Anno | 2005 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Messico |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Francisco Vargas |
Attori | Ángel Tavira, Gerardo Taracena, Dagoberto Gama, Mario Garibaldi, Fermín Martínez Silverio Palacios, Octavio Castro. |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 29 dicembre 2014
Al Box Office Usa The Violin ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 28,8 mila dollari e 16,6 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Anziano suonatore di violino, Don Plutarco gira accompagnato dal nipotino Lucio e dal figlio Genaro, che è anche uno dei capi della guerriglia campesina. Nel momento in cui i militari occupano il loro villaggio, tutti i ribelli si ritirano tra le montagne in attesa della prossima mossa da fare. A portare loro le munizioni penserà il saggio Plutarco che, andando a suonare ogni giorno per un capitano innamorato della musica, riesce a raggiungere la buca nel terreno in cui sono nascoste.
Storia di un vecchio, di un violino e di una battaglia contro l'oppressione, El violín è un film di puro racconto, l'esordio nel lungometraggio di un regista che desidera intrattenere con una vicenda esemplare, destando l'interesse del pubblico senza cedimento alcuno. Nessun vezzo, nessuna teoria, soltanto la voglia di dare la massima credibilità ad una situazione tipo in cui alcuni uomini ne affliggono degli altri. Non per niente, Francisco Vargas preferisce il bianco e nero al colore, operando una scelta stilistica capace di camuffare nel miglior modo possibile il tempo in cui ha luogo l'azione. Che sia il Messico oppure un qualsiasi altro angolo dell'America del Sud, il nodo centrale rimane quello della necessità di mantenere la propria libertà, valore inalienabile da trasmettere dal più grande al più piccolo come fosse l'unica favola da narrare davanti all'ardere di un fuoco.
Film al plurale maschile, con tre generazioni di uomini a confronto, attrae con la semplicità del linguaggio, con una limpidità d'altri tempi, mediante sequenze di inequivocabile significato: si pensi al momento in cui Don Plutarco acquista una mula da un latifondista che gli dà da firmare, come garanzia, un foglio bianco sul quale soltanto dopo scriverà le sue condizioni; vicino a lui, rimane a guardare Lucio, solo un bambino, ma già in grado di capire l'ingiustizia così come l'importanza di quel coraggio che imparerà a cantare con una chitarra, perché il sacrificio del nonno non sia stato vano. Con un'attenzione particolare alla composizione plastica delle inquadrature, i quadri che mostrano i contadini, donne e bambini, nascosti nella sierra, Vargas compone un canto per tutti gli ultimi, per i contadini senza voce (Plutarco quasi non parla, ascolta, com'è stato abituato a fare da sempre), per chi non ha niente, ma può contare sulla propria dignità.
Accolto all'interno della sezione Un certain regard di Cannes 2006, El violín è la versione, per così dire, estesa di un omonimo cortometraggio di trenta minuti presentato dal regista alla Cinéfondation della precedente edizione del festival.
Penso sia un bun film, molto bello, alcune scene sono violente, alcune immagini bellissime, ben narrato, in sintesi tutto mondo e paese.....
The tiny, tough, sneakily moving film “The Violin” wears its revolutionary romanticism on its sleeve, not far from its gun. Set amid the mountains of the southern Pacific Coast state of Guerrero, Mexico, home of both touristic pleasures and peasant revolt, it blends fablelike simplicity with documentary touches to tell the story of a near-primordial struggle between the haves and the have-nots.