ennio
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mercoledì 16 febbraio 2022
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film didascalico e troppo caotico
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Un film va valutato per ciò che rappresenta in sé e per ciò che rappresenta all'interno di un filone cinematografico. E “Mr.Nobody” fa certamente parte di un preciso filone cinematografico, quello della fantascienza distopica, in particolare la tematica distorsioni spazio-temporali e realtà parallele. Se devo valutare questo film come esponente di genere, il giudizio è piuttosto deludente.
“Mr.Nobody” manca di un'anima riconoscibile, di un progetto concreto. Troppe sono le ramificazioni della vita del protagonista per poter essere credibili anche come progetto di fantasia, e poter essere seguite con soddisfazione dallo spettatore.
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Un film va valutato per ciò che rappresenta in sé e per ciò che rappresenta all'interno di un filone cinematografico. E “Mr.Nobody” fa certamente parte di un preciso filone cinematografico, quello della fantascienza distopica, in particolare la tematica distorsioni spazio-temporali e realtà parallele. Se devo valutare questo film come esponente di genere, il giudizio è piuttosto deludente.
“Mr.Nobody” manca di un'anima riconoscibile, di un progetto concreto. Troppe sono le ramificazioni della vita del protagonista per poter essere credibili anche come progetto di fantasia, e poter essere seguite con soddisfazione dallo spettatore. Ne viene fuori un eccesso di volontà immaginativa. Se il paragone sono film che l'hanno preceduto come “Existenz”, “strange days”, “Lola corre”, non è un film all'altezza delle aspettative. Ancora meno se lo si paragona (inevitabilmente) a progetti impegnativi ed imponenti come “Twin peaks” o“Lost”. Le tematiche trattate da “Mr.Nobody” sono le stesse, ma sono poco originali ed esposte troppo caoticamente. Per dire, “Benjamin Button” risulta un film molto più originale e gradevole alla visione.
Di buono in “Mr.Nobody” ci sono certamente la scenografia, le musiche e i cromatismi, che sono poi i motivi per renders in qualche modo piacevole la visione di questo film.
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denis
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domenica 25 ottobre 2020
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il signore che non ha capito cosa niente
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È stato un film inaspettato, all'inizio io e mia sorella pensavamo che era tutto normale ma poi guardandolo ci siamo persi completamente. È stato un trip mentale, Un film molto incasinato, inizia con una cosa e poi va a parlare di qualcos'altro, non ha molto senso. Non so come fa la gente a dire che è da rivedere, io e mia sorella non siamo riusciti a finirlo perché non si capiva niente. Questo film non lo consiglierei a nessuno perché non ha un senso di esistere, non è proprio da vedere perché non si capisce niente.
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denis
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domenica 25 ottobre 2020
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mr nobody
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Vedere questo film per me e mia sorella non è stata una buona idea, Abbiamo iniziato il film e sembra tutto normale finché non si è incasinato il tutto, faceva prima vedere una cosa poi un altra e non si capiva niente e stato un trip, non so come faccia a dire la gente che è da rivedere, noi non l'abbiamo manco finito perché era una causa persa. Per fare un riassunto direi che non si è capito niente, e non lo consiglierei a nessuno perché non ha un senso di esistere sto film.
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parlerino
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domenica 10 maggio 2020
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un film di cosmica inutilità
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Certamente un film che si fa guardare: per lo più contempliamo in primo piano, per due ore, lo stupefefacente viso del protagonista, bello come un angelo da bambino, da adolescente e da giovane adulto. D'impatto (ma inutilmente forzate) anche le parti in cui egli appare ultracentenario. Tutta la fotografia è notevole, e questa è l'unica ragione per cui questo film è stato fatto. Perché, se andiamo a valutare i contenuti, dobbiamo lasciar perdere. Noioso. Intenzionalmente confuso. Apparentemente misterioso, ma scontato. Poetico, sì, ma solo nell'immagine. Restiamo freddi dinanzi a cotanta bellezza, incapace a produrre un minimo di empatia.
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Certamente un film che si fa guardare: per lo più contempliamo in primo piano, per due ore, lo stupefefacente viso del protagonista, bello come un angelo da bambino, da adolescente e da giovane adulto. D'impatto (ma inutilmente forzate) anche le parti in cui egli appare ultracentenario. Tutta la fotografia è notevole, e questa è l'unica ragione per cui questo film è stato fatto. Perché, se andiamo a valutare i contenuti, dobbiamo lasciar perdere. Noioso. Intenzionalmente confuso. Apparentemente misterioso, ma scontato. Poetico, sì, ma solo nell'immagine. Restiamo freddi dinanzi a cotanta bellezza, incapace a produrre un minimo di empatia. Finale di una banalità sconcertante.
In definitiva, un film completamente inutile.
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mercoledì 15 maggio 2019
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eccellente
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Film eccezionale. Non va giudicato nei primi 15 min ma in tutto il suo sviluppo. È una versione matura di Toto le heroes. Il senso della vita e la freccia del tempo. Imperdibile
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frangitore
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venerdì 24 agosto 2018
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masturbazione artistica
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Un film che è l'esaltazione di se stesso. Inquadrature ricercate, ritmo assurdamente lento, dialoghi ricercati, tutto inutilmente complicato per dimostrare a chi guarda non si capisce bene cosa. Il risultato è che dopo un'ora di film vi sembrerà ne siano passate 2. Sarà davvero complicato arrivare alla fine. Il film ha ricevuto tantissime recensioni positive poichè pare che Leto sia entrato da poco nel gruppo di attori i cui film per partito preso debbano per forza essere dei capolavori. Sì salva la fotografia e l'interpretazione di parecchi attori (tra cui lo stesso Leto).
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no_data
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venerdì 23 dicembre 2016
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dal cinema al meta cinema
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Non è solo cinema, ma meta-cinema. Più che un film è un'esperienza sensoriale che trasporta dolcemente lo spettatore in un turbinio di emozioni: paure e passioni ataviche che spaziano dall'eros alla depressione si alternano con ritmo serrato, spiazzando lo spettatore e portandolo costantemente a interrogarsi sulla vita. Una pellicola di fronte a cui non si può rimanere indifferenti, difficile da descrivere e tanto più da valutare: non si può darne un giudizio univoco e definitivo, ma senza dubbio fa riflettere. E nonostante le tematiche attorno a cui ruota non siano di certo nuove (il senso del tempo e l'idea che questo possa essere rivissuto, o che possa tornare indietro; le scelte che Nemo si trova ad affrontare ancora prima di nascere, e delle conseguenze che ne derivano - alcune delle quali possono essere controllate dell'individuo, mentre altre sono irrimediabilmente lasciate al destino), la chiave di lettura che il regista propone è senza dubbio interessante e originale.
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Non è solo cinema, ma meta-cinema. Più che un film è un'esperienza sensoriale che trasporta dolcemente lo spettatore in un turbinio di emozioni: paure e passioni ataviche che spaziano dall'eros alla depressione si alternano con ritmo serrato, spiazzando lo spettatore e portandolo costantemente a interrogarsi sulla vita. Una pellicola di fronte a cui non si può rimanere indifferenti, difficile da descrivere e tanto più da valutare: non si può darne un giudizio univoco e definitivo, ma senza dubbio fa riflettere. E nonostante le tematiche attorno a cui ruota non siano di certo nuove (il senso del tempo e l'idea che questo possa essere rivissuto, o che possa tornare indietro; le scelte che Nemo si trova ad affrontare ancora prima di nascere, e delle conseguenze che ne derivano - alcune delle quali possono essere controllate dell'individuo, mentre altre sono irrimediabilmente lasciate al destino), la chiave di lettura che il regista propone è senza dubbio interessante e originale. Aiutato da una cornice visionario-surrealista, come un abile tessitore, il regista dipana le molteplici trame e livelli temporali della narrazione in modo serrato, disorientando inizialmente lo spettatore ma dando poi senso al tutto senza mai offrire un giudizio definitivo. È un film che non propone interrogativi né vuole offrire soluzioni; quello che fa è attrarre a sé lo spettatore, quasi ipnotizzandolo e portandolo -piacevolmente- a interrogarsi sugli aspetti concreti del quotidiano.
Magistrale l'interpretazione degli attori, così come la fotografia e le musiche. Il film è ricco di rimandi alla letteratura e al cinema d'autore (su tutti il pirandelliano Uno nessuno centomila e Odissea nello spazio; certe atmosfere riprendono il cinema di Tim Burton e le atmosfere surreali di Anderson). Curatissimo il montaggio -che non a caso ha richiesto, da solo, un anno di lavorazione-, che talvolta cede il passo a virtuosismi manieristici forse eccessivi, ma che nel complesso danno ritmo alla narrazione e coinvolgono lo spettatore in quello che è un viaggio dei sensi e della mente. Caldamente consigliato.
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emanuele
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lunedì 28 novembre 2016
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''tutto resta ancora possibile''
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''Devi fare la scelta giusta. Ma finché non scegli, tutto resta ancora possibile''. Van Dormael, dando vita a questo film, ha fatto la scelta giusta.
Surreale, ipnotico, empatico, emozionante, riflessivo. Queste sono solo alcune delle parole con le quali si può esprimere la visione di una pellicola di questo tipo. Il rapporto che il prodotto filmico stabilisce con lo spettatore è di totale immersione, sembra quasi trascinarlo con sé in tanti mondi diversi, non lasciandolo nemmeno a film concluso.
L’impatto iniziale, anche visivo, è fortissimo, incredibile, e sembra voler presagire ad un film di tipo fantascientifico. Van Dormael vuole fare tutt’altro invece. Vuole scavare a fondo nell’animo umano, vuole rendere visibile la potenza infinita della scelta, porci di fronte alla nostra natura.
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''Devi fare la scelta giusta. Ma finché non scegli, tutto resta ancora possibile''. Van Dormael, dando vita a questo film, ha fatto la scelta giusta.
Surreale, ipnotico, empatico, emozionante, riflessivo. Queste sono solo alcune delle parole con le quali si può esprimere la visione di una pellicola di questo tipo. Il rapporto che il prodotto filmico stabilisce con lo spettatore è di totale immersione, sembra quasi trascinarlo con sé in tanti mondi diversi, non lasciandolo nemmeno a film concluso.
L’impatto iniziale, anche visivo, è fortissimo, incredibile, e sembra voler presagire ad un film di tipo fantascientifico. Van Dormael vuole fare tutt’altro invece. Vuole scavare a fondo nell’animo umano, vuole rendere visibile la potenza infinita della scelta, porci di fronte alla nostra natura.
Di impronta fortemente filosofica, ma condita da una inebriante delicatezza, Mr. Nobody regala una squisita riflessione di 132 minuti sull’importanza della scelta, proiettando il tutto ovviamente sulle spalle di un bambino di 9 anni, che non ha mai avuto a che fare con responsabilità di nessun tipo. In questo modo nel film si riesce a meditare su concetti profondi come il tempo e l’angoscia della scelta di fronte alle infinite possibilità (che sembra ricordare, in parte, il pensiero di Kierkegaard) senza avvertire mai la pesantezza di queste tematiche.
Il film, con un montaggio incredibilmente preciso nella sua confusionaria narrazione, mostra chiaramente tre possibile vite di Nemo Nobody, fino alla rivelazione finale che il sé 117enne nel letto di ospedale, ultimo essere umano destinato a morire di vecchiaia, non è altro che la proiezione mentale di un bambino (importante è anche il fatto che il momento della ‘’scelta’’, dalla quale si dipaneranno tutte le conseguenze e vite possibili, è simboleggiato dal treno e dai binari, che conducono a destinazioni completamente diverse) che ha visto nei suoi occhi tre possibilità di un’intera vita crearsi davanti. Tutto è creazione, niente è tutto, Nemo Nobody (simbolico anche il fatto che il nome e cognome siano identici e che Van Dormael abbia scelto Nemo come nome del protagonista, rifacendosi al latino, per cui ‘’Nemo’’ significa ‘’nessuno’’) esiste e non esiste.
Ogni linea narrativa ci pone Nemo in una situazione diversa, con una compagna diversa (Elize, Jeanne e Anna, bambine che conosceva nel momento di separazione dei genitori) e problemi diversi, che mettono totalmente a nudo la sua anima e mostrano la semplicità e importanza dell’amore.
Mr. Nobody indaga sulle ansie umane, i tormenti, la frustrazione, le passioni giovanili che diventano scelte e amori di vita, i sentimenti contradditori e profondi, la paura e l’incapacità di scegliere. Nemo Nobody è in grado di essere tutti e nessuno, nel momento della ‘’non scelta’’ il bambino riesce a vivere in pochi secondi tre esistenze diverse.
Jared Leto si dimostra molto versatile e capace di immedesimarsi perfettamente in un personaggio che non è mai veramente la stessa persona. Il tutto è condito da una regia perfetta e dalle musiche di Pierre Van Dormael, fratello defunto del regista, che trasformano alcuni momenti del film in pura poesia in movimento (come il momento in cui Anna e Nemo si rincontrano dopo 19 anni) e che riesce ad avvicinare ancora di più i personaggi di questa pellicola al cuore degli spettatori. Visionario e geniale, una chicca che non tutti conoscono, ma che tutti dovrebbero vedere almeno una volta.
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elgatoloco
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martedì 4 ottobre 2016
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di interesse indubbio, anche extra-filmico
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Credo che"Mr.Nobody"(prescindo dal nome, pur emblematico, che richiama Odisseo-Ulisse quando"scansa"o meglio si salva da Polifemo...)sia un film"inevitabile"per chi cerca di approcciare la"realtà"(meglio ciò che intendiamo per tale, forse...)e comunque non disprezza una cinematografia che si confronti con tematiche quali il senso dell'esistenza(Monthy Python sorridenti, anzi no, ghignanti...), i limiti della cosmologia e soprattutto della cosmogonia(le implicazioni anche filosofiche della stessa, a partire dalla relatività einsteiniana come dalla teoria dei quanti), gli sviluppi impensabili fino a poco più di un decennio fa della biologia come delle neuroscienze(qui si parla di telomerizzazione, il meccanismo che consente, secondo gli autori, di arrivare alla para-immortalità.
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Credo che"Mr.Nobody"(prescindo dal nome, pur emblematico, che richiama Odisseo-Ulisse quando"scansa"o meglio si salva da Polifemo...)sia un film"inevitabile"per chi cerca di approcciare la"realtà"(meglio ciò che intendiamo per tale, forse...)e comunque non disprezza una cinematografia che si confronti con tematiche quali il senso dell'esistenza(Monthy Python sorridenti, anzi no, ghignanti...), i limiti della cosmologia e soprattutto della cosmogonia(le implicazioni anche filosofiche della stessa, a partire dalla relatività einsteiniana come dalla teoria dei quanti), gli sviluppi impensabili fino a poco più di un decennio fa della biologia come delle neuroscienze(qui si parla di telomerizzazione, il meccanismo che consente, secondo gli autori, di arrivare alla para-immortalità. I telomeri, ossia i"cappucci"dei cromosomi, sono brevi sequenze di DNA molto ripetuti, diciamo meglio ripetuti molte volte, intervenendo sui quali si potrebbe, appunto, forse-a livello scientifico siamo al"prima"-ritardare l'invecchiamento cellulare e le conseguenze che sappiamo, a livello ancora"futuribile"se non"fantascientifico"siamo quasi là, meglio possiamo immaginarci la condizione descritta nel film, che, a quanto pare il regista belga Jaco Van Dormael ha elaborato in vari anni e che ha completamento con l'aiuto di notevoli consulenti. Il vero tema, comunque, un po, anche come"precipitato"delle teorie cui si accennava, è il rapporto tra il"caso", iperdominante secondo gli autori(torna in mente il grande biologo Jacques Monod, ne"Le hazard et la nécessité")e un"piano"prestabilito secondo, appunto, necessità di evoluzione biologica, per cui si darebbe la compossibilità di combinazioni genetiche e anche quella di mondi parallelI(qui entrano in gioco soprattutto sviluppi anche recentissimi e ancora"in fieri"della teoria della relatività), dove Mr.Nobody arrivato a un 'età che per definizione chiameremmo"biblica", da"Matusalemme"non ricorda precisamente come siano andate le cose nella e della sua vita, "riavvolgendo continuamente il nastro", per così dire.Nuove situazioni, coi genitori(separati?), con le donne-mogli(quali?). IL tutto in un profluvio di immagini colorate, a tratti fantasmagoriche, di varie elementi che si sovrappongono, in realtà sempre efficacemente, di nuovi o vecchi scenari, ma anche di inserti para-e pseudo-documentaristici, di musiche onnipresenti e che si alternano quasi incessantemente. Senza dilungarmi sugli/sulle interpreti, comunque sempre all'altezza e anche di più, vorrei far notare un elemento, senza peraltro trarne né volerne trarre alcuna conseguenza teorica o altro, se non, forse, una constatazione di un certo peso"sociologico": il film inizia con gli angeli(presenza archetipica, direi), ma non accenna mai ad alcun"Dio", né personale né altro... El Gato
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fede 305
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lunedì 19 settembre 2016
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buon film,non un capolavoro!
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L'unica vera scelta di Mr.Nobody sembra rispecchiare in maniera importante il pensiero del regista:essere "immortale" tramite uno straordinario esercizio di stile. La tecnica cinematografica ammalia lo spettatore,fino a stordirlo,permettendo di far passare in secondo piani problemi di trama e soprattutto di contenuti.I concetti psicologici-filosofici,ma anche quelli più scientifici, sono portati ad un estremo parassostico,col fine(almeno credo)di impressioanare lo spettatore riguardo la profondità della pellicola e dei temi trattati.
La fotografia è ottima,con un uso sapiente e continuato di una prospettiva centrale,che permette,anche,di apprezzare l'espressività e la bellezza degli attori,i quali si sono rivelati(per lo più)buoni interpreti della pellicola.
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L'unica vera scelta di Mr.Nobody sembra rispecchiare in maniera importante il pensiero del regista:essere "immortale" tramite uno straordinario esercizio di stile. La tecnica cinematografica ammalia lo spettatore,fino a stordirlo,permettendo di far passare in secondo piani problemi di trama e soprattutto di contenuti.I concetti psicologici-filosofici,ma anche quelli più scientifici, sono portati ad un estremo parassostico,col fine(almeno credo)di impressioanare lo spettatore riguardo la profondità della pellicola e dei temi trattati.
La fotografia è ottima,con un uso sapiente e continuato di una prospettiva centrale,che permette,anche,di apprezzare l'espressività e la bellezza degli attori,i quali si sono rivelati(per lo più)buoni interpreti della pellicola.
La colonna sonora sembra essere creata per accompagnare il film in quella dimesione surreale,un motivo centrale del film.
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