cineman94
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mercoledì 20 agosto 2014
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piccola perla girata con maestria!
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Questo film risulta essere il primo che vedo di Brad Anderson, nonostante non sia esattamente la sua opera prima, ma sicuramente è un ottimo film per conoscere questo regista semi-sconosciuto. Questo thriller è un viaggio intenso, disturbante, viscerale nella paranoia (tema principale del film) del protagonista, Trevor Reznik, interpretato da un incredibile ed estremamente camaleontico Christian Bale, con una performance fisica e psicologica che ha innalzato il mio profondo rispetto per l'attore e anche la qualità del film in sè. Tutto il ristretto cast del film dona comunque delle performance eccellenti e riesce a dare un perché ai vari comprimari, peraltro supportati da un'ottima caratterizzazione psicologica e da una trama che, seppur formulaica nella premessa, riesce ad introdurre degli elementi nuovi, ispirandosi a piene mani da registi come Polanski, Lynch o Hitchcock, prendendone le peculiarità, lavorandole senza snaturarle e facendole sue, dando quindi al film di conseguenza una sua personalità e un suo marchio di fabbrica, cosa a parer mio difficilissima ad oggi in un genere così sdoganato, riuscendo anche nell'intento di introdurre dei "plot-twists" interessanti senza ricorrere ad espedienti spiccioli o banali.
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Questo film risulta essere il primo che vedo di Brad Anderson, nonostante non sia esattamente la sua opera prima, ma sicuramente è un ottimo film per conoscere questo regista semi-sconosciuto. Questo thriller è un viaggio intenso, disturbante, viscerale nella paranoia (tema principale del film) del protagonista, Trevor Reznik, interpretato da un incredibile ed estremamente camaleontico Christian Bale, con una performance fisica e psicologica che ha innalzato il mio profondo rispetto per l'attore e anche la qualità del film in sè. Tutto il ristretto cast del film dona comunque delle performance eccellenti e riesce a dare un perché ai vari comprimari, peraltro supportati da un'ottima caratterizzazione psicologica e da una trama che, seppur formulaica nella premessa, riesce ad introdurre degli elementi nuovi, ispirandosi a piene mani da registi come Polanski, Lynch o Hitchcock, prendendone le peculiarità, lavorandole senza snaturarle e facendole sue, dando quindi al film di conseguenza una sua personalità e un suo marchio di fabbrica, cosa a parer mio difficilissima ad oggi in un genere così sdoganato, riuscendo anche nell'intento di introdurre dei "plot-twists" interessanti senza ricorrere ad espedienti spiccioli o banali. A livello registico non abbiamo in realtà nulla di innovativo o rivoluzionario, ma il regista è stato comunque bravo a mantenere un filo narrativo senza sbavature e allo stesso tempo catturare lo spettatore in questo turbine delirante, con delle trovate estremamente interessanti che mi hanno seriamente sorpreso in maniera positiva, accattivando e non annoiando mai. Un plauso anche alla buona colonna sonora, che riesce a dare la giusta tensione alle varie scene senza risultare invasiva. In conclusione abbiamo davanti un thriller intelligente e viscerale, che riesce a colpire per la sua maestria nel gestire la storia e i vari elementi messi in gioco, dando loro un rapporto causa-effetto così realistico e plausibile da risultare un'esperienza traumatica, deleteria e sconvolgente nonostante siano presenti anche elementi surrealisti, tutto grazie ad un protagonista che affascina grazie alla sua psiche tanto umana quanto contorta, trasferendo quel senso di angoscia, ansia e distruzione (nell'accezione mentale del termine), in maniera efficace, diretta e senza filtri.
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anna93
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lunedì 20 luglio 2015
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il corpo è lo specchio dell'anima
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Trevor Reznik (Christin Bale) è un uomo triste, strano, solo e di una magrezza "infinita"; lavora in fabbrica e da quasi un anno non dorme più, ma i problemi iniziano quando incontra Ivan (John Sharian), un nuovo collega di lavoro, che apparentemente lo perseguita, riuscendo a sottrare tutto ciò che il protagonista possiede, spingendolo sempre più verso uno stato maniacale e paranoico.
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Trevor Reznik (Christin Bale) è un uomo triste, strano, solo e di una magrezza "infinita"; lavora in fabbrica e da quasi un anno non dorme più, ma i problemi iniziano quando incontra Ivan (John Sharian), un nuovo collega di lavoro, che apparentemente lo perseguita, riuscendo a sottrare tutto ciò che il protagonista possiede, spingendolo sempre più verso uno stato maniacale e paranoico. Solo verso ila conclusione del film, Trevor scopre che Ivan non è altro che la proiezione della sua coscienza e che, dalle proprie responsabilità, non si può sfuggire illesi.
Il dramma, nella grecia antica, era quel genere di rappresentazione teatrale attraverso il quale gli attori riuscivano a coinvolgere emotivamente gli spettatori a tal punto che questi ultimi si immedesimavano nei personaggi della storia, provando gli stessi desideri, gli stessi dolori e le stesse emozioni. Nel "L'uomo senza sonno" il livello drammaturgico è alto, noi spettatori ci impersoniamo nel protagonista; Trevor rifiuta la realtà, come difesa psicologia ha deciso di dimenticare tutto ciò che è accaduto, ma inconsciamente, il senso di colpa non lo abbandona mai, non gli permette di riposarsi e lo tormenta fino al punto di crearsi un alter ego, una proiezione della sua coscienza: Ivan. Ed è proprio grazie a quest'ultimo che il protagonista subisce una catarsi, si purifica, e una volta giunto in carcere, ormai libero dei suoi peccati può addormentarsi, perché per Trevor il vero castigo non è la pena legale, ma la desolazione emotiva e le peripezie che precedono la confessione, la perdita di credibilità e di umanità. Trevor vive una situazione Kafkiana, continue situazioni paradossali. Risulta essere paranoico, a causa della stanchezza ha una memoria molto corta e tende a dimenticare tutto, ha bisogno di scrivere tutto su post-it, cerca invano credibilità nei colleghi di lavoro, trascorre le notti pulendo le piastrelle del pavimento , come una sorta di azione liberatoria, come se volesse pulire la sua anima, ormai sporca.
L'interpretazione di Christin Bale, capace di perdere 2/3 del suo peso, il ritmo incalzante delle musiche affidate a Roque Baños e la fotografia, che in ogni scena del film appare grigia, cupa, angosciante, specchio dello stato d'animo del protagonista, fa si che questo film rispetti a pieno il suo genere.
Infine, chiari sono i riferimenti a livello della trama a due opere di Dostoevskij quali: "Delitto e castigo" e "Il sosia"; a testimonianza di ciò, nonostante la storia sia ambientata negli USA, reputo che sia tutt'altro che casuale la scelta del nome Ivan e del cognome di Trevor, appartenenti entrambi ad origini russe.
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jason66
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venerdì 22 aprile 2011
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the machinist
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ottimo film.christian bale veramente scheletrico in una delle sue migliori interpretazioni oltre ad american psycho.la regia è buona e la fotografia è molto cupa.assolutamente da vedere.
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fabio 3121
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martedì 5 gennaio 2021
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i sensi di colpa del macchinista
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il film spagnolo "El maquinista" girato nei sobborghi di Barcellona racconta la storia cupa ed a tratti inquietante di un macchinista di una fabbrica Trevor Reznik interpretato da un irriconoscibile Christian Bale che per immedesimarsi nel personaggio ha perso 25 chili di peso. Infatti Trevor appare scheletrico e dal viso pallido, stralunato e introverso con i colleghi della fabbrica e, soprattutto, è colpito da una forma grave di insonnia che non lo fà dormire da un anno. Trova sollievo solo a fine turno andando all'aeroporto per prendere un caffè e una fetta di dolce nonchè frequentando una bella e dolce prostituta. Trevor, a causa di una distrazione - dovuta all'allucinazazione e visione di un uomo pelato di nome Ivan - è responsabile dell'infortunio di un collega di lavoro che perde il braccio sinistro.
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il film spagnolo "El maquinista" girato nei sobborghi di Barcellona racconta la storia cupa ed a tratti inquietante di un macchinista di una fabbrica Trevor Reznik interpretato da un irriconoscibile Christian Bale che per immedesimarsi nel personaggio ha perso 25 chili di peso. Infatti Trevor appare scheletrico e dal viso pallido, stralunato e introverso con i colleghi della fabbrica e, soprattutto, è colpito da una forma grave di insonnia che non lo fà dormire da un anno. Trova sollievo solo a fine turno andando all'aeroporto per prendere un caffè e una fetta di dolce nonchè frequentando una bella e dolce prostituta. Trevor, a causa di una distrazione - dovuta all'allucinazazione e visione di un uomo pelato di nome Ivan - è responsabile dell'infortunio di un collega di lavoro che perde il braccio sinistro. Da questo tragico evento ne susseguiranno altri - reali o frutto della sola immaginazione di Trevor - apparenemente inspiegabili e controversi. Soltanto il finale, con tanto di flasback, consentirà allo spettaore di capire che tutta la drammatica storia è il risultato dei sensi di colpa del macchinista per un evento accadutogli in passato che la sua mente ha tentato di rimuovere ma che la coscienza "sporca" ha riportato tristemente a galla. La pellicola, a basso budget, ruota tutta intorno alla buona perfomace di Christian Bale. Un ritmo un pò lento con una musica appropriata rendono comunque interessante il film per gli appassionati del genere.
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carloalberto
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giovedì 7 gennaio 2021
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un''opera con una sua autonomia
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La trasformazione di Christian Bale in Trevor Reznik è impressionante, un’interpretazione da Oscar, che da sola giustificherebbe la visione di questo film.
Brad Anderson aggiunge una storia, non necessaria, data la straordinarietà del personaggio, la cui fisicità dolorosa, nell’estrema magrezza, che mette in evidenza lo scheletro appena ricoperto da un sottile strato di pelle, cattura l’attenzione dello spettatore, coinvolgendolo, da subito, nel dramma esistenziale dell’uomo, qualsiasi esso sia.
Nonostante la trama sia debole e sappia di già visto, Anderson riesce a dotare le immagini di significato proiettando le tenebre di un’anima sconvolta, destinata alla solitudine, nei cieli plumbei, opprimenti, che incombono minacciosi sopra grossi grigi edifici spogli in spazi vuoti, i pensieri fobico-ossessivi persi nei meandri della mente perennemente al bivio di una scelta per cui si prova rimorso, nei tunnel delle fogne e della casa dell’orrore al lunapark che si diramano tra via del demonio e via della salvezza, tra oscurità e luce.
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La trasformazione di Christian Bale in Trevor Reznik è impressionante, un’interpretazione da Oscar, che da sola giustificherebbe la visione di questo film.
Brad Anderson aggiunge una storia, non necessaria, data la straordinarietà del personaggio, la cui fisicità dolorosa, nell’estrema magrezza, che mette in evidenza lo scheletro appena ricoperto da un sottile strato di pelle, cattura l’attenzione dello spettatore, coinvolgendolo, da subito, nel dramma esistenziale dell’uomo, qualsiasi esso sia.
Nonostante la trama sia debole e sappia di già visto, Anderson riesce a dotare le immagini di significato proiettando le tenebre di un’anima sconvolta, destinata alla solitudine, nei cieli plumbei, opprimenti, che incombono minacciosi sopra grossi grigi edifici spogli in spazi vuoti, i pensieri fobico-ossessivi persi nei meandri della mente perennemente al bivio di una scelta per cui si prova rimorso, nei tunnel delle fogne e della casa dell’orrore al lunapark che si diramano tra via del demonio e via della salvezza, tra oscurità e luce.
Il rovello genera fantasmi che si muovono autonomamente nella quotidianità assente dell’uomo senza sonno, L’identità, frutto delle relazioni amicali, parentali o amorose, per Trevor Reznik è persa, smarrita, nell’evitamento del dolore, negata fino allo sdoppiamento schizofrenico. L’insopportabile peso della coscienza del protagonista porta alla progressiva perdita, per compensazione, del peso corporeo. Lo scopo è annullare l’esistente, perché emerga dal nulla una nuova realtà, che riproduca i sogni del passato, trasfigurato in un presente immaginato, così che le foto combacino, finalmente restituendo ciò che per sempre è sottratto.
La macchina, cui è incatenato il macchinista, tritura meccanicamente l’anima di Trevor incorporandone i movimenti fino a svuotare di significato il corpo, simbolicamente sacrificato nel braccio tranciato dell’operaio ben inserito nel sistema, interpretato dal condannato da sempre al ruolo del cattivo, Michael Ironside, che scambia felicemente parte di sé per il denaro ottenuto come risarcimento.
E’ un film complesso travisato da thriller psicologico o classico dramma del caso di coscienza, un’opera che, al di là delle intenzioni degli autori, si presta ad interpretazioni non convenzionali, sfuggendo al proprio destino commerciale. Per chi vuol cogliere, oltre il plot banale e la performance eccezionale di Christian Bale, suggestioni che nascono dalle stesse immagini, rivendicando l’opera filmica un diritto alla propria autonomia, si aprono metafore come voragini. La pellicola, diventando di pubblico dominio, è fruita meccanicamente o emotivamente, incompresa in ogni caso, e se non eletta ad opera d’arte, è archiviata nelle teche, etichettata thriller, il che vuol dire gettata nelle discariche della celluloide, traboccanti di film prodotti ogni anno per il puro intrattenimento delle masse dormienti. L’uomo senza sonno meriterebbe un destino diverso.
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mauro sanna
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martedì 2 agosto 2011
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un viaggio nella follia da non perdere
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Trevor Reznik, operaio, non dorme da ormai un anno. Occhi incavati nelle orbite, dallo sguardo paranoico, colorito cadaverico, il corpo ridotto ad uno scheletro.
La sua vita è scandita da un’alienante routine: passa gran parte del tempo in fabbrica, in mezzo al rumore delle macchine, va ogni giorno a trovare una cameriera in un bar dell’aeroporto, per la quale prova una grande attrazione, passa le notti presso una prostituta, sua confidente.
Tutto cambierà quando un certo Ivan, figura inquietante, sconvolgerà la sua esistenza, gettandolo nella follia più totale. Per sciogliere i grovigli della mente di Trevor bisognerà attendere fino all’ultimo minuto.
Kafka, Lynch e Hitcock vengono rimescolati in un cocktail veramente ben riuscito.
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Trevor Reznik, operaio, non dorme da ormai un anno. Occhi incavati nelle orbite, dallo sguardo paranoico, colorito cadaverico, il corpo ridotto ad uno scheletro.
La sua vita è scandita da un’alienante routine: passa gran parte del tempo in fabbrica, in mezzo al rumore delle macchine, va ogni giorno a trovare una cameriera in un bar dell’aeroporto, per la quale prova una grande attrazione, passa le notti presso una prostituta, sua confidente.
Tutto cambierà quando un certo Ivan, figura inquietante, sconvolgerà la sua esistenza, gettandolo nella follia più totale. Per sciogliere i grovigli della mente di Trevor bisognerà attendere fino all’ultimo minuto.
Kafka, Lynch e Hitcock vengono rimescolati in un cocktail veramente ben riuscito. Lo spettatore vede la vicenda dagli occhi di Trevor in un’atmosfera onirica perennemente sospesa fra la veglia e il sonno; il clima allucinato fa stringere i pugni per la snervante tensione.
L’attore principale Christian Bale fa un’ottima performance, calandosi perfettamente nella parte (forse anche troppo, considerando che ha perso 28 chili per recitare in questo film).
I colori, limitati quasi ai grigi, proiettano lo spettatore nella cupa vita del protagonista.
Snervante, onirico, paranoico…
Un viaggio nella follia da non perdere.
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le arti visive – official
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venerdì 23 dicembre 2011
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conferma la dedizione di bale ai ruoli-scommessa
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Trevor Reznik (Christian Bale) non riesce a dormire da un anno e ciò gli causa sconforto psicofisico e problemi sul lavoro, dove per sbaglio menoma un collega (Michael Ironside). Anderson dirige con influenze di Polanski, Hitchcock e Lynch un thriller psicologico ad alta tensione in cui però non succede altro che un viaggio tortuoso nella mente di uno sfregiato. Sembra un esercizio di stile ed interpretazione fine a sè stesso e forse lo è, ma comunque emoziona. Molti dotti e gradevoli tributi e citazioni di Dostoevskij.
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emanuele r.
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mercoledì 27 luglio 2016
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film carino, ma troppo lento e incomprensibile
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Questo film non si può definire brutto o noioso, ma sicuramente ha dei ritmi eccessivamente lenti, che dopo un po' di tempo stancano il telespettatore. Il titolo e la storia invogliano a vedere il film, che si presenta come thriller psicologico, ma alla fine si rivelerà troppo complesso è quasi incomprensibile, infatti ciò lo fa diventare un film mediocre. Un uomo che non dorme da un anno, dopo aver causato un incidente ad un collega, comincia a diventare paranoico e scorbutico, accorgendosi della presenza di un'altra persona. La fine è un colpo di scena assoluto. La storia sicuramente è intrigante, ma forse sarebbe il caso di tornare indietro nel tempo e rifare quasi tutto, per rendere il film più comprensibile e più veloce.
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Questo film non si può definire brutto o noioso, ma sicuramente ha dei ritmi eccessivamente lenti, che dopo un po' di tempo stancano il telespettatore. Il titolo e la storia invogliano a vedere il film, che si presenta come thriller psicologico, ma alla fine si rivelerà troppo complesso è quasi incomprensibile, infatti ciò lo fa diventare un film mediocre. Un uomo che non dorme da un anno, dopo aver causato un incidente ad un collega, comincia a diventare paranoico e scorbutico, accorgendosi della presenza di un'altra persona. La fine è un colpo di scena assoluto. La storia sicuramente è intrigante, ma forse sarebbe il caso di tornare indietro nel tempo e rifare quasi tutto, per rendere il film più comprensibile e più veloce. Insomma, si può dire che questo film è un thriller eccessivamente psicologico, che anche per gli amanti del genere si rivelerà deludente, quindi lo sconsiglierei a tutti coloro che lo vorrebbero vedere, dal momento che si aspetterebbero qualcosa di totalmente diverso da ciò che il film proporrà.
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depe87
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martedì 7 giugno 2011
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regista moralista
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Il film nel complesso è guardabile(soprattutto per come è recitato),tuttavia ho notato delle cose che proprio non vanno.Lo scopo del regista è evidente che fosse quello di far vivere al pubblico l'esperienza di un viaggio mentale di una persona verso la pazzia a causa dei propri sensi di colpa,il che non è una brutta idea per la trama di un film,però alla fine la pellicola scade nel buonismo.Non credo che serva qualcuno che mi venga a dire che investire un bambino per strada per poi scappare sia una cosa che non si deve fare perchè altrimenti avrei dei forti sensi di colpa.Ma tralasciando questo,e ammettendo che il regista abbia usato la storia del pirata della strada per poter far vedere il fantastico mondo della mente,anche in quel caso il modo con cui la rappresenta risulta un pochino scadente:innanzitutto chi è Ivan?E perchè ha quelle sembianze?Purtroppo credo che a queste domande non esista alcuna risposta perchè il regista non si è preoccupato di procurarsele.
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Il film nel complesso è guardabile(soprattutto per come è recitato),tuttavia ho notato delle cose che proprio non vanno.Lo scopo del regista è evidente che fosse quello di far vivere al pubblico l'esperienza di un viaggio mentale di una persona verso la pazzia a causa dei propri sensi di colpa,il che non è una brutta idea per la trama di un film,però alla fine la pellicola scade nel buonismo.Non credo che serva qualcuno che mi venga a dire che investire un bambino per strada per poi scappare sia una cosa che non si deve fare perchè altrimenti avrei dei forti sensi di colpa.Ma tralasciando questo,e ammettendo che il regista abbia usato la storia del pirata della strada per poter far vedere il fantastico mondo della mente,anche in quel caso il modo con cui la rappresenta risulta un pochino scadente:innanzitutto chi è Ivan?E perchè ha quelle sembianze?Purtroppo credo che a queste domande non esista alcuna risposta perchè il regista non si è preoccupato di procurarsele.Inoltre i voli pindarici del protagonista,visto poi il finale,risultano essere troppo complessi e ricchi di dettagli inutili,per esempio non si capisce perchè il bambino sia epilettico,o forse,adesso che ci penso,serve a fare in modo che il protagonista possa vedere la madre soccorrere il figlio così come accade sull'incidente reale e quindi permettere al protagonista d'avere un deja vu.Ammazza bella trovata!
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[+] l'uomo senza sonno!!!!!!!
(di cinefilo93)
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dr. o' le'
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giovedì 27 luglio 2006
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piccoli lynch crescono
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Quando vidi il trailer di questo film fui invaso dalla solita irritazione nel vedere i soliti commenti del tipo: "dai creatori di, sembra proprio lo abbia fatto ... , un insolito mix tra hitchcock, lynch e chissachialtro, etc etc".
C'è da dire però che nella loro inutilità totale una di queste frasi aveva un minimo senso: questo film, se non avesse una sua razionalità recondita, sarebbe potuto essere frutto della malata mente dell'ottimo Lynch.
Anderson e compagni, infatti, mettono su un filmetto niente male, in cui a dominare la scena c'è un magrissimo e piuttosto abile Bale (che si sarebbe reso ridicolo come sostituto di Keaton nei panni di Batman pochi mesi dopo), operaio di una oscura fabbrica che non dorme da ormai un anno e che sta finendo con l'impazzire.
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Quando vidi il trailer di questo film fui invaso dalla solita irritazione nel vedere i soliti commenti del tipo: "dai creatori di, sembra proprio lo abbia fatto ... , un insolito mix tra hitchcock, lynch e chissachialtro, etc etc".
C'è da dire però che nella loro inutilità totale una di queste frasi aveva un minimo senso: questo film, se non avesse una sua razionalità recondita, sarebbe potuto essere frutto della malata mente dell'ottimo Lynch.
Anderson e compagni, infatti, mettono su un filmetto niente male, in cui a dominare la scena c'è un magrissimo e piuttosto abile Bale (che si sarebbe reso ridicolo come sostituto di Keaton nei panni di Batman pochi mesi dopo), operaio di una oscura fabbrica che non dorme da ormai un anno e che sta finendo con l'impazzire.
Il buon Trevor Resnik (Bale appunto) finisce col convincersi, dopo aver causato un incidente (davvero un incidente?) in cui un suo collega perde un braccio, che c'è qualcuno che lo vuole morto.
La sua vita diviene un delirio, le cui uniche luci sono due donne: una prostituta, di cui è "cliente" abituale e che in realtà è innamorata di lui ed un'altra, madre abbandonata, che in realtà è lungi dall'essere reale.
Inizio e finale quasi coincidono, lo vediamo srotolare un tappeto in cui è convinto di aver nascosto un cadavere, ma che invece è vuoto. Così come è irrazionale la sua paura di essere ucciso.
E così, dopo un'ora e mezza abbondanti di film, comprendiamo le cose come stanno.
Tutto si spiega, tutto è, alla fine, razionale.
Lynch lo avrebbe fatto finire una decina di minuti prima, evitando la spiegazione, come suo solito.
Apprezzabile.
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(di little star)
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(di zebraman)
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[+] bale ridicolo???
(di mark parma)
[ - ] bale ridicolo???
[+] perchè ridicolo?
(di cugy)
[ - ] perchè ridicolo?
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