celluloide
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giovedì 23 agosto 2012
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l'esercito spara in cielo quintana al cuore
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Che dire, morti come piovesse,le armi non si ricaricano mai,la trama e la solita vista mille volte ,Femi Benussi con una parrucca incredibile.
Il tutto dopo anni di western all'italiana. Basta non tener conto di questi particolari per farsi piacere il film.
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gianni lucini
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sabato 17 settembre 2011
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quintana sul somaro
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In Quintana molti sono gli omaggi e i riferimenti a Per un pugno di dollari e più in generale a Sergio Leone, a partire dal poncho del protagonista. Tra i più espliciti va sicuramente annoverato l’arrivo di Quintana in paese a cavallo di un somarello, calligrafica ripetizione dell’entrata di Clint Eastwood in San Miguel nel primo film della Trilogia del Dollaro.
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gianni lucini
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sabato 17 settembre 2011
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tance citazioni e protagonista dal nome medioevale
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In Quintana abbondano le citazioni. Alcune sono evidenti altre soltanto accennate. Vincenzo Musolino gioca a mescolare le carte fin dalla definizione del protagonista, una specie di Zorro vestito come il pistolero senza nome di Per un pugno di dollari. Ci sono molti omaggi a Leone, compreso l’insistito utilizzo dei primi piani per far salire la tensione quando i bounty killer arrivano nel covo di Quintana e qualche allusione letteraria come la figura di frate Modesto, una sorta di Don Abbondio con più coraggio del personaggio dei “Promessi sposi”. Originale è il duello finale che avviene a cavallo, con i due sfidanti che cavalcano l’uno contro l’altro nello stile dei tornei medievali dei romanzi di Walter Scott.
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In Quintana abbondano le citazioni. Alcune sono evidenti altre soltanto accennate. Vincenzo Musolino gioca a mescolare le carte fin dalla definizione del protagonista, una specie di Zorro vestito come il pistolero senza nome di Per un pugno di dollari. Ci sono molti omaggi a Leone, compreso l’insistito utilizzo dei primi piani per far salire la tensione quando i bounty killer arrivano nel covo di Quintana e qualche allusione letteraria come la figura di frate Modesto, una sorta di Don Abbondio con più coraggio del personaggio dei “Promessi sposi”. Originale è il duello finale che avviene a cavallo, con i due sfidanti che cavalcano l’uno contro l’altro nello stile dei tornei medievali dei romanzi di Walter Scott. Poteva essere diversamente per un personaggio come Quintana, il cui nome deriva proprio da una delle più famose giostre medievali italiane?
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gianni lucini
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sabato 17 settembre 2011
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un messico ribelle senza rivoluzione
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Il Messico con la sua ricchezza di storia, di colori, di suggestioni e di contrasti ha attraversato tutta la storia del western all’italiana fin dagli inizi, cioè da quando Sergio Leone ambienta Per un pugno di dollari a San Miguel, una cittadina statunitense vicina alla frontiera messicana. Per la verità anche nella fase immediatamente precedente alla svolta di Leone il paese centroamericano attira l’attenzione degli sceneggiatori di western di produzione italiana, come capita al vecchio Rod Cameron nei panni di Pat Garrett in Le pistole non discutono o Richard Harrison, il Gringo di Duello nel Texas, entrambi costretti a lunghe cavalcate in territorio messicano.
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Il Messico con la sua ricchezza di storia, di colori, di suggestioni e di contrasti ha attraversato tutta la storia del western all’italiana fin dagli inizi, cioè da quando Sergio Leone ambienta Per un pugno di dollari a San Miguel, una cittadina statunitense vicina alla frontiera messicana. Per la verità anche nella fase immediatamente precedente alla svolta di Leone il paese centroamericano attira l’attenzione degli sceneggiatori di western di produzione italiana, come capita al vecchio Rod Cameron nei panni di Pat Garrett in Le pistole non discutono o Richard Harrison, il Gringo di Duello nel Texas, entrambi costretti a lunghe cavalcate in territorio messicano. Vicino alla frontiera del Messico sono anche Tombstone, il paese nel quale arriva Franco Nero-Django per compiere la sua vendetta, e la fattoria dei fratelli scozzesi Mac Gregor nelle due pellicole che li vedono protagonisti. Gli esempi potrebbero continuare all’infinito. Nel 1969, l’anno in cui Quintana arriva nelle sale, molti registi del western all’italiana hanno passato decisamente il confine cominciando ad ambientare direttamente in Messico storie di ribelli che si contrappongono a un potere dispotico e crudele. C’è chi l’ha fatto con ambizioni politiche come accade nello stesso 1969 con Tepepa o due anni prima con Quien sabe? e chi si muove con la mano leggera raccontando storie di ribelli soltanto perchè l’idea di punire i prepotenti è una costante dei romanzi d’avventura. Quintana si colloca su questo versante raccontando una storia di ribellione senza nemmeno sfiorare i temi cari ai profeti della rivoluzione di quel periodo. Il popolo è vittima e spettatore. Non si ribella e non partecipa neppure allo scontro finale con i “cattivi”. L’unico gesto di ribellione popolare, se così si può dire, è rappresentato dal tentativo di lasciare il villaggio per cercare fortuna altrove. È un Messico ribelle ma non troppo e sicuramente non coltiva neppure lontanamente l’idea di una rivoluzione. Il modello ispiratore della storia è quello del romanzo d’appendice ottocentesco e il despota Don Juan de Leyva finisce per perdersi da solo quando non sa resistere ad avidità e lussuria. Se avesse continuato a perseguitare soltanto i poveri peones probabilmente Quintana non l’avrebbe punito con la morte.
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