ojos de verdad
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lunedì 3 marzo 2008
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ben fatto ma lascia l'amaro in bocca
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Non so come giudicare questo film, assolutamente ben fatto e curato nei minimi particolari, con scene molto forti e che ti lasciano comunque sempre in apprensione e col fiato sospeso, il finale mi ha lasciato l'amaro in bocca perché non cè stata la redenzione - vendetta che mi sarai aspettato, ma forse è proprio il finale che dà la maggiore qualità al film.
I fratelli cohen sono tornati secondo me allo stile di FARGO, il personaggio che fa il cattivo è molto simile nei due film parla poco è spietato, freddo e con qualche problema psicologico :D, comunque ho trovato delle similitudini, anche in FARGO penso ci fosse una valigeta in ballo o ricordo male?.
cmq bel film ottimo il protagonista che mi è spiaciuto vedere morto :-(
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giulia
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lunedì 3 marzo 2008
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il meglio giudizio sul film è questo
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questo film fa veramente schifo non proprio del tutto ma in buona parte si. Non ha un senso logico e per la maggior parte del tempo si dorme benissimo. I quattro oscar stanno meglio al film di Tim Burton SWEENEY TOOD!!!!!!
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paolo
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lunedì 3 marzo 2008
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fargo valeva 100 volte di più!
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Non capisco più niente...ma un film per quanto asciutto non dovrebbe far pensare, divertire, sognare, riflettere, e comunque non dovrebbe rappresentare un momento godibile....o almeno una di tutte queste cose.
Entri in sala e dopo quindici minuti hai già voglia di uscire all'aria aperta...pensi:"Succcederà qualcosa, un colpo di scena...e niente...niente...i personaggi sono rozzi e non riesci ad affezionarti a nessuno di loro. Per non parlare della assurda trovata di sceneggiatura per cui Lewellyn si trova invischiato nella storia. Per non parlare dell'assurdità del fatto che dopo più di un'ora di film il protagonista capisce (volpino!) che c'è una trasmittente nei soldi!!! Insomma un grandissimo bluff.
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Non capisco più niente...ma un film per quanto asciutto non dovrebbe far pensare, divertire, sognare, riflettere, e comunque non dovrebbe rappresentare un momento godibile....o almeno una di tutte queste cose.
Entri in sala e dopo quindici minuti hai già voglia di uscire all'aria aperta...pensi:"Succcederà qualcosa, un colpo di scena...e niente...niente...i personaggi sono rozzi e non riesci ad affezionarti a nessuno di loro. Per non parlare della assurda trovata di sceneggiatura per cui Lewellyn si trova invischiato nella storia. Per non parlare dell'assurdità del fatto che dopo più di un'ora di film il protagonista capisce (volpino!) che c'è una trasmittente nei soldi!!! Insomma un grandissimo bluff...Non vi fate ingannare!
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mario ausoni
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domenica 2 marzo 2008
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finalmente un cinema senza fronzoli!
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Lectio magistralis dei coen su come fare una film di qualità trattando argomenti triti e ritriti:la malvagità ineluttabile del mondo, i buoni vinti e tanto altro ancora senza essere mai banali o retorici.
il film ci scaraventa senza lezii, colpi di classe la dura inequivocabile realtà: non esiste equità, una qualsivoglia giustizia ma solo libero arbirtio che ci conduce verso scelte che potrebbero ritorcersi contro; nessuno a cui attribuire le conseguenze delle nostre decisioni, le cui propaggini si riverberano nella nostra esistenza tracciandone il solco. Moss ha scelto di prendere quei soldi e di sfidare alla cieca una masnada di delinquenti, psicolabili che farebbero ogni caso per riaverli.
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Lectio magistralis dei coen su come fare una film di qualità trattando argomenti triti e ritriti:la malvagità ineluttabile del mondo, i buoni vinti e tanto altro ancora senza essere mai banali o retorici.
il film ci scaraventa senza lezii, colpi di classe la dura inequivocabile realtà: non esiste equità, una qualsivoglia giustizia ma solo libero arbirtio che ci conduce verso scelte che potrebbero ritorcersi contro; nessuno a cui attribuire le conseguenze delle nostre decisioni, le cui propaggini si riverberano nella nostra esistenza tracciandone il solco. Moss ha scelto di prendere quei soldi e di sfidare alla cieca una masnada di delinquenti, psicolabili che farebbero ogni caso per riaverli. è l'autoderminazione a veicolarci verso il vortice di rezioni a catena che ogni nostra scelta innesca. è inutile rimanere in fissità a chiedersi il perchè di alcuni esiti, tanto non c'è del miele ad edulcorare i finali, il mite e mesto sceriffo ricerca una verità assoluta che possa dare una senso a tutta la sua vita trascorsa a inseguire i cattivi e difendere i buoni; al termine del viaggio si ritrova senza una verita tra le mani ma solo polvere di sogni, di illusioni e tanto sangue attorno.
è un film cinico, gnostico che non si prende certo la briga di sbrogliare il bandolo, spiegandoci ogni passo della trama, per poi, per buona pace di molti di noi, rivelarcil'imperscrutabile...no, lo scenario è tracciato, è buio, certo, è composito, denso, ma è lì, a mostrarci una cruda verità che ci ostiniamo a crederla divina.
grazie coen, ne avevamo bisogno, forse la cronaca nera in cui siamo immersi non è ancora abbastanza.
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(di anna)
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paride
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domenica 2 marzo 2008
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un'americanata
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Film che sarà anche girato bene! ma come fà uno che trova 2 milioni di dollari a tornare in mezzo ai cadaveri invece di filare coi soldi? e poi in tutto il texas riuscire a trovare una piccola valigetta? Fantascienza alla CSI! Ah! un omicida ti cerca e non ti trova e un investigatre ti trova in messico in TRE ORE!!!!!!!!!! boh.......
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qwqwq
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domenica 2 marzo 2008
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non piaciuto
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film difficile da capire con filale inconcludente
ke pero mostra significati profondi
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lupasqua
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domenica 2 marzo 2008
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inprobabile il finale ultimi 3 minuti
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perfetto il racconto ma troppo veloce, in certi momenti non si capisce la sequenza temporale
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rosso werner
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domenica 2 marzo 2008
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coen esplicitamente morali
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Bello, ma lo si sapeva. Non voglio perdere tempo ad illustrare la perfezione estetica di questo film perchè è già chiara a tutti, basta guardarlo. Vorrei esporre la mia opinione, invece, sul contenuto.
L'unico problema di questo film, se di problema si vuol parlare è l'eccessivo moralismo espresso, stavolta, dai dialoghi dello sceriffo. Solitamente, i Coen prediligevano una moralità più discreta, che costringeva lo spettatore ad interrogarsi egli stesso in prima persona sui fatti narrati, sul comportamento dei personaggi. Basta vedere "Fargo" o "L'uomo che non c'era" per rendersene conto.
Questa volta, invece, scelgono una strada più facile, più aperta ed esplicita e questo, a mio avviso, si verifica a detrimento dell'opera.
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Bello, ma lo si sapeva. Non voglio perdere tempo ad illustrare la perfezione estetica di questo film perchè è già chiara a tutti, basta guardarlo. Vorrei esporre la mia opinione, invece, sul contenuto.
L'unico problema di questo film, se di problema si vuol parlare è l'eccessivo moralismo espresso, stavolta, dai dialoghi dello sceriffo. Solitamente, i Coen prediligevano una moralità più discreta, che costringeva lo spettatore ad interrogarsi egli stesso in prima persona sui fatti narrati, sul comportamento dei personaggi. Basta vedere "Fargo" o "L'uomo che non c'era" per rendersene conto.
Questa volta, invece, scelgono una strada più facile, più aperta ed esplicita e questo, a mio avviso, si verifica a detrimento dell'opera. Tuttavia, un film da non perdere.
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max
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domenica 2 marzo 2008
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prima leggete il libro:
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è edito da Einaudi. Quando l'ho letto, mi sono detto: lo psicopatico è proprio da fratelli Coen, mi ricorda quello di Fargo. Se lo leggete ( anche se non è mai bene comparare film/libro) capirete anche qual è il limite del film. I Coen rendono bene l'ambientazione, alcuni personaggi chiave, ma scelgono per 3/4 di film l'angolatura dell'inseguimento, dell'azione. Solo alla fine rispostano la camera sullo sceriffo, senza dar modo di capire agli spettatori il finale, che sembra del tutto incoerente o inconcludente. Invece il protagonista del libro è l'occhio dello sceriffo che assiste da distante a tutta la corsa, a una storia crudele e senza senso che gli scappa di mano, come la gazzella che nel deserto fugge al cacciatore.
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è edito da Einaudi. Quando l'ho letto, mi sono detto: lo psicopatico è proprio da fratelli Coen, mi ricorda quello di Fargo. Se lo leggete ( anche se non è mai bene comparare film/libro) capirete anche qual è il limite del film. I Coen rendono bene l'ambientazione, alcuni personaggi chiave, ma scelgono per 3/4 di film l'angolatura dell'inseguimento, dell'azione. Solo alla fine rispostano la camera sullo sceriffo, senza dar modo di capire agli spettatori il finale, che sembra del tutto incoerente o inconcludente. Invece il protagonista del libro è l'occhio dello sceriffo che assiste da distante a tutta la corsa, a una storia crudele e senza senso che gli scappa di mano, come la gazzella che nel deserto fugge al cacciatore. Tutta la violenza, l'assurdità dei tempi presenti vengono confrontati con i tempi passati, ma il passato è passato e non offre soluzioni, come gli dice il vecchio vice-sceriffo in carozzella, come ( meglio nel libro) gli dice il buon senso della moglie. Come gli fa capire il sogno finale, in cui il padre, figura importante per McCarty, va comunque avanti nel deserto, illuminandogli la strada e preparando il fuoco del bivacco. L'ultima scena del film è l'ultima pagina del libro, una bellissima pagina sulla vita di frontiera, "vai avanti ragazzo, ci sono qua io". Ma qui è il limite dei Coen: aver riportato troppo tardi la camera sullo sceriffo , quando tutti aspettavamo il finale (coerente)della storia. Se l'avessero fatto forse l'Oscar come miglion non-protagonista l'avrebbe preso Tommy Lee Jones.Invece l'ha preso Barden, ma questa è un'altra storia.
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[+] prima leggete il libro
(di rusparosa)
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juve
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domenica 2 marzo 2008
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i coen sono tornati !
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Un film da paura, un capolavoro, meritatissimo l'oscar alla Regia e come Miglior Film! Barden è fantastico !
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