vincenzo
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sabato 4 febbraio 2006
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botero sfocato
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Sono appena uscito dal cinema, e "la battaglia nel
cielo" è stata una leggera e noiosa pioggerellina piemontese venuta giù lentamente che i vestiti sono già asciutti. La scena iniziale con fallo finto comprato al più vicino sex shop (usato anche nella fase finale), farebbe gridare allo scandalo perchè dovrebbe dare un senso di redenzione ai rimorsi del protagonista? Siamo alle solite tutto quello che succede di algido nei film porno diventa arte quando arriva a Cannes. Il film è il festival del punto interrogativo.Il protagonista è:un uomo disturbato? frustato dal lavoro? In crisi per la corpulenza eccessiva della moglie? Perchè soffre di incontinenza? Lei: La ragazza, ricca,figlia di un generale: prostituta per noia?Per danaro? Per amore del fidanzato che è il protettore? Quanti interrogativi in una storia che grazie alle lunghe sequenze ( molte sfocate ) ti lascia il tempo di pensare alla Madonna di Guadalupe che non ha fatto nessuna salvifica apparizione per condire il tutto con effetti speciali.
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Sono appena uscito dal cinema, e "la battaglia nel
cielo" è stata una leggera e noiosa pioggerellina piemontese venuta giù lentamente che i vestiti sono già asciutti. La scena iniziale con fallo finto comprato al più vicino sex shop (usato anche nella fase finale), farebbe gridare allo scandalo perchè dovrebbe dare un senso di redenzione ai rimorsi del protagonista? Siamo alle solite tutto quello che succede di algido nei film porno diventa arte quando arriva a Cannes. Il film è il festival del punto interrogativo.Il protagonista è:un uomo disturbato? frustato dal lavoro? In crisi per la corpulenza eccessiva della moglie? Perchè soffre di incontinenza? Lei: La ragazza, ricca,figlia di un generale: prostituta per noia?Per danaro? Per amore del fidanzato che è il protettore? Quanti interrogativi in una storia che grazie alle lunghe sequenze ( molte sfocate ) ti lascia il tempo di pensare alla Madonna di Guadalupe che non ha fatto nessuna salvifica apparizione per condire il tutto con effetti speciali. La morale? I ricchi sono cattivi i poveri disperati e assassini. Peccato che ci sono casacato perchè il trailer è migliore del film.
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swanz
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sabato 2 settembre 2006
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frattaglia nel cielo
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scelgo un titolo velleitario, falso ironico e dissacrante non perche' mi piaccia questo genere di boutade, ma per pura mimesi nei confronti dell'opera. Perche' il film, precededuto da scandalo e alone di maledettismo, e' per l'appunto un pastiche di luoghi comuni in salsa provocatoria, una pellicola con pretese di stile che approda semmai ad una immotivata tediosità pensierosa, saccente e prevedibile come molta arte contemporanea: un uomo si masturba davanti ad una partita di calcio, e siccome il tutto va avanti per le lunghe e le voci fuoricampo della moglie e del figlio chiedono: che cosa fa papa', allora lo spettatore è invitato (?) a riflettere sull'alienazione dell'uomo contemporaneo e via dicendo.
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scelgo un titolo velleitario, falso ironico e dissacrante non perche' mi piaccia questo genere di boutade, ma per pura mimesi nei confronti dell'opera. Perche' il film, precededuto da scandalo e alone di maledettismo, e' per l'appunto un pastiche di luoghi comuni in salsa provocatoria, una pellicola con pretese di stile che approda semmai ad una immotivata tediosità pensierosa, saccente e prevedibile come molta arte contemporanea: un uomo si masturba davanti ad una partita di calcio, e siccome il tutto va avanti per le lunghe e le voci fuoricampo della moglie e del figlio chiedono: che cosa fa papa', allora lo spettatore è invitato (?) a riflettere sull'alienazione dell'uomo contemporaneo e via dicendo. Le sequenze dilatate, la fotografia accurata che scava nel quotidiano per mostrare vere e proprie icone e questi corpi brutti, sgraziati, quasi statuari nella loro palese deformità, sono una chiara presa di posizione nei confronti del cinema di consumo. Ma in tanti riferimenti (dedicati alla dialettica tra bello/brutto; peccato/redenzione; immanente/trascendente; privato/sociale) pesa l'ombra del manierismo. Il regista pare sospeso tra Antonioni e Jodorowski, ma non trova l'eleganza del primo, ne' la visionarietà del secondo. Azzecca qualche buona sequenza, ma esagera con una lentezza che da contemplativa si fa didascalica, danneggiando cosi' i buoni propositi di un'opera che si rivela, tutto sommato, autoreferenziale e un po' forzata. A poco vale la bellissima colonna sonora, le interpretazioni da neorealismo dei protagonisti, la fotografia suggestiva e i movimenti di camera quasi virtuosistici. Persino lo scandalo della fellatio iniziale e finale non aiuta a rendere il film unico quanto vorrebbe: si e' già visto di meglio e di peggio nei film di Oshima. Peccato, perche' la trama, che sa di minimalismo quasi carveriano, meritava di piu'. Ma in fin dei conti tutti questi riferimenti sono inutili, persino nel giudicare il film: non basta inquadrare per cinque interminabili secondi un albero fuori dalla finestra dopo che il personaggio che occupava l'inquadratura si è spostato, per fare del film un film d'arte. Se mai e' un film di rottura, ma quel che davvero rompe non e' il caso di dirlo, per una questione di buon gusto. Lo stesso che manca al regista.
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mario_platonov
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domenica 17 ottobre 2010
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scandaloso nulla
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Un film del genere ci pone davanti ad un dubbio amletico: possono alcune sequenze magistrali salvare un film costruito sul nulla (o quasi)?
Parlare di trama, per questo Battaglia nel cielo, sarebbe al limite del ridicolo. Ancor di più cercare tracce di approfondimento psicologico dei personaggi.
Eppure, se per un momento dimentichiamo che dentro al barattolo non c’è niente, possiamo ammettere che per un’ora e trenta ci troviamo di fronte a un qualcosa di malato, erotico, osceno. Il modo in cui il regista stupra (in modo compiaciuto) i corpi nudi e sgraziati dei due protagonisti, un rapporto sessuale che dà il là ad una bellissima panoramica sui tetti di Città del Messico, l’insensata ascesa del protagonista su un colle immerso nella nebbia e il suo folle pellegrinaggio finale, un senso di malessere e sporcizia che, non si sa da dove non si sa perché, pervade l’intero film, portano con sé un fascino sottile, che il minuto dopo siamo costretti a rinnegare perché, dopotutto, qualcosina nel barattolo ci deve pur stare.
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Un film del genere ci pone davanti ad un dubbio amletico: possono alcune sequenze magistrali salvare un film costruito sul nulla (o quasi)?
Parlare di trama, per questo Battaglia nel cielo, sarebbe al limite del ridicolo. Ancor di più cercare tracce di approfondimento psicologico dei personaggi.
Eppure, se per un momento dimentichiamo che dentro al barattolo non c’è niente, possiamo ammettere che per un’ora e trenta ci troviamo di fronte a un qualcosa di malato, erotico, osceno. Il modo in cui il regista stupra (in modo compiaciuto) i corpi nudi e sgraziati dei due protagonisti, un rapporto sessuale che dà il là ad una bellissima panoramica sui tetti di Città del Messico, l’insensata ascesa del protagonista su un colle immerso nella nebbia e il suo folle pellegrinaggio finale, un senso di malessere e sporcizia che, non si sa da dove non si sa perché, pervade l’intero film, portano con sé un fascino sottile, che il minuto dopo siamo costretti a rinnegare perché, dopotutto, qualcosina nel barattolo ci deve pur stare.
Una stella? Due? Tre? Nessuna? Tutti avrebbero ragione nelle loro valutazioni.
Il film si apre e chiude su un rapporto di sesso orale filmato senza indugi e senza un motivo apparente (qualcuno ci ha voluto vedere una metafora del rapporto di classe tra i due personaggi, ma ci pare veramente voler concedere troppa grazia). Uomo avvisato…
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andrea lade
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sabato 11 febbraio 2006
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da vedere in versione originale
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Una piccola premessa è d'obbligo per un film doppiato a mio giudizio in modo poco credibile:consiglio vivamente di assistere alla versione originale con sottotitoli per meglio apprezzare un film nonfacile da gustare.
La solitudine di una coppia,che vive ai margini sociali in una metropoli dove le uniche voci esistenti sono i suoni assordanti del traffico;un uomo e una donna lontani dal benessere,lontani da una vita integrata socialmente;un uomo e una donna come ce ne sono molti ,troppi in una realtà metropolitana.
Si è scelto di riprendere i protagonisti nelle loro manifestazioni intime senza troppi orpelli cinematografici,in una completa nudità asettica a simbolo di una estraneità emotiva oltrechè fisica.
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Una piccola premessa è d'obbligo per un film doppiato a mio giudizio in modo poco credibile:consiglio vivamente di assistere alla versione originale con sottotitoli per meglio apprezzare un film nonfacile da gustare.
La solitudine di una coppia,che vive ai margini sociali in una metropoli dove le uniche voci esistenti sono i suoni assordanti del traffico;un uomo e una donna lontani dal benessere,lontani da una vita integrata socialmente;un uomo e una donna come ce ne sono molti ,troppi in una realtà metropolitana.
Si è scelto di riprendere i protagonisti nelle loro manifestazioni intime senza troppi orpelli cinematografici,in una completa nudità asettica a simbolo di una estraneità emotiva oltrechè fisica.
Una scenografia essenziale,una recitazione quanto mai asciutta rendono l'atmosfera di tutto il film volontariamente scarna e lontanissima dai canoni estetici occidentali ai quali ahimè siamo forse abituati.La dimensione alienata dei protagonisti ne viene fuori in modo evidente,senza pero' sentimentalismi :la realtà della solitudine è espressa senza giudizi espliciti o sottintesi che siano e senza compartecipazioni emotive.
La sensazione di vuoto pero' è troppo forte e non è colmata da una trama troppo stilizzata e ridotta ai minimi termini:ne consegue a mio avviso una dilatazione eccessiva dei tempi e una sostanziale lungaggine inutilmente distribuita all'interno del film.I dialoghi volutamente frammentati e i primi e primissimi piani calcano un'idea che avrebbe avuto bisogno di uno sviluppo registico molto più articolato.
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gianleo67
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lunedì 17 aprile 2017
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anapola, lindísima anapola
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Autista ed aiutante di un ricco generale messicano, Marcos confessa alla spegiudicata figlia di quest'ultimo la morte del neonato, figlio di parenti benestanti, che ha rapito con l'aiuto della moglie. Sconvolto dall'accaduto e convinto a costituirsi dalla ragazza, alla quale è legato da una morbosa dipendenza, l'uomo finirà per reagire in modo tragico ed imprevedibile.
Una battaglia nel cielo molto terrena e politica, quella messa in scena da Carlos Reygadas che sembra replicare, nel simbolismo del famoso stemma messicano dell'Aquila e del Crotalo, un conflitto di classe giocato sulla morbosa deriva morale di turpitudini inenarrabili e su quella di una tenzone sessuale utilizzata come sottile strumento di coercizione psicologica e sociale.
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Autista ed aiutante di un ricco generale messicano, Marcos confessa alla spegiudicata figlia di quest'ultimo la morte del neonato, figlio di parenti benestanti, che ha rapito con l'aiuto della moglie. Sconvolto dall'accaduto e convinto a costituirsi dalla ragazza, alla quale è legato da una morbosa dipendenza, l'uomo finirà per reagire in modo tragico ed imprevedibile.
Una battaglia nel cielo molto terrena e politica, quella messa in scena da Carlos Reygadas che sembra replicare, nel simbolismo del famoso stemma messicano dell'Aquila e del Crotalo, un conflitto di classe giocato sulla morbosa deriva morale di turpitudini inenarrabili e su quella di una tenzone sessuale utilizzata come sottile strumento di coercizione psicologica e sociale. Se il rigore della sintassi filmica impone quasi come un atto dovuto il ricorso all'alternanza di piani ravvicinati e di una circolarità dei movimenti di macchina che stringono il cerchio attorno alla vittima predestinata di una inevitabile discesa agli inferi, sta nel rapporto tra i personaggi la chiave di una dialettica che ci parla di un dominio economico e politico senza vie d'uscita: l'impietosa rappresentazione antropologica di una subordinazione fisiognomica dove all'avvenenza fisica di una ricca meretrice per diletto si contrappone la ributtante conformazione adiposa di un inconsapevole cavalier servente e della sua matronale signora, laddove le striscianti contraddizioni che innervano un paese dominato dall'impunito autoritarismo della classe dominante finiscono per deflagrare nella manifestazione di un potere che si esercita tanto nei rituali pubblici (marziali, sportivi, religiosi) quanto in quelli privati (economici, sessuali, psicologici). Un panorama sociale insomma di squallore morale generalizzato e di inconfessabili segreti intimi che tende a cristallizare le relazioni umane nelle forme di un instintivo dominio psicologico, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di ribellione e di redenzione: l'immondo delitto confessato alla giovane è un proditorio e minatorio vincolo morale da cui la stessa si scioglie immediatamente attraverso le lusinghe del sesso e le esortazioni alla legalità. Più che sull'insistita simbologia del potere, il film di Reygadas si gioca però sul piano di una complessa ed immediata stratificazione di significati: una dimensione storica di ineluttabile condanna alla povertà morale e materiale da cui non si può sfuggire nemmeno nell'estremo tentativo di riscatto, lungo una disperata Via Crucis che dall'ascesa ideale al Golgota conduce al muto pellegrinaggio di peccatori autoflagellanti, stretti nella morsa dei mastini di un Dio molto terreno che con i mitra spianati accerchiano l'ultimo baluardo di una illusoria salvazione celeste.
Il Paradiso può attendere, perchè quello che tocca al disperato protagonista è solo il Purgatorio di una Lolita con i capelli rasta che fa su e giù lungo il turgido alzabandiera dell'ultimo miserabile della Terra. L'impassibilità neolitica di Marcos Hernández e la lasciva bellezza di Anapola Mushkadiz sono il perfetto contraltare antropologico dei loro rispettivi ed omonimi personaggi. In corsa per la Palma d'oro al Cannes Film Festival 2005 e ad altre kermesse in giro per il mondo, finisce per vincere solo il Premio FIPRESCI al Rio de Janeiro International Film Festival 2005: dal bellissmo e sfortunato Eden del Sudamerica è davvero difficile evadere.
Anapola, lindísima Anapola
no seas tan ingrata
Amamé
Anapola, Anapola
como puedes tu vivir
tan sola
Anapola, lindísima Anapola
será siempre mi alma
tuya sola
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lughi
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sabato 11 febbraio 2006
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un film comunque non banale
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Vista la difficoltà nella distribuzione di Japon forse Reygadas ha pensato che un po' di "carne" avrebbe aiutato: fellatio in apertura e chiusura ed ecco pronto un distributore che lancia il film come capolavoro dell'erotismo. A parte che anche la scena incriminata è girata con una delicatezza quasi elegante, il film è in realtà trionfo di suoni ed immagini che lasciano il segno. In maniera geniale sono utilizzate le penetranti la musiche della Settimana Santa di Cordoba, la rappresentazione del cerimoniale della bandiera ha un fascino immobilizzante, i suoni che non si ascoltano, come quello di una macchina agricola nei campi o di un cortello che affetta un cocomero, diventano protagonisti della scena più della stessa trama.
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Vista la difficoltà nella distribuzione di Japon forse Reygadas ha pensato che un po' di "carne" avrebbe aiutato: fellatio in apertura e chiusura ed ecco pronto un distributore che lancia il film come capolavoro dell'erotismo. A parte che anche la scena incriminata è girata con una delicatezza quasi elegante, il film è in realtà trionfo di suoni ed immagini che lasciano il segno. In maniera geniale sono utilizzate le penetranti la musiche della Settimana Santa di Cordoba, la rappresentazione del cerimoniale della bandiera ha un fascino immobilizzante, i suoni che non si ascoltano, come quello di una macchina agricola nei campi o di un cortello che affetta un cocomero, diventano protagonisti della scena più della stessa trama...certamente non un capolavoro, ma in un mare di desolazione un film non banale non guasta.
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leonardo
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giovedì 26 gennaio 2006
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il film più bello e scandaloso dell'anno
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Battaglia nel cielo non è un film è un capolavoro, un concentrato di emozioni sublimi messe sulla pellicola.
L'ho visto a Cannes lo scorso anno e mai avrei pensato uscisse in Italia.
Un plauso alla Lucky Red sempre più coraggiosa nelle scelte editoriali.
Il film è girato in maniera divina: si nota lo straordinario studio di ogni singola inquadratura. Nulla è lasciato al caso e anche le sene di sesso più esplicite si trasformano in un corollario di emozioni che lascia lo spettatore estasiato ed entusiasta.
Non voglio rovinarvi il film dilungandomi, ma andate a vederlo sarà un'esperienza straordinaria che potrete raccontare agli amici
[+] battaglia nel cielo
(di )
[ - ] battaglia nel cielo
[+] battaglia nel cielo? no grazie
(di kentpark)
[ - ] battaglia nel cielo? no grazie
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