Lietta Tornabuoni
La Stampa
Come Quentin Tarantino, Danny Boyle, il regista inglese di Trainspotting, cambia: in Una vita esagerata compie il salto dalla violenza all'amore, dall'oltranza al sentimento, dalla droga agli angeli custodi. Anche se in ogni autore tante emozioni diverse possono convivere, sembra un salto troppo brusco per convincere e per non incoraggiare sospetti d'opportunismo: ottenuto il successo internazionale con film- scandalo, si passa a film accettabili da un pubblico più vasto, si cerca subito di liberarsi dell'etichetta terribilista, si dà retta a chi sostiene che i giovani spettatori contemporanei sono più sentimentali che sardonici. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (1910 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 20 Aprile 1998
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