Altro esempio di interazione fra religione e deviazione sociale in una proiezione oscura di uno spaccato di condizione umana distorta da una deviazione equivoca e disordinata.
Il punto d'incontro fra psicologia e fede è l'origine di innumerevoli pellicole che fanno corona al disturbo più abusato da Hollywood che affligge il rapporto fra crimine e Parola Ispirata,allargando i termini del delirio mentale ai confini della Rivelazione Divina ("Se7en" , "The Horsemen").
In "The Ministers - Giustizia privata",Franc Reyes ("Illegal Tender", " Empire"),fa ingresso nella violenza del sottobosco metropolitano,esplorando le bolle malate delle deviate ispirazioni divine,germi di febbrili stati di allucinazioni psico-spirituali,portatori di crimini e morte.
Celeste (Florencia Lozano) è un'agente della polizia di New York,che tredici anni prima aveva assistito all'omicidio del padre,assassinato in strada davanti ai suoi occhi da due sconosciuti incappucciati che,prima di fuggire, le avevano lasciato in mano un biglietto che conduceva a Dio l'operato di quella sera.
La tragedia avrebbe segnato per sempre la ragazza,portandola ad unirsi da adulta alle forze di polizia,affiancata dall'ex collega del padre ed ora suo mentore ed amico Joe Bruno (Harvey Keitel),nella ricerca ossessiva dei criminali responsabili dell'assassinio,nella speranza di ritrovare la pace dopo anni di tormento e rabbia.
L'omicidio di un losco faccendiere appena uscito di galera conduce Celeste e Bruno sulle tracce dei criminali che, tornati a colpire,lasciano sul luogo del delitto la medesima firma di anni prima.
Responsabili dei crimini sono Dante e Perfecto (John Leguizamo),due fratelli invasati da un distorto senso biblico di una delirante giustizia.
Trama trasversale o conduzione narrativa è quella che vede i due fratelli divisi sul loro stesso fronte,quando Dante si invaghisce di Celeste ed il dubbio di una love story si insinua nel racconto.
"The Ministers" è un prodotto derivativo,scarno negli spunti e nelle dinamiche accomodanti,che indulgono in clichès e formule preconcette insufficienti a dare il minimo fiato ad un film che,dopo un antefatto intrigante,perde il ritmo in un'indagine psicologica di dramma a bassa tensione emotiva.
L'affondo allo strato sociale malato e infettato da una farneticante visione del riscatto biblico,smarrisce l'ambizione del regista nella confusa ricerca di sottotrame caratteriali e disincarnate in uno stilismo narrativo che soffoca la sostanza del racconto.
Quando il fascino dell'oscurità che regna sul viaggio nel morbo sociale volge alla sequela dell'astrazione psicologica,l'accento del regista sulle fuorviazioni psicotiche diventa troppo raffinato per godere dei privilegi di uno psycho thriller e troppo facinoroso per un dramma umano.
Reyes non tiene salde le redini di questa blanda storia,dove l'elemento della religione distorta si asciuga all'applicazione e là dove il film non si libera dell'identità afflitta dai sintomi del cinema da piccolo schermo, il tema della ricerca del lato oscuro perde lo smalto in un appannato componimento narrativo dall'aspetto tanto ambizioso quanto episodico.
[+] lascia un commento a dario carta »
[ - ] lascia un commento a dario carta »
|