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"Joshua" è un thriller di natura psicologica.
Non si allinea ai canoni della paura visiva,ma l'angoscia fluisce da cio che non è percepito dall'occhio ma si avverte sublimato nelle immagini che non vengono raccolte dal senso della vista.
La paura diventa tangibile quando lo spettatore avverte che cosa può accadere quando una famiglia felice e benestante conosce il rovesciamento del proprio destino e si accorge che il caos è dilagato violentemente nella propria condizione esistenziale.
La forma del film è concretamente sagomata in una dimensione realistica,non esoterica o soprannaturale e questo infonde maggiore stupore e inquietudine,perchè mette di fronte alla reale possibilità che qualcosa possa davvero sovvertire l'apparente sicurezza che è stata fatta oggetto di una pianificazione di vita.
Nella famiglia ogni cosa scivola inesorabilmente fuori controllo all'arrivo della sorellina,elemento di disturbo in una situazione familiare che appariva consolidata,ma che rivela un equilibrio traumatizzato dal nuovo evento.
E' un gioco di rimessa che il ragazzo imbastisce con i genitori,colpevoli di avergli messo accanto una nuova creatura,che egli non conosce.
La provocazione lanciata dal film fa leva sulla consapevolezza del duro compito di diventare genitori,l'ansia che ne consegue e la presa di coscienza che questa nuova condizione annulla e sostituisce ogni precedente situazione esistenziale.
Joshua non tende la mano a Damien,("Il presagio"),o con Regan,("L'esorcista") e la sua storia non si allinea alle vicende di "Shining" o "The Bad Seed" o "Rosemary's Baby".
Joshua fiancheggia l'idea raggelante dell'ignoto che permea l'intera vicenda.
La madre appare impazzita e in preda ad un delirio senza controllo,il padre è assente perchè occupato sul fronte dell'impegno sociale e lavorativo e lo sconcerto del bimbo naufraga in un mare di sconfortante disarmonia familiare e vede disintegrarsi le certezze che lo hanno accompagnato fino al momento in cui è diventato fratello.
E la caduta dell'intera famiglia ha inizio.
L'antitesi tra l'idea della purezza di un bambino,della sua solarità innocente e la consapevolezza - o il timore - che questo bimbo possa nascondere il male,stravolge ogni certezza e crea sconforto e profondo accoramento.
Nella visione distorta del ragazzo i genitori sono responsabili della sua profonda infelicità per il tradimento subìto.
George Ratliff confeziona questo prodotto su una sceneggiatura stesa a quattro mani con David Gilbert,offrendo una storia inquietante che interpola horror,psicologia ed elementi noir di un social thriller.
Il risultato è questo film di discreta fattura,nonostante il basso costo imposto dalla produzione,che tesse un dramma degli affetti alla luce di una tragedia in un nucleo di persone ordinarie.
I rapporti coniugali sono efficacemente raccontati dalla coppia Sam Rockwell e Vera Farmiga che mettono in scena la loro crisi con realismo e soffrono l'incubo del figlio dando intensità ad un dipinto che raffigura pietà ed orrore.
Jacob Kogan è Joshua,che suona il piano e tocca i tasti della malignità con inquietante abilità e fa perfettamente suo il personaggio che dà vita ed anima ad un film sull'ansia e il mistero che a volte celano le loro fattezze dietro situazioni solo in apparenza ordinarie.
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gus da mosca
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domenica 12 luglio 2009
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c'e' dell'altro...oltre al diavolo.
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Curiosamente il denominatore comune di tutte le recensioni (copresa la tua) e' la famiglia distrutta dal diabolico Joshua, che gioca ad amplificare i punti deboli dei caratteri di chi lo circonda. Un bambino che sembrerebbe fare del male per il gusto di far del male, ma tutti dicono (come ammicca anche il film): il bambino e' indemoniato ! Io la penso diversamente: la figura chiave del film e' l'amico pianista a cui il bambino "si dichiara" nella canzoncina finale del film. "Amico buono" o "Cinica bestia": il film non ce lo dice, ma ci autorizza a pensarlo suggerendocelo attraverso i disegni di Joshua (...per nulla ispirati dal diavolo)
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gus da mosca
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lunedì 13 luglio 2009
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...ha ragione l'assistente sociale.
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Aggiungo: la tua recensione mette al centro del trauma di Joshua l'arrivo della sorellina. La "cattiveria" di Joshua sarebbe una esternazione violenta della sua gelosia affettiva. Io non la penso cosi'. Penso che questa esplosione incontrollata di gelosia non sia la causa del comportamento alterato del bambino, ma l'effetto di un malessere comportamentale che sta a monte. I disegni parlano chiaro il bambino sta vivendo un trauma (che il film si "diverte" a far credere diabolico, non a caso. In tempi passati quanti bambini molestati o maltrattati vennero considerati indemoniati, per i loro comportamenti inspiegabili e "cattivi"). Quale sia il reale trauma il film non lo dice, ma lo lascia intuire con quella canzoncina del bimbo dedicata "all'amico di pianoforte", dietro c'e' forse qualcosa di torbido, non necessariamente criminale, ma sicuramente destabilizzante per il fanciullo.
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Aggiungo: la tua recensione mette al centro del trauma di Joshua l'arrivo della sorellina. La "cattiveria" di Joshua sarebbe una esternazione violenta della sua gelosia affettiva. Io non la penso cosi'. Penso che questa esplosione incontrollata di gelosia non sia la causa del comportamento alterato del bambino, ma l'effetto di un malessere comportamentale che sta a monte. I disegni parlano chiaro il bambino sta vivendo un trauma (che il film si "diverte" a far credere diabolico, non a caso. In tempi passati quanti bambini molestati o maltrattati vennero considerati indemoniati, per i loro comportamenti inspiegabili e "cattivi"). Quale sia il reale trauma il film non lo dice, ma lo lascia intuire con quella canzoncina del bimbo dedicata "all'amico di pianoforte", dietro c'e' forse qualcosa di torbido, non necessariamente criminale, ma sicuramente destabilizzante per il fanciullo. Del resto sarrebbe irrealistico pensare che il bimbo sia traumatizzato esclusivamente dalla nascita della sorellina, al punto da avere gravi disturbi comportamentali (omicidio della nonna ! avvelenamento di animali domestici...)...c'e' dell'altro e non e' il diavolo.
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