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Niente velo per Jasira: l'educazione sessuale di un'adolescente

Alan Ball adatta il romanzo di Alicia Erian per il grande schermo con delicatezza e fedeltà.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Niente è privato
Maria Bello (Maria Elaina Bello) (58 anni) 18 aprile 1967, Norristown (Pennsylvania - USA) - Ariete. Interpreta Gail Monahan nel film di Alan Ball Niente velo per Jasira.

martedì 14 luglio 2009 - Incontri

Niente è privato
Nello stesso anno in cui al Toronto Film Festival gli sceneggiatori Tony Gilroy e Paul Haggis portavano le loro prove da registi – Michael Clayton e Nella valle di ElahAlan Ball (premio Oscar per la sceneggiatura originale di American Beauty) presentava alla rassegna canadese l'esordio in lungo, Nothing is Private. Era il 2007 e il cinema stava sfoggiando il suo abito "socio-politico" migliore con opere quali Redacted di Brian De Palma, Slacker Uprising del documentarista Michael Moore e il beatlesiano Across the Universe di Julie Taymor (tutti in programma al TFF 07). Tra i titoli presenti in mostra, il film di Alan Ball – che segue il viaggio interiore di una tredicenne verso la conoscenza della propria sessualità sullo sfondo della prima Guerra del Golfo – tocca corde così profonde da scandalizzare e scuotere il pubblico canadese e qualche addetto della stampa internazionale che si sente offeso dai contenuti. Tuttavia il regista di Nothing is Private (che in inglese è stato rititolato Towelhead – termine dispregiativo per indicare persone di origini arabe – e in italiano Niente velo per Jasira) ha saputo dosare una narrazione esplicita e una delicatezza formale allontanando la macchina da presa dalla scena nei momenti di maggiore tensione erotica. Mentre nel primo approccio sessuale lo sguardo si posa quasi esclusivamente sui volti dei personaggi, lo stupro, che avviene nel "tranquillo" focolare domestico, è consumato lontano dagli occhi dello spettatore che lo percepisce osservando la facciata esterna della casa familiare. "Ho fatto attenzione che la camera si concentrasse sui visi dei personaggi perché erano i visi a interessarmi e le emozioni che stavano scaturendo dall'atto piuttosto che quello che stava succedendo a parti specifiche del corpo", ha spiegato Ball. "Ho sempre pensato che se quelle scene fossero state troppo esplicite mi avrebbero distratto dal più importante peso emotivo di ciò che sta accadendo".

Un libro difficile da tradurre per lo schermo
Alan Ball: Di fronte all'adattamento di "Beduina" la sfida che si presentava era di individuare il miglior modo di descrivere il senso più reale della scoperta della sessualità di Jasira senza legarla necessariamente a particolari azioni o parti del corpo. Le sue fantasie erotiche sono ispirate a quel tipo di idea innocente di una donna nuda che corre completamente felice e spensierata nella sua nudità senza rendersi conto di tutte le complicazioni del sesso. Nella mente di Jasira c'è questo mondo magico in cui le donne sono apprezzate per essere belle e divertenti senza doverne pagare il prezzo.
Alicia Erian: Ho accettato di lasciare che Alan adattasse il mio romanzo perché mi aveva promesso di fare il possibile perché l'opera risultasse divertente quanto il libro. Per me si trattava di una questione molto importante; senza l'umorismo il film sarebbe stato solamente una stucchevole storia di abusi. Alan ne era conscio e mi ha mantenuto la sua parola. Il materiale di partenza è dark, su non c'è dubbio, ma di base è mescolato anche a un umorismo dark. È incredibile come Alan sia stato capace di condensare il romanzo in un film senza diminuire l'impatto della storia. I suoi tagli – inevitabili – non sono stati solo indolori, ma anche alquanto ingegnosi in certi punti. Un paio di volte come scrittrice mi è sembrato di imparare qualcosa di nuovo da quello che lui aveva tolto. I miei personaggi sono rimasti tali e quali, e forse hanno anche guadagnato qualcosa in più visto che hanno preso vita sul grande schermo.

Interpretare un personaggio scomodo
Aaron Eckhart: C'era solo un modo per indossare i panni del mio personaggio ed era quello di renderlo il più reale e umano possibile facendolo innamorare di Jasira. Non volevo che Travis Vuoso risultasse un predatore, un maniaco. Al contrario volevo che fosse chiaro che è un uomo che ha toccato il fondo, non è soddisfatto della sua condizione ma non ha mai avuto altre chance. Quando conosce Jasira vede in lei un'occasione di vita diversa. È come se prima avesse sempre osservato le cose in bianco e nero e improvvisamente scoprisse i colori. Questo era il solo modo per renderlo più umano nella sua ambiguità: Travis è un uomo che s'innamora di una ragazza. È ovvio che il fatto che la ragazza abbia solo tredici anni lo rende un criminale, ma c'erano da esplorare tutte le complessità del caso. Non è stato facile calarmi nei suoi panni, dire e fare le cose mostruose che dice e fa. Non potevo neanche appoggiarmi al fatto che Summer fosse maggiorenne quando abbiamo girato, perché nel film mi stavo facendo una tredicenne. Sono stati giorni difficili ma non abbiamo avuto nessun problema perché Summer si è dimostrata una bravissima attrice e Alan un regista davvero sensibile.

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