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freddie lee
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giovedì 1 maggio 2014
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uno dei film più intensi che abbia mai visto
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"American Beauty" non è solo un film, è una poesia che ci viene narrata dalla calda voce di Pedicini (probabilmente la sua migliore prova di doppiaggio), accompagnata da una colonna sonora intensa ed emozionante e da una fotografia morbida e d'impatto.
La regia non eccede in inutili virtuosismi, anzi si mantiene su toni pacati e morbidi, così come le prove attoriali, che sono quanto di più talentuoso si sia mai visto in un film.
Una nozione a parte la merita Kevin Spacey, che in questo film dimostra di non essere per niente inferiore ad attori molto più discussi ed eccessivamente lodati dalla critica e dal grande pubblico.
La sceneggiatura di Alan Ball è, come detto prima, una poesia intensa e riflessiva, che solo i più sensibili potranno comprendere fino in fondo.
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"American Beauty" non è solo un film, è una poesia che ci viene narrata dalla calda voce di Pedicini (probabilmente la sua migliore prova di doppiaggio), accompagnata da una colonna sonora intensa ed emozionante e da una fotografia morbida e d'impatto.
La regia non eccede in inutili virtuosismi, anzi si mantiene su toni pacati e morbidi, così come le prove attoriali, che sono quanto di più talentuoso si sia mai visto in un film.
Una nozione a parte la merita Kevin Spacey, che in questo film dimostra di non essere per niente inferiore ad attori molto più discussi ed eccessivamente lodati dalla critica e dal grande pubblico.
La sceneggiatura di Alan Ball è, come detto prima, una poesia intensa e riflessiva, che solo i più sensibili potranno comprendere fino in fondo.
Consiglio assolutamente a tutti la visione di questo capolavoro che non può mancare nella collezione di un vero cinefilo.
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fedezena
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sabato 1 aprile 2017
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capolavoro, da vedere assolutamente,
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Emozionante, intrigante, divertente.
Non è facile fare un film che tiene le persone incollate alla poltrona dall'inizio alla fine; in questo film ci sono riusciti, Audio, inquadrature, dialoghi, attori.. non ci sono momenti di noia, o momenti di eccessiva confusione.. è tutto perfettamente equilibrato.
E volendo, fa anche riflettere.
Da vedere assolutamente, non ve ne pentirete.
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luca scialo
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martedì 19 gennaio 2021
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la profondità del teatro al servizio di hollywood
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Lester è un 42enne senza più stimoli. La moglie sta invecchiando male, da ragazza ribelle e disinibita, è diventata una casalinga isterica. Il dialogo con la figlia adolescente Jane è quasi nullo. I nuovi vicini di casa rappresentano un'altra tipica famigliola americana, con la bella casetta con giardino abitata però da persone prive di dialogo. Il padre è un duro ex ufficiale dei Marines. Il figlio Ricky un ragazzo chiuso che ama riprendere ciò che lo circonda, tra cui Jane, della quale si innamorerà. Mentre la donna di casa, è stata annullata di ogni personalità da un marito opprimente. E poi c'è lei, Angela, intrigante compagna di scuola di Jane, di cui Lester si innamorerà. Finendo per ritrovare nuovi stimoli, al fine di farsi trovare da lei attraente.
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Lester è un 42enne senza più stimoli. La moglie sta invecchiando male, da ragazza ribelle e disinibita, è diventata una casalinga isterica. Il dialogo con la figlia adolescente Jane è quasi nullo. I nuovi vicini di casa rappresentano un'altra tipica famigliola americana, con la bella casetta con giardino abitata però da persone prive di dialogo. Il padre è un duro ex ufficiale dei Marines. Il figlio Ricky un ragazzo chiuso che ama riprendere ciò che lo circonda, tra cui Jane, della quale si innamorerà. Mentre la donna di casa, è stata annullata di ogni personalità da un marito opprimente. E poi c'è lei, Angela, intrigante compagna di scuola di Jane, di cui Lester si innamorerà. Finendo per ritrovare nuovi stimoli, al fine di farsi trovare da lei attraente. Da una sceneggiatura del commediografo Alan Ball trasposta magistralmente dal brillante regista teatrale Sam Mendes. Peraltro al suo esordio. La pellicola inizialmente sembra una delle tante su una banale cotta di un 40enne per una ragazza 18enne. Tuttavia, più si va avanti, e più mostra una sua profondità e un'analisi sulla crisi della famiglia di fine millennio e sulla fragilità delle vite odierne. Che si affannano ad apparire, più che ad essere. I personaggi si svelano gradualmente e la realtà viene fuori in modo spietato. La scena di Mena Suvari immersa in una vasca piena di rose ha fatto epoca. Il teatro che diventa cinema, lasciando il segno. Portando la sua profondità al servizio delle esigenze di Hollywood.
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giomo891
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lunedì 19 settembre 2022
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5 oscar per un esordiente meritati. giomo891
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American Beauty è un film del 1999 scritto da Alan Ball e diretto da Sam Mendes, vincitore di numerosi riconoscimenti: cinque Premi Oscar, tre Golden Globe e ben sei Bafta nel 2000.
La pellicola narra i turbamenti e le ossessioni generati da una adolescente su un impiegato di mezza età, interpretato da Kevin Spacey, specchio del padre di famiglia medio dell'America contemporanea. Il film è stato descritto dalla critica come una satira sugli obiettivi e sul concetto stesso di bellezza del ceto medio americano; tali analisi riscontrano nel lavoro di Mendes anche un approfondito sviluppo dell'amore romantico e di quello paterno, della sessualità, della bellezza, del materialismo, della catarsi dalle proprie preoccupazioni e del riscatto personale.
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American Beauty è un film del 1999 scritto da Alan Ball e diretto da Sam Mendes, vincitore di numerosi riconoscimenti: cinque Premi Oscar, tre Golden Globe e ben sei Bafta nel 2000.
La pellicola narra i turbamenti e le ossessioni generati da una adolescente su un impiegato di mezza età, interpretato da Kevin Spacey, specchio del padre di famiglia medio dell'America contemporanea. Il film è stato descritto dalla critica come una satira sugli obiettivi e sul concetto stesso di bellezza del ceto medio americano; tali analisi riscontrano nel lavoro di Mendes anche un approfondito sviluppo dell'amore romantico e di quello paterno, della sessualità, della bellezza, del materialismo, della catarsi dalle proprie preoccupazioni e del riscatto personale.
Apparentemente, il racconto di Mendes appare strutturato come una commedia superficiale, ma tale non è. Ben presto ci si accorge che fa riflettere sulle mille contraddizioni di una società violenta, sotto tutti gli aspetti, da quelli attinenti alla sfera sessuale dell'età matura a quelli di un uomo che sotto una struttura autoritaria semi-militare riversa sul figlio le proprie insicurezza, sotto forma di pura violenza.
Ma tutti i personaggi, dal figlio di quest'ultimo, alla moglie del protagonista e ad uno straordinario Space, delinea il fallimento dei miti dell'americano medio, vittima, non solo della società di un finto benessere, ma soprattutto di una vita organizzata e noiosa (dell'epoca).
Un vero capolavoro nel suo genere. Ottima la colonna sonora, compreso (soprattutto per i Beatlemani) la stupenda "Because" dei titoli di coda.
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giovanni morandi
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martedì 27 settembre 2022
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un film diventato un cult giovanni morandi
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American Beauty (che secondo alcuni e ' un varietà di rose) è un film del 1999 scritto da Alan Ball e diretto da Sam Mendes, che non avrebbe mai pensato di vincere, con questa sua opera prima, c'era numerosi riconoscimenti: cinque Premi Oscar, tre Golden Globe e ben sei Bafta nel 2000.
La pellicola narra le "prime smanie sessuali" generate in un' adolescente da un impiegato di mezza età, interpretato da un superbo Kevin Spacey, (all' epoca non ancora coinvolto nelle note vicende scandalistiche) padre di famiglia medio-borghese dell'America contemporanea. Il film è stato descritto dalla critica come una satira sugli obiettivi e sul concetto stesso di bellezza del ceto medio americano; tali analisi riscontrano nella ricerca psicologica dei personaggi, con estrema disinvoltura (e qui è il suo grande merito) e ad un tempo in maniera profonda, di Mendes che parte dallo sviluppo dell'amore romantico e di quello paterno, della sessualità, della bellezza, del materialismo, e dell'alleggerimento del protagonista dalle proprie preoccupazioni, con una sorta di riscatto personale.
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American Beauty (che secondo alcuni e ' un varietà di rose) è un film del 1999 scritto da Alan Ball e diretto da Sam Mendes, che non avrebbe mai pensato di vincere, con questa sua opera prima, c'era numerosi riconoscimenti: cinque Premi Oscar, tre Golden Globe e ben sei Bafta nel 2000.
La pellicola narra le "prime smanie sessuali" generate in un' adolescente da un impiegato di mezza età, interpretato da un superbo Kevin Spacey, (all' epoca non ancora coinvolto nelle note vicende scandalistiche) padre di famiglia medio-borghese dell'America contemporanea. Il film è stato descritto dalla critica come una satira sugli obiettivi e sul concetto stesso di bellezza del ceto medio americano; tali analisi riscontrano nella ricerca psicologica dei personaggi, con estrema disinvoltura (e qui è il suo grande merito) e ad un tempo in maniera profonda, di Mendes che parte dallo sviluppo dell'amore romantico e di quello paterno, della sessualità, della bellezza, del materialismo, e dell'alleggerimento del protagonista dalle proprie preoccupazioni, con una sorta di riscatto personale.
Apparentemente, il racconto di Mendes appare come una commedia superficiale, ma tale non è. Ben presto ci si accorge che fa riflettere sulle mille contraddizioni di una società violenta, sotto tutti gli aspetti, da quelli attinenti alla sfera sessuale dell'età matura a quelli di un uomo che sotto una struttura autoritaria semi-militare, riversa sul figlio le proprie insicurezza, sotto forma di pura violenza.
Ma tutti i personaggi, dal figlio, alla moglie del protagonista e ad uno straordinario Spacey, delinea il fallimento dei miti o se volete, dei sogni tipici dell'americano medio, vittima, non solo della società di un finto benessere, ma soprattutto di una vita sempre troppo organizzata e noiosa.
Un vero capolavoro nel suo genere. Ottima la colonna sonora, compreso (soprattutto per i Beatlemani) la stupenda "Because" dei titoli di coda.
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wetman
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domenica 6 luglio 2014
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uno dei pochi film che merita l'oscar vinto
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Quello che Alan Ball è riuscito a fare scrivendo la sceneggiatura di "American Beauty" ha dell'incredibile: è riuscito a narrare la storia di un grandissimo numero di personaggi seguendo un solo filone narrativo e senza l'ausilio della narrazione ad episodi, ed inoltre riuscendo ad affascinare per ognuna di quella vite così diverse ma, in fondo, anche così uguali. Ma lo sceneggiatore non si è fermato qui. È riuscito, infatti, a denunciare lo stile di vita tipico di ogni classe sociale. Mi spiego meglio. Ogni singolo protagonista del film rappresenta un flagello della società americana: dall'impiegato con un pessimo lavoro e che non trova uno svago dai tempi della giovinezza, alla donna falsa e stanca di tutto ciò che la circonda; dall'adolescente depressa, agli omofobi, e molto altro ancora.
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Quello che Alan Ball è riuscito a fare scrivendo la sceneggiatura di "American Beauty" ha dell'incredibile: è riuscito a narrare la storia di un grandissimo numero di personaggi seguendo un solo filone narrativo e senza l'ausilio della narrazione ad episodi, ed inoltre riuscendo ad affascinare per ognuna di quella vite così diverse ma, in fondo, anche così uguali. Ma lo sceneggiatore non si è fermato qui. È riuscito, infatti, a denunciare lo stile di vita tipico di ogni classe sociale. Mi spiego meglio. Ogni singolo protagonista del film rappresenta un flagello della società americana: dall'impiegato con un pessimo lavoro e che non trova uno svago dai tempi della giovinezza, alla donna falsa e stanca di tutto ciò che la circonda; dall'adolescente depressa, agli omofobi, e molto altro ancora. Per quanto riguarda il comparto tecnico; sia la fotografia sia la regia sono molto pulite e ben fatte, ma non fanno gridare al miracolo, giustamente, essendo questa la prima pellicola di Mendes. Gli attori, escludendo Kevin Spacey, sono abbastanza bravi, anche se ogni tanto vi sono delle sbavature (come il colonnello Frank Fitts, che mentre guida parla con il passeggero senza mai guardare la strada) che sono comunque passabili a causa del bilanciamento dovuto alla magistrale interpretazione di Spacey, che rende credibile il suo personaggio in ogni singolo gesto e in ogni singolo sguardo. Le musiche sono molto gradevoli per come sono inserite nelle scene di relax o di felicità, ma potevano fare un lavoro migliore nelle scene drammatiche, dove le musiche sono non già allegre, ma quasi da "sala d'attesa". Ottimo anche il doppiaggio in italiano, soprattutto nel monologo finale del protagonista, commovente e rilassante nello stesso momento. In sostanza, "American Beauty" è un film che dovrebbero vedere tutti, anche i non amanti di cinema, dato che è un film appassionante, coinvolgente e che, ogni tanto, riesce pure a strapparti un sorriso.
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michele martelossi
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venerdì 19 ottobre 2007
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occhio alle ... spine
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E’ il luogo comune che imita la realtà o viceversa? Questo ci si chiede, guardando la radiografia scattata da Mendes ad un frammento di borghesia americana con un piede nel secolo scorso ma pronta ad entrare, seppur con frenetica ed irrimediabile rassegnazione, nel nuovo. Battezzato con il nome di una varietà di rosa, American Beauty è una sorta di curioso decoupage che vuole mostrarci l’assurda convivenza tra la bellezza superficiale e impietosamente vuota e l’autentica meraviglia non percepibile ad occhio nudo, perché celata in ciò che sembra insignificante, ma che va oltre le apparenze per arrivare sino al cuore. I personaggi infilati in questa porta girevole vivono in un sobborgo californiano.
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E’ il luogo comune che imita la realtà o viceversa? Questo ci si chiede, guardando la radiografia scattata da Mendes ad un frammento di borghesia americana con un piede nel secolo scorso ma pronta ad entrare, seppur con frenetica ed irrimediabile rassegnazione, nel nuovo. Battezzato con il nome di una varietà di rosa, American Beauty è una sorta di curioso decoupage che vuole mostrarci l’assurda convivenza tra la bellezza superficiale e impietosamente vuota e l’autentica meraviglia non percepibile ad occhio nudo, perché celata in ciò che sembra insignificante, ma che va oltre le apparenze per arrivare sino al cuore. I personaggi infilati in questa porta girevole vivono in un sobborgo californiano. Mrs. Burning è una moglie alla “Stepford”, quasi inumana e alla soglia della menopausa, talmente aggrappata alla farsa di una vita che vuole somigliare alla perfezione da rasentare l’isteria. Il marito Lester a questa farsa non crede ormai più: la sua esistenza è un gioco di disincanti che, come lui stesso e le circostanze annunciano, si sta per chiudere. Ago della bilancia e vittima di tale dualismo è la loro unica prole, Jane che già possiede la disillusione del padre, ma gode anche dell’intatto piacere per la scoperta dell’amore, della sessualità e della vita tutta. A loro il film consegna, equanime, un gettone da spendere: la lolita puttanella per un Lester vulnerabile ed in piena crisi esistenziale, la misera liaison extraconiugale per la moglie in cerca di auto - motivazione e, a Jane, tutto il tempo necessario per evitare di somigliare loro, emulandone gli errori; inutile dire che per i coniugi Burning, incapaci di imparare dal passato, l’investimento andrà sprecato in un inutile tentativo di ammutinarsi contro un destino già deciso, che non prevede riscatti. C’è, in American Beauty, la forza di una denuncia che cerca di svestire i panni socialmente accettabili in cui l’ipocrisia si è sublimata ma incontrando, purtroppo, i luoghi comuni di sempre: il futile tentativo di ribellione da parte di un uomo, al quale basta l'onirica visione di una ninfetta travolta da cascanti petali rossi per capire che è giunta l’ora della metamorfosi; la marcia a senso unico di una donna fasulla e impreparata ad ammettere di aver ridotto la propria dimensione ad una bolla di sapone pronta a frangersi contro una ruvida superficie; la totale assenza d’entusiasmo nella figlia che è anche figlia di una generazione sempre più controvertibile e ribelle e mai capace di apprezzare a sufficienza il materialismo propinatole dal contesto in cui è, suo malgrado, costretta; il simulato macismo di un omosessuale che preferì rinnegare se stesso per mimetizzarsi in una identità mai appartenutagli; e persino la pioggia, che scroscia al momento più opportuno per drammatizzare l’epilogo. Nel frattempo, l’ineluttabile proiezione dello spettatore verso una morte preannunciata lo tormenta sul “chi” e sul “quando”: è la moneta che paga il pedaggio a questo racconto, insieme ad una colonna sonora con vene d’assoluta poesia, durante il panegirico di Wes Bentley sulla bellezza vera ed autentica, che ci sta intorno. Accattivante e, a tratti, demenziale anche Mena Suvari, nella parte della “velina” tentatrice. Orribilmente spaventosa Annette Bening, con il suo personaggio fatto di plastica e crepe. Assolutamente tragico Kevin Spacey nel suo ultimo singulto. Da vedere, sicuramente.
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claudio92s
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sabato 28 febbraio 2015
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la bellezza, o meglio ciò che appare di essa
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Questo film è sicuramente un cult del cinema, e con i suoi 5 oscar e un Kevin Spacey straordinario gode di una fama indiscussa,
Ciò che particolarmente colpisce di questo film è l'incredibile diversità dei personaggi nei quali però si percepisce un qualcosa in comune: l'insofferenza per una vita nella quale la realtà lascia posto all'apparenza. I personaggi infatti hanno tutti dei limiti, mentali, che non permettono di godere della vita ma che li vede totalmente oppressi dalle convenzioni sociali. Il cambiamento di Lester dimostra il voler vivere al di fuori del conformismo borghese, senza dover sottostare a finti sorrisi o a qualche buona parolina per mantenere il posto di lavoro. Nel cambiamento decisivo molti, se non quasi tutti danno particolare ed estrema importanza ad Angela che con la sua bellezza trasgressiva cattura Lester.
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Questo film è sicuramente un cult del cinema, e con i suoi 5 oscar e un Kevin Spacey straordinario gode di una fama indiscussa,
Ciò che particolarmente colpisce di questo film è l'incredibile diversità dei personaggi nei quali però si percepisce un qualcosa in comune: l'insofferenza per una vita nella quale la realtà lascia posto all'apparenza. I personaggi infatti hanno tutti dei limiti, mentali, che non permettono di godere della vita ma che li vede totalmente oppressi dalle convenzioni sociali. Il cambiamento di Lester dimostra il voler vivere al di fuori del conformismo borghese, senza dover sottostare a finti sorrisi o a qualche buona parolina per mantenere il posto di lavoro. Nel cambiamento decisivo molti, se non quasi tutti danno particolare ed estrema importanza ad Angela che con la sua bellezza trasgressiva cattura Lester. Senza ovviamente mettere in dubbio, in quanto molto chiaro anche dalle scene, appare a mio parere rilevante anche l'incontro con Ricky, il più affine, colui che permette a Lester di rivivere la propria spensieratezza.
La trama scorre abbastanza fluida, i dialoghi sono molto curati e l'interpretazione di kevin Spacey, lo ripeto ancora, è magnifica.
Questo film ha la capacità di far riflettere e far comprendere come per qualche ideale di bellezza, nel senso più metaforico possibile, ci costringiamo ad una vita insoddisfaciente, a relegare le nostre aspirazioni e a celare l'essenza dei nostri pensieri e del nostro io. L'essenza, quella che forse solo Ricky, nella sua ambiguità, sembra essere l'unico a volerla fortemente cercare in tutto, anche in un sacchetto di plastica che danza circondato da foglie ormai al vento donate.
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chriss
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martedì 27 luglio 2010
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sopravvalutato ed idolatrato fino all' eccesso...
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Sono almeno cinque, come i premi Oscar vinti da questo film, le cose che mi hanno colpito. Vediamole: le riprese amatoriali fatte con la telecamera da Ricky Fitts; la moglie di Lester che si accascia sui vestiti quando il marito muore; la musica, degna di questo ottimo film; la moglie di Frank, Barbara, che fissa la stanza dicendo che c' è disordine; infine i petali che adornano la giovanissima Angela o quelli che escono dalla bocca di Lester. Mi pare un pò poco per un film da cinque, dico cinque stelle e cinque Oscar, non credete? Parliamone con calma. American Beauty, di Sam Mendes, vincitore di 5 Oscar ed innumerevoli altri premi internazionali, è un film che trovo esageratamente sopravvalutato ed idolatrato fino all' eccesso.
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Sono almeno cinque, come i premi Oscar vinti da questo film, le cose che mi hanno colpito. Vediamole: le riprese amatoriali fatte con la telecamera da Ricky Fitts; la moglie di Lester che si accascia sui vestiti quando il marito muore; la musica, degna di questo ottimo film; la moglie di Frank, Barbara, che fissa la stanza dicendo che c' è disordine; infine i petali che adornano la giovanissima Angela o quelli che escono dalla bocca di Lester. Mi pare un pò poco per un film da cinque, dico cinque stelle e cinque Oscar, non credete? Parliamone con calma. American Beauty, di Sam Mendes, vincitore di 5 Oscar ed innumerevoli altri premi internazionali, è un film che trovo esageratamente sopravvalutato ed idolatrato fino all' eccesso. Un film fin troppo sopra le righe. L' ho rivisto dopo tanto tempo nel tentativo di sviscerarlo e possibilmente smascherarlo. Non so se ci sono riuscito, ma, perlomeno, spero di essere andato non troppo lontano dal bersaglio grosso. L' ho analizzato da cima a fondo, cercando di trovarci quella famosa bellezza americana tanto cara al regista. Partiamo, intanto, dai personaggi che sembrano usciti da un film dell' horror. Ci sono tre famiglie vicine di casa. La prima è composta da due onesti lavoratori, una coppia di gay a cui piace fare il footing. Fin qui nulla di anormale, se non per qualche blasfemo commento omofobo del Colonnello Frank Fitts. La seconda famiglia è composta proprio dal Colonnello, un tipo violento che picchia a sangue il figlio. E' fissato con le armi, la struttura e la disciplina. Sarà proprio lui il carnefice di Lester, un magnifico Kevin Spacey. Qualcuno lo avrà mai picchiato? La moglie, Barbara, è una specie di mummia fissata con l' ordine ( questo a causa del marito). Ancora non è scappata di casa da un uomo manesco e burbero. Perché? Non si sa. Poi c' è Ricky, il figlio, un diciottenne con quarantamila dollari da parte! Fa uso e spaccio di droga totalmente indisturbato. Pure lui è un fissato. Già, perché il ragazzo ama filmare uccelli morti e buste di plastica. Dice di vederci la bellezza. Intanto rimane impassibile alla morte di Lester. Ma chi gli dava la roba? Poi c' è la terza ed ultima famiglia. Qui, vi giuro, entriamo nel caos più totale. Il padre, Lester, lascia il lavoro e se ne frega altamente, ma, intanto, sogna ad occhi aperti di fare del sesso con Angela, una mocciosetta che si crede Miss Universo. Sul più bello, però, la Moana Pozzi del film confessa a Lester di essere una verginella! Ma dai? Questo era già un pò troppo per me... Proprio Lester, "per questa ragazza qualunque", comincerà a fare pesi per il petto e le braccia. Pesi? Erano pesi quelli? Ma dai...Pesetti, visto che erano ininfluenti! Pesi da dilettante che nemmeno il più panciuto dei padri oserebbe toccare. Nemmeno il mio! Comunque sia, il nostro caro e amato Lester ha la colpa di rimanere inerme alle corna della moglie, una donna isterica abbagliata dal carisma di Buddy Kane, un venditore immobiliare che, a tempo perso, ama sparare al poligono. Un altro fissato? Che peccato! Infine la figlia. Non ve la presento, giudicate voi quel che dice in queste parole: "Mi serve un padre che mi faccia da modello, non un ragazzino arrapato che spruzza nelle mutande quando porto un' amica a casa dopo la scuola...Che schiappa! Qualcuno dovrebbe aiutarlo a smettere di soffrire." Se mia madre avesse solo pensato una cosa del genere tanti anni fa, ora non sarebbe nemmeno sposata. Questo ve lo giuro! Insomma: "Co sta fija, che ber quadretto de famija", avrebbe detto il mio caro Trilussa...Ci manca soltanto Mrs Doubfire! Sono stato troppo cattivo? Io credo proprio di no! American Beauty sarà pure un filmone come dite voi, ma qui siamo agli estremi. Andrà pur bene lo spaccato di una famiglia americana sfasciata, il sogno americano infranto, l' incomunicabilità pirandelliana e compagnia bella, ma questo, signori e signore non è la vita reale. Ammetto che ci saranno pure famiglie a pezzi, in crisi o addirittura fatte a pezzi da qualche criminale, ma qui, in American Beauty, si rasenta il ridicolo! Il primo tempo, lo ammetto, è molto ben fatto e gli ultimi venti, venticinque minuti sono veramente di fuoco. Lester, forse il meno colpevole di tutti, è l' unico dei tre in famiglia che cerca in qualche modo di riaddrizzare qualcosa. E non solo il suo uccello per fortuna! Mi aspettavo di più lo confesso. Io non l' ho vista tutta questa tanto decantata bellezza americana. Posso dire certamente la verità affermando che il film estremizza troppo i personaggi. Che siano creature di Carpenter? O di Sam Raimi? Possibile che due famiglie così possano vivere, per esempio, accanto a noi? O accanto a me? Io non ci credo, né voglio solo minimamente pensarlo. Quattro stelle va bene, ma nulla di più. Comunque se ha vinto cinque Oscar vuol dire che sono io il deficiente, non tutti gli altri... Però, dopo tutto quel che ho detto, dov' è la bellezza americana? Mahhh...
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[+] ma hai compreso il film?
(di claudio92s)
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lady libro
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domenica 7 agosto 2011
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alquanto sopravvalutato
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Un film senza dubbio particolare eppure così vicino alla realtà: Lester Burnham, un uomo insoddisfatto della propria vita e del proprio lavoro, ha una figlia, Jane, che lo odia e una moglie, Carolyn, che lo sottomette facilmente e lo critica spesso. La sua vita cambia completamente dopo l'incontro con Angela, un'amica di sua figlia, di cui s'innamora perdutamente sognandola tutti i giorni e tutte le notti e dopo ciò trova un nuovo lavoro, inizia a fare sport e sembra finalmente che la vita gli sorrida...
L'unica cosa bella in questo film sono la sublime colonna sonora di Thomas Newman e la magistrale e simpatica interpretazione di Kevin Spacey, ma il resto proprio non va: la storia è semplice, quasi banale, orientata prevalentemente e soltanto sul sesso e senza alcun senso, e le interpretazioni di Annette Bening, Thora Birch (truccata esageratamente e terribilmente male) e Mena Suvari risultano terribilmente odiose e insopportabili.
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Un film senza dubbio particolare eppure così vicino alla realtà: Lester Burnham, un uomo insoddisfatto della propria vita e del proprio lavoro, ha una figlia, Jane, che lo odia e una moglie, Carolyn, che lo sottomette facilmente e lo critica spesso. La sua vita cambia completamente dopo l'incontro con Angela, un'amica di sua figlia, di cui s'innamora perdutamente sognandola tutti i giorni e tutte le notti e dopo ciò trova un nuovo lavoro, inizia a fare sport e sembra finalmente che la vita gli sorrida...
L'unica cosa bella in questo film sono la sublime colonna sonora di Thomas Newman e la magistrale e simpatica interpretazione di Kevin Spacey, ma il resto proprio non va: la storia è semplice, quasi banale, orientata prevalentemente e soltanto sul sesso e senza alcun senso, e le interpretazioni di Annette Bening, Thora Birch (truccata esageratamente e terribilmente male) e Mena Suvari risultano terribilmente odiose e insopportabili.
E'un film che sicuramente racchiude un significato profondo, ma quegli Oscar non li meritava tutti. Sopravvalutato, ecco cos'è.
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[+] dimenticavo...
(di lady libro)
[ - ] dimenticavo...
[+] mah
(di pjmix)
[ - ] mah
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