giomo891
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domenica 25 settembre 2022
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una famiglia lucana emigrata. giomo891
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Rocco e i suoi fratelli è un film del 1960 diretto da Luchino Visconti. Alla morte del capo famiglia, Rosaria Parondi (Katina Paxinou) decide di lasciare la Lucania con i suoi quattro figli per trasferirsi a Milano in cerca di fortuna. Qui vive ormai da tempo Vincenzo (Spiros Focas), il maggiore dei fratelli, che si è perfettamente inserito nella borghesia milanese e sta per convolare a nozze con Ginetta (Claudia Cardinale), anch'ella immigrata con la sua famiglia dal meridione nel capoluogo lombardo. Sebbene la famiglia di Ginetta si mostri ostile ai nuovi arrivati, Vincenzo non può trascurarli, sentendosi obbligato moralmente ad aiutarli, decide di prodigarsi affinché i fratelli riescano ad ambientarsi nella nuova città.
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Rocco e i suoi fratelli è un film del 1960 diretto da Luchino Visconti. Alla morte del capo famiglia, Rosaria Parondi (Katina Paxinou) decide di lasciare la Lucania con i suoi quattro figli per trasferirsi a Milano in cerca di fortuna. Qui vive ormai da tempo Vincenzo (Spiros Focas), il maggiore dei fratelli, che si è perfettamente inserito nella borghesia milanese e sta per convolare a nozze con Ginetta (Claudia Cardinale), anch'ella immigrata con la sua famiglia dal meridione nel capoluogo lombardo. Sebbene la famiglia di Ginetta si mostri ostile ai nuovi arrivati, Vincenzo non può trascurarli, sentendosi obbligato moralmente ad aiutarli, decide di prodigarsi affinché i fratelli riescano ad ambientarsi nella nuova città. Rocco (Alain Delon), un ragazzo buono e generoso, accetta un lavoro in una lavanderia. Ciro diventa un operaio e trova l'amore in Franca (Alessandra Panaro) mentre Simone (Renato Salvatori) decide di intraprende la carriera pugilistica con lo scopo di raggiungere la fama. La situazione è tesa e adattarsi ad una nuova città, covando un’enorme nostalgia per la propria terra natia, non è semplice.
Proprio quando tutti sembrano aver trovato il loro posto, l'arrivo dell'avventante prostituta Nadia (Annie Girardot) alimenta nuovi turbamenti. Simone, infatti, crea un legame morboso con la donna che idealizza fino a farne la propria ossessione. Il ragazzo, nutrito dalla speranza di diventare ricco e viziato da Rosaria, perde il contatto con la realtà e si attira le antipatie dell' allenatore a causa della sua superbia. Quest'ultimo, infatti, vedendo in Rocco un promettente campione e un uomo magnanimo, decide di sbarazzarsi di Simone per introdurlo alla boxe. Geloso ed offeso nell'orgoglio, Simone riversa la sua ossessività su Nadia che nel frattempo ha creato un legame con Rocco.
Rocco è un bravo ragazzo, che sta realizzando una carriera fulgida nel mondo della boxe, ma una sera (al famoso Ponte della Bisolfa- dal quale -I Racconti del Ponte della Bisolfa di Giovanni Testori- è parzialmente tratto il film) mentre si apparta per far l'amore con Nadia, subisce la violenza del fratello Simone.
Rocco per affetto e rispetto ( immeritato) del fratello si vedrà costretto ad interrompere il legame con la ragazza.
Ma Simone, ormai fallito nel pugilato, fallisce anche nel rapporto con Nadia, che ormai sceglie la via della prostituzione.
Accecato dalla gelosia, Simone pensa che l'unico modo di togliersi dalla testa, quell'amore malato, ferisce a morte Nadia.
Il film è la storia tragica di una famiglia emigrata dalla Lucania, in un Italia, che al Nord richiedeva mano d'opera per l'avanzare del boom economico.
Il titolo del film mescola insieme "Giuseppe e i suoi fratelli" di Mann e il nome di Rocco Scotellaro, scrittore e poeta interessato alla cultura e alla società contadina, di cui il regista era un appassionato lettore.
Ed anche Visconti cerca di esprimere il rimpianto (lo fa espressamente per bocca di Rocco) per la terra nativa, che la famiglia Parondi, per motivi di sopravvivenza, è stata costretta ad abbandonare.
La drammaticità di alcune scene ed in genere di tutta la storia, con l'evidenzazione delle diverse personalità dei protagonisti, rende questa pellicola un capolavoro, considerata anche l'epoca in cui fu girato.
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[+] ottima recensione di giomo891
(di lia lenzetti )
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stefanocapasso
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lunedì 8 ottobre 2018
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come si aiuta un uomo?
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La famiglia Parondi si trasferisce dalla Lucania a Milano dove Vincenzo, il maggiore dei 5 fratelli già vive da tempo e sta costruendo la sua vita. Il nucleo familiare si arrangia come può e i ragazzi cercano il loro modo per sbarcare il lunario nella Milano del primo boom economico. In particolare Rocco e Simone troveranno nella boxe una possibilità e l’amore per la stessa donna, la prostituta Nadia porterà un grave conflitto all’interno della famiglia.
Grande opera di Luchino Visconti divisa in 5 episodi dedicati ad ognuno dei 5 fratelli. Episodi che non interrompono comunque la continuità del racconto e che rappresentano più che altro un espediente narrativo.
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La famiglia Parondi si trasferisce dalla Lucania a Milano dove Vincenzo, il maggiore dei 5 fratelli già vive da tempo e sta costruendo la sua vita. Il nucleo familiare si arrangia come può e i ragazzi cercano il loro modo per sbarcare il lunario nella Milano del primo boom economico. In particolare Rocco e Simone troveranno nella boxe una possibilità e l’amore per la stessa donna, la prostituta Nadia porterà un grave conflitto all’interno della famiglia.
Grande opera di Luchino Visconti divisa in 5 episodi dedicati ad ognuno dei 5 fratelli. Episodi che non interrompono comunque la continuità del racconto e che rappresentano più che altro un espediente narrativo. La famiglia è al centro delle riflessioni di Visconti, come è sua consuetudine, e in questo caso il tema famigliare si impianta su quello dell’immigrazione, in quel contesto degli ultimi che riporta a La Terra Trema. La necessità di abbandonare il proprio paese di origine, la sofferenza che porta questa scelta e la difficoltà di adattarsi ad un mondo totalmente nuovo che peraltro si trova in un grande cambiamento, quello del boom economico. Tutti i protagonisti sono alla ricerca della propria identità e delle proprie certezze. Su questo terreno fragile si impianta il grande melodramma amoroso, il triangolo dei due fratelli che amano la stessa donna. A questo punto si apre la questione sul quanto sia utile tentare di comprendere fino in fondo o lasciare al proprio destino un uomo apparentemente irrecuperabile. Tra i fratelli alle prese col declino morale e fisico di Simone le due posizioni sembrano essere ugualmente inefficaci
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parsifal
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lunedì 19 febbraio 2018
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dolore e fatica
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Coinsiderato a tutti gli effetti uno dei capolavori più rappresentativi del Maestro Visconti, il film nasce dalla penna di Giovanni Testori e dai " Racconti della Ghisolfa" , quartiere popolare milanese, all'interno del quale venivano ammassati gli immigrati che provenivano dal Sud Italia, durante il boom economico. Rocco, interpretato da un superbo e malinconico Alain Delon, è il protagonista della vicenda . Un giovane ragazzo lucano che alla morte del padre, spinto dalla madre ( K.Paxinou) autoritaria ed arrogante, raggiunge , insieme a tutta la famiglia ( la matriarca e gli altri fratelli) , il fratello maggiore Vincenzo, emigrato a MIlano in cerca di un futuro migliore di quello che lo attendeva nella sua terra.
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Coinsiderato a tutti gli effetti uno dei capolavori più rappresentativi del Maestro Visconti, il film nasce dalla penna di Giovanni Testori e dai " Racconti della Ghisolfa" , quartiere popolare milanese, all'interno del quale venivano ammassati gli immigrati che provenivano dal Sud Italia, durante il boom economico. Rocco, interpretato da un superbo e malinconico Alain Delon, è il protagonista della vicenda . Un giovane ragazzo lucano che alla morte del padre, spinto dalla madre ( K.Paxinou) autoritaria ed arrogante, raggiunge , insieme a tutta la famiglia ( la matriarca e gli altri fratelli) , il fratello maggiore Vincenzo, emigrato a MIlano in cerca di un futuro migliore di quello che lo attendeva nella sua terra. Al loro arrivo, il ragazzo trasecola ed è assai titubante ,ma l'arroganza dell'anziana matriarca lo obbliga ad accoglierli, a trovar loro una sistemazione ( alloggeranno nelle cantine di un condomino meneghino) e cosa assai più grave, interrompe i festeggiamenti per il fidanzamento del figlio con Ginetta, imponendogli di lasciarla perchè deve occuparsi giocoforza di lei e dei fratelli minori. Inizia così , per tutti loro, la vita all'interno di una città che gli è estranea, con i suoi ritmi frenetici, le ampie distanze, le illusioni create dal boom economico. Piomba all'improvviso nella loro vita una presenza che si rivelerà destabilizzante e pericolosa; Nadia( Annie Giradot) , impertinente ed irriverente, dedita alla prostituzione ed alla vita bohemienne, che farà invaghire Simone ( Renato Salvatori) sbruffone e gradasso, dedito al pugilato ed alle bevute in compagnia. LA donna inizia a pretendere sempre di più, vuole mantenere un tenore di vita che Simone non è in grado di offrirle ed allora scende sempre più in basso , sino a prostituirsi , pur di avere il denaro necessario per accontentare i capricci della sua concubina, che comunque si allontanerà da lui. Durante il servizio militare Rocco incontra di nuovo Nadia, che aveva deciso di allontanarsi da MIlano. Iniziano a conoscersi e lei se ne invaghisce. Tornati a MIlano, iniziano a frequentarsi, mentre Rocco, spronato dall'allenatore del fratello , si dedica inaspettatamente alla boxe. LA situazione precipita ed i fratelli si trovano l'uno contro l'altro; ma mentre Simone desidera solo la vendetta , accecato dall'odio e dall'alcool, Rocco prova un enorme senso di colpa, ritenendo di essere lui il responsabile delle sciagure del fratello. Ormai Simone è in preda ad un delirio inarrestabile e commette un crimine dal quale non si torna indietro;Nadia morirà per mano sua e lui fuggirà, ma verrà arrestato pochi giorni dopo. Rocco, pur essendo in preda ai sensi di colpa , comprende perfettamente che quel mondo in cui aveva vissuto sino ad allora è destinato a scomparire per poter lasciare il passo ad una nuova realtà. Memorabile la frase che Delon pronuncia durante un dialogo con Nadia " Nella nostra Terra,la gente conosce solo l'obbedienza e la fatica." Questo per spiegare che la consapevolezza non apparteneva alla tradizione ancestrale della sua terra natia. Doloroso, a tratti straziante , è uno spaccato lucido e tagliente della condizione contadina al cospetto della metropoli , circostanza assai diffusa negli anni '60 , il tempo delle grandi migrazioni dal Sud Italia verso il ricco Nord. A titolo di cronaca, il suddetto film è stato inserito tra i 100 film da salvare.
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ralphscott
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lunedì 14 marzo 2016
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melodramma eccezionalmente melodrammatico
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Visconti,più efficace a raccontare i ceti medio alti,firma un'opera eccessiva,disperata. Ricorda la tragedia greca,con personaggi,come la capofamiglia Rosaria,che rischiano la parodia. Varie le scene indimenticabili:su tutte l'abbraccio mortale di una Girardot da brividi,straordinaria e complessa figura di prostituta. Anche Renato Salvatori è ottimo e,per chi come me lo conosceva solo per le commedie anni '50,sorprendente in un ruolo drammatico,tormentato. Bisogna anche dire che il film è a tratti greve,ma anche questo fa parte,talvolta,della cifra stilistica del grande regista lombardo.
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ralphscott
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lunedì 14 marzo 2016
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melodramma eccezionalmente melodrammatico
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Visconti,più a suo agio quando descrive i ceti medio alti,calca la mano su alcune figure che diventano quasi parodia,come la capofamiglia Rosaria Parondi,personaggio degno della tragedia greca. L'opera è a tratti greve,ma anche questa non è una novità. Certo la padronanza della macchina da presa è eccezionale come sempre. Varie le scene memorabili:l'abbraccio mortale della Girardot,straordinaria la sua prova di attrice,è da brividi. Renato Salvatori mi ha sorpreso,memore di film commedia dove non era,negli anni '50,emerso il suo grande talento.
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filippo catani
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venerdì 26 luglio 2013
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l'importanza della famiglia e delle proprie radici
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Una famiglia lucana decide di trasferirsi al nord e in particolar modo a Milano perchè uno dei figli sta per mettere su famiglia. Nonostante i tentativi dell'anziana madre, la famiglia attraverserà momenti felici alternati a momenti di grande dolore e tristezza.
Un film magnifico questo di Visconti che si dipana lungo quasi tre ore di narrazione ma che ci offre un ampio respiro e un ampio ritratto della vita dell'Italia di 50-60 anni fa. Intanto vediamo subito il tema dell'immigrazione con questa famiglia che dal Meridione decide di provare a sbarcare il lunario al Nord. Il padre di famiglia è morto dopo una vita di sudore e lavoro e la moglie ha deciso di andare via dalla Lucania; un pensiero che la donna ha coltivato per lungo tempo.
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Una famiglia lucana decide di trasferirsi al nord e in particolar modo a Milano perchè uno dei figli sta per mettere su famiglia. Nonostante i tentativi dell'anziana madre, la famiglia attraverserà momenti felici alternati a momenti di grande dolore e tristezza.
Un film magnifico questo di Visconti che si dipana lungo quasi tre ore di narrazione ma che ci offre un ampio respiro e un ampio ritratto della vita dell'Italia di 50-60 anni fa. Intanto vediamo subito il tema dell'immigrazione con questa famiglia che dal Meridione decide di provare a sbarcare il lunario al Nord. Il padre di famiglia è morto dopo una vita di sudore e lavoro e la moglie ha deciso di andare via dalla Lucania; un pensiero che la donna ha coltivato per lungo tempo. Ci imbattiamo poi nelle difficoltà di trovare un lavoro e, specialmente per i primi tempi, va benissimo anche spalare la neve per racimolare qualche soldo. Ovviamente ogni membro della famiglia ha il proprio carattere ma diciamo che gli "antagonisti" saranno due: Rocco che cerca sembra di perdonare tutto e tutti per il bene della famiglia e Simone dedito al vizio, al bere e che troverà la sua rovina innamorandosi di una donna senza speranze. Proprio questa donna finirà per mettere ancora più uno contro l'altro i due fratelli e insieme a Simone purtroppo intraprenderanno una terribile china (fra l'altro una riflessione anche attualissima sul problema degli amori disgraziati che si risolvono in tragedia specialmente per le donne). E poi accanto alla grande voglia di riscatto (la madre piena d'orgoglio la prima volta che la chiamano signora) ma anche la nostalgia di casa e la consapevolezza che lontani dalla propria terra non si potrà mai essere felici fino in fondo (risuona un po' Verga in questo momento). Bellissimo poi il dialogo finale che è anche un po' il messaggio o la speranza che il film consegnava alla storia e cioè l'auspicio per le future generazioni di vivere in un mondo più giusto ed equo senza che nessuno sfruttasse le persone e le facesse lavorare come servi. Purtroppo siamo ancora tanto lontani da questa (forse) utopia ma il personaggio di Rocco ci inviterebbe a sperare sempre per il meglio. Detto di Visconti, un plauso anche per tutto il cast al completo che è veramente eccezionale.
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daniele23
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lunedì 1 aprile 2013
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daniele
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Ispirato ai racconti di Testori (Il ponte della Ghisolfa, 1989). Una famiglia di contadini lucani si trasferisce a Milano negli anni del boom economico e si disgrega, nonostante gli sforzi della vecchia madre per tenerla unita. Nelle cadenze di un romanzo di ampio respiro narrativo con ambizioni tragiche e risvolti decadentistici, è il più generoso dei film di Visconti, quello in cui, con qualche schematismo, passioni antiche e problemi moderni sono condotti a unità. La congerie delle numerose e talvolta contraddittorie fonti letterarie (T. Mann, Dostoevskij) trova ancora una volta il suo punto di fusione nel melodramma, nella predilezione per i contrasti assoluti. Quella dell'Idroscalo è una delle più tipiche scene madri di Visconti.
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Ispirato ai racconti di Testori (Il ponte della Ghisolfa, 1989). Una famiglia di contadini lucani si trasferisce a Milano negli anni del boom economico e si disgrega, nonostante gli sforzi della vecchia madre per tenerla unita. Nelle cadenze di un romanzo di ampio respiro narrativo con ambizioni tragiche e risvolti decadentistici, è il più generoso dei film di Visconti, quello in cui, con qualche schematismo, passioni antiche e problemi moderni sono condotti a unità. La congerie delle numerose e talvolta contraddittorie fonti letterarie (T. Mann, Dostoevskij) trova ancora una volta il suo punto di fusione nel melodramma, nella predilezione per i contrasti assoluti. Quella dell'Idroscalo è una delle più tipiche scene madri di Visconti. Osteggiato dai politici e bersagliato dalla censura, il film incassò nelle sale di seconda e terza visione più che in quelle di prima, in provincia più che nelle grandi città. Premio speciale della giuria a Venezia e 3 Nastri d'argento: regia, sceneggiatura (Visconti, S. Cecchi D'Amico, P. Festa Campanile, M. Franciosa, E. Medioli) e fotografia in BN di G. Rotunno. La vicenda giudiziaria continuò fino al 1966 quando Visconti fu assolto in modo definitivo. Nel 1969 la censura ribadì il divieto ai minori di 1anno e nel 1989 fu allestita una nuova edizione per il passaggio in TV con altri tagli.Giovanni Testori
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luca scial�
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giovedì 26 luglio 2012
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vicende di una famiglia emigrata a milano
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La famiglia Parondi, di origini lucane, si trasferisce a Milano come tante del Sud in cerca di fortuna. Ben 4 fratelli e una madre vedova. Cercano tutti di sbarcare il lunario onestamente, eccetto uno, più irrequieto e sbandato, che trascina anche gli altri in continui grattacapi.
Con un neorealismo tipico del cinema italiano anni '40, che in quel periodo si stava sempre più affievolendo, Luchino Visconti ci regala uno squarcio di vita dei tantissimi meridionali che nel dopoguerra si recavano al Nord in cerca di fortuna. Film molto lungo, quasi 3 ore, eppure scorrevole e piacevole. La semplicità e la spontaneità nella recitazione degli attori, già affermati o alle prime armi, lo rende verosimile; quasi un documentario, su un'Italia che voleva dimenticare la guerra e i sacrifici, a volte in modo eccessivamente violento e frettoloso.
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La famiglia Parondi, di origini lucane, si trasferisce a Milano come tante del Sud in cerca di fortuna. Ben 4 fratelli e una madre vedova. Cercano tutti di sbarcare il lunario onestamente, eccetto uno, più irrequieto e sbandato, che trascina anche gli altri in continui grattacapi.
Con un neorealismo tipico del cinema italiano anni '40, che in quel periodo si stava sempre più affievolendo, Luchino Visconti ci regala uno squarcio di vita dei tantissimi meridionali che nel dopoguerra si recavano al Nord in cerca di fortuna. Film molto lungo, quasi 3 ore, eppure scorrevole e piacevole. La semplicità e la spontaneità nella recitazione degli attori, già affermati o alle prime armi, lo rende verosimile; quasi un documentario, su un'Italia che voleva dimenticare la guerra e i sacrifici, a volte in modo eccessivamente violento e frettoloso.
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dandy
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sabato 26 novembre 2011
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non si può perdonare sempre.
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Ispirato ai racconti di Giovanni Testori,un film sulla miseria meridionale messa a confronto con la civiltà industriale tanto agognata quanto irraggiungibile del Nord.Attraverso la fabbrica e la coscienza per alcuni dei protagonisti,e la marginalità e autodistruzione per altri.La città è vista attraverso gli occhi dei "terroni"(fredda,respingente,inospitale),e diventa teatro di passioni irrefrenabili,culminanti nel tema portante della cinematografia Viscontiana:la disgregazione del nuclueo familiare.Molti gli influssi letterali(Mann e Dostoevskij in particolare)legati da una struttura narrativa ispirata(come spesso accade nei film del regista)al melodramma.
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Ispirato ai racconti di Giovanni Testori,un film sulla miseria meridionale messa a confronto con la civiltà industriale tanto agognata quanto irraggiungibile del Nord.Attraverso la fabbrica e la coscienza per alcuni dei protagonisti,e la marginalità e autodistruzione per altri.La città è vista attraverso gli occhi dei "terroni"(fredda,respingente,inospitale),e diventa teatro di passioni irrefrenabili,culminanti nel tema portante della cinematografia Viscontiana:la disgregazione del nuclueo familiare.Molti gli influssi letterali(Mann e Dostoevskij in particolare)legati da una struttura narrativa ispirata(come spesso accade nei film del regista)al melodramma.La scena della morte di Nadia(una sorta di Carmen moderna)all'Idroscalo è una delle più belle della storia del cinema,e non solo italiano.Un altro capolavoro del periodo,sospeso tra storia e mito.Bravissimi tutti gli attori.Tra gli sceneggiatori,Suso Cecchi D'Amico e Pasquale Festa Campanile.Splendido bianco e nero di Giuseppe Rotunno,che accentua il senso di grigiore e squallore delle vicende.Musiche di Nino Rota.Adriana Asti(alla sua terza apparizione cinematografica)e Claudia Mori(semiesordiente)sono impiegate della stireria.I proiezionisti furono costretti ad annerire la sequenza dello stupro di Nadia.Ancora oggi è dato trovare delle versioni più brevi.Quella integrale è di 180'.Come sempre,si tratta di un film per chi ama il cinema come si deve.
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dario
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domenica 21 agosto 2011
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melodrammone
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Il guaio sta nell'impostazione. Che è legata ala compassione e al presunto coraggio borghese di scendere nelle strade: è questa la chiave del neorealismo italiano, tutto velletario e realmente estraneo alle vicende nelle quali si va ad imbarcare. Le vicende ne escono a pezzi, sovraccariche di un moralismo da sacrestia (non per niente c'è di mezzo Testori). Le persone, che non si vogliono conoscere, vengono travestite da personaggi patetici e improbabili. Le esagerazioni danneggiano tutto. Pessima, poi, l'idea di affidare a Visconti - un dandy a volte insopportabile - l'operazione (Visconti è bravo in Senso, tema a lui congeniale) .
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Il guaio sta nell'impostazione. Che è legata ala compassione e al presunto coraggio borghese di scendere nelle strade: è questa la chiave del neorealismo italiano, tutto velletario e realmente estraneo alle vicende nelle quali si va ad imbarcare. Le vicende ne escono a pezzi, sovraccariche di un moralismo da sacrestia (non per niente c'è di mezzo Testori). Le persone, che non si vogliono conoscere, vengono travestite da personaggi patetici e improbabili. Le esagerazioni danneggiano tutto. Pessima, poi, l'idea di affidare a Visconti - un dandy a volte insopportabile - l'operazione (Visconti è bravo in Senso, tema a lui congeniale) . Recitazione sopra le righe, inevitabilmente, ma accettabile quella della Paxinou, che riesce grande sempre e comunque. Gran lavoro di scenografia, sceneggiatura, invece, tirata via. Virtuosismo registico a forte tinte.
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