Il divo

Sicuramente la migliore recensione del film. E' ormai sempre una sorpresa per me quando trovo in Italia (a differenza del mondo anglosassone, ad esempio) qualcuno che riesca a "vedere" le cose che ci stanno davanti al naso e le faccia semplicemente notare. Non c'è bisogno nemmeno di farci grandi ragionamenti sopra, basta indicarle. (Ad esempio l'acutezza di questa osservazione: "Andreotti che [...] incita un cavallo con quel "vai,vai..." mentre ammazzano Lima (così che il povero spettatore possa fare due più due)").Spero di trovarne altre di tue recensioni su questo sito. Ciao.

ASSOLUTAMENTE D'ACCORDO UN FILM DI CUI POTEVAMO FARE A MENO.

Partiamo con il presupposto che io trovo questo film di ottimo livello, sia artistico che comunicativo. Mi è piaciuta la verve con la quale il regista ha saputo raccontare una storia (a molti sconosciuta)affidandosi ad uno stille narrativo, se non nuovo, almeno inusuale, specie nel cinema di casa nostra. Non concordo con le tue critiche sullo stile delle riprese in cui, invece, noto la cifra stilistica dell'autore. So che non si dovrebbe parlare di relativismo nei propri gusti personali riguardo a qualcosa, ma prova a fare un paragone con film come Il caso Moro, Giovanni Falcone e altri di quel periodo, li la storia era raccontata in modo molto più lineare, ma non c'era umorismo, senso del ridicolo, non avevano alcuna caretteristica propria del cinema, nessuna inventiva, solo dei domunentari, talvolta anche molto interessanti, ma nulla di più. [+]

Partiamo con il presupposto che io trovo questo film di ottimo livello, sia artistico che comunicativo. Mi è piaciuta la verve con la quale il regista ha saputo raccontare una storia (a molti sconosciuta)affidandosi ad uno stille narrativo, se non nuovo, almeno inusuale, specie nel cinema di casa nostra. Non concordo con le tue critiche sullo stile delle riprese in cui, invece, noto la cifra stilistica dell'autore. So che non si dovrebbe parlare di relativismo nei propri gusti personali riguardo a qualcosa, ma prova a fare un paragone con film come Il caso Moro, Giovanni Falcone e altri di quel periodo, li la storia era raccontata in modo molto più lineare, ma non c'era umorismo, senso del ridicolo, non avevano alcuna caretteristica propria del cinema, nessuna inventiva, solo dei domunentari, talvolta anche molto interessanti, ma nulla di più. Con questo non voglio dire che il film non sia aperto a critiche, non ho potuto che darti ragione nel leggere il tuo disappunto sullo stile dei dialoghi (ma a questo punto lo sono ancora?) pronunciati dal protagonista, solo una sfilza di citazioni o quasi, i due monologhi principali, invece, trovo che siano ben scritti. Altro punto in cui mi vedi concorde è sul fatto che certe spiegazioni potevano esserci risparmiate, credo che tu però fraintenda il senso della scena dove viene ucciso Lima, penso che quel "vai" sia da riferirsi all'onorevole e non al suo sicario, lo testimonia il "no" finale quando viene ucciso. Ultimo, come dici te, cosa significa citare la partecipazione di Berlusconi alla loggia P2 in un film su Andreotti?? Non è necessario che ci viene a spiattellare in faccia il suo indirizzo politico, non in questo modo almeno. Per concludere, però, vorrei chiederti se il proprio indirizzo politico possa far cambiare opinione su un prodotto che è essenzialmente artistico (parlo del cinema in genere), questo solo perchè ho notato nella tua ultima frase un senso di stizza che talvolta disapprovo anche in recensioni scritte da critici professionisti. Non voglio avere la presunzione di aver ragione, può essere una mia cattiva interpretazione, ma se ti va rispondi alla mia domanda, anche perchè trovo la tua recensione interessante e assolutamente condivisibile... anche se non la condivido io. [-]

Sono triste quando leggo critiche al film basate solo su degli argomenti campati in aria, puramente opinabili e forzati, quando leggendo l'articolo si evince che è tutto mosso da un'immorale difesa di Andreotti, ma "ahitè" è ufficiale che sia stato un mafioso, è ufficiale, non sono supposizioni. Ora deviare la tua onestà intellettuale per la tua simpatia ad Andreotti (e Silvio) significa offendere i morti per mafia, la sofferenza delle persone perbene italiane travolte dal declino della nazione, te stesso ed in ultimo la cultura.