Quella strada è dentro l'uomo
di Roberta Bottari Il Messaggero
Il ventidue febbraio del 1944 è la data della vita di Primo Levi: quella che segna per sempre il confine fra un prima e un dopo, quella della sua deportazione a Monowitz (Auschwitz). Il nome di Levi, al lager, è häftling (pezzo) 174517. Funzionante. E non è economicamente conveniente distruggere un pezzo che funziona, per questo lo scrittore è uno fra i pochissimi che riesce a tornare dai campi di concentramento. Il suo fortunoso ritorno attraverso un lungo girovagare nei Paesi dell'Est, raccontato dallo stesso Levi in La Tregua (vincitore della prima edizione del Premio Campiello) e descritto da Francesco Rosi nell'omonimo film, torna oggi al cinema grazie a Davide Ferrario. [...]
di Roberta Bottari, articolo completo (2629 caratteri spazi inclusi) su Il Messaggero 20 ottobre 2006