gigieppetto
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domenica 3 luglio 2011
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entropia
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ogni singolo istante può essere espanso in infiniti luoghi e infinite verità o non è altro infiniti mondi immaginari? la vita e il tempo sono stati scelti o si devono scegliere? La risposta del film è: la vita è una scelta impossibile. Io l'ho trovato bellissimo il tema e decisamente suggestivo il modo con cui si passa attraverso il tempo. e non solo. si è accompagnati dal tempo durante tutto il film. io dico solo una parola: finalmente
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jakel
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mercoledì 22 giugno 2011
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quant'è difficile prendere una scelta.
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Wow, un film che in Italia sta passando incredibilmente inosservato nonostante sia a mio parere un film di grandissimo profilo che coniuga poesia, amore e innocenza in un kolossal sulle emozioni e sull'importanza di particolari che spesso nella nostra vita scorrono senza che noi ce ne rendiamo conto. L'unica pecca potrebbe essere la lunghezza, ma si può benissimo sorvolare. Grande Jaco Van Dormael, e ottima interpretazione del cast(Jared Leto su tutti).
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(di pietroabb)
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nalipa
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mercoledì 30 marzo 2011
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folgorante!
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E ' molto complicato da raccontare. Credo sia uno di quei film con i quali ci deve essere una sintonia che prescinde dal razionale.
Ho visto la pellicola in inglese con i sottotitoli ma é talmente potente che le sole immagini bastano!
La Vita.... Terrena.... Ultraterrena.....i sentimenti le emozioni le età dell'individuo, ogni età una vita a se stante (ho sempre immaginato una cosa del genere: la persona che ero a 11 anni non é la persona che ero a 26 anni che non é la persona che sono ora...o meglio , sono sempre io che vivo più vite...!!!!????...delle quali conservo il ricordo....forse|)
Profondamente ..oserei dire - gnostico!
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bastogne74
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mercoledì 23 febbraio 2011
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quando un film ti chiama a sè
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Ci sono dei film che ti chiamano a sè, che non puoi astenerti dal vedere, perchè forse sono già dentro di te senza che neppure tu lo sappia... Ieri prima di cena stavo sonnolento davanti alla tv a godermi il feticismo in pellicola di "Jukebox", la rubrica di trailer di Coming Soon Tv e per caso mi sono imbattuto in immagini folgoranti, abbacinanti, liricamente poetiche e in grado di stuzzicare come una frustata la mia intorpidita sensibilità del dopo lavoro. Un bimbo che rincorre un treno, fiori rossi, cielo, mare, due volti che si scrutano sotto un lenzuolo... Che film sarà, mi sono chiesto, non ne ho mai sentito parlare, probabilmente non sarà ancora uscito. Ed invece, scartabellando in giro, ho scoperto che questo Mr.
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Ci sono dei film che ti chiamano a sè, che non puoi astenerti dal vedere, perchè forse sono già dentro di te senza che neppure tu lo sappia... Ieri prima di cena stavo sonnolento davanti alla tv a godermi il feticismo in pellicola di "Jukebox", la rubrica di trailer di Coming Soon Tv e per caso mi sono imbattuto in immagini folgoranti, abbacinanti, liricamente poetiche e in grado di stuzzicare come una frustata la mia intorpidita sensibilità del dopo lavoro. Un bimbo che rincorre un treno, fiori rossi, cielo, mare, due volti che si scrutano sotto un lenzuolo... Che film sarà, mi sono chiesto, non ne ho mai sentito parlare, probabilmente non sarà ancora uscito. Ed invece, scartabellando in giro, ho scoperto che questo Mr. Nobody è un film "vecchio" di quasi due anni, presentato a Venezia, snobbato dal pubblico e mai uscito (ovviamente) in Italia: troppo complesso per l'anestetizzato pubblico di casa nostra. Ma io dovevo vederlo a tutti i costi e, una volta recuperatolo, ho abbandonato le ciance patetiche della nostra politica spettacolo per staccarmi dal mondo reale e lasciarmi travolgere da un sogno in immagini, da vite che si incrociano e si diramano ad ogni più piccola scelta. Volti e corpi indagati come psicologie tangibili, viaggi dell'essenza e della sostanza, scienza e filosofia, scelte e rinunce, percorsi e staticità. Tutto ho trovato negli occhi di Jared Leto, gli stessi, profondi come l'impatto tra cielo e mare, che ritroviamo sempre in lui, a più di cento anni, che nascondono in se stessi una vita intera, leggibile in mille modi ma capace di raccontarsi in ogni rivolo creato da ciascuna singola scelta che costella la nostra vita. E così si va in viaggio, dagli anni ottanta che sembrano i sessanta in cui crebbe il regista, fino a un futuro, su marte silenzioso e imprescrutabile o sulla stessa terra, ridotta fantasmagorico a simulacro di sè. Quale sarà il nostro domani, quello di ogni singolo essere umano e quello dell'umanità nel suo complesso? Impossibile dirlo, dipende dalla scelta di ciascuno, ma allora forse tutto è solo ipotetico, destinato, a causa delle nostre decisioni dipendenti da altri, a ripetersi ogni volta con sfumature sempre diverse. O magari si tornerà sempre indietro fino a una (ri)nascita che sfugge alla comprensione e alla logica. O forse c'è una terza via, prima invisibile tra ciò che si ha davanti agli occhi, la mano della propria madre, e dietro, la voce del proprio padre. E' qualcosa di simbolicamente perpendicolare che improvvisamente diventa la scelta più evidente e ovvia. E allora via, di corsa, verso la propria indipendenza e maturità. Stanotte ho sognato. Come non mi capitava da anni.
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[+] già ti chiamano a sé
(di lizy)
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cinejake
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sabato 22 gennaio 2011
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possibilità infinite in un universo di sentimenti.
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Attraverso scelte non prese e possibilità che prendono il loro corso si delinea lo snodarsi di un film appassionante e ricco di sentimenti. Le storie tra il passato, il futuro ed un possibile, ma mai concreto, presente si mescolano intensamente attraverso varie soluzioni vissute fino alla morte. Mr Nobody è l'ultimo uomo mortale in una civiltà futuristica (2092) che ha raggiunto l'immortalità ma ha perso i valori più semplici. Non si hanno notizie di quest ' uomo misterioso il cui passato si ramifica in possibili vite da lui intraprese. Il racconto della sua vita da bambino si svolge linearmente fino ad una scelta per molti versi impossibile, il divorzio dei genitori e la decisione con quale dei due stare.
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Attraverso scelte non prese e possibilità che prendono il loro corso si delinea lo snodarsi di un film appassionante e ricco di sentimenti. Le storie tra il passato, il futuro ed un possibile, ma mai concreto, presente si mescolano intensamente attraverso varie soluzioni vissute fino alla morte. Mr Nobody è l'ultimo uomo mortale in una civiltà futuristica (2092) che ha raggiunto l'immortalità ma ha perso i valori più semplici. Non si hanno notizie di quest ' uomo misterioso il cui passato si ramifica in possibili vite da lui intraprese. Il racconto della sua vita da bambino si svolge linearmente fino ad una scelta per molti versi impossibile, il divorzio dei genitori e la decisione con quale dei due stare. Le tre possibilità si incarnano nei volti di tre ragazze conosciute in tenera età. Direi un grandissimo montaggio che amalgama in maniera ottima tutti i racconti narrati, per non parlare di ottime riprese davvero interessanti. Molto bello e non cosi' banale il contrapporsi del futuro atrofizzato nei suoi più puri istinti e l'amore che si sprigiona nelle sue possibili vite trattato con una semplicità che rende tutto così umano. Forse non tutti saranno d'accordo con me che questo film rappresenti il concetto di vero capolavoro ma sicuramente acconsentirete al dire che è un film assolutamente da vedere.
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peppe_d.
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lunedì 16 agosto 2010
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domanda
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ma scusate qualcuno sà quando esce in italia?! ho già visto il trailer in italiano ma la data d'uscita non l'ho trovata da nessuna parte!!!
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peer gynt
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mercoledì 16 settembre 2009
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l'oceano dei fiumi di racconti
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C’e’ una categoria di film che non necessariamente sono belli, bellissimi
o capolavori. Eppure presentano un fascino coinvolgente e chiedono
insistentemente di essere rivisti. Un esempio recente e’ “Donnie Darko”,
il film di Richard Kelly del 2001. Questo di van Dormael ne e’ un altro
significativo esempio.
L’ultimo film di questo regista belga, autore del famoso “L’ottavo giorno”
(1996), racconta contemporaneamente 4 storie: la storia dell’uomo piu’
vecchio del mondo, Nemo Nobody, che, nel 2092, sta per morire a 118 anni;
la storia di un viaggio su Marte; la storia dei ricordi di Mr. Nobody, la
sua giovinezza e le sue donne; la storia di un ragazzino, ancora Nemo da
piccolo, che di fronte alla separazione dei suoi genitori deve decidere
con chi stare e non sa decidersi.
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C’e’ una categoria di film che non necessariamente sono belli, bellissimi
o capolavori. Eppure presentano un fascino coinvolgente e chiedono
insistentemente di essere rivisti. Un esempio recente e’ “Donnie Darko”,
il film di Richard Kelly del 2001. Questo di van Dormael ne e’ un altro
significativo esempio.
L’ultimo film di questo regista belga, autore del famoso “L’ottavo giorno”
(1996), racconta contemporaneamente 4 storie: la storia dell’uomo piu’
vecchio del mondo, Nemo Nobody, che, nel 2092, sta per morire a 118 anni;
la storia di un viaggio su Marte; la storia dei ricordi di Mr. Nobody, la
sua giovinezza e le sue donne; la storia di un ragazzino, ancora Nemo da
piccolo, che di fronte alla separazione dei suoi genitori deve decidere
con chi stare e non sa decidersi.
In questo vero e proprio “oceano dei fiumi di racconti” il regista, con un
montaggio eccellente di storie che si incastrano, si ripetono, scorrono in
avanti e all’indietro piu’ volte, ci immerge per 148 minuti che non si
fanno sentire. Film eccezionale? Sicuramente. Capolavoro? Forse no,
comunque film che racconta la storia di un ragazzo e delle sue storie
possibili (con la castana Anne, oppure con la bionda Elise, o infine con
la mora orientale Jeanne) quasi fosse la storia della nascita
dell’universo che esplode, in attesa poi di implodere su se stesso. Che
poi non e’ nient’altro che la storia del nastro di celluloide che scorre
per poi riavvolgersi, oppure del cinema che e’ l’arte che piu’ di ogni
altra ama la rilettura, la re-visione, il remake, lo sguardo che non puo’
fare a meno di riguardarsi in continuazione.
Coinvolgente. Da non perdere.
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