Anno | 1993 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Silvio Soldini |
Attori | Fabrizio Bentivoglio, Maria Bakò, Felice Andreasi, Philippine Leroy-Beaulieu, Sonia Gessner Renato Scarpa, Ivano Marescotti, Giuseppe Cederna, Moni Ovadia, Manrico Gammarota, Giuseppe Battiston, Zinedine Soualem, Antonio Albanese, Michele Bottini. |
Uscita | martedì 6 settembre 1994 |
Distribuzione | D.A.R.C. - Distribuzione Angelo Rizzoli |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,22 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 28 gennaio 2015
Secondo film di Soldini dopo L'aria serena dell'ovest. Presentato alla Mostra di Venezia ha fatto ottenere a Bentivoglio il premio come miglior attore. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Un'anima divisa in due ha incassato 3,1 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Addetto alla sorveglianza, Pietro Di Leo deve allontanare dal grande magazzino in cui lavora una giovane rom. Qualche giorno dopo, quando tornerà a rubare un profumo, Pabe, questo il suo nome, sarà inseguita per le strade da Pietro e poi lasciata scappare. Di incontro in scontro, tra i due si viene ad instaurare un rapporto sempre più intenso che sfocerà in un'inaspettata fuga verso il mare dove tenteranno di condurre una vita insieme.
Come le anime dei due protagonisti, anche questo secondo lungometraggio di Silvio Soldini appare evidentemente diviso in due, con una parte milanese, dove eccelle la fotografia di Luca Bigazzi, e una anconetana, in cui l'unione sembra superare tutti gli ostacoli, in mezzo il viaggio, quasi una figura fissa del cinema italiano degli anni Novanta. Vario negli scenari messi in gioco, aspro quanto reale, è il lavoro della maturità di un regista affascinato dall'idea di costruire un melodramma su un amore impossibile che è anche uno studio sull'integrazione tra culture e etnie diverse. Sofferente di disturbi psicosomatici, che gli portano perdita di sangue dal naso e visioni, Pietro è vittima delle insoddisfazioni così come erano tutti i personaggi del precedente L'aria serena dell'Ovest, un uomo che sembra essere tutt'uno con una Milano grigia e senza speranza; in Pabe trova, invece, la possibilità di un altrove, la spinta per andarsene realmente verso quel mare che, nei giochi con il figlioletto avuto dalla ex moglie, immagina soltanto dietro il grigiore di un palazzo. Anche la sceneggiatura di questo secondo lungometraggio, ancora opera di Silvio Soldini e Roberto Tiraboschi, lavora sulla ricerca di un'altra vita, sull'aspirazione ad un futuro diverso da quello che abbiamo costruito a discapito dei nostri desideri; in questo senso, la scelta di raccontare l'incontro di un uomo disilluso con una giovane rom, quasi un correlativo oggettivo della libertà, appare chiara di un'intera prospettiva filosofica: tra regolarità e irregolarità, Pietro e Pabe subiscono una metamorfosi alternata che porta l'uno ad assomigliare all'altra, senza mai avere la possibilità reale di essere la medesima cosa.
Eccellente la prova di Fabrizio Bentivoglio, giustamente premiato con la Coppa Volpi al Festival di Venezia e ancora lontano da qualsiasi eccesso recitativo. Rom di origine ungherese, Maria Bakò gli tiene testa con ferma autenticità. In piccoli ruoli recitano Antonio Albanese, il portiere dell'albergo, Moni Ovadia, Giuseppe Cederna e Giuseppe Battiston.
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Ancora un incontro tra un uomo d’ordine e una donna del disordine, tra una triste normalità maschile e una vitale diversità femminile, ancora un rapporto contrastato e difficile nel quale lui cerca un’altra vita che non c’è e ciascuno dei due perde il proprio mondo senza trovarne un altro, ancora un amore che simboleggia il nodo esistenziale delle persone giovani (scontento del presente, assenza di [...] Vai alla recensione »