ennio
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mercoledì 16 febbraio 2022
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film didascalico e troppo caotico
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Un film va valutato per ciò che rappresenta in sé e per ciò che rappresenta all'interno di un filone cinematografico. E “Mr.Nobody” fa certamente parte di un preciso filone cinematografico, quello della fantascienza distopica, in particolare la tematica distorsioni spazio-temporali e realtà parallele. Se devo valutare questo film come esponente di genere, il giudizio è piuttosto deludente.
“Mr.Nobody” manca di un'anima riconoscibile, di un progetto concreto. Troppe sono le ramificazioni della vita del protagonista per poter essere credibili anche come progetto di fantasia, e poter essere seguite con soddisfazione dallo spettatore.
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Un film va valutato per ciò che rappresenta in sé e per ciò che rappresenta all'interno di un filone cinematografico. E “Mr.Nobody” fa certamente parte di un preciso filone cinematografico, quello della fantascienza distopica, in particolare la tematica distorsioni spazio-temporali e realtà parallele. Se devo valutare questo film come esponente di genere, il giudizio è piuttosto deludente.
“Mr.Nobody” manca di un'anima riconoscibile, di un progetto concreto. Troppe sono le ramificazioni della vita del protagonista per poter essere credibili anche come progetto di fantasia, e poter essere seguite con soddisfazione dallo spettatore. Ne viene fuori un eccesso di volontà immaginativa. Se il paragone sono film che l'hanno preceduto come “Existenz”, “strange days”, “Lola corre”, non è un film all'altezza delle aspettative. Ancora meno se lo si paragona (inevitabilmente) a progetti impegnativi ed imponenti come “Twin peaks” o“Lost”. Le tematiche trattate da “Mr.Nobody” sono le stesse, ma sono poco originali ed esposte troppo caoticamente. Per dire, “Benjamin Button” risulta un film molto più originale e gradevole alla visione.
Di buono in “Mr.Nobody” ci sono certamente la scenografia, le musiche e i cromatismi, che sono poi i motivi per renders in qualche modo piacevole la visione di questo film.
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maria antonietta tomassetti
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domenica 31 maggio 2015
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la difficoltà di operare delle scelte e non solo..
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Molto interessante, complesso e profondo. Scegliere non è sempre facile perchè significa rinunciare comunque ad altre possibilità senza sapere in anticipo quale sarà l'esito della scelta in questione. Il corso degli eventi non dipende in ogni caso solamente dalle nostre scelte ma anche dalla casualità che ne è parte integrante e che è al di fuori del nostro controllo. Ci sono poi alcune scelte di carattere prettamente emotivo che non possono e non devono essere fatte dai bambini che spesso si trovano ad accollarsi le difficoltà ed i fallimenti dei propri genitori. Il regista sottolinea anche l'importanza della capacità di esprimere le nostre fragilità nel determinare il corso degli eventi che caratterizzano la nostra vita (".
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Molto interessante, complesso e profondo. Scegliere non è sempre facile perchè significa rinunciare comunque ad altre possibilità senza sapere in anticipo quale sarà l'esito della scelta in questione. Il corso degli eventi non dipende in ogni caso solamente dalle nostre scelte ma anche dalla casualità che ne è parte integrante e che è al di fuori del nostro controllo. Ci sono poi alcune scelte di carattere prettamente emotivo che non possono e non devono essere fatte dai bambini che spesso si trovano ad accollarsi le difficoltà ed i fallimenti dei propri genitori. Il regista sottolinea anche l'importanza della capacità di esprimere le nostre fragilità nel determinare il corso degli eventi che caratterizzano la nostra vita ("...perchè non so nuotare" dice Nemo ad Anna invece di "...non nuoto con gli stronzi" oppure "...ti amo" ad Elise invece di scappare via quando la vede con Stefano). Vivere la propria vita liberamente, esprimere se stessi, affacciarsi alle diverse possibilità che offre è ciò che rende la partita della vita degna di essere giocata e dunque vissuta.
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isin89
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sabato 18 luglio 2015
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il signor nessuno
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Mr.Nobody è uno di quei film che colpisce, ipnotizza e confonde ma allo stesso tempo affascina ed emoziona, vuoi per l'abilità registica di Van Dormael vuoi per le numerose osservazioni, le numerose interpretazioni e significati che ogni spettatore gli può attribuire. È uno di quei film che ci piace definire “a libera interpretazione”, si perché abbiamo di fronte a noi un'opera completa, ricca di idee e riflessioni sulla vita, talmente impregnata di significato che risulta al quanto difficile trarre un'unica finale conclusione che esaudirebbe tutti i nostri dubbi o perplessità. Se vogliamo, l'aggettivo “film psicologico” potrebbe suonare molto bene ma non riuscirebbe in ogni caso a circoscrivere l'essenza di un film che va oltre la mera visione psicologica.
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Mr.Nobody è uno di quei film che colpisce, ipnotizza e confonde ma allo stesso tempo affascina ed emoziona, vuoi per l'abilità registica di Van Dormael vuoi per le numerose osservazioni, le numerose interpretazioni e significati che ogni spettatore gli può attribuire. È uno di quei film che ci piace definire “a libera interpretazione”, si perché abbiamo di fronte a noi un'opera completa, ricca di idee e riflessioni sulla vita, talmente impregnata di significato che risulta al quanto difficile trarre un'unica finale conclusione che esaudirebbe tutti i nostri dubbi o perplessità. Se vogliamo, l'aggettivo “film psicologico” potrebbe suonare molto bene ma non riuscirebbe in ogni caso a circoscrivere l'essenza di un film che va oltre la mera visione psicologica. Parliamo della vita e dell'essere umano che cerca disperatamente un senso a tutto quello che fa e a ogni cosa che vive. Nemo non è un eroe né vuole esserlo. È uno come noi, un bambino, un ragazzo o un uomo che vive cercando il suo posto nel mondo condizionato in tutto e per tutto dalle scelte che lungo il suo cammino è costretto ad affrontare. È un film sulle scelte, su come ognuno di noi venga condizionato da quello che fa e da quello che decide in un dato momento. Anche i piccoli gesti o le piccole scelte di tutti i giorni possono influire e cambiare per sempre il nostro futuro senza che ce ne possiamo rendere conto. Nemo rappresenta l'essere umano, è l'incarnazione di ciò che noi siamo con tutti i nostri limiti e le nostre gioie. Vive nel presente, nel passato e nel futuro. Nemo è ovunque e la sua vita non è altro che un susseguirsi di conseguenze, belle o brutte, avveratesi a seguito delle scelte che ha compiuto. L'elemento cardine della narrazione è costituito dal divorzio dei suoi genitori e dalla scena del treno in cui il piccolo Nemo si trova costretto a decidere se seguire il padre o la madre. Quello a cui assistiamo in seguito non esiste, non è reale ma è solo la rappresentazione degli eventi futuri della vita del bambino e cioè quello che sarebbe potuto succedere se avesse deciso di seguire un percorso o un altro. Il destino diventa così parte essenziale della storia ed entra in gioco nel momento in cui ci fermiamo a riflettere di fronte a quello che dobbiamo e vogliamo fare.
La vita segue il percorso di un disegno prestabilito o è frutto di una serie di casualità alle quali possiamo sottrarci in qualsiasi momento e possiamo decidere di modificare a nostro piacimento? A questa eterna domanda il regista ci offre la sua interpretazione, il punto di vista di un uomo fantasioso che ha cercato delle risposte attraverso l'utilizzo di immagini e rappresentazioni suggestive. Niente è prestabilito e niente è deciso. Siamo noi uomini che con le nostre scelte determiniamo e modifichiamo il nostro futuro. Nella vita tutto è possibile e possiamo sottrarci in ogni momento alla sorte di ciò che le conseguenze delle nostre azioni determinerebbero su di noi. Esistono solamente due cose nella vita alle quali ci è impossibile sottrarci: la morte e l'amore. Il tema della morte percorre tutto il film e assistiamo in più riprese alla morte del protagonista. Questo perché essa rappresenta l'unica certezza sicura che abbiamo, sappiamo che prima o poi, in un modo o nell'altro, siamo destinati a perire. Nemo muore sempre non riuscendo mai a scampare al suo destino. L'amore, contrariamente alla morte, non è una certezza della quale siamo consci e sicuri ma è una forza misteriosa, istintiva che regola e guida le nostre azioni e dalla quale ci troviamo a dipendere finendo per esserne involontariamente investiti. La morte è qualcosa di astratto, non possiamo toccarla, non è palpabile e assistiamo solo alle sue estreme conseguenze. L'amore, pur essendo un sentimento ed essendo puramente astratto, diventa concreto e si materializza nella persona che “decidiamo” di amare. L'amore quindi si vede, lo sentiamo, lo percepiamo ed è l'unica forza nell'universo in grado di annientarci o renderci felici. Il personaggio di Diane Kruger è la personificazione del più nobile dei sentimenti, è sempre presente, appare a Nemo nelle situazioni più disparate e impensabili e costituisce qualcosa che inspiegabilmente accompagnerà sempre il protagonista (e ogni uomo) per tutta la vita. Ne scaturisce una contrapposizione netta e distinta tra le due forze in questione. Da un lato la morte, concepita come qualcosa di terreno e in questo caso razionale, una forza “spiegabile” e conseguenza estrema di un processo vitale che giunge alla conclusione. Dall'altro lato l'amore, una forza misteriosa e irrazionale che l'uomo non si riesce a spiegare e che è sinonimo di vita stessa; dall'atto d'amore nasce la vita. Van Dormael racconta attraverso immagini suggestive e quasi surreali il processo della vita dalla nascita alla morte, un processo esente da spiegazioni razionali ma che dipende in tutto e per tutto dalle azioni che commettiamo quotidianamente.
Definirei questa pellicola come surreale, onirica e assolutamente visionaria. Il regista sembra essere consapevole dei mezzi visivi a sua disposizione e sa abilmente sfruttare ogni contenuto per conferire all'opera quel tocco magico e incantato. È un film fatto prevalentemente di immagini dove le inquadrature contano forse ancora di più dei vari dialoghi e dove la fotografia riesce a dare l'idea di trovarci all'interno di un mondo irreale popolato dagli avvenimenti di alcuni dei futuri possibili della vita del protagonista. Interessante è soprattutto la scelta di non dividere la narrazione a episodi, raccontando cioè vita per vita le scelte di Nemo, ma di spezzare e mischiare i singoli accadimenti in modo da creare un intreccio, una sorta di vita nelle vite in cui da una singola scelta possono scaturire infinite situazione e conseguenze che nel corso del tempo arrivano a intrecciarsi tra di loro. Un plauso va sicuramente al montaggio alternato e articolato che mischia in modo apparentemente caotico i frammenti della vita di Nemo generando non poca confusione nello spettatore. Un film completo sotto ogni punto di vista, dai nobili contenuti alla sceneggiatura e dalla strabiliante tecnica registica fino alla scelta geniale e azzeccata di giocare tutto sulla potenza visiva delle immagini e degli sguardi degli attori. Un'opera strabiliante e struggente che ci regala una lunga e profonda riflessione sul senso della vita e su come sia in realtà l'uomo il vero artefice di tutto quello che gli accade.
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stefano capasso
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domenica 17 gennaio 2016
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tra scelte e destino emerge l'importanza di vivere
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Nemo Nobody è un vecchio ultracentenario che vive in una società avveniristica. E’ al centro di un reality show in quanto è l’ultimo umano ancora mortale, il resto ha ormai raggiunto l’immortalità grazie al rinnovamento cellulare continuo. E’ alla fine dei suoi giorni e racconta la sua vita piena di ricordi che spesso sono contradditori tra loro e che tra gioie e dolori danno comunque l’idea di una vita intensa ed avvincente.
Ricco di contenuti, originale e spesso emozionante questo film di Jaco Van Dormael esplora la sottile linea che esiste tra destino e scelta. Una sceneggiatura molto complessa e ben realizzata ci fa vivere le diverse possibilità di sviluppo di un esistenza legata alle diverse scelte, non limitandosi ad un’alternativa binaria ma esplorando le diverse ramificazioni.
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Nemo Nobody è un vecchio ultracentenario che vive in una società avveniristica. E’ al centro di un reality show in quanto è l’ultimo umano ancora mortale, il resto ha ormai raggiunto l’immortalità grazie al rinnovamento cellulare continuo. E’ alla fine dei suoi giorni e racconta la sua vita piena di ricordi che spesso sono contradditori tra loro e che tra gioie e dolori danno comunque l’idea di una vita intensa ed avvincente.
Ricco di contenuti, originale e spesso emozionante questo film di Jaco Van Dormael esplora la sottile linea che esiste tra destino e scelta. Una sceneggiatura molto complessa e ben realizzata ci fa vivere le diverse possibilità di sviluppo di un esistenza legata alle diverse scelte, non limitandosi ad un’alternativa binaria ma esplorando le diverse ramificazioni. A cominciare dalla prima scelta che è quella dei genitori emerge come sia difficile pensare di poter pensare di poter decidere un destino, cosi come appare pericoloso lasciare fare senza scegliere. Quello che secondo me emerge in modo forte tra tutte le storie possibili è l’intensità con cui si vive, le emozioni e i sentimenti che caratterizzano in ogni istante il percorso che sia scelto o casuale. In particolar modo tutto quello che riguarda l’amore, gli affetti, che sono l’essenza della vita degli esseri umani. Quello che rimane importante è la capacità di saper accogliere quello che la vita ci presenta nelle sue diverse ramificazioni, sapendo che ogni singolo individuo ha la sua strada da percorrere.
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pie9701
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mercoledì 24 agosto 2016
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l'importanza delle proprie scelte
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Che dire, semplicemente magnifico. Jared leto impeccabile e un film che ti prende ti trascina e ti getta nella sua immensa profondità, lasciandoti, dopo il finale,a riflettere sulle scelte che nella tua vita hai fatto e che farai. Ecco, perchè è questo che vuole farci capire. L'importanza delle nostre SCELTE. Come il regista stesso ci mostra, ogni nostra azione comporta una conseguenza, che si diramerà in altrettante azioni future che porteranno ad altre in base a ciò che via via sceglieremo. Perciò riflettiamo su ciò che facciamo, su ciò che sentiamo e a ciò che potrebbe accadere, la vita è una e come si sa non si torna indietro, come aver mischiato salsa di pomodoro e purè di patate insieme.
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Che dire, semplicemente magnifico. Jared leto impeccabile e un film che ti prende ti trascina e ti getta nella sua immensa profondità, lasciandoti, dopo il finale,a riflettere sulle scelte che nella tua vita hai fatto e che farai. Ecco, perchè è questo che vuole farci capire. L'importanza delle nostre SCELTE. Come il regista stesso ci mostra, ogni nostra azione comporta una conseguenza, che si diramerà in altrettante azioni future che porteranno ad altre in base a ciò che via via sceglieremo. Perciò riflettiamo su ciò che facciamo, su ciò che sentiamo e a ciò che potrebbe accadere, la vita è una e come si sa non si torna indietro, come aver mischiato salsa di pomodoro e purè di patate insieme...
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elgatoloco
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martedì 4 ottobre 2016
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di interesse indubbio, anche extra-filmico
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Credo che"Mr.Nobody"(prescindo dal nome, pur emblematico, che richiama Odisseo-Ulisse quando"scansa"o meglio si salva da Polifemo...)sia un film"inevitabile"per chi cerca di approcciare la"realtà"(meglio ciò che intendiamo per tale, forse...)e comunque non disprezza una cinematografia che si confronti con tematiche quali il senso dell'esistenza(Monthy Python sorridenti, anzi no, ghignanti...), i limiti della cosmologia e soprattutto della cosmogonia(le implicazioni anche filosofiche della stessa, a partire dalla relatività einsteiniana come dalla teoria dei quanti), gli sviluppi impensabili fino a poco più di un decennio fa della biologia come delle neuroscienze(qui si parla di telomerizzazione, il meccanismo che consente, secondo gli autori, di arrivare alla para-immortalità.
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Credo che"Mr.Nobody"(prescindo dal nome, pur emblematico, che richiama Odisseo-Ulisse quando"scansa"o meglio si salva da Polifemo...)sia un film"inevitabile"per chi cerca di approcciare la"realtà"(meglio ciò che intendiamo per tale, forse...)e comunque non disprezza una cinematografia che si confronti con tematiche quali il senso dell'esistenza(Monthy Python sorridenti, anzi no, ghignanti...), i limiti della cosmologia e soprattutto della cosmogonia(le implicazioni anche filosofiche della stessa, a partire dalla relatività einsteiniana come dalla teoria dei quanti), gli sviluppi impensabili fino a poco più di un decennio fa della biologia come delle neuroscienze(qui si parla di telomerizzazione, il meccanismo che consente, secondo gli autori, di arrivare alla para-immortalità. I telomeri, ossia i"cappucci"dei cromosomi, sono brevi sequenze di DNA molto ripetuti, diciamo meglio ripetuti molte volte, intervenendo sui quali si potrebbe, appunto, forse-a livello scientifico siamo al"prima"-ritardare l'invecchiamento cellulare e le conseguenze che sappiamo, a livello ancora"futuribile"se non"fantascientifico"siamo quasi là, meglio possiamo immaginarci la condizione descritta nel film, che, a quanto pare il regista belga Jaco Van Dormael ha elaborato in vari anni e che ha completamento con l'aiuto di notevoli consulenti. Il vero tema, comunque, un po, anche come"precipitato"delle teorie cui si accennava, è il rapporto tra il"caso", iperdominante secondo gli autori(torna in mente il grande biologo Jacques Monod, ne"Le hazard et la nécessité")e un"piano"prestabilito secondo, appunto, necessità di evoluzione biologica, per cui si darebbe la compossibilità di combinazioni genetiche e anche quella di mondi parallelI(qui entrano in gioco soprattutto sviluppi anche recentissimi e ancora"in fieri"della teoria della relatività), dove Mr.Nobody arrivato a un 'età che per definizione chiameremmo"biblica", da"Matusalemme"non ricorda precisamente come siano andate le cose nella e della sua vita, "riavvolgendo continuamente il nastro", per così dire.Nuove situazioni, coi genitori(separati?), con le donne-mogli(quali?). IL tutto in un profluvio di immagini colorate, a tratti fantasmagoriche, di varie elementi che si sovrappongono, in realtà sempre efficacemente, di nuovi o vecchi scenari, ma anche di inserti para-e pseudo-documentaristici, di musiche onnipresenti e che si alternano quasi incessantemente. Senza dilungarmi sugli/sulle interpreti, comunque sempre all'altezza e anche di più, vorrei far notare un elemento, senza peraltro trarne né volerne trarre alcuna conseguenza teorica o altro, se non, forse, una constatazione di un certo peso"sociologico": il film inizia con gli angeli(presenza archetipica, direi), ma non accenna mai ad alcun"Dio", né personale né altro... El Gato
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emanuele
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lunedì 28 novembre 2016
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''tutto resta ancora possibile''
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''Devi fare la scelta giusta. Ma finché non scegli, tutto resta ancora possibile''. Van Dormael, dando vita a questo film, ha fatto la scelta giusta.
Surreale, ipnotico, empatico, emozionante, riflessivo. Queste sono solo alcune delle parole con le quali si può esprimere la visione di una pellicola di questo tipo. Il rapporto che il prodotto filmico stabilisce con lo spettatore è di totale immersione, sembra quasi trascinarlo con sé in tanti mondi diversi, non lasciandolo nemmeno a film concluso.
L’impatto iniziale, anche visivo, è fortissimo, incredibile, e sembra voler presagire ad un film di tipo fantascientifico. Van Dormael vuole fare tutt’altro invece. Vuole scavare a fondo nell’animo umano, vuole rendere visibile la potenza infinita della scelta, porci di fronte alla nostra natura.
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''Devi fare la scelta giusta. Ma finché non scegli, tutto resta ancora possibile''. Van Dormael, dando vita a questo film, ha fatto la scelta giusta.
Surreale, ipnotico, empatico, emozionante, riflessivo. Queste sono solo alcune delle parole con le quali si può esprimere la visione di una pellicola di questo tipo. Il rapporto che il prodotto filmico stabilisce con lo spettatore è di totale immersione, sembra quasi trascinarlo con sé in tanti mondi diversi, non lasciandolo nemmeno a film concluso.
L’impatto iniziale, anche visivo, è fortissimo, incredibile, e sembra voler presagire ad un film di tipo fantascientifico. Van Dormael vuole fare tutt’altro invece. Vuole scavare a fondo nell’animo umano, vuole rendere visibile la potenza infinita della scelta, porci di fronte alla nostra natura.
Di impronta fortemente filosofica, ma condita da una inebriante delicatezza, Mr. Nobody regala una squisita riflessione di 132 minuti sull’importanza della scelta, proiettando il tutto ovviamente sulle spalle di un bambino di 9 anni, che non ha mai avuto a che fare con responsabilità di nessun tipo. In questo modo nel film si riesce a meditare su concetti profondi come il tempo e l’angoscia della scelta di fronte alle infinite possibilità (che sembra ricordare, in parte, il pensiero di Kierkegaard) senza avvertire mai la pesantezza di queste tematiche.
Il film, con un montaggio incredibilmente preciso nella sua confusionaria narrazione, mostra chiaramente tre possibile vite di Nemo Nobody, fino alla rivelazione finale che il sé 117enne nel letto di ospedale, ultimo essere umano destinato a morire di vecchiaia, non è altro che la proiezione mentale di un bambino (importante è anche il fatto che il momento della ‘’scelta’’, dalla quale si dipaneranno tutte le conseguenze e vite possibili, è simboleggiato dal treno e dai binari, che conducono a destinazioni completamente diverse) che ha visto nei suoi occhi tre possibilità di un’intera vita crearsi davanti. Tutto è creazione, niente è tutto, Nemo Nobody (simbolico anche il fatto che il nome e cognome siano identici e che Van Dormael abbia scelto Nemo come nome del protagonista, rifacendosi al latino, per cui ‘’Nemo’’ significa ‘’nessuno’’) esiste e non esiste.
Ogni linea narrativa ci pone Nemo in una situazione diversa, con una compagna diversa (Elize, Jeanne e Anna, bambine che conosceva nel momento di separazione dei genitori) e problemi diversi, che mettono totalmente a nudo la sua anima e mostrano la semplicità e importanza dell’amore.
Mr. Nobody indaga sulle ansie umane, i tormenti, la frustrazione, le passioni giovanili che diventano scelte e amori di vita, i sentimenti contradditori e profondi, la paura e l’incapacità di scegliere. Nemo Nobody è in grado di essere tutti e nessuno, nel momento della ‘’non scelta’’ il bambino riesce a vivere in pochi secondi tre esistenze diverse.
Jared Leto si dimostra molto versatile e capace di immedesimarsi perfettamente in un personaggio che non è mai veramente la stessa persona. Il tutto è condito da una regia perfetta e dalle musiche di Pierre Van Dormael, fratello defunto del regista, che trasformano alcuni momenti del film in pura poesia in movimento (come il momento in cui Anna e Nemo si rincontrano dopo 19 anni) e che riesce ad avvicinare ancora di più i personaggi di questa pellicola al cuore degli spettatori. Visionario e geniale, una chicca che non tutti conoscono, ma che tutti dovrebbero vedere almeno una volta.
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