devo27
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mercoledì 23 settembre 2020
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commovente
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Film commevente e interessante. Personaggi grotteschi, tanta umanità e una delicatezza rara in un Bagdad cafè desertica che si ripopola di vitalità.
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sirgient
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giovedì 25 giugno 2015
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isola dei sogni e delle speranze
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Il caldo del sole al tramonto e la strada da percorrere. A volte il destino ti mette su percorsi così strani, non puoi scegliere, puoi solo continuare a camminare, con una valigia a ruote e un thermos di caffè.
Una storia che nasce come una qualsiasi storia, come tante della vita, ma che inaspettatamente si trasforma in qualcosa di più.Tutto dipende semprte da quello che trovi, vivi e assapori lungo la strada.
Spesso le persone appaiono diverse da quello che sono ma irrimediabilmente sono per quello che mostrano esteriormente di se agli occhi di molti, ma allo sguardo di pochi invece mostrano tutta la loro essenza e luce.
Ed è una luce quella che Brenda porta, ma una luce diversa da quella del sole, una luce che un vecchio pittore con la faccia da mocassino riesce a vedere e a trasportare in un mondo reale, una luce che come un raggio di sole che penetra tra le tapparelle socchiuse in un locale pieno di polvere illumina gli angoli più nascosti, una luce che anche i più rudi camionisti di passaggio riescono a vedere nel buio della notte.
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Il caldo del sole al tramonto e la strada da percorrere. A volte il destino ti mette su percorsi così strani, non puoi scegliere, puoi solo continuare a camminare, con una valigia a ruote e un thermos di caffè.
Una storia che nasce come una qualsiasi storia, come tante della vita, ma che inaspettatamente si trasforma in qualcosa di più.Tutto dipende semprte da quello che trovi, vivi e assapori lungo la strada.
Spesso le persone appaiono diverse da quello che sono ma irrimediabilmente sono per quello che mostrano esteriormente di se agli occhi di molti, ma allo sguardo di pochi invece mostrano tutta la loro essenza e luce.
Ed è una luce quella che Brenda porta, ma una luce diversa da quella del sole, una luce che un vecchio pittore con la faccia da mocassino riesce a vedere e a trasportare in un mondo reale, una luce che come un raggio di sole che penetra tra le tapparelle socchiuse in un locale pieno di polvere illumina gli angoli più nascosti, una luce che anche i più rudi camionisti di passaggio riescono a vedere nel buio della notte.
Non c'è passato che tenga, nulla potrà più distogliere Brenda da una realtà che la proietta in un mondo dove anima e aspetto si fondono per essere chiamati a dimostrare di essere vivi.
Un'ispirazione, un film che si vede come si beve come una calda tazza di caffè a fine giornata.
Non perdetevi una magia di luci, suoni, ombre e musica... vi perdereste quanto di più bello si può trovare in un film semplice come la vita.
Questo film mi ha ispirato a scrivere il mio primo racconto "nel cuore della strada" e continua ogni giorno ad allietarmi con le sue immagini e suoni, perchè ogni volta che ne ho bisogno, anche io trovo rifugio e luce nel cuore del bagdad cafè, lì, per me, c'è sempre una calda tazza di caffè ad aspettarmi ed un sorriso a chiedermi come va !!
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hilarya
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venerdì 17 giugno 2011
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il cafè riprende vita
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Ho visto a scuola questo film... La trama è un po' noiosa e lenta anche la storia e il messaggio che vuol far arrivare il regista allo spettatore è importante... la fine mi ha lasciato un po' spiazzata comunque carino dai...
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desertblackrose
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sabato 22 gennaio 2011
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ogni tanto la vecchia europa alza la testa
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E' uno di quei film che ti rendono orgoglioso di essere europeo (cinematograficamente parlando, ovviamente).
Tutti conosciamo la storia. Una storia fatta davvero "di niente". Solo di sentimenti. Amicizia, amore, diffidenza, gelosia, stanchezza, ricerca dell'accettazione, disperazione, desiderio di rivalsa, fiducia ritrovata. Sogni infranti spiazzati da nuovi sogni. Una conquista dove alla fine nessuno rinuncia a se stesso ma viene accettato e amato per quello che è.
Cresce piano piano e mette radici dentro di te senza che tu te ne accorga. Chi di noi non è stato un po' Brenda? Chi alla fine non vorrebbe essere un po' Jasmine?
Un capolavoro che fa vibrare corde nascoste come quelle del piano sempre presente anche quando non lo si sente.
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E' uno di quei film che ti rendono orgoglioso di essere europeo (cinematograficamente parlando, ovviamente).
Tutti conosciamo la storia. Una storia fatta davvero "di niente". Solo di sentimenti. Amicizia, amore, diffidenza, gelosia, stanchezza, ricerca dell'accettazione, disperazione, desiderio di rivalsa, fiducia ritrovata. Sogni infranti spiazzati da nuovi sogni. Una conquista dove alla fine nessuno rinuncia a se stesso ma viene accettato e amato per quello che è.
Cresce piano piano e mette radici dentro di te senza che tu te ne accorga. Chi di noi non è stato un po' Brenda? Chi alla fine non vorrebbe essere un po' Jasmine?
Un capolavoro che fa vibrare corde nascoste come quelle del piano sempre presente anche quando non lo si sente.
Magico.
Desertblackrose
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ultimoboyscout
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domenica 16 gennaio 2011
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interessante.
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Tedesca come il regista, Marianne Sagebrecht si fregia di un'interpretazione sopra le righe calandosi nei panni di una pratica e quadrata quanto dolce ed educata riorganizzatrice di uno sconquassato bar disperso nel deserto. Film particolare in cui non ci sono attori o attrice belli e attraenti. Eppure funziona, funziona fin troppo bene risultando gradevole senza particolari artifici.
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hi mate!
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martedì 11 gennaio 2011
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un bel film ma......
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Un tantino sopravvalutato!
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luca scialò
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mercoledì 15 settembre 2010
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una magica donna arrivata dalla germania
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Bagdad cafè è un bar-motel-stazione di servizio, situato in pieno deserto non lontano da Las Vegas. L'attività è gestita da una giovane donna di colore, Brenda, gracilina ma molto agguerrita, la quale deve anche fare i conti con un marito sfaticato, un figlio al quale piace solo suonare il piano ed ha già un bimbo piccolo, e una figlia che pensa solo a divertirsi con gli amici. In questo posto che sfiora lo squallore e il degrado, arriva una donna tedesca dal nome inpronunciabile, la signora Jasmin Muenchgstettner, vestita in pieno costume tirolese, la quale dopo aver litigato col marito e perso il passaggio in auto, decide di pernottare lì.
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Bagdad cafè è un bar-motel-stazione di servizio, situato in pieno deserto non lontano da Las Vegas. L'attività è gestita da una giovane donna di colore, Brenda, gracilina ma molto agguerrita, la quale deve anche fare i conti con un marito sfaticato, un figlio al quale piace solo suonare il piano ed ha già un bimbo piccolo, e una figlia che pensa solo a divertirsi con gli amici. In questo posto che sfiora lo squallore e il degrado, arriva una donna tedesca dal nome inpronunciabile, la signora Jasmin Muenchgstettner, vestita in pieno costume tirolese, la quale dopo aver litigato col marito e perso il passaggio in auto, decide di pernottare lì. Appare a Brenda quasi come un miraggio, uno strano sogno.
In lei scattano subito nervosismi e diffidenze verso la cliente, dovuti anche allo stress di dover gestire da sola il locale. Ma poi scatta una magia, vengono fuori gli aspetti umani di entrambe, e anche il locale ne giova, cambiando aspetto e diventando punto di ritrovo per clienti fin allora solo di passaggio.
Percy Adlon ci propone una storia magica, sui "muri" che gli esseri umani innalzano contro le persone, creando diffidenze e discriminazioni basate solo su pregiudizi e apparenze. Ma poi basta poco per far scattare una magia, una simbiosi. Anche il montaggio delle scene è particolare, dinamico, il tutto per dare maggiore effetto ad una trama già accattivante di suo.
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lucrylu
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mercoledì 14 luglio 2010
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la razza e' una sola, quella umana!
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UN FILM CHE RIMANE TRA QUELLI PIU' BELLI CHE HO VISTO IN TANTI ANNI.
TOCCA DI PIU' LA SENSIBILITA' FEMMINILE DI QUELLA MASCHILE,
SPECIALMENTE NELL'ETA' MATURA.
LO EVITI ACCURATAMENTE CHI AMA I FILM D'AZIONE, MA NON SA CHE COSA PERDE.
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zucca
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mercoledì 24 settembre 2008
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il colore del sole
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Non per forza un film deve essere definito dalla critica o dal pubblico capolavoro per essere importante. O perlomeno per comparire originale, diverso, unico. 'Bagdad cafè' è uno di questi casi, sicuramente. non oso affatto innalzarlo come ottava meraviglia del mondo, come universale esempio di cinema. 'Bagdad cafè' non è un capolavoro. Per il semplice fatto che non desidera esserlo. Ascoltando il regista Percy Adlon nella intervista racchiusa nei contenuti speciali del DVD ci si rende immediatamente conto che questo simpatico uomo, sorriso in faccia e scherzoso, ha realizzato una pellicola nella quale ha desiderato riversare la soddisfazione della propria vita, semplice ma felice. E il film non potrebbe essere definito meglio: semplice e felice.
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Non per forza un film deve essere definito dalla critica o dal pubblico capolavoro per essere importante. O perlomeno per comparire originale, diverso, unico. 'Bagdad cafè' è uno di questi casi, sicuramente. non oso affatto innalzarlo come ottava meraviglia del mondo, come universale esempio di cinema. 'Bagdad cafè' non è un capolavoro. Per il semplice fatto che non desidera esserlo. Ascoltando il regista Percy Adlon nella intervista racchiusa nei contenuti speciali del DVD ci si rende immediatamente conto che questo simpatico uomo, sorriso in faccia e scherzoso, ha realizzato una pellicola nella quale ha desiderato riversare la soddisfazione della propria vita, semplice ma felice. E il film non potrebbe essere definito meglio: semplice e felice. Non vi è assolutamente alcuna rivoluzione artistica all' interno del film, gli attori recitano molto bene ma sono contenuti, la colonna sonora ( accompagnata dalla stupenda canzone di Jevetta Steele 'I' m calling you ' ) è godibile. Dunque cosa sorprende nel vedere questo film, questi minuti che passano sì lentamente, ma anche magicamente? La semplicità di ogni piccolo gesto compiuto nel film. La sincerità con la quale ci vengono mostrate queste figure che si muovono nel bar sperduto nel bel mezzo dell' autostrada. Ci stupisce soprattutto osservare come i personaggi, all' inizio insoddisfatti della propria vita e della misera situazione, giungano al finale con un sorriso sul volto. Ci meraviglia anche soltanto vedere un film felice, ecco. Ed è anche una allegra riflessione sull' incontro delle diverse culture ( il barman indiano scoprirà come si fa decentemente un caffè grazie ad una macchinetta tedesca, la proprietaria del locale di colore si spaventerà inizialmente ad entrare nella stanza della cliente, sempre tedesca ), tema trattato con totale leggerezza e simpatia. Poetico, commovente, unico: non trovo altre parole per sintetizzare il mio parere su questo lungometraggio. N.B.: i miei giudizi vanno da uno a quattro, non raggiungono mai la quinta stelletta.
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fdf
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lunedì 24 dicembre 2007
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dfff
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