Una donna ha perso suo figlio ma è decisa a non voler perdere anche il suo latte materno. Espandi ▽
Robin è una giovane giornalista che ha da poco perso un bambino. Ogni giorno un forte dolore al seno la costringe a tirarsi il latte, con il quale riempie quotidianamente una gran quantità di bottiglie, delle quali si libera dolorosamente. Non potendo utilizzare il latte e non volendo liberarsene, decide di donarlo a un ospedale perché possa essere d’aiuto ad altre donne. Un ostacolo imprevisto sembra tuttavia costringerla a rinunciare. Con il suo esordio al lungometraggio Stefanie Kolk attinge al proprio vissuto personale per dar vita a un film silenzioso e metaforico, costruito intorno a un unico elemento simbolico: il latte materno. È il perno attorno al quale si sviluppa la storia. Simbolo della maternità, ma anche del nutrimento che dà la vita, il latte riempie non solo il congelatore di Robin, ma anche i suoi pensieri, le sue giornate, le sue relazioni. Solo nel momento in cui potrà dare un nuovo senso al suo latte, potrà forse superare il lutto per la morte prematura del figlio. Solo quando riuscirà a separarsi dal latte, potrà concentrarsi di nuovo sul futuro.