Io ti salverò |
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Un film di Alfred Hitchcock.
Con Gregory Peck, Rhonda Fleming, Ingrid Bergman, Michael Chekhov, Leo G. Carroll
Titolo originale Spellbound.
Drammatico,
b/n
durata 111 min.
- USA 1945.
MYMONETRO
Io ti salverò
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IL CINEMA E LA PSICANALISI
di ALESSANDRA VERDINOFeedback: 0 |
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venerdì 19 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Hitchock disse, parlando di questo film: "Volevo solo girare il primo film di psicanalisi". E lo disse nel 1945, quando questa scienza non era ancora molto diffusa. Ecco già un cenno all'estrema modernità di questo grandissimo regista. Se oggi, nel 2007, si assiste alla proiezione di "Io ti salverò" (Spellbound), si trascorrono due ore in cui si è talmente avvinti dalla trama e dalle sue implicazioni psicologiche da esserne quasi ipnotizzati. Quanto è vero, della psicanalisi, in questo film? Senza dubbio molto. Serve senz'altro come primo approccio a questa scienza, che ha completamente rivoluzionato la cura delle malattie mentali. Qui abbiamo un caso di amnesia riconducibile ad un trauma infantile (secondo Freud, l'infanzia è la chiave della nostra vita), l'interpretazione dei sogni (inventata da Freud), e casi di odio/amore verso gli psicanalisti. Ma il cinema è il cinema, ed allora il rapporto del transfert è stato completamente falsato. Secondo la psicanalisi, infatti, bisogna amare il terapeuta, ma, assolutamente, non mettere in pratica questo innamoramento, pena l'inefficacia ed addirittura il fallimento della cura. Qui abbiamo invece il caso di un grande amore, anzi, dell' "amour fou" tra il terapeuta ed il paziente. Tuttavia, questo film lascia sensazioni straordinarie e, come ho già detto, offre un'idea di base di questa scienza, che altro non è che un viaggio all'interno di se stessi. Come poteva Hitch rimanere insensibile ad un argomento così ghiotto da trattare? Viaggiando dentro noi stessi scopriamo continuamente delle cose e, se a questo uniamo una trama poliziesca, il gioco è fatto. Abbiamo dunque due film di suspence in uno. Da una parte, la scoperta di se stessi - e quindi rivelazioni improvvise e scioccanti. Dall'altra, un intreccio magistrale che amalgama il tutto. Se a tutto ciò uniamo la bellezza e la bravura di Ingrid Bergman e di Gregory Peck - che vivono un'intensa storia d'amore - abbiamo il terzo film. Penso che questo film piaccia molto più oggi che quando è stato diretto, ossia nel lontano 1945. Perchè? Perchè è un film estremamente moderno, le cui tematiche sono ora abbastanza conosciute. Un Hitch rivoluzionario, quindi. E, come sempre, che sa colpire nel modo giusto. Nella mente e nel cuore.
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