dario carta
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mercoledì 1 luglio 2009
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inquietudine e psicologia
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"Joshua" è un thriller di natura psicologica.
Non si allinea ai canoni della paura visiva,ma l'angoscia fluisce da cio che non è percepito dall'occhio ma si avverte sublimato nelle immagini che non vengono raccolte dal senso della vista.
La paura diventa tangibile quando lo spettatore avverte che cosa può accadere quando una famiglia felice e benestante conosce il rovesciamento del proprio destino e si accorge che il caos è dilagato violentemente nella propria condizione esistenziale.
La forma del film è concretamente sagomata in una dimensione realistica,non esoterica o soprannaturale e questo infonde maggiore stupore e inquietudine,perchè mette di fronte alla reale possibilità che qualcosa possa davvero sovvertire l'apparente sicurezza che è stata fatta oggetto di una pianificazione di vita.
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"Joshua" è un thriller di natura psicologica.
Non si allinea ai canoni della paura visiva,ma l'angoscia fluisce da cio che non è percepito dall'occhio ma si avverte sublimato nelle immagini che non vengono raccolte dal senso della vista.
La paura diventa tangibile quando lo spettatore avverte che cosa può accadere quando una famiglia felice e benestante conosce il rovesciamento del proprio destino e si accorge che il caos è dilagato violentemente nella propria condizione esistenziale.
La forma del film è concretamente sagomata in una dimensione realistica,non esoterica o soprannaturale e questo infonde maggiore stupore e inquietudine,perchè mette di fronte alla reale possibilità che qualcosa possa davvero sovvertire l'apparente sicurezza che è stata fatta oggetto di una pianificazione di vita.
Nella famiglia ogni cosa scivola inesorabilmente fuori controllo all'arrivo della sorellina,elemento di disturbo in una situazione familiare che appariva consolidata,ma che rivela un equilibrio traumatizzato dal nuovo evento.
E' un gioco di rimessa che il ragazzo imbastisce con i genitori,colpevoli di avergli messo accanto una nuova creatura,che egli non conosce.
La provocazione lanciata dal film fa leva sulla consapevolezza del duro compito di diventare genitori,l'ansia che ne consegue e la presa di coscienza che questa nuova condizione annulla e sostituisce ogni precedente situazione esistenziale.
Joshua non tende la mano a Damien,("Il presagio"),o con Regan,("L'esorcista") e la sua storia non si allinea alle vicende di "Shining" o "The Bad Seed" o "Rosemary's Baby".
Joshua fiancheggia l'idea raggelante dell'ignoto che permea l'intera vicenda.
La madre appare impazzita e in preda ad un delirio senza controllo,il padre è assente perchè occupato sul fronte dell'impegno sociale e lavorativo e lo sconcerto del bimbo naufraga in un mare di sconfortante disarmonia familiare e vede disintegrarsi le certezze che lo hanno accompagnato fino al momento in cui è diventato fratello.
E la caduta dell'intera famiglia ha inizio.
L'antitesi tra l'idea della purezza di un bambino,della sua solarità innocente e la consapevolezza - o il timore - che questo bimbo possa nascondere il male,stravolge ogni certezza e crea sconforto e profondo accoramento.
Nella visione distorta del ragazzo i genitori sono responsabili della sua profonda infelicità per il tradimento subìto.
George Ratliff confeziona questo prodotto su una sceneggiatura stesa a quattro mani con David Gilbert,offrendo una storia inquietante che interpola horror,psicologia ed elementi noir di un social thriller.
Il risultato è questo film di discreta fattura,nonostante il basso costo imposto dalla produzione,che tesse un dramma degli affetti alla luce di una tragedia in un nucleo di persone ordinarie.
I rapporti coniugali sono efficacemente raccontati dalla coppia Sam Rockwell e Vera Farmiga che mettono in scena la loro crisi con realismo e soffrono l'incubo del figlio dando intensità ad un dipinto che raffigura pietà ed orrore.
Jacob Kogan è Joshua,che suona il piano e tocca i tasti della malignità con inquietante abilità e fa perfettamente suo il personaggio che dà vita ed anima ad un film sull'ansia e il mistero che a volte celano le loro fattezze dietro situazioni solo in apparenza ordinarie.
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[+] c'e' dell'altro...oltre al diavolo.
(di gus da mosca)
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[+] ...ha ragione l'assistente sociale.
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frank75
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venerdì 26 marzo 2010
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horror? thriller? no, un noioso dramma psicologico
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Joshua (Jacob Kogan) è un bambino diverso, ha un talento notevolmente superiore alla norma, tanto che le sue insegnanti pensano di avanzarlo di una o addirittura due classi. Nel tempo libero frequenta una scuola di musica dove impara a suonare il pianoforte in maniera sopraffina. La sua vita e quella della sua famiglia procedono a gonfie vele, almeno finché nasce la sua sorellina Lily. Quell’evento cambia radicalmente la vita in quel elegante appartamento nel cuore di New York dove vive la famiglia Cairn. I suoi genitori, Brad (Sam Rockwell) e Abby (Vera Farmiga), per ragioni diverse, lui per il suo delicato lavoro di agente di cambio e lei perché impegnata nel dispensare cure estreme a quella neonata creatura, finiscono col trascurare il piccolo Joshua.
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Joshua (Jacob Kogan) è un bambino diverso, ha un talento notevolmente superiore alla norma, tanto che le sue insegnanti pensano di avanzarlo di una o addirittura due classi. Nel tempo libero frequenta una scuola di musica dove impara a suonare il pianoforte in maniera sopraffina. La sua vita e quella della sua famiglia procedono a gonfie vele, almeno finché nasce la sua sorellina Lily. Quell’evento cambia radicalmente la vita in quel elegante appartamento nel cuore di New York dove vive la famiglia Cairn. I suoi genitori, Brad (Sam Rockwell) e Abby (Vera Farmiga), per ragioni diverse, lui per il suo delicato lavoro di agente di cambio e lei perché impegnata nel dispensare cure estreme a quella neonata creatura, finiscono col trascurare il piccolo Joshua. Questo inizia così a ritagliarsi la sua parte di attenzione attraverso macabri discorsi sui morti nonché per mezzo di gesti le cui conseguenze finiranno perfino per nuocere alla salute mentale e fisica dei suoi genitori. Ma la particolarità è che agisce nell’ombra in una sorta di meschina vendetta, almeno finché non verrà scoperto dal padre che tenterà però invano di fermarlo. La battaglia psicologica che nascerà tra i due finirà per avere conseguenze assolutamente inaspettate e tragiche.
Ritmo estremamente lento per un copione che non sembra avere nulla di veramente originale e sorprendente. Il tentativo sembra essere quello di riproporre l’abusato clichè del bambino con poteri o comportamenti demoniaci. Ma il piccolo Joshua oltre a non avere poteri demoniaci, non ne ha neanche atteggiamenti o comportamenti. In realtà non sembra avere proprio nulla di davvero inquietante questo bambino sia per la discutibile scelta dell’attore che interpreta Joshua sia perché ha comportamenti sì estremi ma alla fine non poi così anomali per un bambino viziato, invidioso e geloso come sembra essere il protagonista. In realtà sembra essere un vano tentativo di confezionare un horror raffinato, dal quale invece ne esce un thriller poco avvincente e avaro di emozioni che finisce addirittura per sfociare in un discutibile dramma psicologico senza grande appeal.
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