fufa78
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giovedì 1 gennaio 2015
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del genio di tim burton non c'è quasi traccia
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Lasciando perdere la pregevole interpretazione di Johnny Depp che è stata in grado di tenere il vampiro sempre in bilico fra divertente ironia e oscura ferocia, il resto non l'ho per niente apprezzato. La trama è un minestrone, si avviano mille spunti e si lasciano morire per la strada. Nonostante ci si infili un po' di tutto, la storia non decolla mai e non riesce ad avvincere in modo soddisfacente, nemmeno sul finale, estremamente sbrigativo e tirato per i capelli. E non è bastato includere nel cast grandi nomi del firmamento cinematografico, anzi...la stessa Michelle Pfeiffer appare tremendamente sottotono. Ho guardato questo film sperando che la firma di Tim Burton fosse una garanzia, ma ne sono rimasta davvero delusa e peccato, perchè la materia prima non mancava e con il suo genio e con un Johnny Depp sempre all'altezza il regista poteva ricavare molto di più da questo film.
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dandy
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giovedì 9 ottobre 2014
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anche i mostri amano,ma non tutti.
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Burton traspone sul grande schermo l'omonima soap-opera americana(1966-71)e,dopo i deludenti "Sweeney Todd" e "Alice in Wonderland",gira un appassionante horror-sentimentale con tocchi da commedia.I temi a lui cari non mancano(la diversità e il disperato bisogno di amore),ma vengono sviluppati in modo inedito e sorprendentemente innovativo rispetto alla passata filmografia burtoniana.Ritornano le atmosfere lugubri che contraddistinguevano "Il mistero di Sleepy Hollow",ma stavolta il "mostro" finisce per portare un paradossale equilibrio nella sua famiglia disadattata,umana ma ugualmente "mostruosa"(come pure quella di Victoria).In certi casi il manierismo affiora e il fatto che i protagonisti interagiscano poco è un pregio e un difetto allo stesso tempo(alcuni personaggi non sono ben delineati).
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Burton traspone sul grande schermo l'omonima soap-opera americana(1966-71)e,dopo i deludenti "Sweeney Todd" e "Alice in Wonderland",gira un appassionante horror-sentimentale con tocchi da commedia.I temi a lui cari non mancano(la diversità e il disperato bisogno di amore),ma vengono sviluppati in modo inedito e sorprendentemente innovativo rispetto alla passata filmografia burtoniana.Ritornano le atmosfere lugubri che contraddistinguevano "Il mistero di Sleepy Hollow",ma stavolta il "mostro" finisce per portare un paradossale equilibrio nella sua famiglia disadattata,umana ma ugualmente "mostruosa"(come pure quella di Victoria).In certi casi il manierismo affiora e il fatto che i protagonisti interagiscano poco è un pregio e un difetto allo stesso tempo(alcuni personaggi non sono ben delineati).Ottimo invece,il connubio di humor e momenti truci(a dispetto della simpatia e della pietà che suscita Barnabas non ha la minima esitazione a seguire la sua natura di cacciatore di sangue,e punisce terribilmente la dottoressa Julia scoprendosi ingannato).Tra le tante scene degne di nota:il prologo puramente gotico;il risveglio di Barnabas con fulminea frecciata contro la McDonalds;l'incredibile scena di sesso tra Barnabas e Angelique;il party dove Alice Cooper è l'ospite d'onore(e il protagonista lo crede una donna per via del nome).Forse un po' demodè nel look,ma sempre grande Johnny Depp,come quando legge "Love Story" e cita "Season of the witch" come un poemetto romantico.Encommiabile il finale,lieto e tragico al tempo stesso(con sorpresina all'ultimo momento).Danny Elfman cura come sempre le musiche,con numerose canzoni d'epoca come "Nights In White Satin" e "Season of the Witch".Alice Cooper canta "No More Mr. Nice Guy" e "Ballad of Dwight Fry".Il 90enne Christopher Lee è Silas Clarney.Nella scena del ballo appaiono il Baranbas Collins della serie originale Jonathan Frid e gli altri protagonisti(Kathryn Leigh Scott,Lara Parker,David Selby).Il pubblico purtroppo ha reagito negativamente ovunque.Forse c'è da abituarcisi,ma Burton potrebbe(come aveva fatto in "Big Fish")aver raggiunto un nuovo livello artistico.Dategli una chance.Rivedetelo ancora prima di stroncarlo impietosamente.
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nerazzurro
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domenica 16 marzo 2014
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poco burton ma tanto humor
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Burton torna con il suo cast fidato curando con il suo stile i personaggi. Il suo tocco pero non si nota piu di tanto per quanto riguarda le scenografie. Peccato! Per il resto un buon film con un grande J.Deep e le bravissime M.Pfeifer e Eva Green.
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lorbrush
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venerdì 1 novembre 2013
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buon burton
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Il film è spiritoso, permeato di un'ironia talvolta forse sovrabbondante (e che per questo toglie spazio ad una trattazione più raffinata del grottesco, come siamo abituati a percepirlo in Burton), ma nel complesso riuscita. Per quanto concerne l'aspetto visivo, il film si mostra animato da un gotico leggermente spersonalizzato rispetto ad altre opere del regista americano, senza che questo significhi una totale assenza di spunti interessanti.
La narrazione procede fluidamente, divertendo e mantenendo costante l'interesse, pur se in uno svolgimento abbastanza prevedibile (il quale conduce ad un epilogo con surreali echi di Twilightiana memoria) non certamente disseminato di personaggi memorabili.
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Il film è spiritoso, permeato di un'ironia talvolta forse sovrabbondante (e che per questo toglie spazio ad una trattazione più raffinata del grottesco, come siamo abituati a percepirlo in Burton), ma nel complesso riuscita. Per quanto concerne l'aspetto visivo, il film si mostra animato da un gotico leggermente spersonalizzato rispetto ad altre opere del regista americano, senza che questo significhi una totale assenza di spunti interessanti.
La narrazione procede fluidamente, divertendo e mantenendo costante l'interesse, pur se in uno svolgimento abbastanza prevedibile (il quale conduce ad un epilogo con surreali echi di Twilightiana memoria) non certamente disseminato di personaggi memorabili.
Depp è come sempre efficace, anche se è davvero sempre lo stesso.
Si consideri che le linee guida della poetica di Tim Burton sono decisamente rispettate, a partire dalla sempre presente riflessione sul rapporto dell'umano con la sua dimensione "mostruosa" (qui, come detto, trattato con un'ironia decisamente più rozza, anche in virtù della natura di remake, che probabilmente ha un po' castrato l'immaginazione creativa Burtoniana costringendola all'interno di determinati steccati).
Tutto ciò per dire che, qualora si volesse giudicare il film in sè, sicuramente il giudizio sarebbe più che positivo (ferma restando la necessità di trattarlo come un prodotto commerciale); se però ci si volesse spingere in una riflessione più ampia, la quale comprendesse un raffronto con il lavoro e le possibilità del suo genitore, si dovrebbero necessariamente riconoscerne i limiti, che gli impediscono nettamente di raggiungere le vette di un Ed Wood, o di un Edward mani di forbice, o di un Big Fish, come pure di essere assimilato alle peggiori cadute del regista (Planet of the apes, La fabbrica di cioccolato, Alice in Wonderland).
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viktor von doom
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venerdì 13 settembre 2013
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un burton sottotono.
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un occasione sprecata ecco cos'è dark shadow.è come mettere ottimi ingredienti a disposizione di un bravissimo e fantasioso chef affinchè cucini la sua specialità per poi finire col mangiare così cosi.potrei scervellarmi per anni e non arrivare comunque a capire come mai tim burton possa aver sbagliato un tiro per lui apparentemente facilissimo,un tiro che avrebbe dovuto centrare anche ad occhi chiusi e che invece finisce solo per scheggiare il bordo basso del bersaglio.dark shadow è una favola dark di stampo gotico che dovrebbe fare delle ambientazioni e dei personaggi un ottimo spunto per creare una storia piacevole,divertente e gustosa.uno di quei film da vedere e apprezzare anche più volte.
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un occasione sprecata ecco cos'è dark shadow.è come mettere ottimi ingredienti a disposizione di un bravissimo e fantasioso chef affinchè cucini la sua specialità per poi finire col mangiare così cosi.potrei scervellarmi per anni e non arrivare comunque a capire come mai tim burton possa aver sbagliato un tiro per lui apparentemente facilissimo,un tiro che avrebbe dovuto centrare anche ad occhi chiusi e che invece finisce solo per scheggiare il bordo basso del bersaglio.dark shadow è una favola dark di stampo gotico che dovrebbe fare delle ambientazioni e dei personaggi un ottimo spunto per creare una storia piacevole,divertente e gustosa.uno di quei film da vedere e apprezzare anche più volte.ma troppe cose non vanno.la storia che all'inizio lascia ben sperare scivola presto in una palude di banalità.per carità,gli sketch non mancano(comunque modesti) ma è l'anima ad essere povera e inoltre la storia manca di mordente.lo stesso depp appare sottotono in un ruolo che lo limita troppo e che manca assolutamente della verve e della frizzantezza a cui l'attore ci ha abituato e anche il resto dei personaggi non conquista.il film insomma è moscio e appare concepito in modo sbrigativo da un cast,una regia e una sceneggiatura poco motivati.2 stelle per un film che poteva ambire a 4 e da cui me ne aspettavo almeno 3...
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moviesaddicted
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giovedì 15 agosto 2013
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eccolo, il successo.
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Grande regista, ma questa è na tranvata. Sembra Tim Burton che imita Tim burton, incasinando tutto come se non ci fosse un domani. Peccato perchè Burton le azzecca quasi tutte.
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tim_darkshadows
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martedì 6 agosto 2013
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il capolavoro di tim e johnny
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Avevamo lasciato il nostro genio nel paese delle meraviglie di Alice in Wondeland, e ci presenta il suo capolavoro: “Dark Shadows”. Era da tanto tempo che aspettavamo che Burton sfornasse il suo film migliore dopo Edward Mani di Forbice, una pellicola nella quale fossero presenti numerosissime citazioni del suo splendido cinema, con una storia nel suo stile, gotico con delle riflessioni, il cui messaggio principale è, come sempre, l’accettare il diverso, cosa che noi umani non siamo soliti a fare, e per Tim Burton i veri mostri siamo e saremo sempre noi, esseri che non riusciamo ad accettare il “diverso”, credendolo inferiore a noi e in-umano, che invece egli potrebbe regalare più buoni sentimenti delle persone così dette “normali”.
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Avevamo lasciato il nostro genio nel paese delle meraviglie di Alice in Wondeland, e ci presenta il suo capolavoro: “Dark Shadows”. Era da tanto tempo che aspettavamo che Burton sfornasse il suo film migliore dopo Edward Mani di Forbice, una pellicola nella quale fossero presenti numerosissime citazioni del suo splendido cinema, con una storia nel suo stile, gotico con delle riflessioni, il cui messaggio principale è, come sempre, l’accettare il diverso, cosa che noi umani non siamo soliti a fare, e per Tim Burton i veri mostri siamo e saremo sempre noi, esseri che non riusciamo ad accettare il “diverso”, credendolo inferiore a noi e in-umano, che invece egli potrebbe regalare più buoni sentimenti delle persone così dette “normali”. Ma in questo film c’è di più: si parla di famiglia, dell’importanza che ha nella nostra vita, la famiglia intesa come luogo nella quale tutti noi ci dovremmo sentire amati, e in più in questo film c’è molto amore. Per incarnare tutto ciò il regista di Burbank ha trasformato la sua serie tv preferita in uno splendido film, veramente eccezzionale. Come in ogni sua pellicola, curata ne cura perfettamente tutto nei minimi dettagli: ogni inquadratura, ogni costume, ogni scenografia, tutto, e ha riunito tutti i suoi attori preferiti: la sua nemesi, ma perfetta per incarnare l’essere burtoniano e la sua poetica, supportato da tre splendide attrici, che ci hanno regalato tre splendide prove d’attrici: Michelle Pfeiffer, che interpreta qui una donna tostissima, che porta avanti l’economia della famiglia allo sfascio, Helena Bonham Carter nelle vesti della psichiatra alcolizzata Julia Hoffman, il cui desiderio più grande è l’eterna giovinezza, e Eva Green sulla quale per questa interpretazione non basterebbero neanche mille parole, che dire ci ha regalato una performance degna delle più grandi attrici della storia del cinema, un personaggio travagliato, ossessionato dall’idea di possedere il suo amore, e dopo il suo rifuito, la strega Angelique distruggerà tutto ciò che ama (i genitori, la sua rivale, l’amato stesso e l’intera famiglia) compreso lui stesso, tramutandolo in un mostro. Burton ha sfornato un vero e proprio capolavoro, non solo del suo cinema, ma della storia del cinema, alla pari dei film più belli di tutta la cinematografia mondiale. Nel diciannovesimo secolo da Liverpool, in una fredda e tetra notte salpa la famiglia Collins (padre, madre, e il figlioletto Barnabas) per migrare nel Manie, con l’obbiettivo di costruire un’azienda ittica, facendo nascere una nuova cittadina: Collinsport, costrutia proprio dai nobili Collins. Il figlio però Barnabas è un ricco playboy e spezza il cuore però alla dama sbagliata, la sua serva, dedita ad atti di stregoneria Angelique Bouchard che come ho già anticipato distrugge tutti i suoi affetti, seppellendo vivo quest’ultimo e tramutandolo in vampiro. Quasi duecento anni dopo la tomba viene accidentalmente aperta e il “mostro” liberato, e dopo aver placato la sua sete di sangue tornaerà al suo maniero Collinswood, dove veràà a sapere che la famiglia Collins è in crisi sia affettia che economica,e Barnabas cercherà di riportare al vecchio prestigio la famiglia Collins, scoprendo i segreti di ogni singolo componente della famiglia, con i quali instaurerà degli ottimi, ma in alcuni casi apparenti, rapporti, e decide di difenderli dalla furia scatenata di Angelique colma di rancore a ancora assetata di vendetta, causa delle sventure dei Collins.
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edwardcullen<3
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sabato 13 luglio 2013
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bellobellobello!
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Meraviglioso! Tim Burton è stato in grado (come sempre) di organizzare un film comico sempre mantenendosi sul suo stile horror scegliendo bravissimi attori come Johnny Deep che potrebbe trasformarsi volendo anche in una femmina! F-A-N-T-A-S-T-I-C-O!!!!!!
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eugenio
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sabato 6 luglio 2013
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una commistione di generi non riuscita
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Sono trascorsi ventisei anni dal primo lungometraggio del californiano Burtone molti sono stati i meritati successi che hanno consacrato il regista come uno dei più “esimi” rappresentanti del gotico/fantastico moderno. Impossibile rimanere indifferenti dinanzi allo spettacolo “glaciale” di “Edward mani di forbice”, alle cupe atmosfere di “Nightmare before Christmas”, ai classici e bianconeri desueti di “Ed Wood”,ai medievalismi barocchi di “Il mistero di Sleepy Hollow”, alla forza affabulatrice della parola e della musica (“Big Fish”) pertanto, quando i titoli di inizio scorrono sullo schermo, lo spettatore sa già cosa attendersi, il riuscito mix di romanticismo e gotico,cuore di ogni pellicola.
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Sono trascorsi ventisei anni dal primo lungometraggio del californiano Burtone molti sono stati i meritati successi che hanno consacrato il regista come uno dei più “esimi” rappresentanti del gotico/fantastico moderno. Impossibile rimanere indifferenti dinanzi allo spettacolo “glaciale” di “Edward mani di forbice”, alle cupe atmosfere di “Nightmare before Christmas”, ai classici e bianconeri desueti di “Ed Wood”,ai medievalismi barocchi di “Il mistero di Sleepy Hollow”, alla forza affabulatrice della parola e della musica (“Big Fish”) pertanto, quando i titoli di inizio scorrono sullo schermo, lo spettatore sa già cosa attendersi, il riuscito mix di romanticismo e gotico,cuore di ogni pellicola. Purtroppo la speranza si tramuta via via che i minuti passano in delusione, vuoi per l’assoluta mancanza di poesia e pathos che di una precisa direzione entro cui collocare la pellicola. Attraverso un lungo flash-back veniamo messi a conoscenza della vicenda dei Collins, i protagonisti di “Dark Shadows”, famiglia aristocratica inglese, che con il loro primogenito Barnabas (interpretato dal solito J. Depp), parte per gli Stati Uniti d'America, edificando nel Maine una magione e un'azienda ittica. Ma il male si insinua nella placida famigliola: Bouchard, domestica in servizio viene sedotta e abbandonata da Barnabas che preferirà Josette, dolce e irreprensibile figliola. La passionale Angelique per vendetta renderà la vita del giovane primogenito un “inferno”: attraverso un potente anatema, provocherà “ spiacevoli incidenti” che uccideranno la famiglia in primis, indurranno Josette al suicidio da una (suggestiva) scogliera e trasformeranno il meschino latin-lover in un vampiro istigando contro di lui i villici di Collinsport che lo seppeliranno vivo in una bara.
Il prologo già dice tutto e non è difficile immaginare la parte “moderna” ambientata nel 1972: Barnabas viene liberato accidentalmente dalla sua tomba e, tornato alla sua villa scopre che la sua proprietà è caduta in rovina. In essa solo una serie di surreali anime popolano le duecento stanze: Elizabeth col fratello Robert e la stralunata figlia Carolyn, la dottoressa dalle “velleità immortali”, il triste servitore (malamente doppiato da Omero Antonutti) e immancabile, la strega che, incapace di trattenere il suo delirio di vendetta, è divenuta imprenditrice ostacolando e conducendo un spietata concorrenza verso l’azienda ittica degli stravaganti discendenti.
L’incontro tra i due, a distanza di quasi duecento anni, sarà cuore della seconda parte della pellicola. Il grande spettacolo non basta, non è sufficiente ad affermare la paternità di un film che non ricorda minimamente le atmosfere di Burton: il regista ci appare confuso, incapace di comprendere come dirigere una trama che, partendo da presupposti non originali (i “vampiri moderni” sia metaforici che “cinematografici” abbondano sino a divenire troppo ridondanti) , non sa spiccare il volo cadendo in clichè da b-movie. Lo spaesamento di Barnabasin un mondo che non conosce, abbozza un flebile sorriso ma la consecutio degli eventi risulta disordinata, priva di spessore e si tramuta in un’accozzaglia di macchiette di sottogeneri.Cosa rimane dunque? La fotografia, la forza delle immagini, il velato gotico e un paio di scene di discreta fattura sono quell’unico mezzo salvifico ancora in grado di donare un po’ di gioia senza scaldare il cuore. E questo è tanto,per un cinema fatto di emozioni,risate e gusto fantastico.
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madmax86
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mercoledì 19 giugno 2013
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il visionario tim e la provocante eva
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In questo film Tim Burton mette in campo tutta la sua creatività, le sue passioni, i suoi sogni, le sue perversioni in un film con un'ironia fuori dal comune.
Non è un capolavoro anche perchè ci sono molte cose nel del tutto comprensibili o che lasciano in sospeso delle domande......
per esempio:
- L'omicidio per Barnabas Collins è giustificato ?
- Barnabas Collins continuerà ad uccidere altra gente per mangiare ?
- Com'è possibile che la figlia della Pfeiffer sia un licantropo e nessuno se ne sia accorto ?
- Se Barnabas aveva il potere di condizionare la mente delle persone perchè non l'ha usato qualdo è stato sepolto vivo ?
- Come si fa a rifiutare il corteggiamento di una bomba sexy come Angelique (Eva Green) ???
Comunque il film è carino.
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In questo film Tim Burton mette in campo tutta la sua creatività, le sue passioni, i suoi sogni, le sue perversioni in un film con un'ironia fuori dal comune.
Non è un capolavoro anche perchè ci sono molte cose nel del tutto comprensibili o che lasciano in sospeso delle domande......
per esempio:
- L'omicidio per Barnabas Collins è giustificato ?
- Barnabas Collins continuerà ad uccidere altra gente per mangiare ?
- Com'è possibile che la figlia della Pfeiffer sia un licantropo e nessuno se ne sia accorto ?
- Se Barnabas aveva il potere di condizionare la mente delle persone perchè non l'ha usato qualdo è stato sepolto vivo ?
- Come si fa a rifiutare il corteggiamento di una bomba sexy come Angelique (Eva Green) ???
Comunque il film è carino. Ottimo dialoghi, ottimi vestiti e acconciature (Jhonny Depp ha un look perfetto) e ottimo cast (brave e bellissime tutte le donne tra cui spicca una Eva Green incredibilemte sexy e malvagia).
La sottile linea di ironia che pervade tutto il film rende quest'ultimo piacevole e fruibile anche ad un pubblico non troppo dark.
Buona prova ancora una volta del visionario Tim.
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