Anno | 2008 |
Genere | Commedia |
Produzione | Hong Kong |
Durata | 86 minuti |
Regia di | Stephen Chow |
Attori | Stephen Chow, Min Hun Fung, Tze Chung Lam, Sheung-ching Lee, Jiao Xu Yuqi Zhang. |
Tag | Da vedere 2008 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,24 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Al Box Office Usa CJ7 ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 178 mila dollari e 41,1 mila dollari nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Il piccolo Dicky è orfano di madre e poverissimo, benché il padre Ti tenti con ogni mezzo di regalargli un'infanzia felice. Rovistando nella spazzatura alla ricerca di un surrogato del giocattolo che non si può permettere di comprare, Ti mette le mani su qualcosa di molto curioso, qualcosa che finirà per cambiare le loro vite per sempre.
Per Stephen Chow non era semplice dare seguito ai fasti di Shaolin Soccer e Kung Fusion, qui da noi distrutti da un doppiaggio barbaro, ma nel mondo civile celebrati come opere che partono dalla comicità mo lei tau - forma di nonsense tipicamente cantonese - per ambire verso ben altri lidi. CJ7, benché assai meno comico, si dimostra ancor più ambizioso. Mai come qui Chow ridimensiona il suo istrionico personaggio al servizio di una storia toccante, melò fino all'ingenuità, tagliata su misura per gli occhi di un bambino e per la sua innocente visione del mondo. Stephen Chow gioca con il suo personaggio, paradossalmente privo di sense of humour, e con il suo cinema, che riprende in deliziose autocitazioni di Kung Fusion e King of Comedy; ma sono omaggi al passato di un ex-clown che ormai naviga in acque più incerte ma cariche di aspettative, (in)seguendo un percorso autoriale che pochi avrebbero saputo prevedere.
Un cammino che lo porta sempre più vicino alla cartoonizzazione, come in un film Pixar (stessa intensità, stessa voglia di parlare al cuore, ma senza invaderlo né dimenticare che esiste anche un cervello). È innegabile che in questa parabola morale costellata di buoni sentimenti aleggi lo spirito di Spielberg e in particolare di E.T., ma ancora una volta la matrice hongkonghese riesce a conferire personalità alla materia, alleggerendo (quantomeno prima di esplodere nel melò come un torrente in piena) il potenziale approdo da libro Cuore, anche facendo ricorso ad abili depistaggi (dove se non a Hong Kong si potrebbero affidare a Gazebo e Boney M i climax di un film simile?).
In patria il pubblico e la critica non gli hanno perdonato la svolta, ma forse il respiro del Chow autore, figlio illegittimo del Chow comico, è ormai troppo universale per i loro localismi.
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... e magari si diventa anche più umani! Dopo il colpo grosso a livello internazionale con il precedente Kung Fusion, Chow decide di tornare alla regia di una vera e propria scommessa. Una favola simpatica, tacciata di “buonismo” come se un film rivolto all’infanzia dovesse essere, al contrario, “cattivista”, sicuramente a tratti eccessivamente melodrammatica [...] Vai alla recensione »
Il film complessivamente è carino, ma è un po' strano, forse perchè sono abituata a diversi tipi di film. Per esempio è quasi una cosa normale che il padre educhi il figlio con le botte!(anche quando cerca gli strumenti per dargliene altre)!! xD Poi quando il bambino cerca di affogare CJ7 solo perchè non aveva i poteri che tanto sperava!! è assurdo!! xD
Un film originale, simpatico, a tratti fiabesco, con un momento un po' drammatico ma con il lieto fine. Un film molto particolare ma nel complesso scorrevole e gradevole.
penoso dall'inizio alla fine chiedo quindi che non importino più questi filmacci schifosi dalla cina!!!!!!!
A devilishly entertaining curveball thrown at unsuspecting family audiences, “CJ7” is “E.T.” as reimagined by the premier clown of Chinese cinema, Stephen Chow. Whether American viewers will respond with the enthusiasm of their Chinese counterparts remains to be seen. What is clear, however, is that Mr. Chow’s notion of family is decidedly more Addams than Brady.
As writer, director and star of the martial arts comedies "Shaolin Soccer" and "Kung Fu Hustle," Hong Kong filmmaker Stephen Chow nimbly blended big kicks and broad yuks. The splendid combination of highbrow and lowbrow was made all the more impressive by Chow's ability to juggle and mix genres with Cirque du Soleil-like dexterity. Unfortunately, his disappointing new film, "CJ7," is as clumsy and [...] Vai alla recensione »