nebel*
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domenica 30 settembre 2012
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un buon ritorno: 3 stelle!
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Dark Shadows non può considerarsi il suo migliore film e forse non potrà mai essere equiparato ad altre sue (vere e proprie) opere cinematografiche del passato ,ma ciò nonostante è da premiare il suo ritorno nelle sale con un film frizzante ,ironico e non del tutto convenzionale.
Sicuramente un buon ritorno dopo il noioso e poco ispirato "Alice in Wonderland" ,merita 3 stelle per l'originalità, la cura delle immagini e per il cast, più che azzeccato.
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verniks
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mercoledì 26 settembre 2012
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burton-depp il ritorno!
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Il ritorno dall’accoppiata Burton - Depp porta sempre con se un’aria di grandi aspettative. Sempre ai limiti dell’assurdo, l’estro di Burton porta nelle sale Dark Shadows. Un mix di gotico e commedia per nulla scontato.
È il 1752 quando Barnabas Collins si stabilisce in una città sulle coste del Maine, città che i suoi genitori, ricchi imprenditori, trasformano in Collinsport, erigendovi un vero e proprio impero nel settore della pesca. Barnabas, però, compie un errore fatale. Travolto dalla passione verso la domestica Angelique Bouchard le spezza il cuore negandole il suo amore. La donna, versata nelle arti oscure, maledice lui e la sua famiglia, fino a privarlo di ogni persona amata, tra cui la fidanzata Josette.
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Il ritorno dall’accoppiata Burton - Depp porta sempre con se un’aria di grandi aspettative. Sempre ai limiti dell’assurdo, l’estro di Burton porta nelle sale Dark Shadows. Un mix di gotico e commedia per nulla scontato.
È il 1752 quando Barnabas Collins si stabilisce in una città sulle coste del Maine, città che i suoi genitori, ricchi imprenditori, trasformano in Collinsport, erigendovi un vero e proprio impero nel settore della pesca. Barnabas, però, compie un errore fatale. Travolto dalla passione verso la domestica Angelique Bouchard le spezza il cuore negandole il suo amore. La donna, versata nelle arti oscure, maledice lui e la sua famiglia, fino a privarlo di ogni persona amata, tra cui la fidanzata Josette. Ma la sua condanna è eterna: viene tramutato in vampiro e sepolto vivo in una bara. Liberato involontariamente circa due secoli più tardi, il settecentesco vampiro si risveglia nel pieno degli anni settanta. Deve fare i conti con il passato, con una modernità che non conosce e con una famiglia di suoi bizzarri discendenti.
Una storia alquanto classica, trasposizione dell’omonima soap opera horror degli anni ’60 prodotta da Dan Curtis, che appassionava tanto Burton quanto Depp.
Un mondo surreale, su di uno sfondo gotico impreziosito da sfumature comiche e a tratti toccante. Un gotico fortemente di moda di questi tempi, ma allo stesso tempo distante dai canoni moderni. Nessun vampiro patinato, di cui invidiare la condizione di eterna dannazione. Tuttavia, mai visto uno scenario vampiresco più colorato, forse neanche un Burton più colorato. È il solito scenario palesemente finto, in cui il regista ritrova una maggiore suggestione, ma colpisce anche per la magnificenza visiva, pari al suo “Alice in Wonderland”. Personaggi a tutto tondo che non mancano di ironia. È particolarmente buffonesco un vampiro impettito che si accosta alla tecnologia come fosse stregoneria, soprattutto se ben interpretato da un impeccabile Johnny Depp. Ma stavolta la sua centralità è arginata da un cast prosperoso, da una sostenuta Michelle Pfeiffer ad una biondissima e spietata Eva Green. Il passaggio continuo tra momenti comici e momenti inclini all’horror, che avviene in modo del tutto inaspettato, introduce nel film una certa suspense. Lo spettatore alterna così risate e sussulti.
In quest’atmosfera dark si toccano anche tematiche intelligenti. Largo spazio all’importanza della famiglia, perché “il sangue è ciò che ci definisce e ci lega”, ma anche alla necessità di accettare il diverso, perché ciò che è diverso spesso spaventa ma non significa che sia malvagio. E nel punto in cui il gotico si fonde con il romantico Burton punta il dito sulla differenza tra amore puro, quello che lega Barnabas a Victoria (la Josette di 200 anni dopo), e amore carnale, causa della dannazione.
Gradevole seppure illogico e stravagante, la follia burtoniana conquista sempre.
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tiffany85
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giovedì 20 settembre 2012
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per gli amanti di tim burton
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Film gotico e goliardico in perfetto stile Tim Burton. Barnabas Collins figlio di proprietari di un azienda ittica nel Maine nell'800 intreccia una breve relazione con la cameriera Angelique che si innamora di lui ma, non ricambiata lei che è una strega per vendicarsi uccide i suoi genitori, lo trasforma in vampiro e lo rinchiude in una cassa ma dopo quasi 200 anni Barnabas si risveglia e si trova catapultato in un nuova epoca conoscerà i suoi discendenti e scoprirà che anche Angelique sotto altro nome è ancora viva e innamorata di lui...e i colpi di scena non mancheranno. L'eccentrico regista sceglie per il cast di questo film di far recitare ancora (come in tanti altri) la moglie nei panni di una svampita psicologa alcolista e johnny Depp immancabale ormai nei suoi ultimi film, Barnabas Collins alias Johnny Depp è veramente non solo il protagonista ma la vera colonna portante della scena la genialità del presonaggio non sta tanto nella recitazione quanto nella gestualità e nell'espressività come in tanti altri film anche questa volta Johnny Depp ha accettato la sfida di cambiare la sua immagine drasticamente con il trucco ( indimentacabile è la sua trasformazione in "mani di forbice") ; attore che forse pecca un po' di ripetitività dei personaggi che decide di interpretare ( sempre svampiti, al limite della parodia) ma non gli si può negare il merito di avere il coraggio di mostrare una grande abilità interpretativa degna dei migliori attori del film muto senza dover esibire un bel faccino o muscoli da palestrato come altri attori magari comunque di talento ma che non accettano una sceneggiatura se non viene messa in mostra la loro parte migliore.
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Film gotico e goliardico in perfetto stile Tim Burton. Barnabas Collins figlio di proprietari di un azienda ittica nel Maine nell'800 intreccia una breve relazione con la cameriera Angelique che si innamora di lui ma, non ricambiata lei che è una strega per vendicarsi uccide i suoi genitori, lo trasforma in vampiro e lo rinchiude in una cassa ma dopo quasi 200 anni Barnabas si risveglia e si trova catapultato in un nuova epoca conoscerà i suoi discendenti e scoprirà che anche Angelique sotto altro nome è ancora viva e innamorata di lui...e i colpi di scena non mancheranno. L'eccentrico regista sceglie per il cast di questo film di far recitare ancora (come in tanti altri) la moglie nei panni di una svampita psicologa alcolista e johnny Depp immancabale ormai nei suoi ultimi film, Barnabas Collins alias Johnny Depp è veramente non solo il protagonista ma la vera colonna portante della scena la genialità del presonaggio non sta tanto nella recitazione quanto nella gestualità e nell'espressività come in tanti altri film anche questa volta Johnny Depp ha accettato la sfida di cambiare la sua immagine drasticamente con il trucco ( indimentacabile è la sua trasformazione in "mani di forbice") ; attore che forse pecca un po' di ripetitività dei personaggi che decide di interpretare ( sempre svampiti, al limite della parodia) ma non gli si può negare il merito di avere il coraggio di mostrare una grande abilità interpretativa degna dei migliori attori del film muto senza dover esibire un bel faccino o muscoli da palestrato come altri attori magari comunque di talento ma che non accettano una sceneggiatura se non viene messa in mostra la loro parte migliore. Anche gli altri personaggi sono degni di nota Burton prendendo spunto dall'omonimo telefilm degli anni 60 ricrea una sorta di eccentrica famiglia Adamms nei discendenti del vampiro; come in ogni film di Burton non mancano le stranezze dalla nonnina spiritosa, alla ragazza lupo niente ha senso o tutto a senso nelle sue sceneggiature dipende dai unti di vista bisogna essere disposti a entrare nel suo mondo il mondo Burtoniano del non senso, del cappellaio matto dei registi.
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seven85
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mercoledì 12 settembre 2012
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non basta un buon cast per avere un buon film...
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Un film alternativo ma decisamente mediocre, troppo spesso improntato su una comicità forzata.
Pessima anche la trama: noiosa e, a tratti, anche scontata.
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4ng3l
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lunedì 10 settembre 2012
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davvero una bellissima commedia dark
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Con Johnny in versione vampiro simpatico già è uno spasso e non solo, la sua bravura anche nel lato tenebroso spicca, merito anche di Burton. Non voglio con questo sminuire la trama e la sceneggiatura che sono davvero belle. Film che percorre diversi temi con successo e riesce sempre a tenersi fresco e vivo, dirompente e mai forzato anche nella più piccola scena. Trama di fondo convincente e salda in modo da far reggere facilmente la pellicola sino alla fine appropriata. Godetevelo.
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gogol67
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martedì 4 settembre 2012
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dov'è tim?
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Purtroppo devo ammettere con rammarico che il film scorre lento. Gli attori sono bravissimi nelle loro parti ed ogni tanto si vedono briciole della maestria di Tim specialmente quando unisce la vecchia ambientazione gotica della soap-opera con una vena di umorismo.
Belle le prove per prender sonno di Deep
Ma alla fine tutto ciò non basta, c'è l'aspetto dark è vero ma non è neanche lontanamente paragaonabile a quello di Sleepy Hollow oppure ad Alice nel Paese delle Meraviglie. L'umorismo stempra tutto ma è sparso con molta parsimonia per cui non regge tutto il film. Sembra quasi che ci fossero troppi fili da annodare per poi ritrovarsi senza nulla in mano. Dove è finita la bella fiaba che Tim era solito raccontarci fin dai tempi di Edward? Dove è finita l'analisi sociale della cosiddetta civiltà presente anche in Nightmare Before Christams?
Un vero peccato in quest'epoca di remake inutili, di grandi scazzottate e di altre vacue amenità un buon film alla Burton ci voleva proprio ed invece eccoci lì ad un passo dal bel film rimanere fermi giusto un attimo prima senza varcar la soglia.
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Purtroppo devo ammettere con rammarico che il film scorre lento. Gli attori sono bravissimi nelle loro parti ed ogni tanto si vedono briciole della maestria di Tim specialmente quando unisce la vecchia ambientazione gotica della soap-opera con una vena di umorismo.
Belle le prove per prender sonno di Deep
Ma alla fine tutto ciò non basta, c'è l'aspetto dark è vero ma non è neanche lontanamente paragaonabile a quello di Sleepy Hollow oppure ad Alice nel Paese delle Meraviglie. L'umorismo stempra tutto ma è sparso con molta parsimonia per cui non regge tutto il film. Sembra quasi che ci fossero troppi fili da annodare per poi ritrovarsi senza nulla in mano. Dove è finita la bella fiaba che Tim era solito raccontarci fin dai tempi di Edward? Dove è finita l'analisi sociale della cosiddetta civiltà presente anche in Nightmare Before Christams?
Un vero peccato in quest'epoca di remake inutili, di grandi scazzottate e di altre vacue amenità un buon film alla Burton ci voleva proprio ed invece eccoci lì ad un passo dal bel film rimanere fermi giusto un attimo prima senza varcar la soglia.
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ultimoboyscout
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giovedì 16 agosto 2012
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barnabas, un uomo all'antica.
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Film gradevole (ma lontano dai migliori prodotto di Burton, all'ottava collaborazione con Depp) tratto dalla serie TV in onda sulla ABC verso la fine degli anni '60. E' una favola dalle atmosfere gotiche e dark con un Johnny Depp irresistibile, assoluta garanzia quando si mette nelle mani del regista, che ha saputo costruire (e costruirgli addosso) un universo dai ritmi pop in cui convivono in perfetta armonia umorismo e macabro, poesia e orrore. Un mondo in cui vivono vampiri e streghe vintage che si mescolano a rispettabili cittadini umani. E infatti non si tratta di una storia di vampirismo, piuttosto dell'epopea di una famiglia nevrotica e disfunzionale, i Collins (gli Addams appaiono al loro cospetto una famiglia quasi normale), in cui subentrano elementi soprannaturali.
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Film gradevole (ma lontano dai migliori prodotto di Burton, all'ottava collaborazione con Depp) tratto dalla serie TV in onda sulla ABC verso la fine degli anni '60. E' una favola dalle atmosfere gotiche e dark con un Johnny Depp irresistibile, assoluta garanzia quando si mette nelle mani del regista, che ha saputo costruire (e costruirgli addosso) un universo dai ritmi pop in cui convivono in perfetta armonia umorismo e macabro, poesia e orrore. Un mondo in cui vivono vampiri e streghe vintage che si mescolano a rispettabili cittadini umani. E infatti non si tratta di una storia di vampirismo, piuttosto dell'epopea di una famiglia nevrotica e disfunzionale, i Collins (gli Addams appaiono al loro cospetto una famiglia quasi normale), in cui subentrano elementi soprannaturali. E Barnabas è persino un vampiro per caso, un'anima romantica e tormentata in un film tra commedia (molto) e horror (poco). Oltre a Depp, gli altri attori principali appaiono decisamente a proprio agio, dalla ex Donna Gatto Michelle Pfeiffer alla moglie del regista Bonham-Carter perfetta nel ruolo della psichiatra, dalla giovanissima Chloe Moretz che è riuscita a evidenziare tutte le inquietudini da adolescente del suo personaggio alla stupefacente Eva Green, meravigliosissima, sembra uscita dalla soap originale e che strega lo sia sdul serio! Visivamente è un enorme piacere post gotico, ha un cuore narrativo divertente ma struggente e sentito, sotto lo sguardo consapevole del regista che mette a fuoco vari temi, dai complicatissimi rapporti uomo-donna a quelli ancor più complicati genitore-figlio, dalla globalizzazione alle disparità e alle lotte di classe, passando per i cuori in frantumi a causa di amori non corrisposti. Il circo eccentrico di Burton si arricchisce di freak tutti nuovi ed anche quando non è al meglio è sempre un gran bel vedere. La confezione è infatti elegantissima, lo humour raffinato e il divertissement assicurato: a livello superficiale intrattiene ma ci si accorge che manca qualcosa, che non penetra, facendoci rimpiangere il cinema vero di Burton, quello che incanta davvero e che si è fermato a "Big fish".
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andyflash77
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mercoledì 1 agosto 2012
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brillante film con un divertente j. depp
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A essere sinceri non sono in molti a ricordare la serie “Dark Shadows” andata in onda dal 1966 al 1971 negli States, prima soap opera nella storia della televisione che avesse a che fare con fantasmi e, in generale, con il soprannaturale. Dice: ok, quindi? Quindi quel “furbacchione” di Tim Burton decide di riesumare (mai termine è stato più calzante) il plot della serie, darla in mano ai suoi attori preferiti e vedere cosa succede. Ne esce un esempio di script creativo a basso consumo.
Dopo duecento anni la tomba di Barnabas viene riaperta e il vampiro liberato. Barnabas però si accorge di trovarsi negli anni Settanta e che il maniero di Colinwood è ancora lì, in rovina e con tutti gli eredi pronti a darsi battaglia.
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A essere sinceri non sono in molti a ricordare la serie “Dark Shadows” andata in onda dal 1966 al 1971 negli States, prima soap opera nella storia della televisione che avesse a che fare con fantasmi e, in generale, con il soprannaturale. Dice: ok, quindi? Quindi quel “furbacchione” di Tim Burton decide di riesumare (mai termine è stato più calzante) il plot della serie, darla in mano ai suoi attori preferiti e vedere cosa succede. Ne esce un esempio di script creativo a basso consumo.
Dopo duecento anni la tomba di Barnabas viene riaperta e il vampiro liberato. Barnabas però si accorge di trovarsi negli anni Settanta e che il maniero di Colinwood è ancora lì, in rovina e con tutti gli eredi pronti a darsi battaglia. Tra segreti e antichi incantesimi, Barnabas dovrà trovare un modo per sconfiggere la strega che lo ha trasformato in un vampiro e sanare i malumori in famiglia…
Questo “Dark Shadows” sembra l’ennesima occasione per Johnny Depp di mettersi quintali di trucco in faccia e gigioneggiare in un universo dark costruito su misura. La prima parte è una commedia scritta con la mano sinistra: gag che giocano sul risveglio del vampiro negli anni Settanta e l’incontro con la famiglia. Si sbadiglia, ma si va avanti. E’ pur sempre Tim Burton! Nella seconda parte le cose si fanno più calde. I segreti nascosti dalla trama cominciano a emergere e così pure i personaggi, con Eva Green che giganteggia su tutti. Un po’ omaggio agli anni Settanta, un po’ commedia nera barra critica alla società moderna barra perversione personale, tutto come desidera Burton il film si lascia vedere, ma sincerante senza infamia e senza lode. Echeggia atmosfere pop. Ricorda diversi video musicali. Forse compare pure Alice Cooper. Il regista mai contento chiama alle armi un cast stellare. Michelle Pfeiffer non invecchia più. Helena Bonham Carter fa lo stesso film da circa vent’anni. Eva Green mostra il decolté e distrugge la stanza in una sessione di sesso. Tra realtà e fantasia.
Se sono in pochi a ricordarsi della serie tv, forse sono perfino meno a ricordarsi che nel 2004 il regista australiano P. J. Hogan (lo stesso di “I love Shopping” per capirci) aveva già diretto per la televisione un omonimo film ispirato alla serie. Inconsistente e disperso nell’etere. “Dark Shadows” forse non è così di culto come viene definita da tutti, ma lo diventa di sicuro se alle spalle c’è la premiata ditta Burton – Depp. Tutto chiaro: quando c’è il traino giusto, c’è tutto.
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kobalt
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domenica 29 luglio 2012
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profondamente sopravvalutato
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sceneggiatura superficiale e trama mal adattata rendono dark shadows, film nel complesso piacevole, un'opera tanto divertente quanto inutile. tim burton ha perso l'ardire e la ricerca che lo ha caratterizzato sino agli inizi del duemila e vive ormai solo di nome ed "entertainment". dark shadows sarà anche divertente, ma pieno zeppo di pecche che rendono questa pellicola superficiale e priva di ogni significato. la sceneggiatura ha delle lacune inaudite e molti episodi accadono senza spiegazione, in modo più che veloce, lasciando un senso di incompletezza e incompiutezza. si, a livello puramente estetico c'è il solito burton con el sua atmosfere gotiche e barocche allo stesso tempo, le sue atmofere inquietanti e comiche, i dettagli curati e ammirevoli.
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sceneggiatura superficiale e trama mal adattata rendono dark shadows, film nel complesso piacevole, un'opera tanto divertente quanto inutile. tim burton ha perso l'ardire e la ricerca che lo ha caratterizzato sino agli inizi del duemila e vive ormai solo di nome ed "entertainment". dark shadows sarà anche divertente, ma pieno zeppo di pecche che rendono questa pellicola superficiale e priva di ogni significato. la sceneggiatura ha delle lacune inaudite e molti episodi accadono senza spiegazione, in modo più che veloce, lasciando un senso di incompletezza e incompiutezza. si, a livello puramente estetico c'è il solito burton con el sua atmosfere gotiche e barocche allo stesso tempo, le sue atmofere inquietanti e comiche, i dettagli curati e ammirevoli. ma la trama nel complesso pecca di approfondimento e i personaggi vengono ritratti malamente e a malapena. buona la recitazione, in primis quella di eva green. d'altra parte johnny depp, ai miei occhi, risuta abbastanza banale, sui generis. trovo il film sin troppo sopravvalutato, soprattutto se messo a paragone di altre opere dello stesso burton. ripongo la mia fiducia in frankenweenie.
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(di 4ng3l)
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osteriacinematografo
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mercoledì 4 luglio 2012
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il vampiro garbato di burton
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Alla fine del diciottesimo secolo, i coniugi Collins e il figlio Barnabas lasciano l’Inghilterra e approdano sulla costa orientale americana in cerca di fortuna. Si insediano nel Maine, dove Joshua e Naomi Collins avviano un’impresa ittica che in breve diviene un impero commerciale, al punto che la cittadina in cui risiedono viene battezzata come Collinsport.
Rimasto orfano in circostanze misteriose, Barnabas cresce nell’agiatezza e si lascia sedurre dal fascino irresistibile della serva Angelique Bouchard, finchè non conosce l’incantevole Josette DuPres, di cui s’innamora perdutamente.
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Alla fine del diciottesimo secolo, i coniugi Collins e il figlio Barnabas lasciano l’Inghilterra e approdano sulla costa orientale americana in cerca di fortuna. Si insediano nel Maine, dove Joshua e Naomi Collins avviano un’impresa ittica che in breve diviene un impero commerciale, al punto che la cittadina in cui risiedono viene battezzata come Collinsport.
Rimasto orfano in circostanze misteriose, Barnabas cresce nell’agiatezza e si lascia sedurre dal fascino irresistibile della serva Angelique Bouchard, finchè non conosce l’incantevole Josette DuPres, di cui s’innamora perdutamente. Angelique, folle d’amore e accecata dalla gelosia, utilizza la magia per spingere Josette al suicidio e maledire Barnabas: dapprima tramuta l’uomo in un vampiro e poi lo seppellisce, condannandolo al buio di una bara per quasi duecento anni.
Corre l’anno 1972 quando Barnabas riacquista accidentalmente la libertà, ritrovandosi d’un balzo in un mondo completamente diverso rispetto a quello che aveva lasciato. L’impero Collins si è sgretolato, e la splendida tenuta di famiglia –Collinwood Manor- ha perso l’antico splendore.
Nella magione risiedono ancora i discendenti della bizzarra famiglia Collins: l’enigmatica Elizabeth Collins Stoddard, il suo insulso e impalpabile fratello Roger, i loro rispettivi figli, la ribelle Carolyn e lo stralunato David; la dottoressa Julia Hoffman, un’eccentrica psichiatra dedita all’alcool, e Willie Lomis, il bislacco custode di Collinwood. Allo strampalato quintetto si aggiunge ben presto l’istitutrice di David, Victoria Winters, una fanciulla dai tratti incredibilmente simili a quelli di Josette. Barnabas è un vampiro fuori dal tempo, un gentiluomo condannato all’omicidio per poter sopravvivere in un corpo e in una forma che non gli appartengono. L’azienda di famiglia è fallita e l’egemonia del mercato ittico locale è ora nelle mani della AngelBay, ditta –manco a dirlo- di proprietà di Angelique, la strega che condannò la famiglia Collins e che ne prese il posto in tutto e per tutto, acquisendo potere in modo incontrastato nel corso dei decenni.
Barnabas è però intenzionato a ridare lustro al nome dei suoi antenati, e col supporto della persuasione, delle sue doti sovrannaturali e di un tesoro segreto, ingaggia un duello senza esclusione di colpi con l’imperitura Angelique, con cui condivide la natura oscura e un rapporto di eterno ed indomito amore/odio, che li condurrà alla resa dei conti, nel momento in cui la perfida strega riconoscerà in Victoria la dolce Josette, e quell’amore puro ed eterno che il tempo e il letargo imposto a Barnabas non hanno saputo scalfire e che rimane insensibile al più vile degli incantesimi.
Ancora una volta la figura del vampiro viene utilizzata per raccontare l’amore eterno, indissolubile, un amore che si ripete e ricompone nei secoli, senza soluzione di continuità.
Johnny Depp interpreta il vampiro Barnabas indossando con classe l’ennesima maschera, muovendo con empasse ed eleganza il suo corpo immortale. Il vecchio Johhny azzecca anche questa trasformazione e quasi non sorprende più: Barnabas è un vampiro retrò, stilizzato, dotato di un linguaggio forbito e di uno sguardo intensissimo, di una grazia che ammalia, ma anche di sagacia e pungente ironia, che rendono il personaggio godibile senza incrinarne il fascino misterioso.
Eva Green è maestosa nei panni di Angelique: la sua figura sensuale s’impone sulla scena in modo devastante; è al tempo stesso cupa e splendente, e accigliata quanto basta per assecondare le atmosfere gotiche che avvolgono il film; ogni cosa par frantumarsi al suo cospetto, crollare sotto quello sguardo denso, profondo, perpetuo; la sua spietatezza mal cela l’amore tradito che le ha avvelenato l’anima, il sentimento non corrisposto che l’ha resa folle, l’imponderabile brama che la spinge a errare nello spazio e nel tempo alla ricerca di una relazione impossibile.
Bella Heathcote incarna il doppio ruolo di Josette DuPres e Victoria Winters con grazia e delicatezza: è timida ma irriverente, consapevole ma disorientata da quell’istinto che domina ogni suo passo e la conduce fra le braccia di un amore che diviene eternità; fra il suo (duplice) personaggio e Barnabas vige un’attrazione feroce, inscindibile, persino accresciuta dagli eventi ne hanno impedito il corso naturale; Victoria segue con volontà ferrea le inclinazioni della sua remota ed intima essenza, fino a sacrificare tutto, fino a donare il suo dolce pallore al volto di una sposa cadavere.
Helena Bonham Carter e Michelle Pfeiffer chiudono un cerchio d’interpreti davvero importante, tanto da rappresentare la forza estetica stessa dell’opera, da divenire essi stessi scenografia e mostra cinematografica.
Tim Burton recupera fedelmente una serie tv trasmessa negli Usa alla fine degli anni 60,serie di cui il regista non perse un episodio. La prima parte del film è ben strutturata: la commistione d’epoche,l’ottimo cast,le idee visive strabilianti di Burton,le ambientazioni claustrofobiche,la colonna sonora che riempie e completa le immagini,sono tutti elementi che contribuiscono a costruire un impianto architettonico che intriga lo spettatore.
Tim il ragno tesse la sua fantastica tela con lo stile inimitabile e il tocco magico che lo contraddistinguono, fino al punto in cui sembra perdere il polso della situazione, eccedendo in esplosioni e lupi mannari: la storia perde intensità lungo il tracciato narrativo , sfibrandosi sotto i colpi di accecanti e rumorose deflagrazioni, e infine incrinandosi come il viso e il corpo della Green.
“Dark shadows” è comunque un buon film, in cui gli elementi positivi prevalgono; ma chi, come me, ama senza tentennamenti il creatore di “Big fish”, ha l’obbligo di pretendere di più: quell’intensità che Burton promette nella prima parte dovrebbe perpetuarsi nella seconda ed oltre, come l’amore dei protagonisti; mentre la sua impronta conserva valore e riconoscibilità, il suo romanticismo cupo e nostalgico appare meno energico che in passato, tanto da smarrirsi nel prorompente epilogo. La speranza è che Tim Burton accusi una fisiologica e temporanea fiacchezza e non sia invece condizionato da un pubblico che esige sempre meno e che sguazza nelle acque chete del puro intrattenimento, privo per definizione delle contorte e sofisticate complicazioni che hanno reso celebre il visionario artista di Burbank.
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