dynamic
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martedì 25 gennaio 2011
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dove è finita la commedia italiana?
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e questo è il secondo film! battute da avanspettacolo, umorismo infantile, situazioni di una povertà disarmante, eppure metà cinema si sbellicava. Dov'è finita la commedia all'italiana' Monicelli perdonalo perchè non sa quello che fa.
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kronos
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martedì 25 gennaio 2011
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intelligente e godibile
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In questa seconda commedia dell'accoppiata Nunziante/Zalone funziona bene, in prima analisi, l'impianto narrativo: soggetto e sceneggiatura hanno spessore e non sono (come spesso capita) semplici pretesti per innestare vagonate di gags "rutti e scorregge".
La comicità, trascinante e mai volgare, non nasconde ma anzi esalta i sottotemi presenti nella trama, grazie anche a un cast decisamente ispirato.
Certo si poteva chiedere di più in termini di 'confezione': la regia è nulla più che dignitosamente professionale, a tratti televisiva. Ma non inficia comunque il buon risultato complessivo.
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ciccioaffare
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martedì 25 gennaio 2011
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non regge il confronto con qualunquemente
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Il film di Zalone è in alcuni tratti fantasioso in modo imbarazzante (vedi la parte finale col papa)... esagerato e poco credibile...
mentre Albanese è in difetto rispetto alla realtà... quando si dice che la realtà supera l'immaginazione.. ogni riferimento a Berlusconi è puramente casuale!
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emilio zampieri
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lunedì 24 gennaio 2011
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che bella serata!
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L’aspirante terrorista Sufien (o Sufflè, come lo chiama Checco – Mehdi Mahdloo) chiama la sorella Farah (Nabiha Akkari, dalla bellezza discreta) e, parlandole in codice, le dice: “Il bagno è libero”. Al telefono, però, ha risposto Checco, il quale risponde naturalmente: “E va a cagare”. È venuta giù la sala del cinema: tutti a ridere fragorosamente, compreso il sottoscritto. Ora, immaginiamo che questa battuta la dica Christian de Sica in uno dei suoi tanti cinepanettoni. Sì, sicuramente ci sarebbero risate, ma di certo l’effetto non sarebbe dirompente come è successo con Che bella giornata. Questo succede perché il personaggio Checco Zalone è di una comicità talmente semplice e ingenua (almeno in apparenza: sotto si nasconde un comico intelligente) da risultare disarmante.
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L’aspirante terrorista Sufien (o Sufflè, come lo chiama Checco – Mehdi Mahdloo) chiama la sorella Farah (Nabiha Akkari, dalla bellezza discreta) e, parlandole in codice, le dice: “Il bagno è libero”. Al telefono, però, ha risposto Checco, il quale risponde naturalmente: “E va a cagare”. È venuta giù la sala del cinema: tutti a ridere fragorosamente, compreso il sottoscritto. Ora, immaginiamo che questa battuta la dica Christian de Sica in uno dei suoi tanti cinepanettoni. Sì, sicuramente ci sarebbero risate, ma di certo l’effetto non sarebbe dirompente come è successo con Che bella giornata. Questo succede perché il personaggio Checco Zalone è di una comicità talmente semplice e ingenua (almeno in apparenza: sotto si nasconde un comico intelligente) da risultare disarmante. Si ride di gusto, e basta. Senza nemmeno provare il desiderio di ripetere le battute che ci hanno appena messo di buonumore.
I primi due film di Luca Medici sono così: talmente liberatorii da farti ridere come ridevi da bambino. Perché Checco incarna bene il principio motore della comicità: un personaggio così semplice e ingenuo da permettere a qualunque spettatore di sentirsi superiore a lui. Eppure, mentre si ride di Checco, si ride anche con Checco, perché ci fa tenerezza; perché, alla fin fine, è un ragazzo innocuo e dai buoni sentimenti. Non può far del male, ma solo creare disguidi e imbarazzo (agli altri personaggi del film, non di certo allo spettatore), come dimostra l’episodio della tela di Santa Teresa, che Checco riporta al museo dopo averla prelevata per qualche ora, solo per permettere a Farah di farsi qualche foto con (non di fare qualche foto a!) il quadro secentesco. Di ritorno al museo, Checco è talmente “checco” da non curarsi del perché ci sia tutto quel trambusto nella sala del presunto furto, e da consigliare ai poliziotti di non fotografare il quadro dentro lì perché le foto vengono scure.
Ben venga Checco Zalone, che vende merce tutt’altro che pregiata eppure rara. Sì, perché ormai siamo tutti talmente ben informati (o almeno, crediamo di esserlo) e disillusi da non permettere a nessuno di farci passare per fessi. E invece, Checco Zalone passa per un simpatico fesso. Non solo: il suo totale candore gli permette di uscire indenne da molte situazioni; e dove non ne esce indenne, beh, non è una tragedia. Dopo una batosta, torna prontamente ad essere sé stesso, e sopravvive magnificamente a tutto. La vita non è così, ma è bello pensare per due orette che lo sia.
Il resto non è niente di più che corretto: regia puntuale, buoni comprimari, ritmo discreto. È tutto ciò di cui il film ha bisogno, perché per il resto ci pensa Checco.
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wounded knee
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lunedì 24 gennaio 2011
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delusione all'ennesima potenza!
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Dopo un grande lancio mediatico, ho visto il film. Devo dire che forse, Natale in Sud Africa avrebbe fatto ridere di più. Voglio precisare che i panettoni di Natale non sono mai andato a vederli al cinema e non li guardo neanche l'anno dopo in tv, in quanto li trovo "inutili".
Al di là della recitazione, che trovo particolarmente scadente, trovo che il montaggio e la storia stessa faccia acqua da tutte le parti; un film che non vuole essere demenziale ma che lo è, vuole essere impegnato ma non lo è, vuole essere comico ma non è neanche questo (al di là di un paio di trovate, ma troppo poche per 100 minuti), mi chiedo cosa alla fine sia.
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Dopo un grande lancio mediatico, ho visto il film. Devo dire che forse, Natale in Sud Africa avrebbe fatto ridere di più. Voglio precisare che i panettoni di Natale non sono mai andato a vederli al cinema e non li guardo neanche l'anno dopo in tv, in quanto li trovo "inutili".
Al di là della recitazione, che trovo particolarmente scadente, trovo che il montaggio e la storia stessa faccia acqua da tutte le parti; un film che non vuole essere demenziale ma che lo è, vuole essere impegnato ma non lo è, vuole essere comico ma non è neanche questo (al di là di un paio di trovate, ma troppo poche per 100 minuti), mi chiedo cosa alla fine sia.
Molto più "piacevole" il primo film, se non altro oltre alle 2 risate che riesce a strappare, ha anche una costruzione della storia molto più plausibile e anche un pò meglio recitato.
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angelo umana
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lunedì 24 gennaio 2011
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fantasia
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Le persone e situazioni sono totalmente di fantasia, immaginari, dicono i titoli di coda del film. Non sono vere ma verosimili le situazioni, scoppiettanti, una dietro l'altra succedono ogni giorno da noi, ridiamo a crepapelle ma siamo noi, nudi e derisi come in tutta la commedia italiana. La commedia si fa "un baffo" dei conflitti interreligiosi o interetnici. E' proprio vero, una risata ci seppellirà.
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19andrea19
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lunedì 24 gennaio 2011
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grande checco!
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simonakko
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lunedì 24 gennaio 2011
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insomma
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E' un film spassoso divertente ma ora definirlo uno dei migliori film dell'anno come ha fatto qualcuno qui mi sembra esagerato!
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nickdig
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domenica 23 gennaio 2011
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mi ha deluso
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Grande estimatore di Checco televiso, divertente il primo film. Ma che noi la seconda puntata, magari qualche sprazzo giusto all'inizio.
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lilly2
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domenica 23 gennaio 2011
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fantastico!
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assolutamente bellissimooo!
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