theophilus
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lunedì 9 dicembre 2013
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cupo come il piombo
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LA MOUSTACHE
Tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 1986, La moustache è il lungometraggio d’esordio dello scrittore Emmanuel Carrère. Egli si era già cimentato dietro la cinepresa con il documentario Retour à Kotelnitch, che gli era valso il Premio opera prima a France Cinéma 2004. Di quella precedente esperienza il presente film serba l’incisività drammatica e il linguaggio nervoso, penetrante. Carrère mostra una naturale consonanza con la tematica noir, affrontata con piglio giornalistico, sintetico, oggettivo, ma anche con notevoli capacità introspettive, grazie alle quali riesce a coinvolgere immediatamente lo spettatore.
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LA MOUSTACHE
Tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 1986, La moustache è il lungometraggio d’esordio dello scrittore Emmanuel Carrère. Egli si era già cimentato dietro la cinepresa con il documentario Retour à Kotelnitch, che gli era valso il Premio opera prima a France Cinéma 2004. Di quella precedente esperienza il presente film serba l’incisività drammatica e il linguaggio nervoso, penetrante. Carrère mostra una naturale consonanza con la tematica noir, affrontata con piglio giornalistico, sintetico, oggettivo, ma anche con notevoli capacità introspettive, grazie alle quali riesce a coinvolgere immediatamente lo spettatore.
La moustache porta sullo schermo cinematografico un nuovo esempio di incubo urbano. L’ambientazione parigina, con personaggi della medio alta borghesia portatori di un’alienazione identitaria che è stata spesso rappresentata dal cinema contemporaneo (francese e non) – si pensi a L’adversaire, della regista Nicole Garcia, non a caso tratto da un romanzo dello stesso Carrère – ci ha ricordato subito alcune atmosfere del mirabile thriller Caché, di Michael Haneke. Più sofisticato e subdolo il film del regista austriaco, più coinvolgente e cupo quello di Carrère, entrambi hanno la capacità di tenere sospeso fino all’ultimo un pubblico incapace di venire a capo di quanto proposto dalle immagini e dalla sceneggiatura. Le pellicole sono poi accomunate da un dato di partenza, oggettivamente semplice per ambedue, da cui si scatenerà una storia dagli sviluppi complessi che travolgeranno i protagonisti, andando a scandagliare il loro passato. Ciononostante, siamo ugualmente di fronte a due storie sobrie che non ricorrono mai ad espedienti banalmente esteriori per attirare l’attenzione, ma tengono inchiodato lo sguardo e la mente di un pubblico che partecipa attivamente alla trama, grazie a processi di auto identificazione che vengono sollecitati con grande perizia dai due registi.
Particolarmente felice c'è parsa in proposito la scelta del protagonista maschile di La moustache. Vincent Lindon incarna l’immagine più del guascone sfrontato e della simpatica canaglia (avvalorate da film quali Mercredi, folle journée – Pascal Thomas, 2001 o Le coût de la vie – Philippe Le Guay, 2004) che non quella del personaggio tormentato e, pertanto, il suo incubo va tanto più a segno quanto meno ci si aspetta che egli possa esserne vittima. Emmanuelle Devos, intensa e misurata nel contempo, conferma le notevoli qualità drammatiche che le abbiamo riconosciute in tutti i film che l’hanno vista protagonista. Per entrambi il premio come miglior attore protagonista a France Cinéma 2005.
Dobbiamo invece e per l’ennesima volta rimarcare l’inconsistenza del titolo dato al film nelle sale italiane. L’amore sospetto non ha alcun senso e tradisce completamente la natura angosciosa del film che, al contrario, una denominazione diretta e immediata come La moustache sa suggerire con prontezza, senza fuorviare in nessun modo.
Enzo Vignoli,
6 agosto 2006.
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molenga
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sabato 30 giugno 2012
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i baffi
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Marc( lindon) un giorno, prima d'uscire, decide di tagliarsi i baffi che porta da sempre: nessuno nota niente, compresa la moglie( la devos), così lui si convince che tutti stiano prendendolo in giro...finché, dal baffo, altri pezzi della sua vita gli vengono mancando. una vacanza che non ha mai fatto, la morte del padre di cui non ha ricordo...quando lòa moglie, con l'aiuto di un collega, vuol farlo rinchiudere, lui scappa verso hong kong...
Film che si perde un po' per strada, grande prova attoriale, ottima messa in scena ma, poi, egotismo e lentezza tutti francesi.Comunque buono e consigliabile almeno per 3/4 del tempo complessivo
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rosvoice
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lunedì 13 giugno 2011
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l'importanza e la fragilità della "coppia"
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l'inizio del film non lascia dubbi: Marc decide di tagliare i baffi ... routine di forbici e schiuma da barba, gestualità comune, quasi familiare, che ci trasporta subito nell'atmosfera intimistica della coppia nella loro casa. Una coppia come tante, con dinamiche comuni a tutti noi, stravolta da un semplice gesto di toeletta quotidiana: Marc cerca un riscontro (positivo o negativo che sia) al suo nuovo look, ma la moglie non sembra aver notato nulla ... fino alla sconvolgente verità: "lui" i baffi non li ha mai avuti; o forse si? Sono gli altri a essere pazzi? E' un complotto contro la sua persona? inizia qui la destabilizzazione della coppia, la paura da ambedue le parti della solitudine, di aver perso la complicità e la sicurezza che l'amato infondeva nella vita dell'altro per colpa della follia.
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l'inizio del film non lascia dubbi: Marc decide di tagliare i baffi ... routine di forbici e schiuma da barba, gestualità comune, quasi familiare, che ci trasporta subito nell'atmosfera intimistica della coppia nella loro casa. Una coppia come tante, con dinamiche comuni a tutti noi, stravolta da un semplice gesto di toeletta quotidiana: Marc cerca un riscontro (positivo o negativo che sia) al suo nuovo look, ma la moglie non sembra aver notato nulla ... fino alla sconvolgente verità: "lui" i baffi non li ha mai avuti; o forse si? Sono gli altri a essere pazzi? E' un complotto contro la sua persona? inizia qui la destabilizzazione della coppia, la paura da ambedue le parti della solitudine, di aver perso la complicità e la sicurezza che l'amato infondeva nella vita dell'altro per colpa della follia. Follia che genera una reazione a catena, sovrapposizione di ricordi inesistenti (come l'invito a cena del padre defunto da un anno), tentativo straziante di recuperare quella quotidiana "normalità" con una serata dedita a shopping e cenetta dove il nervosismo rasenta la rottura. Tra questi eventi incombe un oggetto: l' album di foto ricordo di una vacanza a Bali; reale o anche questa frutto della follia di Marc? Fino ad arrivare al sospetto (fondato)che Agnes lo crede pazzo e vuol farlo ricoverare; inizia da qui la fuga del protagonista,senza meta, delirante, in taxi a Parigi, poi ad Hong Kong dove reale e surreale si confondono per lasciar spazio ad un finale piuttosto inquietante, dove la sensazione angosciante di solitudine che caratterizza tutto il film e fa riflettere, si placa con l'apparizione della amatissima moglie in una realtà non più etranea, dove il taglio dei baffi finalmente non è più causa di problemi, ma stupisce piacevolmente.
sogno o realtà?
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hatecraft
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lunedì 29 novembre 2010
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ovvero il trauma di sbaffarsi
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Evidentemente per il protagonista smarrito di questo film, l'idea di farla finita coi baffi è molto traumatica: in fondo chi sarebbe senza baffi? un'altra entità?. Ormai i baffi sono parte di Egli, che durante una gita in barca notturna in una lontanissima Honk Kong ne immagina (sogna) le possibili conseguenze: sì, senza baffi nessuno se ne accorgerebbe (sic!) e l'unico a farne le spese sarebbe lui. Destatosi decide lo stesso di sbaffarsi, e sta volta le cose paiono funzionare.
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futura
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sabato 23 agosto 2008
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tra kafka e pirandello
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Tra Kafka e Pirandello un film che tiene piacevolmente sospesi per tuttala sua durata. Tenero e nevrotico Vincent Lindon nella sua bella interpretazione
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rosa
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giovedì 3 luglio 2008
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ridatemi i soldi del noleggio!!
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e' una grandissima cagata, ho speso 3 euro per niente!!
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fabrizio/bukettes
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martedì 11 dicembre 2007
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film francese che delude le aspettative
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film francese che un ottima idea di partenza che pero ad un certo punto scade nell sentimentalismo e nell'insensatezza più bieca
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fabrizio/bukettes
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martedì 11 dicembre 2007
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film francese che delude le aspettative
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questo film francese ha una buona idea di partenza ma piu in la durante il soggiorno ad hog kong si perde il senso di tutto il film
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alessio novarelli
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venerdì 30 novembre 2007
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l'amore sospetto
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“La Moustache”,ovvero i baffi in francese,si aggiudica il premio come miglior film da La Quinzaine des Realizateurs del Festival di Cannes 2005.
Emmanuel Carrère scrittore e sceneggiatore transalpino al suo esordio alla regia,realizza un lungometraggio prettamente surrealista,riuscendo a creare un’atmosfera di dubbio e non senso,una continua ricerca indecifrabile della realtà,destabilizza la visione. Un impasto narrativo seducente accompagna una sensazione d’ambiguità,un black out cognitivo innesca un’impossibilità di decodificazione dell’evento e un’incapacità di interazione tra i due, Vincent Lindon tra sconcerto e stupore e l’ hitchcockiana Emmanuelle Devos.
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“La Moustache”,ovvero i baffi in francese,si aggiudica il premio come miglior film da La Quinzaine des Realizateurs del Festival di Cannes 2005.
Emmanuel Carrère scrittore e sceneggiatore transalpino al suo esordio alla regia,realizza un lungometraggio prettamente surrealista,riuscendo a creare un’atmosfera di dubbio e non senso,una continua ricerca indecifrabile della realtà,destabilizza la visione. Un impasto narrativo seducente accompagna una sensazione d’ambiguità,un black out cognitivo innesca un’impossibilità di decodificazione dell’evento e un’incapacità di interazione tra i due, Vincent Lindon tra sconcerto e stupore e l’ hitchcockiana Emmanuelle Devos. Il non riuscire più a decifrare il senso di ciò che è visibile, suscita angoscia, se poi non riconosciamo neppure la nostra immagine si può sprofondare in un incubo. Stile Kafkiano,verità e menzogne,complotto o ossessioni,sogno ma forse no,il piacere dell’enigma dai tratti misteriosi e inquietanti con il commento musicale affidato a Philip Glass. Tagliarsi i baffi per poi perdersi,nessuna risposta,nessuna certezza,tra Pirandello e Bunuel.
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fra mau
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giovedì 22 novembre 2007
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e per baffo!!!!
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TERRIBILE,ANCORA CERCO DI RIFARMI CON QUALSIASI COSA ANCHE UNA PUBBLICITà è SICURAMENTE PIù ESAUSTIVA.....
L'idea iniziale era anche carina, ma soprattutto...lui che ci va a fare a Hong-Kong?C'è qualche raffinatissimo substrato metafisico che io, comune mortale noiosamente borghese, non riesco a cogliere nella sua profonda intelletualità? O e semplicemente...una boiata pazzesca (Fantozzi docet)???Aiuto!!!
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