Quintana

Un film di Vincenzo Musolino. Con Femi Benussi, Ignazio Spalla, Tony Di Mitri, Franco Jamonte, Marisa Traversi.
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Avventura, durata 91 min. - Italia 1969. MYMONETRO Quintana * 1/2 - - - valutazione media: 1,50 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Un Messico ribelle senza rivoluzione Valutazione 2 stelle su cinque

di Gianni Lucini


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sabato 17 settembre 2011

Il Messico con la sua ricchezza di storia, di colori, di suggestioni e di contrasti ha attraversato tutta la storia del western all’italiana fin dagli inizi, cioè da quando Sergio Leone ambienta Per un pugno di dollari a San Miguel, una cittadina statunitense vicina alla frontiera messicana. Per la verità anche nella fase immediatamente precedente alla svolta di Leone il paese centroamericano attira l’attenzione degli sceneggiatori di western di produzione italiana, come capita al vecchio Rod Cameron nei panni di Pat Garrett in Le pistole non discutono o Richard Harrison, il Gringo di Duello nel Texas, entrambi costretti  a lunghe cavalcate in territorio messicano. Vicino alla frontiera del Messico sono anche Tombstone, il paese nel quale arriva Franco Nero-Django per compiere la sua vendetta, e la fattoria dei fratelli scozzesi Mac Gregor nelle due pellicole che li vedono protagonisti. Gli esempi potrebbero continuare all’infinito. Nel 1969, l’anno in cui Quintana arriva nelle sale, molti registi del western all’italiana hanno passato decisamente il confine cominciando ad ambientare direttamente in Messico storie di ribelli che si contrappongono a un potere dispotico e crudele. C’è chi l’ha fatto con ambizioni politiche come accade nello stesso 1969 con Tepepa o due anni prima con Quien sabe? e chi si muove con la mano leggera raccontando storie di ribelli soltanto perchè l’idea di punire i prepotenti è una costante dei romanzi d’avventura. Quintana si colloca su questo versante raccontando una storia di ribellione senza nemmeno sfiorare i temi cari ai profeti della rivoluzione di quel periodo. Il popolo è vittima e spettatore. Non si ribella e non partecipa neppure allo scontro finale con i “cattivi”. L’unico gesto di ribellione popolare, se così si può dire, è rappresentato dal tentativo di lasciare il villaggio per cercare fortuna altrove. È un Messico ribelle ma non troppo e sicuramente non coltiva neppure lontanamente l’idea di una rivoluzione. Il modello ispiratore della storia è quello del romanzo d’appendice ottocentesco e il despota Don Juan de Leyva finisce per perdersi da solo quando non sa resistere ad avidità e lussuria. Se avesse continuato a perseguitare soltanto i poveri peones probabilmente Quintana non l’avrebbe punito con la morte.

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