United States of Tara

Quattro volte Tara, quando Spielberg si diverte

L' idea e il soggetto sono di Diablo Cody (quella di "Juno"), i soldi ce li ha messi Steven Spielberg attraverso la Dreamworks. Perché anche tra colossi ci si può divertire inventando una serie tv come "United States of Tara" (su Mya, digitalterrestre pay di Mediaset il mercoledì sera). Gli stati uniti in questione sono quelli multipli della personalità di Tara (Toni Collette): madre di moderna famiglia Usa, soffre di triplicamento di sé diventando di volta in volta un' adolescente in subbuglio, oppure una casalinga bigotta nonché disperatuccia o ancora un maschio reduce dal Vietnam. Rendere appena tollerabile tutto questo è la vera sfida della serie: ma funziona, il legno è di prim' ordine, e si sfruttano potenzialità evidenti. Per esempio quella di reggere il tutto come una versione umanizzata dei Simpson (meglio, dei Griffin), tra gag indicibili e libertà assolute. La famiglia ha due figli, la sedicenne Kate libera e piena di ansie conseguenti e il quattordicenne Marshall, pettinato bene, proto-gay e studioso di cinema (guarda al computer i film di Pabst). Il padre cerca di gestire come può. Ma è dura, nonché coinvolgente.
Da La Repubblica, 8 dicembre 2009


di Antonio Dipollina, 8 dicembre 2009