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Bagdad cafè è un bar-motel-stazione di servizio, situato in pieno deserto non lontano da Las Vegas. L'attività è gestita da una giovane donna di colore, Brenda, gracilina ma molto agguerrita, la quale deve anche fare i conti con un marito sfaticato, un figlio al quale piace solo suonare il piano ed ha già un bimbo piccolo, e una figlia che pensa solo a divertirsi con gli amici. In questo posto che sfiora lo squallore e il degrado, arriva una donna tedesca dal nome inpronunciabile, la signora Jasmin Muenchgstettner, vestita in pieno costume tirolese, la quale dopo aver litigato col marito e perso il passaggio in auto, decide di pernottare lì. Appare a Brenda quasi come un miraggio, uno strano sogno.
In lei scattano subito nervosismi e diffidenze verso la cliente, dovuti anche allo stress di dover gestire da sola il locale. Ma poi scatta una magia, vengono fuori gli aspetti umani di entrambe, e anche il locale ne giova, cambiando aspetto e diventando punto di ritrovo per clienti fin allora solo di passaggio.
Percy Adlon ci propone una storia magica, sui "muri" che gli esseri umani innalzano contro le persone, creando diffidenze e discriminazioni basate solo su pregiudizi e apparenze. Ma poi basta poco per far scattare una magia, una simbiosi. Anche il montaggio delle scene è particolare, dinamico, il tutto per dare maggiore effetto ad una trama già accattivante di suo.
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