La strada di Levi

Credo che un critico dovrebbe prima vedere bene il film, e poi giungere a conclusioni che paiono al quanto affrettate. Dispiace perchè non fate una buona pubblicità a uno dei migliori lavori, a mio parere, degli ultimi anni. Il nesso tra Ground Zero e le problematiche socio-economiche della "nuova Europa" è tutto nell'incipit di Ferrario che spiega la connessione tra vecchia e nuova "Tregua".Ed è comprensibilissimo. La banalizzazione che voi avete dato a questo profondo interrogativo che Ferrario di pone e ci pone mi ha deluso al quanto. Spero possiate riguardare il documentario con occhio meno supponente e con più trasporto, ciò non toglie che i gusti siano soggettivi, ma anche da un punto di vista linguistico mi pare un buon film, come non se ne vedono spesso in giro. [+]

Credo che un critico dovrebbe prima vedere bene il film, e poi giungere a conclusioni che paiono al quanto affrettate. Dispiace perchè non fate una buona pubblicità a uno dei migliori lavori, a mio parere, degli ultimi anni. Il nesso tra Ground Zero e le problematiche socio-economiche della "nuova Europa" è tutto nell'incipit di Ferrario che spiega la connessione tra vecchia e nuova "Tregua".Ed è comprensibilissimo. La banalizzazione che voi avete dato a questo profondo interrogativo che Ferrario di pone e ci pone mi ha deluso al quanto. Spero possiate riguardare il documentario con occhio meno supponente e con più trasporto, ciò non toglie che i gusti siano soggettivi, ma anche da un punto di vista linguistico mi pare un buon film, come non se ne vedono spesso in giro. Grazie e buon lavoro. [-]

il tuo libro e stupendo complimenti peccato ke 6 morto...

Sulla base del libro la Tregua di Prmo Levi, che dopo Se questo è un uomo narra il viaggio di ritorno in Italia dopo la liberazione dal campo di sterminio, il documentario ripercorre appunto la strada di Levi. Si riscopre un mondo che nonostante il tempo passato la fine delle ideologie e lo spadroneggiare dell'economia di mercato non è cambiato poi molto. Consiglio la visione, ottima la colonna sonora fatta di musiche dei luoghi che si frequentano. Purtroppo per capire qualcosa del mondo che ci circonda nonostante il bombardamento dell'informazione dobbiamo appoggiargi a certi lungometraggi, ormai l'informazione è nulla

Il peggior film visto negli ultimi anni. Patetico l'egocentrismo degli autori, che hanno dedicato la maggior parte del tempo a farsi riprendere.

Film inguardabile: si sfrutta il nome di Primo Levi per fare botteghino!

quando il dito indica la luna l'idiota guarda il dito. Marzia Gandolfi,non è un reato non capire le cose, e i film in particolare, ma mettersi anche a pontificare... Al mondo ci sono molti lavori e un un buon call center un posto te lo trova. Buon fortuna

Il 31 luglio 1919 nasce , a Torino , un pargoletto da papà e mamma che sono ebrei . L'ambiente familiare è culturalmente stimolante e il giovane Primo Levi , questo il suo nome , primeggia a scuola e si laurea in Chimica , con il massimo dei voti e con la lode , nel 1941 . In quel periodo , in Italia , erano in vigore le famigerate leggi razziali . Tanti ebrei vennero presi con la forza e messi sui treni che portavano nei campi di concentramento nazisti in Europa . Primo Levi fu catturato il 13 dicembre 1943 . Dopo circa due mesi , il 22 febbbraio 1944 , per lui si aprirono i lugubri cancelli di Auschwitz . Il 27 gennaio 1945 il campo di sterminio venne liberato e il povero chimico italiano , malato e malnutrito , prese una tortuosa via per tornare a casa sua . [+]

Il 31 luglio 1919 nasce , a Torino , un pargoletto da papà e mamma che sono ebrei . L'ambiente familiare è culturalmente stimolante e il giovane Primo Levi , questo il suo nome , primeggia a scuola e si laurea in Chimica , con il massimo dei voti e con la lode , nel 1941 . In quel periodo , in Italia , erano in vigore le famigerate leggi razziali . Tanti ebrei vennero presi con la forza e messi sui treni che portavano nei campi di concentramento nazisti in Europa . Primo Levi fu catturato il 13 dicembre 1943 . Dopo circa due mesi , il 22 febbbraio 1944 , per lui si aprirono i lugubri cancelli di Auschwitz . Il 27 gennaio 1945 il campo di sterminio venne liberato e il povero chimico italiano , malato e malnutrito , prese una tortuosa via per tornare a casa sua . Il documentario di Davide Ferrario e Marco Belpoliti ripercorre con le immagini , di oggi e di ieri , il lungo tragitto da Auschwitz a Torino . Primo Levi , nel 1945 , attraversò l'Ungheria , la Moldavia , la Bielorussia , l'Ucraina , ripassò in Germania , entrò in Austria e poi , finalmente , raggiunse l'Italia . I Paesi di allora , ovviamente , sono del tutto cambiati . Anche se , in certi casi , la povertà esiste ancora nell'ex blocco orientale . Fotogrammi vecchi , in bianco e nero , si mescolano sapientemente con quelli attuali , facendo vedere e " sentire " la vita di Primo Levi dopo la sua liberazione . Qualche accostamento con la realtà politica e sociale di oggi mi è parso un poco azzardato , ma " La strada di Levi " è senza dubbio un lungometraggio da vedere . [-]

Un film-documentario commovente che invita alla riflessione sul mondo di ieri e di oggi.

C'è poco da dire : un ottimo film.