mikelangelo
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sabato 28 marzo 2009
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la tragicomica morte dell'american dreams
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Sono passati ben dieci anni da quando questo film faceva incetta di premi Oscar al Kodak Theatre, nella notte più calda di Los Angeles. E se è vero che il capolavoro può essere dichiarato tale se e solo se non viene scalfito dall'incedere inesorabile del tempo, allora dobbiamo ammettere che American Beauty è un autentico capolavoro. Il regista Sam Mendes non poteva avere un esordio più fulgido. Dopo una decade, pubblico e critica hanno ancora in mente soprattutto il vivido ricordo della sua magnifica opera prima. Una storia di ordinaria follia americana, una tragedia dei tempi moderni, una commedia grottesca sulla natura umana, un saggio sulla nullità dei costumi borghesi, una satira sul perbenismo sfrenato.
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Sono passati ben dieci anni da quando questo film faceva incetta di premi Oscar al Kodak Theatre, nella notte più calda di Los Angeles. E se è vero che il capolavoro può essere dichiarato tale se e solo se non viene scalfito dall'incedere inesorabile del tempo, allora dobbiamo ammettere che American Beauty è un autentico capolavoro. Il regista Sam Mendes non poteva avere un esordio più fulgido. Dopo una decade, pubblico e critica hanno ancora in mente soprattutto il vivido ricordo della sua magnifica opera prima. Una storia di ordinaria follia americana, una tragedia dei tempi moderni, una commedia grottesca sulla natura umana, un saggio sulla nullità dei costumi borghesi, una satira sul perbenismo sfrenato. In una sola definizione: l'American Dream fatto a pezzi, ucciso, sparato alla testa proprio nel finale, con il sangue che schizza contro la parete bianca simbolo di una purezza mancata. Ed è proprio quel che accade al protagonista, che proprio all'inizio del film ci dice che in meno di un anno la sua miserabile vita finirà. Forse il debito con Viale del Tramonto di Billy Wilder è piuttosto alto, ma questo importa solo in parte. Dopo averci anticipato la fine del film, vediamo il nostro eroe Lester Burnham impegnato nella doccia di casa a compiere un atto che poco si confà al rigido perbenismo della consorte, agente immobiliare, il cui sogno più grande è quello di proiettare un'immagine di successo. Al contrario, Lester appare agli occhi della figlia e della moglie, come un miserabile fallito. La sua vita lavorativa è un fiasco, quella sessuale anche peggio. A dare uno scossone violento alla sua inutile esistenza è l'infatuazione per un'amica della figlia, Angela, il tipo di ragazza che Vladimir Nabokov chiamerebbe ninfetta. Ora il sogno di Lester è quello di fare un bagno in una vasca di rose, con quella ragazza dannatamente sensuale. Grazie a lei vive una seconda giovinezza: canne, ginnastica e Pink Floyd. Alla fine, quando finalmente sembra essere guarito dal mal di vivere e dall'infatuazione per Angela, muore. Si potrebbe dire un finale scontato (visto che il protagonista lo anticipa nel primo minuto), in questi casi però l'importante è il come si arriva alla fine, insieme bizzarra, violenta, grottesca, e stranamente tragica. Forse, la parte più bella del film è proprio l'ultima mezz'ora, dove le azioni che i personaggi hanno compiuto nel corso della storia, ricadono ineluttabili, colpendoli (oltre che alla testa) anche al cuore. Carolyn Burnham che si dispera per la morte del fin troppo odiato marito, suscita nello spettatore una pena infinita. La stessa pena, in maniera diversa, la suscitano in fondo tutti gli altri personaggi. Tutti (a parte il protagonista) si nascondono dietro una maschera pirandelliana creata dalla paura, dall'ipocrisia dai falsi valori di una società puritana, che come quella americana, vorrebbe rappresentare sempre il contrario di quel che è veramente. I due esempi più fulgidi potrebbero essere Angela e il colonnello Fitts, il marine nazista, omofobo, ma anche latente omosessuale. La visione pessimistica della condizione umana che si evince dal film, è però compensata dalla bellezza che c'è nel mondo. Anche una semplice busta di plastica mossa dal vento (simile alla piuma di Forrest Gump?) può diventare un simbolo di bellezza struggente e assoluta. E' questo il messaggio più importante che ci dà American Beauty, sono questi gli ultimi pensieri di un uomo ammazzato dal sogno americano.
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stefano
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mercoledì 18 gennaio 2006
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guarda da vicino...
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I Burnham sono una famiglia apparentemente tranquilla: sono sposati da diversi anni, vivono in una bellissima casa e hanno una figlia adolescente. A guardarli dall’esterno, sembra che abbiano tutti i motivi per essere felici: ma basterebbe osservarli più da vicino, oltre l’impeccabile superficie di rispettabilità borghese, per scoprire la solitudine e la quieta disperazione che fa parte delle loro vite. Lesther, un padre di famiglia quarantenne, è un uomo insoddisfatto del proprio lavoro e dal rapporto con i suoi familiari, incapace ormai di provare qualunque vera emozione; sua moglie Carolyn, un’agente immobiliare, si sforza di mostrarsi soddisfatta e appagata, quando in realtà nasconde dentro di sé un enorme senso di infelicità; e la loro figlia Jane è una ragazza triste e insicura, che non riesce a comunicare con i propri genitori e si sente tremendemente a disagio con se stessa.
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I Burnham sono una famiglia apparentemente tranquilla: sono sposati da diversi anni, vivono in una bellissima casa e hanno una figlia adolescente. A guardarli dall’esterno, sembra che abbiano tutti i motivi per essere felici: ma basterebbe osservarli più da vicino, oltre l’impeccabile superficie di rispettabilità borghese, per scoprire la solitudine e la quieta disperazione che fa parte delle loro vite. Lesther, un padre di famiglia quarantenne, è un uomo insoddisfatto del proprio lavoro e dal rapporto con i suoi familiari, incapace ormai di provare qualunque vera emozione; sua moglie Carolyn, un’agente immobiliare, si sforza di mostrarsi soddisfatta e appagata, quando in realtà nasconde dentro di sé un enorme senso di infelicità; e la loro figlia Jane è una ragazza triste e insicura, che non riesce a comunicare con i propri genitori e si sente tremendemente a disagio con se stessa. È questo lo scenario all’interno del quale si muovono le vicende di “American beauty”, straordinario film d’esordio del regista Sam Mendes, uno dei più sorprendenti e spiazzanti capolavori che il cinema americano ci abbia regalato negli ultimi anni. Attraverso gli occhi dei suoi protagonisti, persone come tante imprigionate in un’esistenza che li costringe a soffocare le proprie frustrazioni e a fingere una felicità artificiale quanto illusoria, il film traccia un ritratto ironico e inquietante della moderna società americana. Non è la prima volta che il cinema Usa analizza il malessere della famiglia borghese: l’aveva già fatto in passato con “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, “Gente comune” e “La guerra dei Roses”. Ma questa volta Sam Mendes ha scelto di miscelare gli ingredienti del dramma e della commedia, grazie anche a una sceneggiatura lucida e impietosa che alterna un cinico humor nero a momenti di autentico pathos. Il risultato è una pellicola originale e coinvolgente, premiata con 5 Oscar (film, regia, attore, sceneggiatura, fotografia), di grande impatto visivo (eccezionale l’uso simbolico della luce e dei colori) e dotata di una magnifica squadra di attori, in particolare i due bravissimi protagonisti. Sensazionale Kevin Spacey nel ruolo di Lester, voce narrante del film proprio come William Holden in “Viale del tramonto”, con il suo sorriso ghignante e ironico che non ha timore di svelare le falsità e le ipocrisie della vita propria e di quella degli altri. Non gli è da meno una strepitosa Annette Bening, donna in carriera che con le sue nevrosi strappa più di una risata; la scena in cui, rimasta sola in una grande casa vuota, depone finalmente la sua maschera e scoppia in un pianto doloroso e disperato, è uno dei momenti più intensi e strazianti del film.
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[+] ottima recensione
(di cinetica)
[ - ] ottima recensione
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noodles87
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domenica 25 marzo 2007
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la bellezza fatta film
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Una perla che rimarrà nel firmamento dei capolavori.Un film che ti riempie e ti fa apprezzare quanto di bello può esistere nel mondo.Una interpretazione magnifica di Spacey esalta un film già splendido.La colonna sonora, bellissima, fa da contorno(e che contorno...)allo scorrere di una storia che avvolge e che ti porta verso un finale tutto da gustare, con la reale convinzione di aver assistito a qualcosa di straordinario. Voto:9
[+] scusa noodles (ma è dal film d sergio leone?)
(di francy)
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henry
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lunedì 28 maggio 2007
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un ritratto...dipinto di follia borghese
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Il furbo Mendes propone una lunga serie di problemi in cui buona parte della middle-class può grossomodo identificarsi. Se da un lato la regia tende a perdersi in facili virtuosismi di stile (Angela nuda ricoperta di petali rosa, il filmino del sacchetto di plastica mosso dal vento, le sequenze immaginarie al ralenti tra Lester e Angela), dall'altro lato Mendes rivela una sorprendente capacità di racconto e una notevole abilità nel cogliere lo spirito dei tempi (la voglia di fuga dalla routine borghese, il ruolo del lavoro -massacrante per lei, troppo poco stimolante per lui-, matrimoni in crisi, conflitti generazionali, ragazzine trasgressive solo a parole, angoscia esistenziale....) senza mai condannare o bacchettare i suoi personaggi.
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Il furbo Mendes propone una lunga serie di problemi in cui buona parte della middle-class può grossomodo identificarsi. Se da un lato la regia tende a perdersi in facili virtuosismi di stile (Angela nuda ricoperta di petali rosa, il filmino del sacchetto di plastica mosso dal vento, le sequenze immaginarie al ralenti tra Lester e Angela), dall'altro lato Mendes rivela una sorprendente capacità di racconto e una notevole abilità nel cogliere lo spirito dei tempi (la voglia di fuga dalla routine borghese, il ruolo del lavoro -massacrante per lei, troppo poco stimolante per lui-, matrimoni in crisi, conflitti generazionali, ragazzine trasgressive solo a parole, angoscia esistenziale....) senza mai condannare o bacchettare i suoi personaggi. Inoltre assistiamo non solo a un'ottima direzione di attori (qui Spacey non è bravo, è formidabile!) ma anche a una riflessione tutt'altro che banale sul ruolo pirandelliano maschera-volto: chi, come Lester, decide di strapparsi la maschera impostagli dalla società diventa libero di conoscere se stesso, ma il prezzo da pagare è altissimo. L'attenzione si mantiene viva per tutta la durata della pellicola e bisogna essere delle pietre per non appassionarsi un minimo. 5 oscar (meritati). Da non perdere.
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pattie
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domenica 21 novembre 2010
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come una bruciatura
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Carrellata di follia contemporanea dove nessuno è felice, nessuno è come sembra e nessuno ha chiaro quali siano o per lo meno quale dovrebbero essere le proprie priorità:
-ragazzine insicure che millantano esperienze sessuali (nascondendo la verginità come un disonore) perché pensano che il proprio ruolo sia necessariamente fare le "facili" e quindi trovare un posto in questo mondo di adulti malati e deviati che cercano i propri sogni giovanili (traditi dalla loro inutile vita) tra le gambe di una minorenne.
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Carrellata di follia contemporanea dove nessuno è felice, nessuno è come sembra e nessuno ha chiaro quali siano o per lo meno quale dovrebbero essere le proprie priorità:
-ragazzine insicure che millantano esperienze sessuali (nascondendo la verginità come un disonore) perché pensano che il proprio ruolo sia necessariamente fare le "facili" e quindi trovare un posto in questo mondo di adulti malati e deviati che cercano i propri sogni giovanili (traditi dalla loro inutile vita) tra le gambe di una minorenne...niente di più attuale;
-moralisti integralisti con l'aggravante della violenza e dei trascorsi militari che annichiliscono la moglie, spingono i figli alla tossicodipendenza, insultano il prossimo sputando gratuite sentenze sulla normalissima e sanissima condotta morale dei gay, per frustrare la propria omosessualità, tanto più inconfessabile quanto prepotentemente pressante e vera;
-donne orribili che hanno rimpiazzato i veri valori della vita con il valore delle cose che possiedono, pronte a fingere pateticamente (anche a se stesse) di essere felici, come protagoniste di una fiction tv allucinante dove conta solo ciò che appare;
-figli ingrati ed egoisti, disorientati dall'assenza di valori e modelli che però hanno ben capito che possono giustificare tutto il marcio che sono e che inevitabilmente diverranno con l'alibi dell'infanzia difficile e dei genitori assenti, non sono i peggiori ma lo diverranno, smidollati e irresponsabili quali sono, non riescono a provare affetto neppure per se stessi;
-pedofili frustrati e mortificati dalle relazioni che non sono riusciti a costruire: niente amici, amori, figli o donne vere (e non bambine)...solo noia, irritazione, insoddisfazione.
Paradossalmente quest'ultima categoria che aveva catalizzato da subito la mia antipatia alla fine viene fuori come la migliore, la più sana, quella che disperatamente cerca di riprendere in mano le redini della propria vita...non senza un lampo di correttezza e delicatezza, nei confronti di una "sciroccata" che cerca la propria personalità (totalmente assente) nelle brame di un uomo per lei vecchio e sbagliato su tutti i fronti.
La morte forse giunge come una liberazione da questa vita infame e triste oltre ogni limite.
Ottima l'interpretazione del cast di eccellenti attori, splendida la sceneggiatura, superba la fotografia.
Film indimenticabile che lascia un segno nell'anima come una bruciatura.
Da vedere assolutamente...ma quando non ci si sente fragili.
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parsifal
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lunedì 4 febbraio 2019
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crollo delle certezze e fantasie
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American Beauty è una varietà di rose, molto graziosa da vedere . Da qui prende il nome la vicenda narrata da Sam Mendez e scritta da Alan Ball. Il protagonista è Lester Burham ( K.Spacey), quarantenne americano, deluso dalla vita e dalla professione, in piena crisi di mezza età. Ha rinunciato alle proprie ambizioni ed ai propri sogni in virtù di una presunta stabilità, economica ed affettiva, che si sgretola ad ogni passo, giorno dopo giorno. Sposato con Carolyn ( A.Bening) agente immobiliare , donna ambiziosa e presuntuosa ma priva di reali talenti che vadano al di là di una irritante megalomania, padre di un'adolescente Jane ( T.Birch) in perenne lotta con il mondo esterno, è stufo di vivere in virtù di regole che non riconosce come proprie.
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American Beauty è una varietà di rose, molto graziosa da vedere . Da qui prende il nome la vicenda narrata da Sam Mendez e scritta da Alan Ball. Il protagonista è Lester Burham ( K.Spacey), quarantenne americano, deluso dalla vita e dalla professione, in piena crisi di mezza età. Ha rinunciato alle proprie ambizioni ed ai propri sogni in virtù di una presunta stabilità, economica ed affettiva, che si sgretola ad ogni passo, giorno dopo giorno. Sposato con Carolyn ( A.Bening) agente immobiliare , donna ambiziosa e presuntuosa ma priva di reali talenti che vadano al di là di una irritante megalomania, padre di un'adolescente Jane ( T.Birch) in perenne lotta con il mondo esterno, è stufo di vivere in virtù di regole che non riconosce come proprie. Giunge tra le sue mani un'occasione per percorrere nuove strade; l'orribile e temuto licenziamento diviene per lui una nuova occasione di vita, di rinnovamento personale e sociale. Vivrà secondo le proprie voglie e desideri e non secondo le convenzioni che lo avevano soffocato per troppi anni. Anche il tradimento della moglie lo renderà ancor più determinato a proseguire per la propria strada, avendo incontrato un'amica della figlia Angela ( M.Suvari) che lo ha turbato non poco: egli crede di poter vivere una nuova giovinezza e si comporta di conseguenza, complice il fatto di aver conosciuto Ricky, ragazzo assai sveglio, figlio di un ufficiale dei Marines in congedo ,autoritario e dispotico, che si arrangia a lavorare nei party privati come cameriere e pusher. Diventano amici e Lester sarà un suo cliente affezionato ed assiduo. IL padre di lui, il colonnello Fits,o ssessionato dalla propria omofobia , non vede di buon occhio tale frequentazione e crede che il figlio si prostituisca. La vicenda si svilupperà ed i toni cambieranno, passando dalla commedia di costume al noir, fondando la narrazione sul pregiudizio e sull'equivoco, sino alle estreme conseguenze. Mai fidarsi delle apparenze perchè ingannano. Ottima fotografia, sceneggiatura ben strutturata e fluida e d ottima colonna sonora. Venne premiato con Cinque Oscar ed altri premi di notevole rilievo.
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andy11
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domenica 15 novembre 2009
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in una sola parola: capolavoro
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"Mi chiamo Lesther Burnham. Questo è il mio quartiere. Questa è la mia strada. Questa è la mia vita. Ho 42 anni. Fra meno di un anno sarò morto". Sono queste le prime parole di Lesther, protagonista e al contempo voce narrante, interpretato da un eccezionale Kevin Spacey, che entra ottimamente nella parte di un uomo tutt'altro che felice del proprio lavoro e della propria vita matrimoniale. La moglie Carolyn è un'agente immobiliare bramosa di successo. La sua carriera ha la priorità su tutto e su tutti. I coniugi hanno una figlia di nome Jane, tipica adolescente piena di rabbia verso tutti, che considera il padre un immaturo incapace di incarnare la figura di genitore. La sua amicizia con una graziosa ragazza, Angela, e l'arrivo della famiglia Fitts nella casa accanto a quella dei Burnham sono gli eventi che incideranno fortemente sul destino di Lesther e della sua famiglia.
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"Mi chiamo Lesther Burnham. Questo è il mio quartiere. Questa è la mia strada. Questa è la mia vita. Ho 42 anni. Fra meno di un anno sarò morto". Sono queste le prime parole di Lesther, protagonista e al contempo voce narrante, interpretato da un eccezionale Kevin Spacey, che entra ottimamente nella parte di un uomo tutt'altro che felice del proprio lavoro e della propria vita matrimoniale. La moglie Carolyn è un'agente immobiliare bramosa di successo. La sua carriera ha la priorità su tutto e su tutti. I coniugi hanno una figlia di nome Jane, tipica adolescente piena di rabbia verso tutti, che considera il padre un immaturo incapace di incarnare la figura di genitore. La sua amicizia con una graziosa ragazza, Angela, e l'arrivo della famiglia Fitts nella casa accanto a quella dei Burnham sono gli eventi che incideranno fortemente sul destino di Lesther e della sua famiglia. Sam Mendes riesce sapientemente nell'intento di combinare l'umorisomo con la drammaticità, rendendo il film unico nel suo genere. American Beauty ottenne 5 (meritatissimi) Premi Oscar tra cui quello di miglior film e quello di miglior attore protagonista a Kevin Spacey. Capolavoro del cinema.
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[+] e bravo...
(di mr.cinema)
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monnnyticia
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venerdì 7 gennaio 2011
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molto bello
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Proprio un bel film.. Di base regna una calma incalzante sullo sfondo della quale viene disegnata una nevrotica classe media che dalle luci della perfezione esplode fino alla morte. D'accordo con quanto scritto nella scheda, il personaggio più interessante è un marine gay in outing.
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bella earl!
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martedì 1 novembre 2011
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quando il cinema diventa poesia.
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- Mai sottovalutare il potere della negazione -
Lester Burnham è l'americano medio che, un giorno, da una svolta alla sua vita incontrando Angela, sedicenne e seducente bionda, migliore amica di sua figlia. Con una moglie fuori di sé che sogna di farsi un grande imprenditore immobiliare, nuovi vicini, e una figlia nevrotica, si accende una miccia che porterà a un'esplosione devastante.
Sam Mendes passa dal teatro a Hollywood firmando un indiscusso grandioso lavoro di cinema con uno stile registico invidiabile, una sceneggiatura leggera e, a tratti, comica, porta in scena una distruzione di quella farsa che chiamano "American Dream". Nel cast a farla da padrone c'è un intramontabile Kevin Spacey, premio Oscar all'interpretazione, che da una magistrale prova di un'espressività sconcertante.
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- Mai sottovalutare il potere della negazione -
Lester Burnham è l'americano medio che, un giorno, da una svolta alla sua vita incontrando Angela, sedicenne e seducente bionda, migliore amica di sua figlia. Con una moglie fuori di sé che sogna di farsi un grande imprenditore immobiliare, nuovi vicini, e una figlia nevrotica, si accende una miccia che porterà a un'esplosione devastante.
Sam Mendes passa dal teatro a Hollywood firmando un indiscusso grandioso lavoro di cinema con uno stile registico invidiabile, una sceneggiatura leggera e, a tratti, comica, porta in scena una distruzione di quella farsa che chiamano "American Dream". Nel cast a farla da padrone c'è un intramontabile Kevin Spacey, premio Oscar all'interpretazione, che da una magistrale prova di un'espressività sconcertante. Bellissimo film, bellissimo finale, grandissimo Mendes.
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fab_y
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lunedì 3 settembre 2012
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pschedelico
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All'inizio può sembrare una normalissima commedia americana con scene di vita quotidiana viste e riviste del prototipo della famiglia conformista e borghese: una figlia adolescente ribelle e arrabbiata in lotta con la famiglia e il mondo, un padre in crisi esistenziale che si ribella ai cliché borghesi che ha seguito per tutta una vita, una moglie che cerca disperatamente di star dietro all'immagine di perfetta moglie e donna in carriera con una bella casa e una bella famiglia che negli anni ha costruito (ma solo nella sua testa). Invece, a mano a mano che il film si sviluppa vediamo come queste dinamiche vengono affrontate e rappresentate in modo completamente diverso, nuovo: il film è pungente e altamente simbolico in ogni inquadratura, nulla è lasciato al caso e diviene sempre più tormentoso per il modo in cui questa realtà ci viene presentata, con una vena di sarcasmo e dietro una inquietante continua ironia che propone la cruda realtà e la condizione di perenne prigionia in cui viene a trovarsi l'uomo di quest'epoca.
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All'inizio può sembrare una normalissima commedia americana con scene di vita quotidiana viste e riviste del prototipo della famiglia conformista e borghese: una figlia adolescente ribelle e arrabbiata in lotta con la famiglia e il mondo, un padre in crisi esistenziale che si ribella ai cliché borghesi che ha seguito per tutta una vita, una moglie che cerca disperatamente di star dietro all'immagine di perfetta moglie e donna in carriera con una bella casa e una bella famiglia che negli anni ha costruito (ma solo nella sua testa). Invece, a mano a mano che il film si sviluppa vediamo come queste dinamiche vengono affrontate e rappresentate in modo completamente diverso, nuovo: il film è pungente e altamente simbolico in ogni inquadratura, nulla è lasciato al caso e diviene sempre più tormentoso per il modo in cui questa realtà ci viene presentata, con una vena di sarcasmo e dietro una inquietante continua ironia che propone la cruda realtà e la condizione di perenne prigionia in cui viene a trovarsi l'uomo di quest'epoca. Le scene sono psicologicamente forti e a tratti quesi scandalose. Tuttavia, mentre sentiamo l'amaro in bocca per una realtà fatta di apparenze in cui anche noi ci troviamo immersi fino al collo, input di ottimismo ci giungono dall'unico personaggio che sembra essere estraneo e lontano dalla triste condizione dei suoi simili: è lui che di vota in volta ci aiuta ad uscire fuori dal grigiume dell'umana esistenza e a guardare il mondo con occhi diversi per ricercarne l'autenticità e la bellezza...quell'autenticità che dovremmo far nostra.
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