrepassando la barriera del puro assistenzialismo,oltre il dovere,oltre il dovuto,e dedicarsi e aprirsi ai suoi reali bisogni,quelli che ne tengono in vita lo spirito e non solo il corpo? Non esistono regole o ricette specifiche,come non esiste la persona ideale chiamata a svolgere tale,difficilissimo compito.Non è una questione di razionalità o referenze,ma principalmente di istinto,di intuito.Una particolare alchimia,un'affinità di fondo,che nasce tra due persone (di solito) di ceto sociale,ma anche per sesso e razza,differenti.Come accade in Quasi amici,sorprendente pellicola francese che in patria ha sbancato i botteghini.Soave, divertente e triste,fiabesca e amara come solo la realtà sa essere,riesce a focalizzare l'importanza e,soprattutto,la fortuna di incontrare nella propria vita -in un particolare,terribile momento della vita- una persona in grado di leggere nelle pieghe dell'anima dell'altra,di comprenderne il dolore,la paura,i desideri,i bisogni più nascosti,una persona in grado di salvarne un'altra,''in tutti i modi in cui un essere umano può essere salvato''.E non importa se per un ricchissimo paraplegico di mezza età,che risiede in un lussuoso palazzo della Parigi antica -un piccolo scrigno di storia,arte e buone maniere- perennemente circondato da stretti collaboratori che non lo lasciano mai solo,questo 'salvatore',questa sorta di angelo custode sia un ragazzotto di colore delle banlieue parigine,di cultura elementare,senza un soldo e nemmeno la speranza di un futuro -perlomeno- dignitoso,con precedenti penali alle spalle ed una famiglia che pare assomigliare più ad una folla.Il film gioca ovviamente sui contrasti,su tutte le possibili differenze che derivano dall'interazione tra un bianco facoltoso e raffinato ed un nero rozzo ed indigente.Ma il risultato è ben lungi da una buonista banalità stereotipata,complici un'agile sceneggiatura e scambi di battute figli del nostro tempo,intelligenti ed esilaranti nel farsi inesorabile specchio della realtà.Assistiamo alla fusione naturale di due mondi che,all'apparenza,non hanno nulla in comune,di due anime che,al di là dei preconcetti,lasciando al coraggio o alla disperazione la libertà di osare,sono riuscite a riconoscersi e,forse,a completarsi a dispetto dei loro corpi e del gradino nella scala sociale che questi occupano.Con Quasi amici affiora il ricordo di altre pellicole tematicamente simili,che raccontano altrettante inconsuete storie d'amore e di amicizia,come Profumo di donna,L'uomo del treno,Le ali della libertà,Una questione di gusto (variante psicotica),ma anche Titanic di J.Cameron e il recente,bellissimo,Di ruggine e d’ossa.
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catia p.
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sabato 26 maggio 2012
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quasi amici - il perfetto equilibrio
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E' curioso come la combinazione di parole chiave adatta a descrivere questo film potrebbe essere “perfetto equilibrio” quando tutto ruota intorno all'imperfezione e al disequilibrio, alla rottura degli e all'asimmetria.
La storia di Philippe, vedovo cinquantenne, colto, ricchissimo, tetraplegico a causa di un incidente, che sceglie come aiutante personale Driss, ragazzo senegalese della periferia di Parigi, squattrinato, disoccupato e appena uscito di galera, presentava ad ogni passo l'insidia di stucchevoli scivolate nel lacrimevole, nel melenso e nel ridicolo.
Ma la misura sublime trovata nel combinare trama (basata su una storia vera), regia, sceneggiatura e interpretazione ci regalano alla fine un cocktail irresistibile, una commedia brillante senza pecche, squisita in tutte le sue parti.
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E' curioso come la combinazione di parole chiave adatta a descrivere questo film potrebbe essere “perfetto equilibrio” quando tutto ruota intorno all'imperfezione e al disequilibrio, alla rottura degli e all'asimmetria.
La storia di Philippe, vedovo cinquantenne, colto, ricchissimo, tetraplegico a causa di un incidente, che sceglie come aiutante personale Driss, ragazzo senegalese della periferia di Parigi, squattrinato, disoccupato e appena uscito di galera, presentava ad ogni passo l'insidia di stucchevoli scivolate nel lacrimevole, nel melenso e nel ridicolo.
Ma la misura sublime trovata nel combinare trama (basata su una storia vera), regia, sceneggiatura e interpretazione ci regalano alla fine un cocktail irresistibile, una commedia brillante senza pecche, squisita in tutte le sue parti.
Dal perfetto equilibrio, appunto.
Non una parola, una scena, una battuta di troppo per raccontarci l'incontro tra due ambienti, due culture, due mondi, due esseri umani tanto diversi tra loro, ciascuno dei quali riuscirà a cambiare l'esistenza dell'altro donandogli la parte migliore di sé.
Divertente senza scadere nel futile e toccante senza sfociare nel melodrammatico, QUASI AMICI non corre il rischio di annoiare, lasciandoci uscire dalla sala stupiti e deliziati, col cuore più leggero e il sorriso negli occhi.
Segnalo in particolare la bella sequenza iniziale, la serata all'opera e la rasatura. Poi l'ottima colonna sonora e la bravura dei protagonisti: nel ruolo di Philippe, impeccabile François Cluzet il cui volto, per forza di cose, dice tutto e sorprendente Omar Sy, che col suo sorriso, la sua naturalezza e la sua presenza scenica tutto travolge.
Entrato nella classifica IMDb dei 100 film migliori di sempre, QUASI AMICI è ancora nelle sale delle grandi città da fine febbraio pur essendo in maggio.
E allora che aspettate? Buona visione.
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catcarlo
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lunedì 4 giugno 2012
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quasi amici
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Philippe è un riccastro collezionista di sfighe, dall’amatissima moglie che non può avere figli e poi se ne va per un cancro all’incidente in parapendio (un po’ cercato?) che lo paralizza dal collo in giù. In cerca di un badante, sceglie Driss, delinquentello di banlieu con famiglia incasinata che si è presentato all’audizione solo per mantenere il sussidio di disoccupazione: la scommessa è vinta perché tra i due scatta una reazione chimica che porterà l’esistenza di entrambi a una svolta. Tratto da una storia vera (in cui Driss è maghrebino e non senegalese) e dal libro che ne ha ricavato lo stesso Philippe, il film di Nakache e Toledano è una commedia agile in cui il divertimento è assicurato per tutti i cento minuti di durata.
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Philippe è un riccastro collezionista di sfighe, dall’amatissima moglie che non può avere figli e poi se ne va per un cancro all’incidente in parapendio (un po’ cercato?) che lo paralizza dal collo in giù. In cerca di un badante, sceglie Driss, delinquentello di banlieu con famiglia incasinata che si è presentato all’audizione solo per mantenere il sussidio di disoccupazione: la scommessa è vinta perché tra i due scatta una reazione chimica che porterà l’esistenza di entrambi a una svolta. Tratto da una storia vera (in cui Driss è maghrebino e non senegalese) e dal libro che ne ha ricavato lo stesso Philippe, il film di Nakache e Toledano è una commedia agile in cui il divertimento è assicurato per tutti i cento minuti di durata. Certo, qualcuno potrebbe lamentare un utilizzo eccessivo degli occhiali rosa – e poi i soldi di Philippe aiutano in una situazione che per altri sarebbe certo più drammatica e Driss è un burbero ma dal cuore d’oro che più classico non si può – però è davvero difficile non lasciarsi coinvolgere dall’andamento della storia fino al sorridente lieto fine in quello che è un buddy-movie a tutti gli effetti malgrado le premesse inconsuete, con l’incontro di due uomini diversissimi tra loro che imparano a convivere e ad apprezzarsi a vicenda. Del tutto realizzata è poi la principale intenzione espressa dal vero Philippe, ossia la cancellazione di qualsiasi patetismo (in fondo, la scelta del vero Driss fu dovuta anche alla sua irrispettosità nei confronti della malattia): la condizione di tetraplegico è fonte di battute da parte di ambedue i protagonisti in una sceneggiatura – a firma dei due registi – che non conosce quasi momenti di stanca. Al risultato contribuisce non poco la bella interpretazione che caratterizza i due ruoli principali: Cluzet, costretto a recitare solo con la testa e con gli occhi, sa rendere gli sbalzi d’umore e di stato d’animo di Philippe mentre Sy disegna un Driss molto fisico (del resto dev’essere le braccia e le gambe dell’altro) e dall’immediata simpatia. In un film simile, è inevitabile che i personaggi secondari siano poco più che di contorno – anche se Audrey Fleurot si fa notare, e la nota pure Driss – ma sarebbe veramente difficile chiedere di più a una pellicola leggera in senso buono, malgrado l’argomento ‘pesante’, mai volgare e – vale la pena di ripetersi – divertente: ridere fa bene e uscire dalla sala riscaldati, almeno ogni tanto, da un po’ di ottimismo (ovvero ‘effetto ‘La vita è meravigliosa’’) è anche meglio.
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luca scial�
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mercoledì 27 giugno 2012
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una spruzzata di ironia per sdrammatizzare
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Driss è un giovane nero che abita nelle difficili Banlieu francesi, nullafacente, a caccia dei sussidi di disoccupazione. Piomba a casa del ricchissimo ma paraplegico Philippe, per ottenere un diniego nella sua candidatura e così ottenere l'ambito assegno sociale. Ma quest'ultimo decide contro ogni pronostico di tenerlo in casa come fido assistente. Tra i due nascerà una bella amicizia, basata sulla diversità.
Commedia basata su una storia vera. Certo, un pò romanzata, fiabesca, ma che non scade mai nel dramma o nella smielatura patetica che spesso infetta le pellicole. Un film ironico, che sdrammatizza e spruzza ottimismo. Parte dalla fine e finisce nel migliore dei modi.
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Driss è un giovane nero che abita nelle difficili Banlieu francesi, nullafacente, a caccia dei sussidi di disoccupazione. Piomba a casa del ricchissimo ma paraplegico Philippe, per ottenere un diniego nella sua candidatura e così ottenere l'ambito assegno sociale. Ma quest'ultimo decide contro ogni pronostico di tenerlo in casa come fido assistente. Tra i due nascerà una bella amicizia, basata sulla diversità.
Commedia basata su una storia vera. Certo, un pò romanzata, fiabesca, ma che non scade mai nel dramma o nella smielatura patetica che spesso infetta le pellicole. Un film ironico, che sdrammatizza e spruzza ottimismo. Parte dalla fine e finisce nel migliore dei modi. Fa ridere e commuovere. Lascia il segno, come non sempre fa il cinema francese.
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4ng3l
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lunedì 1 ottobre 2012
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unicamente favoloso, una qualità strepitosa
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Sono poche le parole in grado di raccontare tanto. Una storia che sfocia nella dolce favola ma non troppo, senza dimenticare neanche un minimo di realismo ed impegno per ogni singola scena. Tocca le corde del drammatico senza forzare, in maniera spontanea e naturalmente efficace. Personaggi che sembrano ripresi e non montati, dialoghi forti ma profondi, una sinfonia di sfumature e particolarità legate strettamente alla situazione non facile di ognuno. Tutto questo senza dimenticare il divertimento sincero messo in mostra dalla grande bravura della sceneggiatura, a sua volta gestita da una grande regia. Una complessa opera d'arte.
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great steven
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martedì 12 aprile 2016
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amicizia che sboccia attraendo 2 inconciliabilità.
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QUASI AMICI (FR, 2012) diretto da ERIC TOLEDANO & OLIVIER NAKACHE. Interpretato da FRANçOIS CLUZET, OMAR SY, ANNE LE NY, AUDREY FLEUROT, CLOTILDE MOLLET, ALBA GAIA BELLUGI, CYRIL MENDY, CHRISTIAN AMERI, GRéGOIRE OESTERMANN
A Philippe, musicologo divenuto tetraplegico in seguito ad un incidente, occorre un badante che si prenda cura di lui, ora impossibilitato a farlo lui in prima persona. Colui che dovrà assisterlo verrà poi ospitato nella sua lussuosa villa superaccessoriata, dal momento che si tratta di un uomo molto benestante e generoso. Fra i candidati si presenta Driss, ragazzo di carnagione scura appena uscito di prigione, dove era stato incarcerato per rapina a mano armata, un individuo che non aspetta altro che gli scadano i tre rifiuti alle altrettante proposte di lavoro per ottenere un sussidio economico per sé e la numerosa famiglia (è stato anche cacciato di casa da una madre arrogante che non ne poteva più delle sue assenze improvvise e ingiustificate).
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QUASI AMICI (FR, 2012) diretto da ERIC TOLEDANO & OLIVIER NAKACHE. Interpretato da FRANçOIS CLUZET, OMAR SY, ANNE LE NY, AUDREY FLEUROT, CLOTILDE MOLLET, ALBA GAIA BELLUGI, CYRIL MENDY, CHRISTIAN AMERI, GRéGOIRE OESTERMANN
A Philippe, musicologo divenuto tetraplegico in seguito ad un incidente, occorre un badante che si prenda cura di lui, ora impossibilitato a farlo lui in prima persona. Colui che dovrà assisterlo verrà poi ospitato nella sua lussuosa villa superaccessoriata, dal momento che si tratta di un uomo molto benestante e generoso. Fra i candidati si presenta Driss, ragazzo di carnagione scura appena uscito di prigione, dove era stato incarcerato per rapina a mano armata, un individuo che non aspetta altro che gli scadano i tre rifiuti alle altrettante proposte di lavoro per ottenere un sussidio economico per sé e la numerosa famiglia (è stato anche cacciato di casa da una madre arrogante che non ne poteva più delle sue assenze improvvise e ingiustificate). Driss sembra proprio la persona meno indicata per badare ad un invalido, ma ciononostante il saggio e colto Philippe decide di prenderlo in prova per un mese. Inaspettatamente, il rapporto fra i due uomini, così diversi per età, interessi e inclinazioni, comincia a diventare importante e denso di reciproca fiducia, dal momento che entrambi comprendono di aver vicendevolmente necessità l’uno dell’altro. Philippe aiuterà Driss a mettere da parte il denaro sufficiente per vivere degnamente insieme ai fratelli e alla madre, e Driss riuscirà a convincere Philippe che deve proseguire a nutrire fiducia non solo in una vita che pare averlo sconfitto irrimediabilmente, ma anche nell’amore. Il film si chiude col ragazzo, ormai interiormente cresciuto e migliorato da quella relazione così intensa e benefica, che accompagna il maturo signore handicappato in un ristorante sul mare, permettendogli di incontrare una bella ragazza con cui aveva avuto un lungo contatto epistolare. La pellicola ha tratto ispirazione da un fatto realmente accaduto. È una commedia deliziosa in cui tutto è equilibrato in un sano rapporto di contrappesi che bilancia sé stesso grazie ad un accorto gioco di battute, divertimenti, riflessioni, ironie e pathos. Il punto di forza maggiore è naturalmente il duetto Cluzet-Sy, due attori così differenti per provenienza geografica e formazione artistica, ma che sul grande schermo si adeguano magnificamente l’uno all’altro: il francese doc adotta un’eccellente recitazione sotto le righe, facendo ampio uso di un umorismo raffreddato che sfiora paradossalmente i confini di un istrionismo controllato e pudico, mentre il comico francofono di origini senegalesi e mauritane sfoggia un talento straordinario (questa volta istrionico nel senso letterale del termine) al quale non manca nessuna dote del comico con la C maiuscola, dall’autoironia alla millanteria, dalla spiritosaggine al gusto della caricatura. Quasi amici fu la rivelazione del box office francese nel 2012, anno della sua uscita nelle sale, e merita ampiamente il successo che riscosse soprattutto per due meriti fondamentali e innegabili: 1.) la verosimiglianza toccante con cui analizza la crescita interiore di due uomini tecnicamente agli antipodi ma ricchi in realtà di aspetti in comune che permettono loro di avvicinarsi a vicenda e imparare cose che prima non conoscevano o non sospettavano di avere, le quali li aiutano a valorizzarsi, a darsi importanza e a ridere in faccia alle sconfitte dell’esistenza; 2.) la ricerca ossessiva, ma pur sempre coronata da risultati positivi, di un registro tragicomico che non disdegna la tensione drammatica e arricchisce il relativo sottogenere di un tassello in più, inteso specialmente dal punto di vista narrativo. Riguardo a questo arricchimento, la narrazione del film procede in modo splendidamente scorrevole, e la sua fluidità è agevolata dalla mancanza di cadute di tono o di stile e dalla voglia di divertire lo spettatore, inducendolo però al contempo anche a meditazioni più profonde e decisive di quello che le battute spassose e le volgarità abilmente evitate lasciano supporre. Almeno quattro pezzi di bravura imperdibili: il colloquio di assunzione alla presenza della ragazza rossa che Driss (un O. Sy formidabile, con la voce italiana di Simone Mori) dimostra fin dal principio di gradire, quantomeno fisicamente; la passeggiata notturna per le strade di Parigi, memore di Forrest Gump e del suo eccentrico tenente Dan; il confronto fra i loro interessi musicali (il rap di Driss contro la musica lirica di Philippe, due poli che si attraggono inesorabilmente ma in modo felice); il volo in deltaplano sulle colline erbose delle Alpi. Ricchissimo di particolari da apprezzare in particolar modo ad una seconda visione, è diventato già nel giro di pochi anni un classico della commedia francese, oltre che una delle opere cinematografiche più viste in patria. Da vedere assolutamente al cinema, e da proporre ai bambini. L’Italia contribuì al risultato azzeccato e contento del film affidando ai due giovani registi il contributo tecnico di Ludovico Einaudi nella composizione della colonna sonora.
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marta2012
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martedì 21 febbraio 2012
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visto quasi amici un film straordinario
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Visto QUASI AMICI un film straordinario stradivertente e commovente IMPERDIBILE
(La forza..)
Cosa ha convinto tutta la Francia ad andare al cinema a vedere "Quasi amici"? Possibile che la storia d'amicizia tra due uomini possa far incassare il corrispettivo di duecento miliardi di una volta?
Possibile che una storia d'amicizia stia conquistando pian piano tutto il mondo?
(Sentimento.
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Visto QUASI AMICI un film straordinario stradivertente e commovente IMPERDIBILE
(La forza..)
Cosa ha convinto tutta la Francia ad andare al cinema a vedere "Quasi amici"? Possibile che la storia d'amicizia tra due uomini possa far incassare il corrispettivo di duecento miliardi di una volta?
Possibile che una storia d'amicizia stia conquistando pian piano tutto il mondo?
(Sentimento..)
Proprio ieri parlavo con un amico produttore molto intelligente che mi spiegava un'equazione indispensabile per il successo in sala "NON PUO'ESSERCI COMICITA' SE NON C'E' SENTIMENTO"
"Quasi amici" rientra perfettamente in questa regola e ne e' la conferma, due uomini lui ricchissimo "abituato a vedere la vita dall'altro verso il basso con amore per la letteratura e l'arte" e l'altro povero con un passato e un presente difficile che associa la parola musica solo a ciò che e' ballabile e che crede che l'arte astratta sia una galleria di macchie.
Il povero ma vero al 100% incontra l'uomo ricco e nasce un'amicizia.
(Il sogno per tutti..)
Quasi amici ha diverse chiavi di lettura: in una società piena di servi che per far carriera hanno perso ogni dignità chi ha il coraggio di dire sempre la verità dovrebbe essere sempre premiato.
Lo sappiamo, detta cosi' appare una favola ma "Quasi amici" e' una storia straordinaria che cresce scena dopo scena raggiungendo dei picchi altissimi di comicità intervallati da commozione e dialoghi adattati benissimo.
(Imperdibile)
Noi non vogliamo sapere mai nulla prima di andare a vedere un film tranne il genere, inutile in questo caso leggere trame,sinossi, critiche. Quasi amici e' un film divertente ed emozionante tecnicamente e artisticamente impeccabile.
(Perfetto tecnicamente)
La regia sembra seguire le note della colonna sonora bellissima e le note seguire la mano dei due registi.
Il montaggio alternato tra lusso e periferia e' sorprendente, i movimenti della macchina da presa sembrano imperfetti per dare più realismo alla periferia mentre la fotografia e' pulitissima dentro casa del ricco.
I due sembrano lui un Eddie Murphy non scontato e molto attore l'altro un Daniel Auteuil , in Italia il ricco potrebbe farlo un attore tra Silvio Orlando,Antonio Albanese e Toni Servillo (che sdoganerebbe l'aria da attore da film d'autore per sempre) e per l'altro servirebbe un nuovo Alessandro Siani più omone (comunque non romano,napoletano sarebbe giusto).
(Che ridere)
Era comunque un paio di anni che non ridevamo come abbiamo riso nelle tre scene del concerto, del compleanno e della barba.
Delizioso ed esilarante. E anche dove alcune trovate sembrano semplici tutto appare vero e non paraculo come alcuni film italiani studiati per vincere qualche pseudo premio de noantri che non servono mai a crescere artisticamente..
(La nostra chiave di lettura)
Un amico può' essere sempre presente, impertinente, divertente ma se cinico quanto serve può essere una terapia per far sembrare tutto possibile e superabile.
Un film geniale ed emozionante. Impossibile da perdere
Voto 8 1/2.
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(di derriev)
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blackdragon89
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domenica 5 agosto 2012
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un connubio tra una coppia che vive di assistenza
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Sfiancato dall'eccessivo volume di pietà al quale è sottoposto ogni giorno, il miliardario tetraplegico Philippe Pozzo di Borgo intraprende una serie di colloqui volti all'ingaggio di un badante a tempo pieno. L'imperscrutabile occhio ricade su Driss Bassari, un ex detenuto presentatosi all'appuntamento unicamente per il sussidio di disoccupazione. Incuriosito dal suo fare ben lungi dall'essere distinto e di buone maniere, il disabile decide di prendere in prova lo scabro individuo. Sulle note armoniose di un contorno lirico prende via il connubio tra volgarità e raffinatezza, le cui spoglie proseguono in un percorso psicologico destinato ad un'indubbia intersezione.
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Sfiancato dall'eccessivo volume di pietà al quale è sottoposto ogni giorno, il miliardario tetraplegico Philippe Pozzo di Borgo intraprende una serie di colloqui volti all'ingaggio di un badante a tempo pieno. L'imperscrutabile occhio ricade su Driss Bassari, un ex detenuto presentatosi all'appuntamento unicamente per il sussidio di disoccupazione. Incuriosito dal suo fare ben lungi dall'essere distinto e di buone maniere, il disabile decide di prendere in prova lo scabro individuo. Sulle note armoniose di un contorno lirico prende via il connubio tra volgarità e raffinatezza, le cui spoglie proseguono in un percorso psicologico destinato ad un'indubbia intersezione.
Ispirato ad una storia vera, l'acclamato lungometraggio francese non è nient'altro che un corpo perfettamente equilibrato e costruito sul presupposto cardine dell'incontro tra elementi in prima vista contrastanti. A cominciare dal borgo di provenienza, le mancanze fisiche quanto introspettive delle due personalità vengono meno una volta rotto il ghiaccio; vuoti caratteriali e non vengono colmati in ciò che si presta a divenire un rapporto del tutto simbiotico, attraverso un itinerario umanistico svolto in tale sintonia da proporre l'avanzamento psicologico con una naturalezza tanto inconfutabile quanto suadente. Un viaggio di completamento dolce e modulato, sia individuale che collettivo, lontano dai paradigmi del genere e al contrario autentico ed originale, esposto in totale disinvoltura senza il minimo accenno di monotonia. Il tratto distintivo e indipendente non indugia persino sul finale, quando la paura di un crollo relazionale si fa evidente; l'invadente timore, ottimo pretesto al fine di mantenere l'attenzione sull'epicentro scenico, prosegue verso una cauta ed obbligata rottura di stampo differente, presentata anch'essa linearmente e senza spaccature emotive. Ad accrescere il coinvolgimento emotivo gioca poi un ruolo fondamentale un incipit di natura nuova e distintiva, di un'efficienza tale da scatenare una forte sensazione di curiosità latente da cui consegue una strenua partecipazione all'armonia di tutto il prodotto.
Giocato sull'ottimo matrimonio sensitivo di un drammatico di calco umoristico, "Quasi Amici" è un film azzeccato e ricalcato in maniera salda sugli avvenimenti reali, con qualche piccola differenza di tratto prettamente cinematografico. Un contorno stabile che fa capo ad ottime interpretazioni e ad un montaggio grafico che pur non essendo oggetto di grandi richieste risulta efficente e senza sbavature, in particolar modo grazie all'ausilio di luci ed ambientazioni appropriate. Visibilmente da premio poi un preciso ed indovinato comparto sonoro, che sulle note calme e sui giusti appigli rischiara gli intenti esecutivi accompagnando un degno e piacevole comedy drama destinato a divenire uno dei film di maggior successo francese in tutti i tempi.
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giacomo95
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mercoledì 12 settembre 2012
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più di un semplice badante...
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Driss è un immigrato in cerca di lavoro e ha problemi con la famiglia. Un giorno si presenta a casa di un milionario tetraplegico, Philippe, che sta cercando un nuovo badante. Driss vuole solo il sussidio di disoccupazione, ma Philippe decide, il giorno dopo, di assumerlo in prova per un mese.
Inizialmente scettico e contrario all'idea, Driss inizierà ad essere ben più di un semplice assistente e aiuterà Philippe, così come aiuterà se stesso e chi gli è vicino. Driss è sempre a ridere e fare battute, qualche volta esagerando un po', ma sempre col sorriso stampato in volto. E questa sua voglia di scherzare, di godere e di vivere la vita così com'è contagerà anche Driss, facendolo sentire felice e sereno esattamente per quello che è.
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Driss è un immigrato in cerca di lavoro e ha problemi con la famiglia. Un giorno si presenta a casa di un milionario tetraplegico, Philippe, che sta cercando un nuovo badante. Driss vuole solo il sussidio di disoccupazione, ma Philippe decide, il giorno dopo, di assumerlo in prova per un mese.
Inizialmente scettico e contrario all'idea, Driss inizierà ad essere ben più di un semplice assistente e aiuterà Philippe, così come aiuterà se stesso e chi gli è vicino. Driss è sempre a ridere e fare battute, qualche volta esagerando un po', ma sempre col sorriso stampato in volto. E questa sua voglia di scherzare, di godere e di vivere la vita così com'è contagerà anche Driss, facendolo sentire felice e sereno esattamente per quello che è. Film molto godibile e ben realizzato.
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